'L'euro è stato un disastro'
di Stefano Vastano
espresso.
'La moneta unica non può funzionare tra paesi con mentalità e culture economiche e gli Stati più ricchi non possono pagare i debiti di quelli deboli tanto diverse'.
Parla Thilo Sarrazin, ex assessore alle finanze di Berlino e banchiere centrale della Bundesbank (28 giugno 2012)
E' stato un top-manager di Deutsche Bahn.
Per sette anni assessore alle finanze di Berlino, poi banchiere centrale della Bundesbank.
Oggi il socialdemocratico Thilo Sarrazin è soprattutto il più fiero avversario dell'euro. E il suo libro "L'Europa non ha bisogno dell'euro" un bestseller in Germania.
In questa intervista a "l'Espresso" spiega perché. Dunque l'euro è stato un errore? "Se oggi i tedeschi potessero decidere direbbero no all'euro. Per tre motivi.
Primo: l'euro per i tedeschi è un continuo trasferimento di risorse, una strana unione dove le economie più competitive pagano i debiti di quelle più deboli.
Secondo: ci ritroviamo con più rischi di inflazione.
Terzo: i tedeschi sono partiti dal presupposto che la Bce funzionasse come la Bundesbank, in termini di autonomia, ma questo si è rivelato un'illusione".
Vuol dire che se la Bce avesse conservato lo statuto della "Buba" l'euro non sarebbe in crisi?
"L'euro è in crisi perché un'unione di paesi con mentalità e cultura economica diverse non può funzionare. E i dati della situazione in Italia, Grecia, Francia o Spagna lo dimostrano".
Sono i paesi del sud Europa che hanno tratto meno vantaggi dall'euro? "In Italia soprattutto l'euro ha avuto, dal 2006 a oggi, effetti drammatici sulla riduzione del reddito pro capite e sul mercato del lavoro. Basta confrontare la disoccupazione italiana e tedesca per accorgersi che l'euro sia un disastro al Sud, ma non un vantaggio al Nord".
Le imprese tedesche non hanno approfittato dell'euro? "No, i dati sulle esportazioni dicono che il made in Germany ha avuto i risultati migliori non nella zona euro, ma in Cina, sui mercati asiatici o americani".
I Bund, i titoli tedeschi, attirano oggi capitali da tutta Europa... "Sì, ma lo spread che registriamo oggi tra il Bund e gli altri titoli dell'eurozona è una storia che data solo dall'inizio della crisi in Grecia. Ed anche questo è un argomento contro la moneta comune".
"Se casca l'euro, casca l'Europa": che ne pensa del mantra della Merkel? "Storicamente, un falso: l'Europa è molto di più della moneta comune. Quel che è sicuro è che non saranno né i fondi salva-Stati né gli interventi della Bce a salvare l'euro.
Sin dall'inizio sono stato contrario a ogni aiuto per la Grecia.
Fossi stato ministro delle Finanze ad Atene avrei dichiarato bancarotta, la soluzione più elegante, visto che anche gli Stati possono fallire.
Mentre non è compito della Bce coprire debiti sovrani. Una volta infranta la clausola del "No-bailout" tutti i patti che reggono l'euro non hanno senso, diventano arbitrari".
"Arbitrari" anche gli aiuti finanziari all'Italia e alla Spagna? "Servono solo a guadagnare tempo. Necessari ai governi per realizzare riforme politiche e fiscali.
La reazione dei mercati finaziari è che in Spagna come in Italia - nonostante le iniezioni di liquidità della Bce - non vi sia consolidamento.
Ai miei occhi Monti è un re nudo: inutile che, per coprirsi, invochi gli eurobond".
Gli eurobond non servono a stabilizzare l'euro? "Gli eurobond sono l'ultima soglia, oltre la quale non vi è più alcun fondo per l'euro. A quel punto i debiti sovrani saranno socializzati: come dire, la Germania si carica i debiti degli italiani. Non ci vuole la laurea in economia per capire perché la Merkel sia contraria".
La Spd e i Verdi sono a favore... "Scambiano i criteri di Maastricht col passato storico: il fatto che durante il nazismo ci siamo caricati di orrendi crimini non significa che dobbiamo assumerci oggi i debiti altrui".
di Stefano Vastano
espresso.
'La moneta unica non può funzionare tra paesi con mentalità e culture economiche e gli Stati più ricchi non possono pagare i debiti di quelli deboli tanto diverse'.
Parla Thilo Sarrazin, ex assessore alle finanze di Berlino e banchiere centrale della Bundesbank (28 giugno 2012)
E' stato un top-manager di Deutsche Bahn.
Per sette anni assessore alle finanze di Berlino, poi banchiere centrale della Bundesbank.
Oggi il socialdemocratico Thilo Sarrazin è soprattutto il più fiero avversario dell'euro. E il suo libro "L'Europa non ha bisogno dell'euro" un bestseller in Germania.
In questa intervista a "l'Espresso" spiega perché. Dunque l'euro è stato un errore? "Se oggi i tedeschi potessero decidere direbbero no all'euro. Per tre motivi.
Primo: l'euro per i tedeschi è un continuo trasferimento di risorse, una strana unione dove le economie più competitive pagano i debiti di quelle più deboli.
Secondo: ci ritroviamo con più rischi di inflazione.
Terzo: i tedeschi sono partiti dal presupposto che la Bce funzionasse come la Bundesbank, in termini di autonomia, ma questo si è rivelato un'illusione".
Vuol dire che se la Bce avesse conservato lo statuto della "Buba" l'euro non sarebbe in crisi?
"L'euro è in crisi perché un'unione di paesi con mentalità e cultura economica diverse non può funzionare. E i dati della situazione in Italia, Grecia, Francia o Spagna lo dimostrano".
Sono i paesi del sud Europa che hanno tratto meno vantaggi dall'euro? "In Italia soprattutto l'euro ha avuto, dal 2006 a oggi, effetti drammatici sulla riduzione del reddito pro capite e sul mercato del lavoro. Basta confrontare la disoccupazione italiana e tedesca per accorgersi che l'euro sia un disastro al Sud, ma non un vantaggio al Nord".
Le imprese tedesche non hanno approfittato dell'euro? "No, i dati sulle esportazioni dicono che il made in Germany ha avuto i risultati migliori non nella zona euro, ma in Cina, sui mercati asiatici o americani".
I Bund, i titoli tedeschi, attirano oggi capitali da tutta Europa... "Sì, ma lo spread che registriamo oggi tra il Bund e gli altri titoli dell'eurozona è una storia che data solo dall'inizio della crisi in Grecia. Ed anche questo è un argomento contro la moneta comune".
"Se casca l'euro, casca l'Europa": che ne pensa del mantra della Merkel? "Storicamente, un falso: l'Europa è molto di più della moneta comune. Quel che è sicuro è che non saranno né i fondi salva-Stati né gli interventi della Bce a salvare l'euro.
Sin dall'inizio sono stato contrario a ogni aiuto per la Grecia.
Fossi stato ministro delle Finanze ad Atene avrei dichiarato bancarotta, la soluzione più elegante, visto che anche gli Stati possono fallire.
Mentre non è compito della Bce coprire debiti sovrani. Una volta infranta la clausola del "No-bailout" tutti i patti che reggono l'euro non hanno senso, diventano arbitrari".
"Arbitrari" anche gli aiuti finanziari all'Italia e alla Spagna? "Servono solo a guadagnare tempo. Necessari ai governi per realizzare riforme politiche e fiscali.
La reazione dei mercati finaziari è che in Spagna come in Italia - nonostante le iniezioni di liquidità della Bce - non vi sia consolidamento.
Ai miei occhi Monti è un re nudo: inutile che, per coprirsi, invochi gli eurobond".
Gli eurobond non servono a stabilizzare l'euro? "Gli eurobond sono l'ultima soglia, oltre la quale non vi è più alcun fondo per l'euro. A quel punto i debiti sovrani saranno socializzati: come dire, la Germania si carica i debiti degli italiani. Non ci vuole la laurea in economia per capire perché la Merkel sia contraria".
La Spd e i Verdi sono a favore... "Scambiano i criteri di Maastricht col passato storico: il fatto che durante il nazismo ci siamo caricati di orrendi crimini non significa che dobbiamo assumerci oggi i debiti altrui".