mercoledì 2 aprile 2014

Bifenili Policlorurati (PCB): le responsabilità della Bayer

Bifenili Policlorurati (PCB): le responsabilità della Bayer

Unimondo.org

I Bifenili Policlorurati, meglio conosciuti come PCB, sono tra le sostanze più tossiche mai create. Ne sono state prodotte negli anni 1,3 milioni di tonnellate utilizzandole in apparecchiature elettriche, vernici e lacche per pavimenti, oltre che in molti materiali riempitivi per l'edilizia che hanno contaminato nei decenni migliaia di edifici.

L’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha classificato i PCB come carcinogeni di Categoria 1, sostanze capaci di danneggiare il sistema ormonale, quello nervoso e quello immunitario attaccando la tiroide, il fegato, i reni e causare anche infertilità. 

La Svezia fu il primo paese al mondo a proibire l'utilizzo dei PCB in applicazioni aperte, cioè composti per riempitivi, vernici e plastiche, fin dal 1972. 

La Germania la seguì nel 1978. Ma, a causa delle pressioni dei produttori, l’uso dei PCB è rimasto consentito in sistemi ostensibilmente chiusi, come nei fluidi per circuiti idraulici o nei trasformatori, fino agli anni ’80. Ma i problemi, purtroppo, non sono finiti allora. 

I PCB hanno una vita molto lunga e un’alta mobilità. Si trovano ormai dappertutto in natura, dalle profondità marine all’artico tanto che nelle popolazioni Inuit del Canada si sono trovate concentrazioni di PCB alte quanto quelle delle vittime di gravi incidenti chimici.

Ma veramente i produttori non sapevano nulla della tossicità dei loro prodotti? La Bayer che iniziò la produzione dei PCB negli anni 30 è stata l’ultimo produttore attivo in occidente e ha terminato la sua velenosa produzione solo nel 1983. 

Vendendoli coi nomi commerciali di Clophen e Elanol ha piazzato nel mondo 160.000 tonnellate di Bifenili Policlorurati, circa il 12% della produzione globale, risultando la seconda maggiore produttrice dopo la Monsanto
Ma per la Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer (CBG) la multinazionale di Leverkusen “non potevano non sapere”. Ora che gli enormi costi di bonifica ricadono sulle tasche del contribuente e sulla sua salute pubblica la CBG ha proposto una contro-mozione alla prossima assemblea degli azionisti della Bayer, che si terrà il 29 aprile a Colonia, per esporre e chiedere conto delle responsabilità della Compagnia. 

Philipp Mimkes rappresentante della CBG in Germaniaha affermato, presentando l’intenzione della Coalizione di parlare alla prossima assemblea degli azionisti Bayer, che “Monsanto e Bayer sapevano da molto tempo che i PCB sono dannosi all’uomo e all’ambiente

Perciò l’industria chimica è complice in migliaia di casi di avvelenamento. È ben ora che i produttori di allora sopportino parte degli immensi costi medici e di bonifica. È inaccettabile che Monsanto e Bayer, abbiano guadagnato per mezzo secolo dalle vendite dei PCB e ora non contribuiscano ai costi della loro bonifica”. 

Oggi nel mondo ci sono oltre 3 milioni di tonnellate di fluido idraulico e materiali contaminati da PCB. “Il costo della rimozione, trasporto e adeguato smaltimento, va dai 2.000 ai 5.000 dollari a tonnellata, - ha spiegato la CBG - per cui il costo totale può arrivare a 15 miliardi di dollari e la bonifica degli edifici contaminati costerà anche di più”. 

Lo scorso ottobre, l’Università di Bochum è stata costretta a cominciare la demolizione e sostituzione di parecchi edifici contaminati da PCB al costo di centinaia di milioni di Euro. Problemi simili ci sono anche nelle Università di Erlagen, Bielefeld e Düsseldorf così come in molti edifici governativi e anche la bonifica del UniCenter di Colonia costerà circa 30 milioni di Euro, per ora tutti sostenuti dal bilancio dello stato. Ma non solo di edifici stiamo parlando. 

Anche i costi della contaminazione della catena alimentare sono a carico del bilancio pubblico. “Lo scandalo in Belgio, causato dall’aggiunta di 25 litri di PCB nei grassi di mangimi animali, ha portato a costi diretti di un miliardo e costi indiretti di tre miliardi di euro. La crisi dei maiali in Irlanda è dovuta anch’essa all'uso di oli contaminati con PCB durante il processo di deidratazione del mangime, ed è costata al governo circa 100 milioni di euro” ha contabilizzato la CBG.

Ma non esiste solo l’enorme danno economico nella contabilità avvelenata dei produttori di PCB, ma anche quello sulla salute pubblica, ancora difficilmente quantificabili. Ad oggi è certo che i PCB, altamente solubili nei grassi, per decenni si sono accumulati nel nostro tessuto adiposo e nel latte materno, tanto che a seconda delle zone “L’assunzione nei lattanti può essere da 50 a 100 volte più alta che negli adulti”. 

I tossicologi hanno potuto provare negli anni che l’esposizione ai PCB durante la gravidanza può portare a seri danni neurologici nel feto. “Per quanto la concentrazione di PCB nel latte materno sia scesa circa del 75% negli ultimi vent'anni, ci vorranno ancora 100 anni prima che l'assorbimento di PCB dal latte materno scenda sotto la soglia dell'assunzione massima giornaliera tollerabile stabilita dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità” ha aggiunto Mimkes. 

Solo in Germania poi, le circa 20.000 tonnellate di PCB che sono state usate in composti per riempitivi in edilizia, continuano ad avere conseguenze dirette sulla salute. “Più di metà rimangono ancora oggi negli edifici. Migliaia di scuole e di università ne sono contaminate. 

I gas rilasciati provocano una contaminazione permanente dell'aria e hanno causato innumerevoli casi di seri danni alla salute. In alcuni casi, studenti e insegnanti sono stati esposti a concentrazioni tossiche che per i lavoratori di una fabbrica avrebbero richiesto l’uso di indumenti protettivi e di respiratori” ha concluso Mimkes.

Dal momento che il Consiglio Direttivo della Bayer è responsabile della mancata assunzione di responsabilità nei confronti della eredità tossica dei PCB, la Coalizione chiede da subito “che le azioni del Consiglio non siano ratificate” e che la Bayer si assuma immediatamente “la responsabilità morale ed economica che l’uso dei PCB ha causato e continua a causare alla collettività”. Lo faranno? Difficile. 

In casi come questo si avverte la mancanza in Europa della possibilità giuridica di incriminare chi ha una responsabilità diretta nella distruzione degli ecosistemi attraverso uno specifico reato. Una prospettiva chiesta con forza da oltre un anno dalla campagna Fermiamo l’Ecocidio in Europa una coalizione di organizzazioni che combattono per far riconoscere il danno “esteso, duraturo e severo” all’ambiente come un vero e proprio crimine. 

“Noi abbiamo deciso di mirare ad istituire una legge a livello solo europeo,una direttiva, che manca nel panorama giuridico dell’Unione Europea” ha spiegato Prisca Merz direttrice e una delle promotrici dell’iniziativa End Ecocide in Europe. “Ad oggi, infatti, esistono molti accordi ambientali multilaterali, ma non tutti i Paesi li hanno sottoscritti e mancano ancora meccanismi di applicazione efficaci. 

La maggior parte della legislazione impone solo multe per il mancato rispetto, invece di rendere l’ecocidio un atto criminale”. Anche per questo fino ad oggi molte multinazionali hanno solo calcolato, includendolo nelle loro spese, il danno che dovranno pagare per l’infrazione di leggi esistenti, invece di astenersi dal distruggere l’ambiente e le persone nel nome del profitto ad ogni costo. 

Una firma per l’Ecocidio darebbe oggi ancora più forza a chi come la Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer chiede ad una multinazionale di riconoscere le propri responsabilità. 


Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer

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