domenica 20 novembre 2016

Dal Donbass a Patrasso (risonanze dall'Ucraina)

Dal Donbass a Patrasso (risonanze dall'Ucraina)

PANAGIOTIS GRIGORIOU
greekcrisis.fr 





Il  freddo arriva e ad Atene come nel Donbass, e i palazzi non hanno più il riscaldamento. Il progetto mondialista attacca le basi della civiltà greca, inserendo al governo figure che di greco hanno soltanto il nome e, forse, sta alzando il tiro con l’obiettivo di annientare la società stessa della Grecia. Chi fa cultura fa notare i legami con la Russia e le analogie con l’Ucraina, a partire dal nuovo ambasciatore Usa ad Atene, lo stesso che era a Kiev ai tempi di Maidan. Anche i più istruiti ora rifiutano l’idea di accoglienza per i migranti, parte della strategia di attacco, mentre al Goethe Institut scoprono che perfino i nazisti avevano avuto più rispetto per la cultura locale, ai tempi dell’occupazione bellica della Grecia. E’ proprio in arrivo il freddo…


Le notti greche, come richiede la stagione, sono ormai fresche. Nel mio palazzo, dato che il riscaldamento centrale è stato fermato definitivamente nel 2012, ci si accorge dell’inverno unicamente a causa del cambiamento del tempo. I Greci si preparano come possono alla geopolitica del peggio… insufficientemente armati, va detto, di una coscienza ormai più attenta alla situazione del proprio paese, che poi è come la loro. Siamo dunque al termine delle illusioni?


illusioni Atene novembre 2016

Non si tratta né di crisi, né di austerità, né di riforme o di altre cose del genere, “ricette inefficaci del FMI”, poiché “semplicemente ci vogliono annientare, c’è un progetto che lo prevede, non c’è alcuna democrazia e tutti i partiti partecipano volontariamente a questo disgustoso festino. Non andremo più a votare”. Ecco cosa pensa, ad esempio, Mihàlis e sua moglie, stampatori oggi … definitivamente disoccupati, dopo la chiusura dell’impresa dove lavoravano solo due anni fa.

La metademocrazia occidentale stringe la sua presa sugli esseri come sulle coscienze, accompagnata da questa anomia organizzata “dall’alto” sotto forma di “Prolekulture” (forte!) che sgorga dal basso [ndt: Prolekulture è uno street artist di Atene]. Il tutto, nel quadro di una criminalizzazione dei rapporti (decisamente basati sulla forza) degli esseri umani potenzialmente ancora in vita. Le maschere cadono, la teatralizzazione dei presunti rapporti “politici” (elezioni comprese) non è che un ultimo teatro delle ombre, affetto della più totale sterilità, a qualunque livello lo si guardi.

Per esempio, il governo greco di Alexis Tsipras ha appena subito un reimpasto, i media greci se lo ripetono con gargarismi ormai abusati (e del resto la pubblica opinione gli gira le spalle) invece di far semplicemente notare l’essenziale, come fa il mio amico Olivier Delorme su Facebook:

“E pensavo, ulteriormente, a una riflessione che mi pareva particolarmente pregnante, constatando che che ad Atene come a Kiev, ma è la stessa cosa in Romania o in Bulgaria, si vede una classe dirigente che di greco (o di Ucraino, o di …) non ha che i documenti di identità (Papandreou come Tsakalotos non parlano greco, ma inglese tradotto in greco, il nuovo ministro dell’Economia è americano per formazione e carriera universitaria), gente che passa la propria vita accademica e professionale in paesi stranieri dominanti fino al momento in cui non li si chiama per dargli i posti di responsabilità”.


Distopia espressa. Atene, novembre 2016


Tempi… da cani. Atene, novembre 2016


Buona fortuna. Atene, novembre 2016



Per farla breve, aggiungerei questo: nel governo Tsipras III ci sono due membri del Think Tank americano Levy Institut, Dimítris Papadimitríou, Presidente del “Levy Economics Institute of Bard College” e “Executive Vice President of Bard College” è il nuovo ministro dell’Economia di Atene, mentre la … sua compagna, Rania Antonopoulou, dello stesso Levy Institut, conserva il suo posto ministeriale (delegata… alla lotta contro la disoccupazione [Ndt: inesistente nella sua famiglia]).

Nei quartieri … meno periferici dell’Impero, il personale politico così reclutato può ancora sembrare reclutato dall’interno (Emmanuel Macron, banchiere d’affari presso i Rotschild, ad esempio).

Ai nostri giorni, in realtà, non c’è (praticamente) più nessun regime democratico sul pianeta e siamo entrati nella fase di una trasformazione imposta e senza dubbio radicale come non mai, e senza ritorno, se non arriverà ancora in tempo una reazione.

Questo lungo cerchio storico, durante il quale l’Occidente ha parafrasato i filosofi dell’antichità Greca per fornire una confezione “democratica” alla dominazione della propria oligarchia, sta per per chiudersi, a scapito, beninteso di quanto le lotte dei popoli avevano potuto far considerare come vero … in termini di libertà, di giustizia sociale e di prassi che più in generale potevano tendenzialmente dare l’illusione che il progresso democratico, o il progresso tout court, sarebbero stati la regola.



Anomico. Atene, novembre 2016



Realtà e… Prolekulture dinamica. Atene, novembre 2016



Bisogni … filosofici? Atene, novembre 2016



Le nostre attuali oligarchie mondialiste utilizzano ancora per il momento, il guscio ed il gergo… democratico come travestimento. Non per molto, ancora. Il finanziarismo mondializzatore è desideroso di imporre la sua tecno-feudalità attraverso la sua volontà di restare l’unico “proprietario” del sistema mondiale, senza nemmeno avere il (vero) capitale in mano. Poiché questo finanziarismo attuale poggia sulla realtà della sua “ricapitalizzazione continua”, mentre ingoia le realtà (così come le possibilità concrete) di cui farebbe parte la grande maggioranza di tutti quegli altri divenuti “fastidiosi” (consumatori di energia e di risorse) e quindi da sterminare in un modo o nell’altro.

Per riuscirci, resta la guerra, su scala mai ancora raggiunta, esito necessario anche perchè altri attori nel mondo attuale, in particolare i BRICS, non la penserebbero allo stesso modo, da qui, ad esempio, la demonizzazione senza precedenti della Russia e, in minor misura, della Cina. Una guerra diretta contro le società (occidentali) cominciando (tra le altre) dalla distruzione in corso della classe media. E ci siamo già in questa guerra, la Grecia (in modo chiaro) dal 2010 (anche per ragioni geopolitiche, ci ritorneremo) ma anche altri paesi, la Francia ne sarà colpita, ci sembra, a partire dall’anno prossimo , in modo più che sensibile.

Camminando per Atene si percepisce che la città non è più quella che era prima del 2010, né la sua economia (in greco “la legge che governa la casa”) né la sua demografia ed ancora meno le sue … convinzioni. L’accelerazione della storia, imposta così bruscamente per mezzo della sperimentazione straordinaria del meta-mondo tramite la così detta “crisi”, porta ugualmente a riflettere, come per esempio hanno fatto Mihàlis e sua moglie, i nostri due stampatori definitivamente disoccupati.



Disoccupato musicista. Atene, novembre 2016



”E, alla fine, c’è la giunta”. Atene, novembre 2016



L’Unione …. Europea e la Grecia. “Quotidiano dei Redattori”, Atene, novembre 2016



Il meta-capitalismo attuale (occidentale) non ha più veramente bisogno del proletariato. Questo sistema non produce e non produrrà mai più dei posti di lavoro, salvo che dei “mini jobs”. In altre parole, mette in pratica una dottrina basata sulla nuova schiavitù, perchè il meta-capitalismo metropolitano non vive più delle … vendite al dettaglio, ma piuttosto della “produzione” della ricchezza per la ricchezza (fittizia).

E’ in questo modo che il finanziarismo … del tutto smaterializzato arriva alla sua “logica conseguenza”, che bisogna “smaterializzare” anche le società e le nazioni, facendole sparire prima di tutto dalle mentalità (culture), poi economicamente (in Grecia oggi è praticamente impossibile fare impresa o trovare un lavoro degnamente remunerato) ed infine fisicamente (come sta avvenendo in Siria ed altrove).
Navighiamo forse ancora al largo dalle isole delle deportazioni delle dittature passate, come Makronissos, fuori dal porto meridionale dell’Attica, Lavrion. Ormai, il regresso e non più il progresso trasforma i nostri paesi in universi concentrazionari a cielo aperto (in realtà coperto). Lo stadio seguente sarà (se questo … programma sarà portato a termine) introdurre l’universo concentrazionario nel cuore dei nostri cervelli, per controllare i nostri pensieri (più efficacemente di quanto oggi avviene con l’attuale meccanica sociale o per mezzo dei media).

Tale è il senso totalitario del … metantropismo (“transumanesimo”) sostenuto, tra gli altri, da Ray Kurzweil, dal 2012 direttore della progettazione presso Google ed anche membro del “Army Science Advisory Board” incaricato di assistere l’esercito americano nei campi scientifico-tecnologici … e, sentendolo, si comprende immediatamente dove “logicamente” la nostra specie andrà a finire:

“Da qui a 20 anni, avremo dei nano-robots, poiché una delle nuove tendenze in maggior sviluppo è quella delle miniaturizzazione delle tecnologie. Entreranno nel nostro cervello attraverso i capillari sanguigni e connetteranno semplicemente la neocorteccia a una neocorteccia sintetica posta nel cloud, fornendoci così un’estensione.” Gli obiettivi, sotto forma di profezia, sono quelli del futurologo Ray Kurzweil, figura del transumanesimo. In un intervento realizzato nel giugno 2014 alle conferenze del TED, incontro imperdibile organizzato ogni anno sui temi del futuro dalla fondazione americana Sapling, l’ingegnere predisse anche la connessione del cervello alla Rete. Egli evoca anche un sistema di pensiero ibrido funzionante su alcune componenti biologiche ed altre non biologiche.



Davanti Makrónissos, isola di deportazione. Attica, novembre 2016



Nave abbandonata causa fallimento al porto di Lávrion. Novembre 2016



Porto di Lávrion. Di fronte, Makrónissos. Novembre 2016



La stagione avanza e le notti greche diventano ormai fresche, la storia accelera. Holliwood … ne sa qualche cosa! L’ultimo episodio della serie cinematografica “di azione e di spionaggio” Jason Bourne si svolge praticamente ad Atene.

Vi si scopre Atene… sotto il fuoco, in regime di anarchia, tutto il paese coinvolto in una violenza da guerra civile, dovuta… guarda caso, alla presenza nel paese di troppi migranti e rifugiati. La Grecia è così presentata come un paese divenuto senza governo, come tanti altri paesi, uno spazio di anarchia e di anomia dove la guerra aperta tra gli agenti segreti trova un suo … terreno ideale. Ambientazione puramente casuale?

Una corsa per Atene. Simbolo tra i tanti, un senzatetto trova riparo sotto le colonne del vecchio Parlamento, mentre sulla Piazza della Costituzione la via segue il suo corso… quale?
E intanto, i semafori sono tutti rossi. Se ce ne fosse bisogno, prova ne sia il dibattito – organizzato ad Atene da un’associazione culturale e politica di Russofoni e di Greci del Donbass – sulla guerra, esattamente quella tra Ucraina occidentale / NATO e la Repubblica Popolare (autoproclamata) di Donestk. “Sono le immagini del nostro futuro, purtroppo molto vicino, in Grecia” hanno sottolineato gli intervenuti, esponenti, a loro dire, “della sinistra e dell’estrema sinistra greca, antifascista e patriottica”.



Piazza della Costituzione. Atene, novembre 2016



Senzatetto al vecchio Parlamento. Atene, novembre 2016



Affresco murale il battesimo della Russia. Atene, novembre 2016



Su uno dei muri dei locali dell’associazione, si può trovare una riproduzione dell’opera di un pittore russo che rappresenta il Battesimo della Russia, da parte dei Greci (“Russia, figlia di Bisanzio”) e, per la precisione, alcuni degli intervenuti hanno sottolineato che “Questa guerra è come un conflitto culturale tra due concezioni geopolitiche: l’Europa (atlantista e) di Carlo Magno sotto la dominazione della Germania, contro la concezione Eurasiatica dei Russi, idea vicina a quella del generale De Gaulle, salvo che l’opinione pubblica occidentale sta subendo una riprogrammazione massiva delle coscienze, al punto di non vedere più il nazismo al potere a Kiev, introdotto una seconda volta dalla UE e dagli Stati Uniti”

In questa guerra, è stato detto (ma credo che sia una caratteristica di tutte le guerre in corso) c’è una tale mutazione ed ibridazione dei fatti, delle azioni e dei destini, da non riuscire più a distinguere chiaramente i ruoli (giocoforza intercambiabili) di combattente, di medico, di ONG e di giornalista. Gli intervenuti hanno insistito che i media greci hanno ricevuto l’ordine di non far filtrare nulla di questa guerra, e con buoni motivi. Nel paese c’è una comunità greco-russa di più di 100.000 persone, che finirebbero presto o tardi per parlare anche con i media greci e la versione NATO dei fatti rischierebbe allora di essere screditata agli occhi dell’opinione pubblica greca, la quale, del resto, secondo le inchieste di opinione, è piuttosto … russofila.

“Questa Ucraina è il luogo di incontro tra la Grecia e la Russia e, non lo dimentichiamo, la linea del grande fronte passa precisamente per l’Ucraina, la Grecia, la Siria e Cipro, state in allerta” questo il riassunto del dibattito pubblico avvenuto di recente ad Atene. Evidentemente, gli intervenuti non hanno dimenticato di evocare il nome di Geoffrey R. Pyatt, ambasciatore americano ad Atene, braccio … più che destro di Victoria Nuland (signora… “***** the EU”) e, per essere precisi, ambasciatore americano a Kiev durante le fasi preparatorie e nei primi tempi successivi alla messa in opera dei moti filo-occidentali che hanno portato al potere i nazisti a Kiev.



sotto l’Acropoli. Atene, novembre 2016



Proprio sotto l’Acropoli, nessuno negherà le capacità ed ancor meno il grande bagaglio intellettuale e diplomatico di Geoffrey R. Pyatt, che è un “punto fermo”. E proprio per questo, giustamente, le domande e i dubbi ruotano su ciò che sarebbe in preparazione, per esempio ad Atene, a Hollywood o da altre parti, e che starebbe dietro alla sua nomina da parte di Washington. Penso che lo sapremo … molto presto.

E infine, in questo dibattito, è stato discusso il ruolo dei migranti e della “loro” crisi nell’indebolimento (anche demografico, nel medio termine) della Grecia odierna e tutti sono stati d’accordo sul fatto che sia un’arma di distruzione di massa imposta alla società ellenica, il tutto in un momento in cui il paese, il suo tessuto sociale, il suo morale, la sua economia sono più che esausti dall’occupazione della Troika che dura dal 2010, con l’amabile collaborazione della politica greca.

Io ho fatto notare che, tra gli oratori, così come nella sala (politicamente, va sottolineato, molto a sinistra, nessun Syrizista presente) un terzo dei presenti hanno espresso la propria volontà di continuare ad essere solidali verso i migranti e di accoglierli… cosa che, quindi, gli altri due terzi non intendono fare, come del resto la maggior parte dei greci, che si oppongono a questo ripopolamento forzato del loro paese, per dare alle cose il loro vero nome. Tempi molto .. .aspri, decisamente.

Basta vedere la reazione molto violenta dell’associazione dei genitori degli allievi della scuola di … Termopili (eh, si!) quando il preside e gli insegnanti gli hanno annunciato la decisione di inserire quaranta bambini figli di rifugiati e migranti, scena ripresa dalla televisione locale.

Inutile precisare come a sinistra (e non solo) questo dibattito diventa penoso, e il regime troikano lo fa passare per razzismo, mentre è solo la volontà di un popolo di esercitare il suo diritto primario (indipendente anche dal regime politico, direi) che consiste nel voler governare il proprio territorio, la propria popolazione e, infine, concretamente, il proprio avvenire. Certa gente a sinistra dovrebbe rileggersi, su questo tema, Cornelius Castoriadis! Da sotto l’Acropoli… noi talvolta guardiamo con stupore la storia farsi e disfarsi sotto i nostri piedi e dentro i nostri cuori. Tempi così, tra il caldo e il freddo!



guardare con stupore.. . la storia farsi e disfarsi, Atene, novembre 2016



Timon Koulmasis. “Goethe-Institut”, Atene, ottobre 2016



in Memoria di Nelly Andrikopoúlou…



Agli… antipodi, un altro avvenimento culturale e politico ha avuto luogo al Goethe Instutut di Atene, ed era la proiezione del documentario” ritratto di mio padre durante la guerra” di Timon Koulmasis. Un film commovente che racconta la storia d’amore e la relazione epistolare tra Petris, padre del regista, all’epoca membro dell’istituto tedesco, e Nelly Andrikopoúlou (nata a Costantinopoli nel 1921) pittrice, scultrice e scrittrice che sposerà più tardi il pittore e poeta Níkos Engonópoulos, uno dei primi surrealisti in Grecia
Durante il dibattito che seguiva la proiezione del film, la storica Phaedra Koutsoukou ha insistito su quella che era “ un’autentica politica culturale del 3° Reich in Grecia, prima in guerra e durante l’occupazione, una politica di amicizia verso la Grecia, non necessariamente nazista, che allora era stata accolta con molta benevolenza da parte di numerosi scrittori e artisti ad Atene”. Agli antipodi… in effetti.



pane sedicente tradizionale. Atene, novembre 2016



spegnere l’incendio. Atene, novembre 2016



Migranti e cultura di guerra. Atene, novembre 2016



La geopolitica del mondo odierno pretende di coinvolgerci ancora in una guerra del tutto nuova… secondo le ricette della sua tradizione, così come ad Atene tutti dicono di produrre altro che del pane” tradizionale”.

Ad Atene, i greci osservano allora i migranti camminare, spesso con la testa bassa, un po’come loro, del resto. I pubblicitari, proprio come ad Hollywood, mi sembra abbiano ben compreso e veicolato l’essenziale della cultura di guerra nella sua versione più attuale del nostro secolo… nel quale il mondo si ribalterà. E allora l’incendio sarà più difficile da spegnere.

Le notti europee diventeranno allora belle fresche, mentre la saggezza si rifugerà, come spesso accade, nelle macerie lasciate dagli esseri umani e nella polvere di un passato di cui crediamo sempre di sapere tutto. Dal Donbass a Patrasso, inverno senza… riscaldamento!



nelle macerie e nella polvere. Atene novembre 2016





Panagiotis Grigoriou

Fonte: www.greekcrisis.fr/

6.11.2016

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di Franz

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