Mario Torelli: «I Giganti per ora restino a Sassari»
L’antichista interviene sul futuro delle statue: «Prima del museo pensiamo alla ricerca»
SASSARI. «Non si smembrano i contesti archeologici». La questione riguardante la collocazione dei giganti di Mont'e Prama fa parlare anche fuori dalla Sardegna. Il punto di vista di Mario Torelli, romano, antichista di fama mondiale, è chiaro: «Lo smembramento va contro una delle leggi dell'archeologia, una regola che dovrebbe valere come un comandamento».
Allievo di Bianchi Bandinelli, accademico dei Lincei, considerato il più grande etruscologo vivente, Torelli è uno dei firmatari dell'appello contro la divisione delle statue rinvenute a Mont'e Prama e attualmente ospitate nel Centro regionale restauri di Li Punti a Sassari. Un appello divulgato via internet e ripreso anche dalla "Nuova Sardegna" qualche giorno fa in cui gli studiosi promotori prendono posizione contro l'idea di separare il gruppo in più nuclei. I firmatari si appellano ai cittadini e alle istituzioni - si legge nella petizione - «affinché il complesso di Monte Prama non venga diviso; il complesso di Monti Prama risieda nel territorio di Cabras, in una sede museale dedicata e adeguata a natura e importanza del ritrovamento; tale allocazione sia da interfaccia alla ripresa delle ricerche nel sito, peraltro prevista; in attesa che tali condizioni si realizzino, venga mantenuta l'unitarietà del gruppo».
«Questo non vuol dire - spiega Torelli - che un pezzo non si possa spostare per una mostra, ma la divisione no. E c'è un altro punto molto importante da considerare, un problema di conoscenza. Il museo non è una boutique dove si espone la merce, è il risultato finale di una ricerca scientifica. Prima di pensare al museo è quindi necessario il completamento della ricerca sul terreno, scavi, una comprensione migliore. La questione museo viene dopo. Le statue di Mont'e Prama sono dei monumenti straordinari, un fatto unico in tutta la Sardegna. Una delle leggi dell'archeologia dice che il mondo dell'antichità si basa sulla serialità; il fatto è che qua ci troviamo di fronte a una cosa unica e la dobbiamo capire».
Molto legato alla Sardegna, Torelli all'inizio degli anni Settanta ha anche insegnato all'università di Cagliari: « Anni indimenticabili - ricorda - tra i più belli della mia vita». L'archeologo però non vede quella del capoluogo come una soluzione, almeno non nell'immediato: «Cagliari al momento è impensabile - sottolinea Torelli - a meno che non si costruisca un nuovo museo. Ma ripeto, prima pubblichiamo, finiamo gli scavi per poter aprire un vero dibattito. Queste sono fughe in avanti».
Cosa fare intanto dei Giganti? «Al centro restauri di Li Punti - evidenzia l'antichista - è vero che sono sacrificati. Statue di quelle dimensioni richiedono spazi immensi per una giusta visibilità e valorizzazione. Ma sono comunque esposti in maniera accettabile. Per il momento va bene. Mi sembra che sul risultato finale ci sia un'ansia di fare del soprintendente Minoja. Per ora lasciamoli lì».
In risposta all'appello - diffuso sul sito www.petizionionline.it - Marco Minoja, soprintendente per i Beni archeologici per le province di Cagliari e Oristano, chiarisce alcuni punti del progetto riguardante un sistema museale per Mont'e Prama e fa sapere, tramite un comunicato, «che il progetto non intende mettere alcune statue di qua, alcune statue di là, come è stato raccontato; ma intende realizzare un nuovo soggetto museale, unitario nella progettazione, plurale nelle sedi espositive»
E di questo progetto Minoja parlerà oggi, dalle 10, al centro di conservazione e restauro di Li Punti, nel corso di un convegno al quale parteciperanno anche il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau, l’assessore alla cultura Maria Dolores Lai, il direttore regionale per i beni culturali e paesaggisti Maria Assunta Lorrai e la responsabile del progetto, Paola Loi.