VITTORIO ARRIGONI
Uomo di Pace e di Libertà lascia questa terra martoriata a motivo della superficialità e dell'incuria delle persone che l'abitano.
Un uomo che ha dato la sua vita per la libertà del popolo Palestinese Gazawi, Vittorio ha donato il tempo terreno perchè giustizia si facesse sulla terra di Palestina senza raggiungere l'intento, la violenza di pochi esseri "umani(?)" infatuati da potenza straniera (Israele?) ha levato la gioia ai molti che l'adoravano, pel suo sentimento solidale e l'ardore che imprimeva nella lotta di libertà de popoli, è questo che loro lo legava a Vittorio!
SA DEFENZA
Chi era Arrigoni, il “Vik” e “Utopia” di Gaza
Gli amici e colleghi: "Era molto più di un attivista. Era gli occhi e le orecchie di Gaza"
In tre anni era diventato un “cittadino” di Gaza, rispettato dalla popolazione che assisteva facendo da scudo umano ai contadini al confine con Israele o ai pescatori che si avventuravano oltre le tre miglia dalla costa, dove scatta il blocco israeliano. Ed è a Gaza che ha trovato la morte Vittorio Arrigoni, “Vik” per gli amici, il 36enne attivista lombardo dell’International Solidarity Movement. Il suo gruppo aveva già avuto un morto, la pacifista americana Rachel Corrie schiacciata da una ruspa israeliana nel marzo 2003 mentre tentava di impedire l’abbattimento di alcune case palestinese a Rafah.
“Utopia”, come era soprannominato, originario di Bulciago, paesino di 2700 abitanti in provincia di Lecco, era arrivato a Gaza nell’agosto del 2008 e con il suo impegno pacifista si era guadagnato le minacce tanto dell’estrema destra israeliana che dei salafiti islamici che lo consideravano troppo vicino al governo “nemico” di Hamas. Nel suo blog GuerrillaRadio, titolo di una canzone dei Rage against the machine, raccontava le sofferenze del popolo palestinese e anche in questi giorni aveva documentato i raid israeliani nella Striscia e le morti palestinesi nei tunnel dall’Egitto. Nel dicembre 2008 aveva raccontato l’offensiva israeliana Piombo fuso su Gaza. Le sue corrispondenze per Il Manifesto si concludevano sempre allo stesso modo: “Restiamo umani”, titolo anche del suo libro tradotto in quattro lingue (in Italia per Manifestolibri).
Nell’esperienza di Gaza, Arrigoni aveva più volte rischiato la propria incolumità al fianco di contadini e pescatori palestinesi, come mostrano i due video qua sotto, in cui l’attivista viene sfiorato da un proiettile e in cui si trova a bordo di un peschereccio palestinese.
Negli ultimi giorni Arrigoni si era occupato dell’assedio a Itamar, il villaggio a ridosso dell’insediamento ebraico teatro nelle scorse settimane del massacro di una famiglia di coloni.
Recente la polemica con Roberto Saviano, che nell’ottobre scorso aveva preso parte al convegno ‘Per la verità! Per Israele!’ organizzato a Roma dalla giornalista Fiamma Nirenstein. In un video pubblicato sul suo blog Arrigoni risponde all’autore di Gomorra, chiedendogli di non dimenticare le atrocità subite dal popolo palestinese.
VITTORIO ARRIGONI soccorre un bimbo
weeklyintercept
" il sito pro-likudista Viva Israele!, che non dev’essere lontano da agenti pagatori di Sion, "gli stessi topi di fogna di hammazz (detto perbene: Hamas) parlano di responsabilità diretta del Mossad e di Israele in genere nel suo omicidio". Si sono messi in mente, quelli di Hamas, che Arrigoni sia stato trucidato per bloccare l’ennesima flottiglia internazionale di soccorsi a Gaza, in corso di allestimento, di cui Vittorio era uno degli organizzatori, e che preoccupa tanto Israele da aver indotto la sua diplomazia a coinvolgere tutte le cancellerie d’Occidente perchè fermino i loro attivisti prima che la flottiglia parta. E ad un solo mese dalla partenza della flottiglia, Al Qaeda a Gaza ammazza Arrigoni, un ottimo modo per convincere altri attivisti a non tornare a Gaza: Colpiscine uno per educarne cento.