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mercoledì 12 luglio 2017

Il Pesticida Bayer Uccide le Api

Il Pesticida Bayer Uccide le Api




La Bayer Accidentalmente Finanzia uno Studio che Mostra che Suo Pesticida sta Uccidendo le Api ma Prontamente Nega le Conclusioni. La Bayer ha ricordato al mondo che non esiterà a negare le conclusioni scientifiche di uno studio, anche se lo studio è stato finanziato dalla stessa Bayer.


Uno studio su larga scala sui pesticidi neonicotinoidi si sta aggiungendo al crescente numero di prove che queste sostanze chimiche agricole stanno danneggiando le popolazioni di api.

Eseguito su 33 siti nel Regno Unito, in Germania e in Ungheria, lo studio ha scoperto che l’esposizione ai neonicotinoidiha danneggiato le api che hanno meno probabilità di sopravvivere durante l’inverno, mentre i bombi e le api solitarie hanno prodotto meno regine“.



Bayer e Syngenta, produttori di pesticidi “Neonicotinoidi” che stanno per raccogliere enormi profitti se l’Europa rimuove il divieto ai Neonicotinoidi, hanno tempestivamente contestato le conclusioni dei ricercatori, anche se hanno finanziato parzialmente lo studio.

Gli autori notano che questo è il primo esperimento nel mondo reale che dimostra causalità diretta tra Neonicotinoidi e ridotte popolazioni di api ed è coerente con altri risultati.

Secondo lo studio :

La colza dai semi oleosi è stata coltivata con i rivestimenti dei semi contenenti neonicotinoidi (clothianidin o thiamethoxam) o nessun trattamento delle sementi. 
Per le api da miele, abbiamo trovato effetti negativi (in Ungheria e Regno Unito) e positivi (Germania) durante la fioritura delle colture. In Ungheria, gli effetti negativi sulle api (associate con il clothianidin) persistono durante l’inverno e hanno portato a una riduzione delle colonie nella primavera successiva (diminuisce del 24%). 
Nelle api selvatiche (Bombus terrestris e Osmia bicornis), la riproduzione è stata negativamente correlata con i residui di neonicotinoidi. 
Questi risultati indicano che i neonicotinoidi causano una ridotta capacità delle api a ricreare nuove popolazioni nell’anno successivo all’esposizione.


Gli effetti negativi su bombi e sulle api solitarie sono stati osservati in tutti e tre i paesi in cui le concentrazioni più elevate di residui di neonicotinoidi nei nidi provocano minor numero di regine.

Gli effetti nocivi sono stati riscontrati sulle api da miele nel Regno Unito e in Ungheria, e sono coerenti con le osservazioni dei ratei di alta mortalità nel Regno Unito e una diminuzione del 24% delle colonie in Ungheria.


Tuttavia, in Germania (casualmente sede della Bayer NdR) non sono stati riscontrati effetti dannosi.


Questo comparto relativamente piccolo dei risultati del lavoro è stato ripreso da Bayer e Syngenta per affermare che i loro prodotti sono sicuri per le api o che i risultati non sono definitivi.

Le due aziende producono i pesticidi Neonicotinoidi utilizzati nello studio.
Non condividiamo l’interpretazione del Centro per l’ecologia e l’idrologia sugli effetti negativi dei trattamenti di sementi, siamo certi che i neonicotinoidi sono sicuri quando vengono utilizzati e applicati in modo responsabile,

ha dichiarato il dottor Richard Schmuck, direttore della scienza ambientale in Bayer.

Non dovrebbe sorprendere che i produttori di un pesticida agricolo, dal valore di miliardi di euro, possano cogliere la parte più piccola di uno studio per instillare dubbi nella mente pubblica. Gli scienziati che effettivamente eseguivano lo studio forniscono un’altra interpretazione, basata su tutto il corpo delle prove.
I nostri risultati sono una causa di grave preoccupazione, ha detto l’autore dello studio Richard Pywell del Centro per l’Ecologia e l’Idrologia di Oxfordshire. Abbiamo mostrato per la prima volta gli effetti negativi dei dei semi rivestiti di neonicotinoidi sulle api e abbiamo mostrato simili effetti negativi sulle api selvatiche. Questo è importante perché molti raccolti a livello mondiale sono possibili grazie agli insetti impollinatori e senza questa sarebbe impossibile produrre certi alimenti.
I dati verranno studiati come parte di una valutazione prevista a novembre nella UE, che deciderà se mantenere il divieto neonico.

La BBC riferisce che l’UE “sta lavorando a nuove proposte di bando per estendere il divieto di neonicotinoidi“.


Per illustrare la complessità del problema, dato che i Neonicotinoidi sono stati vietati dal 2013, alcuni agricoltori europei stanno spruzzando più grandi quantità di altri pesticidi come i ptiroidi, che potrebbero fare un grave danno alle api e agli insetti benefici.

C’è certamente la necessità di una gestione delle specie nocive nell’agricoltura, ma qual’è il costo è l’approccio chimico che esige l’ambiente naturale e gl insetti impollinatori delle nostre colture alimentari? Le prove sui Neonicotinoidi dicono che le api sono altamente sensibili a queste sostanze chimiche, ma gli agricoltori hanno anche bisogno di soluzioni alternative.

Per affrontare il problema, dobbiamo considerare come siamo arrivati ​​qui. I parassiti sono stati introdotti in tutto il mondo avvalendosi di contaminazioni sulle navi e su altri veicoli. I parassiti spesso trovano le loro nuove sistemazioni prive di predatori naturali che normalmente li mantengono sotto controllo.

Le pratiche agricole aggressivamente spinte dai produttori di prodotti chimici e dalle società degli OGM hanno anche aumentato i problemi dei parassiti. Il modello agricolo corporativo basato sul brevetto costringe le coltivazioni monoculturali ad una elevata irrorazione di prodotti chimici. Ciò crea un ciclo per cui le piante e gli insetti parassiti diventano resistenti agli erbicidi e ai pesticidi, spingendo le aziende a produrre altri prodotti chimici più tossici.

Questa sempre crescente dipendenza dalle sostanze chimiche, che minaccia gli ecosistemi naturali e la salute umana, è altamente redditizia per aziende come Bayer e Monsanto.

L’approccio chimico ignora completamente migliaia di anni di apprendimento umano. Il concetto che ora conosciamo come pratiche di gestione integrata di parassiti (IPM), come la multicoltura, la rotazione delle colture, l’arricchimento del suolo e i perimetri arborei naturali, sono un’alternativa efficace all’approccio chimico.