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lunedì 31 agosto 2015

Relazione del Governo canadese afferma: Il Fracking ha Causato un Terremoto di magnitudo 4.4 nel Nord est del Canada...

Relazione del Governo canadese afferma: Il Fracking ha Causato un Terremoto di magnitudo 4.4 nel Nord est del Canada...

sa defenza




Il Fracking ha causato un terremoto di magnitudo 4.4. che ha colpito BC, Canada lo scorso anno, nella provincia che si estrae  petrolio e gas afferma la Commissione del Governo.
La commissione afferma che il terremoto dell'agosto 2014 è stato causato dalla iniezione del fluido durante la fratturazione idraulica.



Stati Uniti  Inquinamento idrico da Fracking , operatore incriminato per presunta Cover-Up


Il  Green Party Canadese chiede più investimenti nell'energia sostenibile, e di levare le sovvenzioni alle compagnie petrolifere.
"Il legame tra terremoti e fracking è stato dimostrato, quindi perché (primo ministro) Stephen Harper continua a consentire il fracking, fornendo sussidi alle grandi compagnie petrolifere?" Chiede la leader del Partito Verde Elizabeth May. "Il Green Party è contro le sovvenzioni e supporti per le industrie del petrolio metano, carbone, gas e letto di carbone in Canada. Queste industrie non sono sostenibili e contribuiscono alle emissioni di gas serra ".

La commissione ha anche detto che Alaksa Highway News ha riportato la notizia su un terremoto di 4,5 di magnitudo la settimana scorsa ed ha colpito a nord di Fort St. John e che è stata "probabilmente" causata dalla fratturazione idraulica nella zona.




Il metodo di estrazione  del gas è stato collegato anche ai terremoti nel Regno in Unito e nell'Oklahoma, secondo la May.

La Fratturazione idraulica o "fracking" è una tecnica che prevede un flusso della miscela di acqua, sabbia e sostanze chimiche in profondità ad alta pressione per fratturare le rocce. Questo rilascia il gas intrappolato che viene poi pompato in superficie.

All'inizio di quest'anno, un consorzio che comprendeva la nomina di Geoscience BC del sismologo Alireza Babaie Mahani per un mandato di due anni per monitorare i terremoti nel nord-est BC potenzialmente causati da fracking.

Il consorzio, che comprende aziende energetiche e la Science and Community Environmental Knowledge Fund, è stato istituito nel 2012, dopo BC Oil and Gas Commission hanno scoperto una serie di piccoli terremoti collegati al fracking.


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A tutti i comitati spontanei e le soggettività sparse sul territorio, che desiderano organizzarsi a livello extraterritoriale locale e a livello nazionale per approfondimenti e sostegno alla lotta contro il Fracking , Sa Defenza consiglia di aderire al comitato della rete nazionale:



Campagna No Fracking / No Fracking Campaign

NO AL FRACKING. DIFENDIAMO ACQUA, ARIA E TERRA!
Il Fracking – meglio conosciuto come fratturazione idraulica – è una delle tecniche di perforazione utilizzata dalle compagnie petrolifere per stimolare i giacimenti di idrocarburi, che – sfruttando l’iniezione di liquidi ad alta pressione – provoca delle fratture negli strati rocciosi più profondi del terreno. Un processo invasivo che favorisce l’estrazione di petrolio dagli scisti bituminosi o di tight gas (gas di sabbie compatte/gas in depositi clastici a bassa permeabilità), coal bed methane (metano dagli strati di carbone) e, principalmente, shale gas (gas di scisto/gas da argille). Sia il tight gas che lo shale gas sono giacimenti di gas non convenzionale costituiti da rocce calcaree, arenarie, quarzo e argilla: quando l’argilla è prevalente si chiama shale, altrimenti è definito tight.
Negli ultimi anni – nonostante le rassicurazioni delle compagnie petrolifere – la produzione di shale gas, soprattutto negli Stati Uniti (principale produttore mondiale), ha aperto un dibattito circa gli effetti del fracking sull’acqua, sull’aria e sulla terra, per l’uomo, per gli animali, per la flora: in una parola per il nostro ambiente, includendo anche il rischio sismico e la contaminazione delle falde causata da una miscela chimica. L’acqua utilizzata per fratturare (quasi 29 mila metri cubi all’anno per ogni singolo pozzo) viene, infatti, addizionata a diverse sostanze pericolose. Si parla di oltre 260 agenti chimici cancerogeni o altamente tossici, tra i quali naftalene, benzene, toluene, xylene, etilbenzene, piombo, diesel, formadeldeide, acido solforico, tiourea, cloruro di benzile, acido nitrilotriacetico, acrilamide, ossido di propilene, ossido di etilene, acetaldeide, di-2-etilesile, ftalati. Senza dimenticare sostanze radioattive come cromo, cobalto, iodio, zirconio, potassio, lanthanio, rubidio, scandio, iridio, krypton, zinco, xenon e manganese. Fino all’80% di questi fluidi iniettati per la fratturazione idraulica ritorna in superficie come acqua di riflusso. Il resto rimane nel sottosuolo.
Da qualche anno il pericolo fracking si è affacciato anche in Europa, in primis Norvegia e Polonia, ai cui giacimenti estraibili – stimati in quasi 400 miliardi di metri cubi – sono interessati Eni e Sorgenia. Oggi, mentre la Francia, la Bulgaria, la Romania, la Repubblica Ceca, l’Austria, la Germania, la Svezia, i Paesi Bassi ed il Regno Unito hanno sospeso lo sfruttamento dei propri giacimenti per motivi ambientali o hanno intensificato il dibattito interno, l’Unione Europea pensa di varare una direttiva che regolamenti il fracking. E in Italia? È un argomento quasi tabù. Manca un dibattito politico, anche se il neo premier Enrico Letta e altri considerano lo shale gas il futuro energetico del nostro Paese. Sulla falsa riga delle principali compagnie.
Per questo motivo promuoviamo una campagna nazionale di informazioneconoscenza e proposta, in grado di avviare un percorso critico, che conduca con il contributo ed il coinvolgimento dei territori, dei cittadini, delle associazionicomitatimovimenti politici, degli attivisti, degli espertipersonalità:
1) Ad una bozza di legge nazionale contro il fracking;
2) Alla richiesta di trasparenza e pubblicazione dei piani ingegneristici delle compagnie petrolifere, oggi secretati;
3) Alla definizione, con legge, delle aree marine e terrestri da tutelare.
Per dire di no al fracking e per difendere l’acqua, l’aria, la terra e la salute, sostenete la nostra campagna “No Fracking Italy”.
Per aderire alla Rete nazionale “No Fracking Italy”, compilare il form sottostante in ogni sua parte.
Nome Associazione / Comitato / Movimento
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Recapiti telefonici
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Il tuo messaggio
NO TO FRACKING. LET’S PROTECT WATER, AIR AND LAND!
Fracking – also known as hydraulic fracturing – is one of the drilling techniques used by Oil&Gas Companies to stimulate hydrocarbons fields that – making use of high pressure fluids injection – causes fractures in the deepest underground rock layers. It is an invasive process that helps oil extraction from oil shales or of tight gas (sandstones gas), coal bed methane and, above all, shale gas. Both tight and shale gas are unconventional gas fields formed by limestone, sandstone, quartz, and clay: when the clay prevailing, it is called shale; differently it is described as tight one.
In the latest years – despite oil&gas companies reassurances – the shale gas production, especially in the US (world producer leaders), has opened a discussion about fracking effects on water, air, and land, for humankind, animals, flora – in a word: for the environment – also including the seismic risk and the aquifer pollution due to mix of chemicals. The water used to frack (nearly 29 thousand cubic metres per year per every single well) is precisely added to a number of hazardous substances. It is about more than 260 carginogenic or highly toxic chemicals, among which: naphthalene, benzene, toluene, xylene, ethylbenzene, lead, diesel, formaldehyde, sulphuric acid, thiourea, benzyl chloride, nitrilotriacetic acid, acrylamide, propylene oxide, ethylene oxide, acetaldehyde, di-2-ethylhexyil, phthalates. Not to mention radioactive substances, such as: chromium, cobalt, iodine, zirconium, potassium, lanthanum, rubidium, scandium, iridium, krypton, zinc, xenon and manganese. Up to a 80% of those fluids injected for hydraulic fracturing come to the surface as flowing back water. The rest is left underground.
For some years now, the danger of fracking advanced in Europe too, first in Norway and Poland, which exploitable fields – evaluated of nearly 400 billion cubic metres – Eni and Sorgenia are interested in. Today, while France, Bulgaria, Romania, Czech Republic, Austria, Germany, Sewden, Netherlands and UK have suspended their fields exploitation due to environmental reasons, or they have intensified the debate, EU is considering to pass a direction in order to regulate the fracking. And in Italy? This is almost a taboo subject. A political debate is lacking, even though the new Prime Minister Mr Enrico Letta is considering the shale gas as the energy future for our country. Along the lines of the leading companies.
This is the reason why we are initiating an information, knowledge and proposal nationwide campaign capable to start a critical path with the contribution of the territoriespeopleassociationscommitteespolitical organizationsactivistsexpertspersonalities leading to:
1) A draft of a national law against fracking;
2) The claim for transaprency and oil&gas companies engineering plans publication, yet classified;
3) The definition, by a law, of the sea and land areas to protect.
To say no to fracking and to defend water, air, land and health, support our campaign “No Fracking Italy”.
To join the “No Fracking Italy” nationwide network, please fill in the below form blanks.
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