Tra i vari rimedi naturali per il benessere dell’organismo, la Boswellia è conosciuta e utilizzata in campo ayurvedico per le sue proprietà antinfiammatorie e antibatteriche. Quali sono le caratteristiche di questa pianta e quali, invece, le avvertenze di somministazione?
Con il termine Boswellia si indicano un gruppo di piante – oltre 19 specie differenti – appartenenti alla famiglia delle Burseraceae. Diffuse prevalentemente in Africa e in India, agli scopi di cura la varietà più gettonata è quella della Boswellia serrata, un arbusto ramificato tipico del climi asciutti, dalle caratteristiche gemme e dal profumo particolarmente intenso. Si fa normalmente ricorso alla resina gommosa che sgorga dalla pianta tagliandone la corteccia, le cui proprietà benefiche sembrano trovare conferma anche in ambito scientifico.
Proprietà della Boswellia
Olibanum, Boswellia serrata via Shutterstock
Come già accennato, della Boswellia viene utilizzata la gommoresina che l’albero essuda dalla corteccia. Definita oleoresina, questa sostanza viene normalmente raccolta per la produzione di incensi dalla fragranza molto intensa, ma anche per il trattamento di diversi disturbi transitori grazie alle sue specifiche capacità antinfiammatorie e di contrasto ai batteri. Tali funzioni sono dovute alla ricca presenza di saponine, ma soprattutto di acidi triterpenici, quali il caratteristico acido beta-boswellico.
Gli studi clinici effettuati nel corso degli anni sembrano confermare l’attività dell’estratto che, pur dimostrando un effetto antinfiammatorio, non causa conseguenze a livello gastrico come normalmente accade per i farmaci della medesima categoria. Dalle applicazioni più disparate, dalla somministrazione topica per la salute della pelle al trattamento dell’artrosi, l’assunzione può però avere effetti collaterali anche gravi. Per questo motivo, prima di iniziare un percorso di automedicazione, si deve consultare il medico curante, soppesando quindi rischi e benefici nonché le eventuali interazioni con altri medicinali in corso d’assunzione.
Usi comuni
Olibanum, Boswellia serrata via Shutterstock
Oltre al già citato incenso, la Boswellia viene normalmente impiegata sia per uso topico che sistemico. Le dosi variano a seconda del disturbo da trattare così come dalle specifiche caratteristiche del soggetto, di conseguenza ci si affidi a medico ed erborista per comprendere quale sia l’assunzione più compatibile con il proprio organismo. Di seguito, gli impieghi generali più diffusi.
Pelle: la Boswellia è spesso impiegata in trattamenti cosmetici ed estetici, poiché la sua azione antisettica potrebbe contenere disturbi come l’acne e la dermatite seborroica, ma anche arrossamenti dovuti agli sbalzi di temperatura e a rari episodi di orticaria. In questi casi, l’applicazione è ovviamente topica;
Vie respiratorie: la ricchezza di acidi triterpenici limita la proliferazione di batteri e altri agenti esterni, quindi il rimedio può essere indicato per trattare le patologie transitorie delle vie respiratorie – come tosse e raffreddore – tipiche della stagione fredda;
Sistema immunitario: gli effetti della pianta si manifesterebbero anche a livello di sistema immunitario, soprattutto per contrastare alcune malattie autoimmuni come il Morbo di Chron e l’asma, ma anche per i reumatismi e le artrosi;
Tumori: secondo alcuni test clinici preliminari, la pianta limiterebbe la riproduzione di alcune cellule tumorali, ma il preciso meccanismo di questa azione sembra non essere ancora del tutto noto. Saranno infatti necessari ulteriori test di conferma per capire le stesse doti possano essere replicate nell’organismo umano, quindi i pazienti non abbandonino le classiche indicazioni farmacologiche per rincorrere una speranza al momento tutt’altro che confermata
Disponibile sia in incenso che in olio, la Boswellia viene distribuita anche sotto forma di integratori in compresse, ricchi degli acidi poc’anzi citati.
Effetti collaterali e controindicazioni
Fatta eccezione per i soggetti ipersensibili, la Boswellia non sembra manifestare effetti collaterali gravi e diffusi nella popolazione. Pur non ledendo stomaco, a differenza di altri medicinali della stessa categoria, il rimedio non dovrebbe essere mai assunto in concomitanza con FANS e farmaci a base di cortisone: ne potrebbe aumentare gli effetti, anche in modo pericoloso. Come più volte sottolineato, perciò, la scelta del rimedio va sempre concordata con lo specialista di fiducia, così da allontanare il rischio di indesiderate sorprese.