CARO SINDACO TENDAS. COME PRIMA, PEGGIO DI PRIMA!
L'identità bisogna sapere bene cos'è e la si tutela correttamente se altrettanto correttamente si interpreta la storia.
Se si fanno pasticci si ottiene esattamente l'opposto, cioè l'abbandono e il lancio alle ortiche del senso profondo di appartenenza. La bandiera è, si può dire, il simbolo dei simboli.
Lì in sintesi estrema, con pochi tratti e colori, si mostra chi siamo e chi siamo stati.
Cosa siamo stati come NAZIONE.
Tutti sanno - anche l'ultimo ignorante di storia basso medioevale sarda sa - che gli Arborea, i re di Arborea, fecero una guerra sanguinosa, lunghissima e ad oltranza per la libertà della Sardegna contro i Catalani; tanto da indurre loro a rimuovere dallo stemma i pali catalani (una volta affiancati) e a lasciare solo l'albero deradicato, quello del famoso grido di battaglia per l'indipendenza 'ARBAREE, ARBAREE'!
E che ti fa invece il nostro magnifico sindaco identitario?
Pazzesco, pazzesco davvero! Tanto che non credevo ai miei occhi. Perché, per giunta, 'su matzamurru' è stato benedetto (o forse persino progettato?), da quanto si riporta nella stampa, con la consulenza di Giampaolo Mele, di Momo Zucca e di Ivo Serafino Fenu. Cioè di cosiddetti 'esperti'.
Per fortuna la delibera non è passata (e per un pelo) altrimenti avremmo dovuto sceglierci e subito un nuovo sindaco (davvero interprete dell'identità) per annullare più che un colossale pasticcio una orrenda porcheria.
Purtroppo nella legislatura corrente le cose non sono cambiate: si è esordito con il famigerato discorso del sindaco su Oristano 'città di falsari' (ve lo ricordate lo scandalo!) al Parlamento Europeo e si chiude con una Oristano/Barcellona grondanti lacrime e affetto.
ESUMARIA ITE ORRORE!
Tutti sanno - anche l'ultimo ignorante di storia basso medioevale sarda sa - che gli Arborea, i re di Arborea, fecero una guerra sanguinosa, lunghissima e ad oltranza per la libertà della Sardegna contro i Catalani; tanto da indurre loro a rimuovere dallo stemma i pali catalani (una volta affiancati) e a lasciare solo l'albero deradicato, quello del famoso grido di battaglia per l'indipendenza 'ARBAREE, ARBAREE'!
E che ti fa invece il nostro magnifico sindaco identitario?
Lancia un estemporaneo odierno 'vogliamose bene' e gli odiatissimi nemici di una volta ti diventano amici come non mai.
Sarebbe come cambiare la bandiera italiana e affiancare i simboli di una opposizione, per la libertà sino alla morte dei colori risorgimentali, all'aquila austriaca.
Ora Mariano IV, Eleonora e Ugone e persino la catalana Timbora di Roccabertì avranno interrotto il loro sonno eterno e non so se riposeranno in pace di nuovo.
Pazzesco, pazzesco davvero! Tanto che non credevo ai miei occhi. Perché, per giunta, 'su matzamurru' è stato benedetto (o forse persino progettato?), da quanto si riporta nella stampa, con la consulenza di Giampaolo Mele, di Momo Zucca e di Ivo Serafino Fenu. Cioè di cosiddetti 'esperti'.
Per fortuna la delibera non è passata (e per un pelo) altrimenti avremmo dovuto sceglierci e subito un nuovo sindaco (davvero interprete dell'identità) per annullare più che un colossale pasticcio una orrenda porcheria.
Perché gli Oristanesi, già offesi dagli spagnoli, dagli austriaci e dai piemontesi (diventati questi miracolosamente e immeritatamente 're' grazie al Regno Sardo), non meritano questa ulteriore offesa, stante il disprezzo dell'essenza più pura della loro storia come capi in Sardegna della libertà di tutto un popolo.
Purtroppo nella legislatura corrente le cose non sono cambiate: si è esordito con il famigerato discorso del sindaco su Oristano 'città di falsari' (ve lo ricordate lo scandalo!) al Parlamento Europeo e si chiude con una Oristano/Barcellona grondanti lacrime e affetto.
Capite? Aristanis con la simpatica amica nostra dei grandi disinteressati mercanti colonizzatori e capitalisti d'oltremare; l'amica carissima dei nostri morti eroi del Marchese di Oristano, sbudellati combattendo per ala libertà nella piana di Macomer.
ESUMARIA ITE ORRORE!