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mercoledì 4 luglio 2018

Doddore Meloni : "La libertà di un popolo val più della mia vita...!"

Doddore Meloni : "La libertà di un popolo val più della mia vita...!

1° Anniversario del martirio per la libertà della patria sarda.

Vaturu Erriu Onnis 
Sa Defenza 



"La libertà di un popolo val più della mia vita...!"
  Doddore Meloni 26 -08-1982 carcere Buoncamino CA

Come l'altr'anno anche oggi l'aria è calda, ricordo, i giorni passati davanti al tribunale di Cagliari a sostegno della sua liberazione, ma, per i domiciliari non hanno portato buon frutto, tante le parole sprecate nei meandri dell'ingiustizia, poi, le solidarietà soffocate o tirate fuori con le pinze dai movimenti che più che indipendentisti sembravano  quelli dei suoi aguzzini assestati di sangue, anziché di confratelli uniti nella lotta di liberazione dal colonialismo vecchio e nuovo della Sardinya...

Nessuna solidarietà è mai giunta alle orecchie di Doddore da parte di quelli lì...

Ricordo il giorno della nostra festa natzionale  " Sa die de sa Sardinya " il 28 aprile 2107, quando nella stessa mattina il patriota Doddore si stava avviando in auto per presentarsi al carcere di Massama , per consegnarsi alle autorità coloniali, ma nel tragitto della tradotta,  è stato raggiunto dalle auto delle forze dell'ordine,  bloccato e arrestato provocatoriamente per  strada prima di giungere a destinazione, il giorno era quello della nostra festa natzionale, ricordiamoci bene tutti quanti amici e patrioti ,  che il potere coloniale non agisce avventatamente e senza motivi precisi e  repressivi simbolici, vista la data,  ma, come a dire che è inutile che ci dibattiamo e facciamo rumore che tanto per loro rimarremmo niente altro che i loro schiavi,  ribadendo che non ci libereremo mai dalla loro morsa autoritaria... ma come insegna Ghandi aspetteremo e vedremo il cambio di rotta.

Doddore non aveva alcuna intenzione di morire, ma ha lanciato un monito non ascoltato , anzi supponiamo che forse è stato  usato contro se stesso , quando afferma " se volete tenermi rinchiuso dovete mantenermi vivo..." parole che si sono rivelate profetiche , in quanto a disprezzo della vita umana da parte delle autorità dello stato occupante italiota, non hanno ascoltato ne sentito,  oppure più concretamente hanno profittato dell'occasione per levarsi un peso come quello di un patriota ingestibile e determinato disposto a tutto pur di arrivare alla libertà?

I giorni passano, le richieste dei domiciliari presentate dal suo Avvocato giacciono sulla scrivania del PM a impolverarsi  , ma nulla tutto è statico, sembra di essere in uno di quei paesi sud americani gestiti dalla malaffare dei narcos, dove le forze della giustizia soggiaciono al volere mafioso... oppure lo sono loro stessi, e senza aver bisogno dei comandi dei narcos?

E fuori dal tribunale di Cagliari tutti i giorni patrioti distribuiscono volantini si incatenano e imbavagliano, raccolgono firme in solidarietà di Doddore , la  protesta contro l'ingiustizia italica è permanente , ma nulla li smuove e fa arretrare il mostro dell'inGiustizia  contro Doddore.

Ricordo che il giorno dell'arresto Doddore poco prima d'essere preso e ammanettato,  mostra il libro di Bobby Sands , il patriota irlandese dell'IRA, e dice " calat Bobby Sands" , ricordiamoci anche che nella rivendicazione di indipendenza degli anni prima dell'isola di Maluentu , con l'instaurazione della Repubblica di Maluentu,  Doddore ha dedicato una delle calette dell'isola al patriota irredentista  Bobby Sands; il libro  ha accompagnato Doddore in tutti i suoi sessantasei giorni di sciopero della fame e della sete, fino all'estremo martirio.

La grandezza del patriota Doddore la possiamo vedere anche nell'azione politica, continua , anche nei tribunali italioti, quando rivendica di parlare nella sua lingua, il sardo,  oltre che in Sardinya anche nei tribunali italiani d'oltremare come in quelli di Brescia ,  dove il giudice  si è trovato spiazzato dal patriota sardo che parlava in limba ed ha dovuto rinviare l'udienza per mancanza di un traduttore  dal sardo.

«A BRESCIA PARLERÒ SOLO IN SARDO» DODDORE MELONI
«Parteciperò all'udienza, ma davanti ai giudici di Brescia parlerò soltanto in sardo». Salvatore “Doddore” Meloni, il presidente del movimento indipendentista sardo Meris, indagato nell'am...ORISTANO. «Parteciperò all'udienza, ma davanti ai giudici di Brescia parlerò soltanto in sardo». Salvatore “Doddore” Meloni, il presidente del movimento indipendentista sardo Meris, indagato nell'ambito dell'inchiesta per il presunto complotto eversivo dei secessionisti veneti, annuncia battaglia in vista dell'udienza che il Tribunale del riesame di Brescia terrà martedì 29 aprile per discutere la richiesta di restituzione dei beni sequestrati nel suo ufficio di Terralba il 2 aprile scorso dai Carabinieri del Ros (telefoni cellulari e personal computer).
«Parlerà soltanto in sardo e chiederà anche la traduzione in limba di tutti gli atti del procedimento che lo riguarda». Lo ha confermato l'avvocato Cristina Puddu, che lo difende anche in questa occasione ricordando che il diritto di Salvatore Meloni all'uso della lingua sarda nei procedimenti che lo riguardano, e quindi anche alla presenza di un interprete, e alla traduzione di tutti gli atti relativi è stato già riconosciuto e applicato dal presidente del Tribunale di Oristano in una causa civile per il riconoscimento del gratuito patrocinio. 25 aprile 2014  lanuovasardegna.

Per vedere la storia di Doddore dobbiamo tornare indietro fino agli anni ottanta , quando,  assieme ad altri patrioti profilava la separazione della Sardegna dallo stato italiano per costituire uno stato libero e indipendente al centro del Mediterraneo, in tal senso esistono documentari video della RAI e molte testimonianze su carta stampata che parlano delle gesta di Doddore e dei suoi compagni indipendentisti di allora e fino ai giorni nostri, la sua reclusione di ben nove anni , con maltrattamenti e torture , vi sono resoconti sul giornale Sa Republica Sarda , un patriota che è stato mosso sempre dall'idea di libertà del popolo sardo e della sua terra, nella sua ultima carcerazione il patriota si è dichiarato "prigioniero politico", e dai comportamenti avuti nei suoi confronti , lo stato italico ha dimostrato che come tale lo trattava sprezzanti del diritto umano del carcerato ad avere la giusta  assistenza medica per evitare quanto poi hanno lasciato accadere con la perdita della sua vita.


Riportiamo anche uno stralcio del comunicato di protesta dell'onorevole Borghezio della Lega al Parlamento europeo a Bruxelles:
COMUNICATO STAMPA : BORGHEZIO PORTA AL  PARLAMENTO EUROPEO IL CASO DI ‘DODDORE’ MELONI, PRIGIONIERO POLITICO NEL CARCERE DI ORISTANO
L’On. Borghezio ha rivolto oggi alla Commissione Europea la seguente interrogazione:
“Detenuto politico nell’UE in sciopero della fame e della sete Salvatore Meloni, figura storica dell’indipendentismo sardo, dopo aver scontato negli anni ’80 in Italia oltre 9 anni di carcere per reati connessi alla sua attività politica di fautore dell’indipendenza della Sardegna dallo Stato italiano, sta ora scontando nel carcere di Oristano (Sardegna) un’ulteriore condanna sempre per reati connessi direttamente o indirettamente alla sua attività politica;
oggi è il 27° giorno dello sciopero della fame e della sete che l’anziano ed irriducibile “Doddore” Meloni sta sostenendo con grave rischio per la sua vita;
la Commissione è a conoscenza di questo caso unico nell’UE di “prigioniero politico” costretto ad un’azione estrema, a rischio della sua vita, per proclamare fino in fondo le sue legittime idee di uomo libero e di patriota dell’indipendentismo sardo?”
On. Mario Borghezio
Deputato Lega Nord al P.E.
Bruxelles, 24.05.2017
Devo dire che ben poche personalità hanno espresso solidarietà umana  e politica al patriota Doddore, poi alla sua morte una massa di ipocriti si sono precipitati a portare solidarietà , quando ormai non serviva più a salvare la vita del valoroso patriota Doddore, su quegli ipocriti, anche se non vogliono sentirselo dire, ricade il sangue versato del martire che a motivo della vostra ipocrita disattenzione cercata,  senza nemmeno dire ne nomi ne cognomi , ognuno di voi attivi nella solidarietà a Doddore sa di quale sorta di pusillanimi parliamo.

Oggi a questi uomini che hanno dimenticato il sacrificio di Doddore, che sono nelle istituzioni, o fuori d'esse, a coloro che nella società sarda umana e democratica, abbiano ancor un sussulto di orgoglio e di amor proprio ,  benché non abbiano nel sangue quel bollore vivificante altruista e  libertario  ma solo quello di poveri ascari al servizio dei colonialisti, improntiamo e ardiamo di ambire di indirizzarli su quanto da NOI additato di seguito ...

Chiediamo alle istituzioni sarde ( RAS, Regione Autonoma della Sardegna e Comuni sardi ): 
L'istituzione della  Festa del Patriota dedicata a Doddore Meloni , da festeggiarsi il 5 Luglio di ogni anno ; 
in tale giorno le bandiere nazionali e istituzionali devono essere issate e tenute a mezz'asta in segno di lutto nazionale, in ricordo di tutti patrioti morti per la difesa e la libertà del popolo sardo;  
in tale giorno devono restare chiuse tutte le sedi istituzionali e si devono tenere delle commemorazioni in ogni comune a ricordo dei patrioti; 
in tale  festività la giornata deve essere  retribuita per tutto il mondo del lavoro di ogni categoria e classe istituzionale; 
si deve inserire il festeggiamento di tale giornata nella storia patriottica del programma di istruzione scolastica fin dalle scuole elementari, nello studio della storia sarda e della lingua.

Questo atto della RAS, crediamo sia, un modo autentico per  ricordare il sacrificio di un patriota come Doddore e dei molti altri che nella storia della nostra terra si sono sacrificati per il bene della nostra patria.





http://sadefenza.blogspot.com/2018/07/doddore-meloni-la-liberta-di-un-popolo.html

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DA SIENA A NEW YORK (PASSANDO PER ROMA, LONDRA E BRUXELLES) IL CROLLO DELLA SINISTRA COME UNO CHOC STORICO

DA SIENA A NEW YORK (PASSANDO PER ROMA, LONDRA E BRUXELLES) IL CROLLO DELLA SINISTRA COME UNO CHOC STORICO

Antonio Socci

Sa Defenza 



Fra le allegre e colorate vie di Siena, in festa per il Palio della Madonna di Provenzano, a una settimana dallo tsunami elettorale, si aggirano come naufraghi certi notabili e intellettuali della Sinistra cittadina che, interpellati dai giornali nazionali, si dicono sotto choc e sbigottiti per il crollo di un dominio rosso durato 70 anni.

Anche negli altri capoluoghi toscani il PD è diventato l’acronimo di Perde Dappertutto. E non può nemmeno dar la colpa ai fantomatici hacker russi per la sua sconfitta a Massa, Pisa e Siena (MPS), dopo aver perso le altre città toscane.
Gli esponenti della Sinistra si aggirano come fantasmi sulle pagine dei giornali senza capacitarsi. Trovano inspiegabile che gli elettori licenzino loro che sono “il meglio”, i civili, gli illuminati e scelgano invece i cattivi, i barbari.

Perciò, pur dilaniandosi nelle liti intestine, non fanno mai nessuna autocritica (anche il caso Monte dei Paschi – a sentir loro – è stato colpa “degli altri).

Era – quello toscano – l’ultimo impero rosso in Europa. E’ crollato per la ventata fresca di un popolo che si è stufato e ha mandato a quel paese una Sinistra che ha dimenticato i bisogni e le sofferenze della gente comune e ha fatto disastri.
Il nostro era un Pci ormai trasformatosi in establishment “politically correct, che in Toscana continuava a dominare il territorio con il suo soffocante blocco di potere, ma – nella sua patinata immagine pubblica – da anni aveva sostituito l’amore per l’Urss e per i “socialismi reali” con la sudditanza psicologica e politica verso l’America irreale: la Casa Bianca dei Clinton e di Obama, i mercati e la tecnocrazia europea.
Oggi da Siena e Pisa a New York, passando per Roma, Londra, Parigi, Berlino e Bruxelles, nelle nomenklature “progressiste” domina lo stesso choc e lo stesso sbigottimento.

Si chiedono tutti: com’è possibile che abbiano vinto i barbari? Perché il popolo ha scelto gli “incivili”, preferendoli a noi che siamo – per definizione – “la civiltà” e la luce del mondo?
Nei ricchi attici di Manhattan – quelli immortalati da Tom Wolfe come radical chic – ancora si domandano perché gli americani abbiano votato il mostro Trump e – addirittura – come egli sia ancora in sella (rafforzato da un consenso crescente).
Nelle sale da thè londinesi tutt’oggi si domandano come sia stato possibile permettere alla plebe britannica di far vincere la Brexit.

Mentre sulle terrazze romane, sotto choc per la disfatta del 4 marzo, inorridiscono vedendo il barbaro Salvini che ha conquistato il governo e – sempre più – il consenso degli italiani.

Lo sconcerto di queste élite riesce a malapena a nascondere il loro sprezzante malumore verso il popolo. Non a caso – dopo la Brexit e dopo Trump – qualcuno di questi illuminati arrivò a mettere in discussione il suffragio universale.

Non potendo – almeno per ora – imporre un governo delle aristocrazie che abolisca la democrazia (anche se hanno imposto governi tecnici in Italia o governi telecomandati dalla troika altrove) provano almeno a imbavagliare la rete che non riescono a controllare e che ha permesso alla gente di scavalcare il muro di piombo dei media, schierati con le élite.

Ormai l’establishment si sente assediato dai populisti: alla Casa Bianca c’è il capo mondiale del populismo barbarico, al Cremlino ha stravinto ancora l’altra faccia (quella orientale) del populismo.

Poi vedono immerso nel populismo tutto l’est europeo, Austria compresa (citano “i paesi di Visegrad” con il disgusto che dovrebbero avere – e non hanno – verso certe dittature). In Gran Bretagna hanno vinto i populisti della Brexit.

E’ comico vedere la Sinistra italiana aggrapparsi disperatamente a Macron e Merkel che certo non sono di sinistra. Oltretutto perché in Francia Macron, che vinse con percentuali minoritarie, ha i suoi grossi problemi. E in Germania la Merkel – che già fu azzoppata dalle elezioni – è ora destabilizzata dai bavaresi del suo partito, anch’essi populisti.

Nella UE – ultima ridotta delle élite – i cosiddetti “populisti” hanno il vento in poppa e alle elezioni europee della prossima primavera puntano alla vittoria.

Per la narrazione oggi dominante dei media si diventa populisti quando si ascolta il popolo (con i suoi bisogni) anziché obbedire alle élite. In Italia alla sinistra è rimasta, perché ce l’ha nel Dna, l’abitudine di degradare e “marchiare” l’avversario: fascista, razzista, populista.

Come osservava Luca Ricolfi quelli di sinistra sono convinti di rappresentare la parte migliore del paese, di essere titolari di una superiorità etica, culturale e politica” e “guardando alla parte avversa come a dei barbari da educare o da tenere alle porte ne sottovalutano anche le buone ragioni”.

Non riconosceranno mai i loro errori. In America come in Italia, non avendo più il popolo e avendo verificato l’inutilità del monopolio dei media, sperano in qualche rovesciamento di potere provocato dal Deep State Usa, dalla magistratura, dalla Bce, dai mercati o dall’Unione Europea.

Per farsi assegnare la vittoria a tavolino dopo aver perso sul campo.
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Antonio Socci
Da “Libero”, 3 luglio 2018

http://sadefenza.blogspot.com/2018/07/da-siena-new-york-passando-per-roma.html

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