Grazie ad un accordo bluff, la Difesa ha scaricato tutto su Cagliari
Base Usa, Regione beffata
Lo Stato non è più responsabile delle bonifiche
www.unionesarda.it Andrea Busia
TEMPIO Missione compiuta: adesso si può dire con assoluta certezza che i grattacapi e i problemi della ex base Usa sul Limbara, sono tutti sul groppone della Regione. Lo Stato (con grande abilità, bisogna dirlo) è riuscito a scaricare la patata bollente e lo ha fatto senza garantire un centesimo di euro per la riqualificazione della stazione radar della Us Air Force. Le carte parlano chiaro: nel 2008 (un altro regalo del G8) i quattro ettari della base dismessa sono stati incamerati dalla Regione, l'area faceva parte del patrimonio del Demanio. Formalmente si tratta di un passaggio di consegne provvisorio. Alla luce di quello che è successo sino a oggi, si può dire invece che lo scaricabarile consegna definitivamente all'amministrazione regionale un sito da bonificare.
TEMPIO Missione compiuta: adesso si può dire con assoluta certezza che i grattacapi e i problemi della ex base Usa sul Limbara, sono tutti sul groppone della Regione. Lo Stato (con grande abilità, bisogna dirlo) è riuscito a scaricare la patata bollente e lo ha fatto senza garantire un centesimo di euro per la riqualificazione della stazione radar della Us Air Force. Le carte parlano chiaro: nel 2008 (un altro regalo del G8) i quattro ettari della base dismessa sono stati incamerati dalla Regione, l'area faceva parte del patrimonio del Demanio. Formalmente si tratta di un passaggio di consegne provvisorio. Alla luce di quello che è successo sino a oggi, si può dire invece che lo scaricabarile consegna definitivamente all'amministrazione regionale un sito da bonificare.
LA BEFFA I costi della riqualificazione sono lievitati (si parla di almeno due milioni di euro) e una lunga serie di ostacoli burocratici, rende l'intervento estremamente complicato. Insomma, a quasi vent'anni dalla chiusura della base Usa, il Ministero della Difesa (Aeronautica militare) è fuori dai giochi e altri (Regione e Comune di Tempio) devono trovare la soluzione di un problema che nasce dall'attuazione di trattati internazionali spesso top secret. Il quadro è questo e non ci sono buone notizie.
SCARICABARILE Nel 2010 il Consiglio comunale di Tempio aveva respinto all'unanimità la proposta (una vera furbata della Regione) del passaggio della ex base al patrimonio municipale. Le parole di Gianni Monteduro (allora consigliere di minoranza) chiariscono le reali intenzioni del fallito blitz: «Il debito di guerra imposto alla Sardegna e ai tempiesi, adesso diventa un onere per noi che dovremmo accollarci la pulizia di spazzatura militare e tecnologica». Il Comune disse no e il materiale (sei parabole, due cisterne, prefabbricati in amianto, una centrale elettrica, la sala delle teletrasmissioni e rifiuti speciali come alluminio, piombo, acidi e lana di vetro) è rimasto al suo posto.
L'INCHIESTA La Procura di Tempio, dopo una denuncia presentata dagli indipendendisti di Irs, aprì un'inchiesta che venna affidata al personale della sezione di polizia giudiziaria del Corpo Forestale. Un fascicolo dalla vita breve, perché ai magistrati venne spiegato che la situazione di abbandono (con gravi rischi di inquinamento) stava per essere risolta grazie ad un accordo Stato-Regione. Anche i pm sono stati beffati: dopo l'archiviazione delle indagini, sul Limbara non è successo niente. Conclude il capogruppo di minoranza in Consiglio comunale, Francesco Quargenti: «Una novità c'è, la Giunta Frediani rischia di perdere gli unici finanziamenti stanziati, quelli per la realizzazione di un piccolo acquedotto nella zona della base».