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sabato 20 luglio 2013

Dopo l'indebitamento che ha favorito le elite private ora pensano alla svendita delle Società pubbliche

Il rapporto Pil Indebitamento creato dai politicanti italioti di destra e sinistra negli ultimi 15 anni...


Annuncio di Saccomanni che poi ci ripensa..... 

Dopo l'indebitamento che ha favorito le elite private ora pensano alla svendita delle Società pubbliche 


Vàturu Erriu Onnis Sayli 

Debito: Saccomanni, dice: mai ipotizzato vendità società pubbliche...
Ma è veramente come dice il ministro italiota? Oppure dietro questa  rinuncia vi si intravede una evidente retromarcia da cui si desume un errore nei tempi  e modi della messa in svendita del patrimonio pubblico italiota; poiché è sentore che coglie impreparati i partiti sostenitori del neo-liberismo governativo sostenuto da PD PdL guidati da Letta, figlioccio della TRILATERAL  di BILDEBERG e delle  elite private,  i quali partiti non  consigliati per bene e a dovere sulla cosa da Scelta (in)Civica, il deposto bildeberghiano-merkeliano Monti,  come far inghiottire quest'ulteriore furto ai danni del popolo italiota.
Le imprese a rischio privatizzazione e svendita totale sono aziende sane che rendono alla stato svariati miliardi di euro, ma come si sa non si può lasciare al pubblico una così ghiotta fetta di mercato senza che i soliti noti poteri privati non vogliano mangiarsela in un sol boccone, appoggiati da soliti partiti finti democratici e asserviti completamente assieme ai sindacati collusi  al sistema dei capitali privati.
Il portafoglio dello stato italiano consiste in partecipazioni cospicue in aziende prima totalmente pubbliche , oggi partecipate : Enel spa al 31,24%; ENI spa 30,1%; Finmeccanica 30,2%; Cassa Depositi e Prestiti 80.1%; Expo 2015 spa 40%; RAI Radio Televione Italiana spa 99,56%; e le ancora pubbliche al 100% ANAS spa, Poste Italiane spa, Ferrovie dello Stato spa, ENAV spa, Coni Servizi spa, GSEspa, Ist. Poligrafico e Zecca, Rete Autostrade Mediterranee, SOGEI spa, Sogin spa, Consip spa;
Il valore economico di  svendita di queste e molte altre aziende del comparto pubblico italiota si può paragonare alla  sconfitta subita in guerra., per quantità di valore economico pari o oltre alla disfatta di Napoleone a Waterloo




 Rimandiamo anche alla lettura del report di BankItalia 2012 
"Dati di confronto internazionale che forniscano un quadro complessivo e affidabile sulla diffusione e sul peso delle imprese pubbliche nelle varie economie sono difficili da ottenere. Tra i principali ostacoli che si incontrano nella comparazione figurano l’individuazione del perimetro di attività d’impresa, la reperibilità di dati relativi alla proprietà dei governi locali, la distinzione tra investimenti finanziari e partecipazioni stabili da parte dell’operatore pubblico. Secondo un recente studio dell’OCSE, l’Italia figura tra i paesi in cui la dimensione del settore è maggiore (OECD, 2011a). Nel 2009 il valore complessivo delle imprese controllate dal governo centrale (imprese quotate e non quotate in cui lo Stato detiene la maggioranza del capitale) era pari per l’Italia a 105 miliardi di dollari; solo Corea, Francia e Norvegia presentavano valori più elevati (rispettivamente 178, 158, 131 miliardi di dollari). Considerando le società quotate in cui lo Stato detiene almeno il 10 per cento, l’Italia risulta il secondo paese dietro la Francia per valore delle partecipazioni. Va inoltre considerato che tali dati non tengono conto del valore effettivo delle partecipazioni che, pur essendo minoritarie, consentono l’esercizio del controllo." (bancaditalia)


Cosa pensano altri giornali... 
 "Specifiche ipotesi di vendita riportate da organi di informazione non sono state formulate dal ministro". Lo precisa il Tesoro in merito alle parole del ministro Saccomanni, che ha parlato "di strategia di riduzione del debito, formulando diverse ipotesi di valorizzazione del patrimonio pubblico, senza mai citare specifiche società".Non e' escluso che il Tesoro decida di cedere quote di societa' pubbliche - incluse Eni, Enel e Finmeccanica per ridurre il debito. E' quanto ha affermato il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni in un'intervista a Bloomberg Tv a Mosca, secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg.C'e anche l'ipotesi, ha spiegato Saccomanni nell'intervista televisiva a margine dei lavori del G20 di Mosca, di usare gli asset di queste aziende come collaterali. ''Stiamo considerando questo - ha detto il ministro in un'intervista a Bloomberg - queste compagnie sono profittevoli e danno dividendi al Tesoro, cosi' dobbiamo considerare anche la possibilita' di usarle come collaterali per la riduzione del debito''. ''Ci sono un po' di idee che dobbiamo prendere in considerazione'', ha proseguito Saccomanni. In particolare il ministro ha detto: ''spero che prima della fine dell'anno possiamo avere chiara quale sia la nostra visione per una strategia compressiva per uno schema che consenta l'accelerazione della riduzione del debito''."Il governo intende valorizzare i propri asset e quindi non esclude in futuro un piano di valorizzazioni che include le partecipazioni delle quale è in possesso". Lo precisa alla stampa italiana il portavoce del ministro dell'Economia, Roberto Basso a margine del G20."Ipotesi questa che andrebbe valutata con molta cautela perché si tratta di società quotate, profittevoli, che forniscono dividendi", ha proseguito il portavoce del Ministero del Tesoro, precisando alle agenzie italiane il senso dell'intervista concessa dal ministro Saccomanni a Bloomberg Tv, nella quale non si escludeva l'ipotesi di cessione di quote delle partecipazioni del Tesoro in Eni, Enel e Finmeccanica. "Tra le idee da valutare in futuro anche l'ipotesi di utilizzare le partecipazioni come collaterale per operazioni finanziarie", ha aggiunto. "Tra le ipotesi note anche la cessione di immobili del Demanio", ha proseguito. L'obiettivo è "contribuire alla riduzione dello stock del debito", ha concluso.Debiti p.a:Saccomanni,già a disposizione oltre 10 mld  - Ammonta già ad oltre 10 miliardi di euro la somma messa a disposizione per pagare i debiti accumulati dalla pubblica amministrazione. Saccomanni ha precisato che l'intera somma, pari a 40 mld da erogare entro il primo semestre '14, vale il 2,5% di pil.Ripresa tra II e III trimestre - "La ripresa? Ci sono indicatori che si materializzerà tra il secondo e il terzo trimestre di quest'anno": è la previsione del ministro dell'economia. "Anche Bankitalia prevede che il quarto trimestre sarà positivo", ha aggiunto.Si tratta di segnali deboli che convivono con la coda della crisi, ha lasciato intendere il ministro: "é tipico delle fasi di inversione di ciclo il fatto che ci siano incertezze ovunque", ha risposto ad una domanda sui rischi ancora esistenti. Saccomanni ha osservato però che "mentre in passato la politica economica era tutta improntata sulle restrizioni e ci si affidava solo alla domanda esterna, ora il quadro sta cambiando: ora c'é anche un supporto interno certo", ha sottolineato, citando ad esempio i rimborsi per i debiti della pubblica amministrazione. (http://www.ansa.it/)

Il governo studia la possibile cessione di quote nelle aziende pubbliche, in testa Eni, Enel e Finmeccanica. Ad aprire su questa ipotesi è il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, in un'intervista a margine del G20 in Russia. Parole che però scatenano un coro di “no” dai sindacati e dalla politica, con Grillo che ne approfitta per attaccare il ministro. E il Tesoro a distanza di qualche ora è costretto a frenare: dal ministro nessuna specifica ipotesi di vendita. Eppure ai microfoni di Bloomberg tv Saccomanni è chiaro: «Abbiamo annunciato di accelerare lo schema di privatizzazioni che riguarda gli immobili, ma stiamo anche considerando la possibilità di ridurre la nostra partecipazione nelle società controllate dallo Stato». E ai giornalisti che chiedono esplicitamente di Eni, Enel e Finmeccanica risponde: «Sì, stiamo considerando questo. C'è un numero di questioni da affrontare, perché queste società sono redditizie e danno dividendi al Tesoro, così dobbiamo considerare anche la possibilità di usarle come collaterali per la riduzione del debito. Spero che prima della fine dell'anno avremo chiaro quale sarà la nostra visione per una strategia complessiva per un piano di riduzione del debito».A correggere il tiro interviene il Tesoro, prima per precisare che «il governo intende valorizzare i propri asset e quindi non esclude in futuro un piano di valorizzazioni che include le partecipazioni delle quali è in possesso» e poi per puntualizzare che «specifiche ipotesi di vendita riportate da organi di informazione non sono state formulate dal ministro», che non ha mai fatto il nome di specifiche società. (UnioneSarda


"Oggi Letta sta pensando di inserire (da qualche parte) un emendamento che permetta la vendita di un bene alla volta. In ballo ci sono cifre grosse: l’intero patrimonio immobiliare dello Stato vale 500 miliardi di euro.
Ma la privatizzazione più imponente è quella che potrebbe interessare i beni “di famiglia”, ossia le aziende a partecipazione statale che erogano servizi fondamentali alla comunità.

Privatizzazione Ferrovie dello Stato – Pur essendo già spacchettata in Trenitalia e Rfi, è una partecipata dello Stato ancora al 100%. Qui c’è molto da vendere e molto da guadagnare. Si tratta, anche, di garantire un livello competitivo tale da incrinare la formidabile ascesa di Italo, che è invece totalmente privata.
Privatizzazione Poste Italiane – La “statlità” dei servizi postali è da sempre un pilastro della vita del Paese (anche qui siamo di fronte a una partecipata dello Stato al 100%). Letta però è incoraggiato, in questa opera di privatizzazione, dalla vendita della Royal Mail organizzata dal Regno Unito, altra realtà generalmente legata al concetto di servizio pubblico.
Privatizzazione Fincantieri – 100% partecipata statale anch’essa, è considerata un po’ come la patata bollente da passare in mano altrui. La società armatrice è infatti in crisi, dunque perché non appoggiarsi a qualche realtà privata? Prodi ci provò nel 2007 – nell’operazione c’era anche Enrico Letta – ma si scontrò con il parere sfavorevole dei sindacati. Oggi la situazione è diversa, siamo in uno stato emergenziale e questo potrebbe ammorbidire le posizioni della Cgil." (Investireoggi)

Saccomanni non è altro che  lo strumento della longa manus delle élite private  in seno al governo italiota  che  spinge verso il sostegno degli interessi privati della lobby  rappresentata ..