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sabato 20 aprile 2013

La zona franca delle bancarelle: la Sardegna come Livigno


Sa Defenza condivide la visione esposta de DR. Carboni quando dice:
...oggi necessita progettare la zona franca, fare un business plan, un progetto operativo, nel quale siano previsti tutti i particolari, non ultimo quello dell'occupazione prevista. Cruciale è quindi capire che non è una zona franca di consumo che ci serve , come a Livigno, ma una zona franca alla produzione ed esportazione, come ad esempio a Shannon in Irlanda o più articolata al turismo e all'agroindustria e ai servizi, come nelle Canarie, se si vuole creare un nuovo modello di sviluppo ed uscire dalle macerie attuali e dalla disoccupazione dilagante.

La zona franca delle bancarelle: la Sardegna come Livigno

MARIO CARBONI


La risposta europea alla richiesta del Presidente Cappellacci di inserire la Sardegna nell'Art.3 del Codice doganale europeo al pari di Livigno e Campione d'Italia è stata negativa. 
Non poteva essere altrimenti dato che la Commissione europea nulla può nei riguardi dei territori extradoganali che sfuggono alla sua giurisdizione perché fuori dal territorio doganale europeo. 

Per evitare la cortese bacchettata sarebbe bastato leggere più righe dell'Art.3 del Codice ed approfondire la differenza fra territorio extradoganale e le aree considerate come extradoganali quali sono le zone franche. Infatti si potrebbe supporre che il confine politico di uno Stato coincida con il suo territorio doganale ma così non è. 

All'interno del territorio doganale europeo esistono invece territori parte del territorio politico di Stati membri come Danimarca, Germania, Spagna,Francia ed Italia, che non fanno parte del loro territorio doganale e sono territori extradoganali. 

Puntualmente elencati nell'art. 3 del Codice doganale europeo essi sono: le isole Færøer e la Groenlandia, l'isola di Helgoland e il territorio di Büsingen, Ceuta e Melilla, Saint-Pierre e Miquelon e Mayotte,Livigno e Campione d'Italia. 

Il Codice doganale europeo oltre a questi territori che sono posti fuori dalla linea doganale europea non soggetti alle sue norme doganali e considerati come territori esteri e appunto extradoganali de factoprevede che vi siano altri territori denominati zone franche che fictio iuris sono solo considerati come posti fuori dalla linea doganale europea .

Le zone franche sono previste dal Codice doganale europeo nell'articolo 167 ove si precisa che solo gli Stati membri possono destinare talune parti del territorio doganale della Comunità a zona franca o autorizzare depositi franchi. 

Ai territori elencati nell'Art.3 ed ai previsti nell'Art. 167 corrisponde una diversa situazione giuridica. Nei primi che sono extradoganali per loro natura, di fatto totalmente sottratti alla giurisdizione giuridica doganale dello Stato a cui politicamente appartengono sono consentiti l'uso ed il consumo di merci estere in franchigia di dazio. 
Nei secondi ove insistono le zone franche, tutte le attività sono sottoposte ad una giurisdizione limitata perché assimilati ai territori extradoganali per finzione di legge, sono vietati l'uso ed il consumo delle merci estere in franchigia di dazio se non previsto nelle loro leggi istitutive. 

Confondere queste due differenti fattispecie di zone extradoganali e non capirne la genesi e le differenze può portare a gravi errori e confusioni. 
Delle prime indicate nell'art.3 del Codice doganale europeo bisogna conoscerne le particolari condizioni storiche che le hanno originate, le posizioni geografiche, i rapporti interstatali e confinari nei quali sono inserite, gli esiti di antichi rapporti coloniali e gli irrisolti problemi di decolonizzazione, senza confonderle con le zone franche che sono tutt'altra cosa. 

Questa confusione ha raggiunto livelli dannosi in Sardegna con l'idea, sbagliata e limitativa, diffusa recentemente nel prefigurare la zona franca sarda come assimilabile alle condizioni di Livigno e Campione d'Italia, Comuni rispettivamente di 6.068 e 2.121 abitanti, mentre la Sardegna durante l'estate supera i due milioni. 

Su Livigno e Campione come ideale di zona franca, corrono anche diverse leggende metropolitane diffuse per mirare in Sardegna non a una zona franca di sviluppo, che aumenti il PIL, gli investimenti, le esportazioni, l'occupazione e il benessere, ma per prospettare una zona franca delle bancarelle che aumenterebbe la sua dipendenza dall'esterno, il sottosviluppo e la disoccupazione. 

Ciò che per questi due particolarissimi Comuni è stata una medicina per la Sardegna sarebbe un veleno mortale.


lunedì 15 aprile 2013

SARDINYA: Cade un altro tabù sui crimini di Stato nel Salto di Quirra (Pisq): approfittare del disastro ambientale per potenziare il poligono.


15 aprile, ore 10, SIT-IN mensile, Cagliari Piazza Carmine
fronte sede rappresentanza del Governo

VERITA’ e GIUSTIZIA 
per gli uccisi da veleni di guerra e di poligono 
  FERMARE la STRAGE di STATO
Cade un altro tabù sui crimini di Stato nel Salto di Quirra (Pisq):
approfittare del disastro ambientale per potenziare il poligono.

L’intervento della Procura e del Gip di Cagliari - sequestro delle piste del Pisq, il generale comandante indagato - conferma le nostre previsioni. La messa in sicurezza delle aree dove la contaminazione è ampiamente dimostrata e ammessa persino dalle Forze Armate, imposta dalla Procura di Lanusei, è stata distorta e indirizzata, sostiene la Magistratura, a “fini ben diversi da quelli di tutela della salute”.  l’intuito popolare indica questi fini: predisposizione delle opere di costruzione della “Pista tattica multifunzionale”, altrimenti detto la costruzione ex novo dell’aeroporto militare, annoso progetto sempre respinto dalla popolazione, funzionale al potenziamento del poligono e all’incremento delle attività belliche. In Italia, variegati pezzi di Stato sono da sempre maestri nella turpe arte di usare e/o provocare disastri ambientali per trarre profitti per sé e per pochi a discapito della collettività. La Protezione Civile guidata da Bertolaso è solo la scuola più nota.

La  Procura di Cagliari ha messo in luce la bieca volontà di vertici militari, ministri della Difesa, Governi - sostenuti dalle truppe degli ascari sardi desiderosi di droni, i robot assassini volanti da aggiungere agli aerei di guerra scorrazzanti nei cieli della Sardegna - di raggirare, piegare ai loro scopi, trarre vantaggi dal terremoto originato dall’eruzione delle verità nascoste, i crimini e scempi del Pisq documentati dalla Procura di Lanusei. L’appropriazione militare di strade comunali, spacciata come finalizzata alla tutela della salute pubblica, è ancora oggetto d’indagine. Sono scandalosamente nude le manovre per approfittare del disastro ambientale, ormai non più occultabile, volgendolo in occasione di espansione e consolidamento del poligono della morte, garanzia della sua intangibilità.

Indigna il coro osannante la “radicale bonifica” sbandierata dai politicanti, fatta sistemando recinzioni e cartelli di divieto d’accesso.
 Ripugna la tracotanza, la certezza dell’immunità, di farla franca, di farsi beffe della legalità, di riuscire ad affossare il lavoro della Procura di Lanusei, d’impedire il rinvio a giudizio e lo svolgimento del processo. A Lanusei, il prossimo 22 aprile, il gup Nicola Clivio, dovrà accogliere o respingere la richiesta del pm Fiordalisi affinché ordini “ l’ immediato sequestro probatorio dell’area demaniale del Poligono Salto di Quirra con blocco di ogni attività militare nelle aree ad alta intensità militare fino al giorno in cui il Perito nominato dal Giudice completerà i “nuovi” campionamenti”,  l’ennesima indagineinutile ai fini dell’accertamento dei reati contestati, utile però a procrastinare la scomoda decisione di rinviare a giudizio gli indagati eccellenti. Realisticamente il PM valuta che la perizia decisa dal Giudice “difficilmente potrà impiegare un tempo inferiore ai due o tre anni “ e calcola che per almeno otto dei venti indagati scatterà la prescrizione. 


Ferisce il servilismo e/o l’insipienza delle Autorità locali scattate sull’attenti, prima, per avvallare il Piano di Monitoraggio truffa (2008-11) messo sotto accusa dalla Procura di Lanusei, poi, nella conferenza dei servizi, per coprire con il silenzio e l’inerzia lo scempio delle piste abusive e l’inganno della “messa in sicurezza” incriminati dalla Procura di Cagliari.

Registriamo l’ennesimo atto criminoso dello Stato italiano, perpetrato tramite “il servitore dello Stato” Comandante del Pisq, mirato a rinsaldare e perpetuare la schiavitù militare della Sardegna, il ruolo di campo di guerra e campo di sterminio del popolo sardo dove la legalità è sospesa.

Noi non cessiamo di esigere che il Governo assuma le sue responsabilità, l’obbligo di porre fine e riparo al disastro ambientale e alla strage provocata dalle devastanti attività militari, adotti con urgenza le misure sintetizzate nello slogan portante del sit in mensile e degli incontri con il rappresentante del Governo, l’acronimo
 SERRAI (CHIUDERE)

      S      Sospensione delle attività dei poligoni dove si sono registrate le patologie di guerra;
      E      Evacuazione dei militari esposti alla contaminazione dei poligoni di Teulada, Decimomanno-Capo Frasca, Quirra
     R      Ripristino ambientale , bonifica seria e credibile delle aree contaminate a terra e a mare;
      R      Risarcimento alle famiglie degli uccisi, ai malati, agli esposti, Risarcimento al popolo sardo del danno inferto all’isola.
     A      Annichilimento , ripudio della guerra e delle sue basi illegalmente concentrate in Sardegna in misura iniqua;
  I        Impiego delle risorse a fini di pace. 


Comitato sardo Gettiamo le Basi , tel 3467059885; 

Famiglie militari uccisi da tumore, tel 3341421838 

Comitato Amparu (Teulada) 3497851259; 

Comitato Su Sentidu (Decimo) 3334839824 ;




martedì 9 aprile 2013

SPANIATURAS, CUNTIERRAS, incapa SCUTULLADURAS - Dischente, un corso professionale di sardo online


SPANIATURAS, CUNTIERRAS, incapa SCUTULLADURAS - Dischente, un corso professionale di sardo online

da Massimo Pistis 

Una realtà importante per la tutela della lingua sarda negli ultimi dieci anni è stato s’Ufitziu de sa limba sarda de sa Provìntzia de Aristanis, sportello aperto nel 2004 e portato avanti con competenza e creatività dai dott. Marinella Marras e Salvatore Cubeddu. 

Nel 2012 anch’esso ha risentito dei contraccolpi della crisi, che sfibra in primis i servizi culturali, pietre angolari di una società democratica che non abbiamo, evidentemente superflui per questo stato capitalista senza capitale. La matematica non è un’opinione, si suol dire: il capitalismo è riuscito a farla diventare tale, mescolandola con speculazione, illusionismo e destrezza.

Diverse le attività portate avanti in questi anni da s’Ufitziu con risorse relativamente scarse, ricordiamo su Postali de sa Limba Sarda (tour in corriera nelle scuole della provincia per far conoscere la storia della lingua e la legge che la tutela), i corsi territoriali di formazione per i dipendenti pubblici, ma aperti a tutti i cittadini, sas Dies de sa Limba Sarda (eventi culturali diffusi), pubblicazioni, conferenze, consulenza e interazione con is Ufitzius comunalis (ormai ben 83 su 88 paesi) e tanto altro.

Ma il fiore all’occhiello de s’Ufitziu provìntziali è il portale e-learning Dischente, ovvero un corso di formazione completo di e in lingua sarda online, rivolto in un primo momento al personale della pubblica amministrazione, ma ormai aperto a tutti, basta una semplice registrazione sul portale www.dischente.or.it, alla quale segue il rilascio di una password di accesso.

Il corso, predisposto nel 2007 e online dal 2010, è già stato utilizzato da decine di utenti. Recentemente è stata presentata la seconda edizione, già in rete, con un ampliamento dell’originale e due nuovi moduli, nel complesso tratta ben 505 argomenti.

Il primo modulo, ormai collaudato, riveduto e approfondito è composto da 42 lezioni vocali complessive con supporto grafico. Le prime 31 sono condotte da tre qualificati esperti: Antonello Garau, Gianfranca Piras e Michele Ladu, che, spiega un comunicato “pertocant custos argumentos: sa tutela de sas limbas de minoria, sa situatzione linguìstica de oe in die in Sardigna, sa fonètica, sas normas de base de sa Limba Sarda Comuna, s'ortografia, su repertòriu linguìsticu, s'interlinguìstica sardu italianu, sas partes de su discursu”. Il modulo è arricchito da 4 lezioni di Duilio Caocci sul sardo nella letteratura, la storia, i premi letterari, la poesia e da 7 lezioni di Filippo Sechi sulla LSC (limba sarda comuna) e il rapporto lingua sarda scritta e orale.

“A s'acabbu de onni letzione”, prosegue la nota de s’Ufitziu “onni dischente podet torrare a controllare cantu tempus at dedicadu a su cursu, cantos isbàllios at fatu e in cales esertzìtzios, podet torrare a fàghere sos esertzìtzios pro megiorare su puntègiu e sa pagella, podet controllare su resurtadu de onni letzione e de su cursu intreu”.

Il secondo modulo contiene 24 learning object di Antonio Garau "chi pertocant s'anàlisi lògica e grammaticale, sos cumplementos, sas prepositziones, chistiones de morfosintàtica"; altre 7 sui verbi di Simone Pisano; 3 di Maurizio Virdis "chi pertocant sa partzidura diatòpica de sa limba sarda".
Infine, il modulo 3 include nove lezioni di Antonio Garau sul sardo nella pubblica amministrazione e la pianificazione linguistica.

Oltre ai moduli il corso comprende degli approfondimenti "B'at ischedas subra sos ditzionàrios e vocabulàrios sardos, sas limbas de minoria in su web e sa fonètica de su sardu cun cartas subra sa metafonia e su vocalismu (maistros: Gianfranca Piras, Michele Ladu, Maria G. Cossu)"; inoltre si possono scaricare saggi sulla lingua sarda di diversi autori.

Si tratta di un corso serio e professionale, portato avanti con competenza, impegnativo e per questo efficacemente formativo, alla fine del quale con un esame da prenotare in Provincia, si può, superandolo, ricevere un attestato.
Il sito contiene anche una chat, che permette ai corsisti di interagire tra loro o di comunicare con lo sportello linguistico.

Per informazioni si può anche utilizzare la @mail ufitziu@dischente.or.it.
Riguardo al servizio la Provincia ha recentemente pubblicato anche un’opera in sei volumi, che riporta il corso con tutta una serie di approfondimenti tematici, saggi e informazioni.


(da Nuovo Cammino del 17.03.2013)

sabato 6 aprile 2013

VELENI DI QUIRRA, SARDIGNA NATZIONE SI COSTITUISCE PARTE CIVILE


 
SARDIGNA NATZIONE 
Email  sardignanatzione@tiscali.it - Situ   www.sardignanatzione.eu
Sedes --Via S. Giovanni 234 – 09100 Cagliari  - Coordinadore  Natzionale – Tel/fax  - 0784/415249 - 348/7815084 - 339/4232098
                  












VELENI DI QUIRRA

ARRIVA IL PRIMO AUTOTRENO DI SABBIA 
IN FASE DI UDIENZA PRELIMINARE

E’ iniziato l’insabiamento dell’uso indebito del poligono di Quirra che ha comportato accumulo sul territorio, e non solo, di imponenti quantitativi di rifiuti speciali di ogni tipo, l’accertata presenza di sostanze tossiche, di polveri generate dalle combustioni eseguite all’interno del Poligono, tali da ricondurre il fatto  all’ipotesi delittuosa del “disastro”. 

Una super perizia per bloccare un magistrato anomalo. Dando per scontata l’onesta del superperito Mario Mariani, ingegnere nucleare, di fatto tutto l’impianto accusatorio del pm D. Fiordalisi rischia di essere sommerso da un mare di carte sulla valutazione delle perizie precedenti e sui campionamenti e analisi di tracce che ormai sarà impossibile trovare. Il tutto servirà per nascondere che l’impianto accusatorio si basa principalmente sulla constatazione dei danni reali e devastanti causati dalla presenza del poligono su persone e territorio.

Vogliono cancellare il nesso tra causa ed effetto. Non potendo nascondere il “disastro”, perchè evidente e misurabile, vogliono arrivare al non luogo a procedere  costruendo l’incertezza del nesso tra il disastro e l’uso indebito del poligono.

Lo stato da dalla parte degli imputati di disastro e non dalla parte dei cittadini danneggiati. Siamo all’assurdo, lo stato non solo non si costituisce parte civile ma usa i soldi dei contribuenti danneggiati per pagare i migliori avocati in difesa di coloro che hanno causato il danno e costringe i danneggiati ad ulteriori spese processuali e peritali.

SAREMO PARTE CIVILE.  Se si andrà a processo, purtroppo ne abbiamo forti dubbi, i sardi di Sardigna Natzione Indipendentzia, che come prevede lo statuto, è da sempre impegnata nella difesa della gente e del territorio della Sardegna, non solo dall’uso coloniale che ne fa lo stato italiano ma anche da ogni tipo di aggressione che possa comprometterne la salute dell’ambiente de dei cittadini, in sede processuale, come ha già fatto  in udienza preliminare, contro i 20 indagati per i veleni di Quirra, tramite l’avvocato Chicco Paolini, si costituiranno parte civile. I sardi di SNI si costituiranno parte civile in quanto,  le polveri, contenenti anche uranio impoverito ed altri metalli pesanti,  generate dalle esplosioni di proiettili a frammentazione e sublimazione sono talmente sottili, nano particelle, che trasportate facilmente dal vento per molti chilometri e filtrate  negli alimenti prodotti nella zona e nelle acque, possono essere state respirate o ingerite da qualunque sardo.

SARDIGNA NATZIONE SI COSTITUIRA’ PARTE CIVILE 

Casteddu 06-04-2013  annu 151° D.I. SARDIGNA NATZIONE INDIPENDENTZIA