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sabato 29 aprile 2017

Biossido di carbonio sfatato il mito che lo vuole "inquinante"

Biossido di carbonio sfatato il mito che lo vuole "inquinante" 

Mike Adam
Natural News
Sa Defenza

Anidride carbonica, smascherato il mito che la vuole forzatamente “inquinante” , da non perdere il video scientifico 





Come parte, dello sforzo di istruzione pubblica, Healt Ranger Science tratta temi scientifici cruciali del nostro tempo, ho appena rilasciato questo imperdibile video che smonta completamente il falso racconto che dice che l'anidride carbonica sia un “inquinante”.

Come si vedrà spiegato nel video sotto, i Cambiamenti climatici allarmisti usano l'inganno visivo e l'inganno per rendere le persone credulone erroneamente credono che la CO2 è in aumento a livelli allarmanti, senza precedenti in tutto il nostro pianeta. In realtà, la CO2 è a quasi il punto più basso mai registrato nella storia del pianeta .

Infatti, utilizzando i dati del NOAA e anche l'IPCC, si scopre che i livelli di CO2 erano fino a 15 volte superiori a 400 ppm nel passato , e le piante in tutto il pianeta oggi sono affamati per la CO2, la “molecola della vita” per la vita vegetale in tutto il pianeta (tra cui le foreste, colture alimentari e giungle).

Mentre gli allarmisti del cambiamento climatico che hanno l'assurda pretesa di dire che il CO2 è un inquinante, trascurano di dire che senza CO2, saremmo tutti morti di fame perché ogni ecosistema del pianeta, senza essa ,ne collasserebe quasi immediatamente. Se la CO2 fosse a zero, la Terra morirebbe e diverrebbe un arido deserto globale del tutto incapace a sostenere la vita umana e tutto.

Ancora più scioccante è, la maggior parte dei cultisti del cambiamento climatico non hanno nemmeno idea che i loro corpi sono fatti di carbonio , e anche nel THC trovato nel fumo contiene 21 elementi di carbonio per molecola (C21H30O2) in ogni specie  d'erba. I vegetariani e i vegani a quanto pare non si rendono conto che tutte le specie di frutta, verdura, noci e semi di cui si nutrono sono anch'esse fatte di carbonio , così come il proprio sangue, la pelle, gli ormoni e i tessuti. Allo stesso tempo, queste persone denunciano che il carbonio fa male ed è “inquinante”, mentre invece si stanno nutrendo di carbonio, si beve carbonio, fumano  carbonio e creano i bambini dal carbonio.

Guarda (e condividi) la presentazione della piena scienza sull'anidride carbonica qui sotto, e contribuisce a educare le masse ignoranti alla verità sul biossido di carbonio.

Informati anche sul magazine Clima Depot per saperne di più su questo argomento.

LE ONG NEL BUSINESS DEL MICROCREDITO AI MIGRANTI

LE ONG NEL BUSINESS DEL MICROCREDITO AI MIGRANTI

Di comidad 
SaDefenza

Dopo le dichiarazioni del vicepresidente della Camera ed esponente del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, sulle responsabilità delle Organizzazioni Non Governative nel traffico di migranti, sono immediatamente cominciate sui media le esegesi alternative sul documento dell’agenzia europea Frontex che aveva dato origine a quelle stesse dichiarazioni. 

La parola d’ordine è “minimizzare”, ricondurre il rapporto Frontex al rango di lamentela per le inevitabili agevolazioni per il traffico di migranti che l’attività “umanitaria” delle ONG involontariamente determinerebbe. In questo senso si esprime, ad esempio, il quotidiano “La Repubblica”.

Nulla di più prevedibile di questa levata di scudi dei media a favore delle ONG, se si considera che le stesse ONG, le fondazioni ed in genere il settore del cosiddetto “non profit” (ovvero della non tassazione), con il loro imperialismo “umanitario” svolgono un ruolo decisivo, e complementare al ruolo delle multinazionali, sia nella circolazione internazionale dei capitali, sia nella destabilizzazione dei Paesi attraversati da quella circolazione.

L’ultima “manovrina” del governo Gentiloni riconferma tra i suoi provvedimenti persino una “immunizzazione” dall’IVA già decisa lo scorso anno a beneficio delle ONG; ciò a riprova del potere lobbistico del “non profit” ad alibi umanitario.

La guerra è un effetto, una conseguenza diretta, della mobilità dei capitali, ma la povertà ne costituisce invece la precondizione essenziale.

I capitali non possiedono alcuna vitalità economica intrinseca e la loro circolazione può esercitarsi soltanto in condizione di vantaggio assoluto nei territori che vanno a conquistare.

Per questo motivo è così importante che esistano agenzie sovranazionali come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale che impongano ai governi politiche di austerità, di privatizzazione dei servizi pubblici e di vincolo di bilancio in nome di un illusorio “sviluppo” futuro: è la pauperizzazione forzata dei popoli a conferire potere contrattuale agli investimenti esteri.

L’analisi economica del capitalismo può arrivare solo sino ad un certo punto, oltre il quale diventa fuorviante, poiché il capitalismo va analizzato soprattutto come fenomeno criminale.

Oggi il linguaggio moralistico è diventato pervasivo, perciò anche il termine “criminale” rischia di essere interpretato in questo senso morale.

In realtà il capitalismo è criminale nel senso tecnico-giuridico del termine, in quanto si basa sulla svalutazione preventiva e fraudolenta di ciò che va a saccheggiare, sia il lavoro, sia i beni immobili, sia le attività produttive.

La migrazione, ad esempio, viene presentata o come fuga dalle guerre (ed in parte è vero) o come fuga da condizioni economiche insopportabili.

Questo quadro viene spesso corredato da ipocrite recriminazioni sui Paesi sviluppati che non aiuterebbero abbastanza i Paesi sottosviluppati.



Di fatto sono invece i vincoli imposti ai governi dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale ad imporre la disoccupazione; e questa stessa disoccupazione non serve solo ad abbassare i salari di chi ancora lavora, ma costituisce la materia prima per business finanziari come i prestiti in funzione della migrazione.

In un Paese come il Bangladesh i “migration loans” costituiscono un business che avviene alla luce del sole, con agenzie come BRAC, specializzate nei prestiti ai lavoratori disoccupati per finanziare la loro migrazione.

Popoli che vengono considerati ai margini dello sviluppo, risultano in effetti integrati pienamente nel circuito dei “servizi” finanziari. 

BRAC agisce non solo in Asia ma anche in Africa, dove evidentemente fa un buon lavoro, viste le masse africane che spinge alla migrazione.

Non ci si sorprenderà infine di sapere che BRAC è una Organizzazione Non Governativa che ostenta finalità umanitarie.

Il coinvolgimento delle ONG nella migrazione va quindi ben oltre la quisquilia segnalata da Frontex sulle relazioni illecite con i famigerati scafisti.

Il microcredito non è un “servizio” finanziario per chi vuole migrare, ma costituisce una vera spinta alla migrazione poiché per il disoccupato quel prestito rappresenta l’unica risorsa disponibile per coprire esigenze personali e familiari.

Il microcredito ai migranti è uno di quei business “poveri” in cui sono coinvolte le grandi multinazionali finanziarie, a dimostrazione che la povertà è la fondamentale materia prima del capitalismo.

Più si è poveri, più facilmente si diventa vittime del microcredito, cosicché la migrazione si rivela come uno dei comparti sociali più finanziarizzati. 

Si tratta di un business finanziario a basso rischio in quanto composto da milioni di piccoli prestiti; persino i casi di insolvenza rientrano nel business tramite il business collaterale delle agenzie di recupero crediti.

In uno studio del Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche sulla Immigrazione (FIERI) del 2013 proprio sul tema del sovraindebitamento dei migranti, è stata concentrata la ricerca sulla comunità filippina in Italia, scoprendo così che la situazione è drammatica: dopo essersi indebitati per poter emigrare, si continua ad indebitarsi per coprire i debiti, all’infinito. Lo studio si conclude proponendo come “terapia” al sovraindebitamento dei migranti l’offrire loro prestiti in condizioni di “maggiore tutela”.

Quindi si prospetta altro indebitamento.

Niente di strano se si considera che il FIERI è finanziato da fondazioni bancarie, prima di tutte la Compagnia di San Paolo.

Ciò che poteva apparire come una ricerca finalizzata ad alleviare dei disagi sociali, era in effetti tutt’altro, cioè un’analisi di marketing per individuare un “target” per i propri servizi finanziari.

Il “non profit” delle fondazioni private esiste solo in funzione di maggiore profit.

http://sadefenza.blogspot.it/2017/04/le-ong-nel-business-del-microcredito-ai.html