lunedì 19 agosto 2013

FUKUSHIMA, dosimetri taroccati agli operai

..al male non c'è mai fine, si dice, la notizia non è fresca in quanto l'avevamo nel surgelatore da un anno, ma la cosa che infastidisce di più è il fatto che questi soggetti filonuclearisti nonostante l'evidenza del danno che fanno e ci fanno, insistono con la via dell'errore ,  non ci sbagliamo nell'affermare che  chi persevera in questo errore è diabolico;  

la cosa disgustante è il voler occultare a forza la verità .

 ovvero: 
IL NUCLEARE FA MALE.

l'azienda Tepco,  pagata profumatamente per la fornitura di energia elettrica in Giappone, non si preocupa affatto della salute degli operai esposti alle radiazioni , anzi fa di più rende i dosimetri inservibili in quanto a prevenzione... e gli operai muoiono di cancro per le sovraesposizioni alle radiazioni... e la giustizia che fa? 

NULLA


Sa Defenza


FUKUSHIMA, dosimetri taroccati agli operai

  • All’inizio erano voci, poi testimonianze dirette ma anonime. Ora ci pensa l’autorevole Asahi Shinbun, tornato in prima linea come negli anni ’60 e ’70, a denunciare lo scandalo dei dosimetri taroccati che una (per ora) società di “lavoratori in affitto” ( i famosi “zingari nucleari”)  forniva agli operai, prima di mandarli al “fronte” di Fukushima. 

    Nella vignetta, la ricostruzione del dosimetro taroccato, così come l’ha pubblicata l’Asahi Shinbun: per ridurne la sensibilità (fino al 70%), il dosimetro era avvolto da una pellicola di piombo.

    La notizia per ora lascia di stucco i giapponesi, che pur avendo cambiato idea sul nucleare – come le recenti, imponenti manifestazioni dimostrano –  continuano a credere alle favole e alle parole rassicuranti della Tepco e del governo. 

    Strano invece, ma non troppo, visto che in Giappone vige la discrezionalità dell’azione penale (ricordate? Quella che voleva introdurre Martelli, quando era ministro della Giustizia) che polizia e magistratura non si siano ancora fatti né vedere né sentire.  

    Ma non è tentato omicidio? 


















Fukushima: nuova perdita di acqua altamente radioattiva

Fuoriuscite 300 tonnellate che sono finite nel suolo. Incidente classificato di livello 1

corriere.it/

La valvola dalla quale è avvenuta la perdita (Afp)

La centrale nucleare di Fukushima, danneggiata dello tsunami del marzo 2011, continua a perdere acqua radioattiva. Dopo che il 22 luglio la Tepco, la società che gestisce la centrale, ha dovuto ammettere che centinaia di tonnellate al giorno di acqua radioattiva sono finite in mare, la compagnia giapponese ha reso noto che altre 300 tonnellate (pari a 300 mila litri) sono fuoriuscite e questa volta sono finite nel suolo. La fuga di acqua radioattiva è stata classificata «incidente di livello 1». Si tratta dell'incidente più grave dopo le esplosioni del marzo di due anni fa che hanno messo fuoriuso la centrale. «Siamo molto preoccupati», ha ammesso Hideka Morimoto, portavoce dell'Autorità giapponese per il nucleare.


FUORIUSCITA - La Tepco ha spiegato che la quantità di acqua sfuggita al controllo, che viene utilizzata per raffreddare i reattori danneggiati, è molto più grande dei 120 litri stimati inizialmente. Una pozza di acqua altamente radioattiva (100 millisievert/ora a mezzo metro di distanza, cinque volte l'esposizione annuale limite per i dipendenti dell'impianto) è stata scoperta nei pressi di serbatoi di stoccaggio, forse per il cedimento di un valvola collegata a un canale di scolo di una cisterna. Il portavoce di Tepco, ha aggiunto che l'acqua fuoriuscita (un terzo di quella contenuta nel serbatoio) in gran parte si è infiltrata nel terreno dopo aver superato le pile di sacchi di sabbia aggiunte a una barriera di cemento attorno alla cisterna. Si cerca ora di pompare l'acqua rimasta in superficie nuovamente nella cisterna e di trasferirla poi in altri container, ma martedì pomeriggio (ora giapponese) solo 4 tonnellate di acqua su 300 erano state aspirate. Altri serbatoi dello stesso tipo avevano subito quattro perdite lo scorso anno, ma per una quantità limitata a 10 tonnellate in tutto.
ALLARMI IN CINA E SUD COREA - Questo nuovo incidente ha sollevato allarmi in Cina e in Corea del Sud e getta nuove ombre sulla capacità della Tepco di gestire la fase di recupero e pone nuovi interrogativi sulla trasparenza delle notizie fornite dalla società. Un portavoce di Seul ha affermato che il governo sudcoreano ha ufficialmente chiesto al Giappone di fornire informazioni pubbliche su quanto viene fatto per impedire all'acqua contaminata di raggiungere il Pacifico e quanto questa possa aver interessato le piante acquatiche e la pesca. Lunedì la Tepco ha riferito che due impiegati in attesa dell'autobus alla fine del turno sono risultati contaminati da particelle radioattive. Si tratta del secondo incidente del genere in una settimana.

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