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martedì 3 febbraio 2015

SARDINYA NO NUCLE A FORAS SA ISCORIAS NUCLEARIS DE DOMU NOSHTA... SARDEGNA NO NUCLE, FUORI LE SCORIE RADIOTTIVE DA CASA NOSTRA!


SARDINYA NO NUCLE A FORAS SA ISCORIAS NUCLEARIS DE DOMU NOSHTA... SARDEGNA NO NUCLE, FUORI LE SCORIE RADIOTTIVE DA CASA NOSTRA!
 

L’Assemblea Natzionale del comitato Si.No.Nucle, che si era costituito per promuovere la campagna referendaria a favore del SI nel referendum istituzionale del 2011 con quesito “Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti ?” nel quale il 97% dei votanti aveva espresso la netta indisponibilità del territorio sardo non solo alle centrali nucleari ma anche allo stoccaggio di scorie radioattive, riunitasi ad Oristano il 31-01-15;

- Considerato che alla Sardegna potrebbe essere imposto il Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico ed essere condannata al più grande disastro ambientale e sociale della sua storia;

- Considerato che è dovere storico del Comitato Si.No.Nucle la difesa della volontà espressa dal popolo sardo nel referendum del 2011 in merito ai “...siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti”.
- Preso atto della volontà del comitato espressa, nell’assemblea di Santa Giusta del 17/01/14, nel sondaggio interno via internet e nell’assemblea di oggi 31/01/15 di riattivarsi, nello spirito del referendum del 2011, per sensibilizzare e coinvolgere tutto il popolo sardo contro la possibile imposizione delle scorie radioattive;
- Preso atto che anche altri comitati si sono costituiti recentemente nel merito, in particolare il Comitato Sardo NoScorie, con il quale occorre una fattiva collaborazione e un unico coordinamento;


DELIBERA

- Di adeguare il nome del comitato assumendo il nome Comitato NoNucle conservando gli stessi colori per simboli, bandiere e materiale informativo.
- Di istituire un coordinamento con il Comitato Sardo NoScorie che assumerà il nome Coordinamento NoNucle-NoScorie , con il compito di coordinare le iniziative.
- Che l’argomento di azione sarà quello stesso del referendum del 2011 e del contesto necessariamente coinvolto.
- Che l’ambito di riferimento e mobilitazione sarà tutta la Natzione Sarda.
- Di formare comitati zonali e cittadini per organizzare eventi di sensibilizzazione coinvolgimento di tutti i sardi inteso come cittadini della Sardegna ed emigrati.

DELIBERA LE SEGUENTI INIZIATIVE

- Istituire la CARTA DI RESPONSABILITA’ CARTA DE RESPONSABILIDADE da stampare bilingue in 1.600.000 copie numerate da distribuire a tutti i sardi per coinvolgerli nella responsabilità generazionale consegnando simbolicamente a ciascuno la propria quota di responsabilità verso la generazione sarda vivente e specialmente verso le generazioni sarde future.
- Di indire per il mese di aprile la NONUCLE-DAY – NONUCLE-DIE per CHIAMARE il popolo sardo ad una manifestazione di esistenza, di riaffermazione della volontà collettiva espressa nel referendum del 2011, di netta contrarietà alle scorie radioattive in Sardegna.
- Di promuovere eventi in ogni comunità sarda, per sensibilizzazione, informazione, distribuzione della CARTA DI RESPONSABILITA’ e disponibilità alla mobilitazione collettiva del NONUCLE-DIE e alle altre promosse dal Coordinamento.
- Di formulare una forma di DELIBERA NONUCLE da far adottare da tutte le istituzioni pubbliche sarde.

Oristano 31-01-15 Assemblea Natzionale Si.No.Nucle

Obama finanzia la guerra di Kiev con 3 miliardi di dollari? Nel mentre il Donbass mobilita 100mila uomini per l'autodifesa...

Obama finanzia  la guerra di Kiev con 3 miliardi di dollari? Nel mentre il Donbass mobilita 100mila uomini per l'autodifesa...

L’amministrazione di Barack Obama (famoso per il premio nobel per la pace) sta valutando nuovamente se fornire all’esercito di Kiev armi ed equipaggiamenti difensivi: lo scrive il New York Times citando fonti americane, secondo cui il segretario di Stato, John Kerry e il capo di Stato maggiore congiunto, Martin Dempsey stanno valutando l’idea; e il comandante delle forze Nato in Europa, generale Philip Breedlove, non esclude la possibilità.
Secondo il quotidiano, otto ex alti funzionari americani pubblicheranno proprio oggi un rapporto che chiede a Washington di inviare a Kiev attrezzature militari per 3 miliardi di dollari, tra cui missili anti-carro e droni di sorveglianza. Il consigliere per la sicurezza nazionale, Susan Rice, finora molto riluttante, sarebbe anche pronta a riconsiderare la sua posizione.

La recente intervista della Cnn al presidente Usa, Barack Obama, dimostra che Kiev ha intenzione di risolvere il conflitto nell’Est “con la forza” e che gli Stati Uniti sono pronti a “sostenere, senza alcuna riserva, le azioni delle autorità ucraine”. Lo ha denunciato il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, parlando con la stampa dopo un incontro a Pechino con gli omologhi cinese e indiano.

Il capo della diplomazia di Mosca ha poi ribadito l’invito al dialogo, rivolto a chi in Europa, a suo dire, desidera ancora la pace per il popolo ucraino. Intanto Angela Merkel torna a chiedere l’immediato cessate il fuoco nelle regioni orientali e separatiste ucraine, dopo l’ennesimo fallimento dei negoziati a Minsk. Non solo. Il cancelliere e avverte che la Germania non sosterrà Kiev inviando armi all’esercito regolare perché il conflitto non può essere risolto militarmente. Così la Merkel da Budapest. 


La disperazione della gente bombardata nel Dombass
Oggi, 3 febbraio. Una nuova escalation del conflitto nelle regioni orientali ucraine sarà catastrofica per 5,2 milioni di persone. Non usa mezzi termini l'Alto commissario dell'Onu per i diritti umani, il giordano Zeid Raad Al Hussein, nel denunciare che almeno 224 civili sono morti e 545 sono rimasti feriti nelle ultime 3 settimane a causa dei combattimenti tra esercito di Kiev e separatisti filo-russi. 

"Fermate di trasporti pubblici, mercati, scuole e asili, ospedali e aree residenziali si sono trasformati in campi di battaglia nelle regioni di Donetsk e Lugansk, il che viola il diritto umanitario internazionale", avverte il principe giordano aggiornando il pesantissimo bilancio di quasi 10 mesi di conflitto: 5.358 morti e 12.235 accertati. 

Intanto nel pieno dell'escalation del conflitto nell'est filorusso del Paese, le autorità di Kiev hanno annunciato misure per limitare l'accesso in Ucraina ai russi a partire da marzo: i russi che vorranno entrare, uscire, transitare o viaggiare attraverso l'Ucraina non potranno più utilizzare l'equivalente russo della carta d'identità, ma dovranno presentare il passaporto

E mentre si continua a morire (nelle ultime 24 ore le unita' regolari ucraine hanno perso altri cinque uomini e sono morti almeno 16 civili), gli scontri armati continuano a concentrarsi soprattutto intorno a Debaltsevo, uno strategico nodo ferroviario situato nella regione di Donetsk, sul confine amministrativo con quella di Lugansk. Kiev ha smentito che uno dei propri caccia-bombardieri sia stato abbattuto dai ribelli, come rivendicato da Igor Plotnitsky, leader dell'auto-proclamata Repubblica Popolare di Lugansk.

Intanto i separatisti di Donetsk hanno fatto sapere che la mobilitazione comincerà lunedì prossimo, il 9 febbraio: l'obiettivo e' formare una forza con fino a 100mila uomini per fermare l'offensiva dell'esercito ucraino.

E in attesa che giovedì a Kiev arrivi il segretario di Stato John Kerry per incontrare il presidente Pedro Poroshenko, gli Usa hanno fatto sapere che le sanzioni economiche rimangono "il modo migliore" per fare pressione su Mosca e che invece inviare altre armi all'Ucraina non e' la risposta alla crisi.
Sulla stessa lunghezza d'onda la Germania, secondo quanto precisato oggi dal cancelliere Angela Merkel.

Il Cremlino ha deciso infine di valutare la petizione con cui si chiede la liberazione di Svetlana Davydova, la mamma di 36 anni arrestata con l'accusa di tradimento per aver chiamato l'ambasciata di Kiev, avvertendo di movimenti di truppe russe verso l'Ucraina.
 
(AGI