Home

mercoledì 21 luglio 2021

I bambini del Congo avvelenati dai nostri telefonini e auto elettriche




I bambini del Congo avvelenati dalle nostre auto elettriche

LUCA ATTANASIO

Almeno 40mila piccoli schiavi già a 6 anni scavano a mani nude il cobalto. Non più di dieci euro per tirar fuori in due giorni i dieci chili per una batteria al servizio della "rivoluzione verde"

  • La piccola provincia del Lualaba, ex Katanga, che fornisce al mondo sviluppato il 70 per cento del cobalto che serve per le piccole batterie degli smartphone e per quelle massicce delle auto elettriche e ibride.
  • Secondo l’Unicef sono oltre 40mila quelli che si calano nelle gallerie a età anche di 6-7 anni e scavano a mani nude per portare in superficie quantità sempre maggiori di cobalto. Per una batteria di un’auto elettrica ne servono una decina di chili, che sul mercato occidentale costano 300-350 euro, ma sono il frutto di due giornate di lavoro pagate tra i 3 e 5 dollari.
  • Ai piccoli si aggiunge un esercito di sfruttati adulti, circa 160mila uomini e donne, ma anche ragazze che si occupano di selezionare, scartare e lavare il materiale estratto, esposte a ogni sorta di abusi.




CONTRADDIZIONI DELLA NOSTRA EPOCA – SBAGLIATO IGNORARLE

Donne&Cultura

Se continuiamo a ignorare le origini dei nostri problemi non li risolveremo mai e andremo incontro ad un mondo sempre più diseguale, sempre più indifferente, sempre più violento ….

Se vogliamo che l’umanità abbia un futuro, dobbiamo prendere coscienza di questi problemi e gli insegnati e le famiglie, ne dovrebbero parlarne a scuola in modo consapevole e informato, ma non tutti sono in grado di capirne la gravità; a loro volta non sono stati adeguatamente informati e istruiti … ma basta una ricerca su internet o leggere i quotidiani e le notizie ci sono. La pigrizia mentale e l’ignoranza non hanno giustificazioni, tanto più in epoca di internet.

Al nord Europa le cose vanno diversamente, ecologia è una parola, da moltissimi anni, sempre presente in molti progetti … e soprattutto la scuola informa correttamente e i cittadini sono più consapevoli.



CONGO – AFRICA

Sono almeno 40.000 gli schiavi – di soli sei anni – che estraggono a mani nude un minerale pericoloso come il cobalto* In due giorni guadagnano 10 euro; per estrarre 10 chili di cobalto; quanto serve per produrre una sola batteria di auto elettrica.

*Il cobalto e i suoi composti sono tossici a lungo termine, pericolosi per l’ambiente acquatico e possono causare eczemi allergici da contatto, orticaria e asma. Nella sperimentazione sui roditori il cobalto ha provocato il cancro.

Il cobalto è presente negli smartphone di Apple e Samsung, nei computer di Microsoft o nelle auto elettriche di Tesla; ma anche nelle marche meno note.

I dati riportati sono forniti dall’Onu – ultima ricerca del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef)


Le miniere del Congo: è il caso del colosso svizzero Glencore, primo produttore al mondo con circa 40.000 tonnellate di cobalto l’anno. Si tratta del 35% del totale globale, stimato intorno alle 110.000 tonnellate
____________________________________________________




Batterie delle auto elettriche – dei telefonini – dei computer – … cosa contengono oltre al cobalto ?

3TG = Tin + Tantalum + Tungsten + Gold – Ovvero: stagno – tantalio – tungsteno – oro

Sono chiamati anche ” minerali dei conflitti “ a causa di guerriglie e altre violenze (compreso il grande inquinamento delle acque) che si perpetrano nelle zone dove si trovano questi rari minerali

INDISPENSABILI
per i nostri telefonini, batterie per auto elettriche, pile, computer ecc…

I telefonini contengono minerali molto, molto preziosi… che vengono soprattutto dall’Africa, dalla fatica dei più poveri (spesso bambini) e a gravi costi di inquinamento in tutto il mondo.

Cerchiamo di non sprecarli, usiamoli, ma non abusiamone; stiamo attenti a dove finiscono dopo che li abbiamo cambiati.

Se buttati i minerali velenosi, penetrano nel terreno e tra tanti anni ritorneranno nell’acqua potabile dei nostri nipoti e discendenti … per ora già inquinano in modo irrecuperabile le acque potabili dell’Africa dove si trovano le miniere, ma anche in Perù ecc…

E’ nelle nazioni più povere e più martoriate da guerriglie e terrorismo che si trovano le più grandi riserve di minerali indispensabili per la fabbricazione dei nostri cellulari, computer ecc…

I LEADER DEL RANCORE



Antonio Socci

Era il 29 giugno quando Beppe Grillo pronunciò il suo durissimo giudizio su Giuseppe Conte: non può risolvere i problemi perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione.

Due settimane dopo è arrivato il patto della spigola che però non ha cancellato quelle parole, le ha solo messe nel congelatore.

Al momento, Conte – per prendere il controllo completo del M5S – non può permettersi di mostrarsi risentito con Grillo, perché domina un altro e più importante risentimento: quello verso Draghi (reo di aver preso il suo posto a Palazzo Chigi) e verso Renzi (reo di averlo sfiduciato).

Del resto pochi credono alla “pace di Bibbona”. Come riferisce Emilio Pucci sul “Messaggero”, un big grillino dice: “Il fondatore M5s non si farà mettere all’angolo, è evidente che lo sta mandando avanti per poi farlo bruciare”.

E cosa può “bruciare” Conte? Cosa lo muove? Non una particolare idea del Paese – perché ha mostrato di essere pronto a indossare disinvoltamente le idee più diverse – ma appunto il risentimento.

Il risentimento del potere perduto” (Minzolini) è il rancore di chi ritiene di essere stato privato ingiustamente del suo ruolo. E cosa produce?

Secondo il filosofo Max Scheler: “L’esito principale del configurarsi del risentimento è l’impulso di vendetta. In effetti Conte ci pensa.

Già venerdì si è visto il primo sgambetto al governo Draghi che è andato in minoranza in Commissione Ambiente sul decreto “Semplificazioni” per un blitz grillino: “l’imboscata” scrive il Foglio “è stata coordinata dall’asse contiano del M5S… l’ecologismo diventa insieme alla giustizia l’epicentro del malessere grillino su cui Giuseppe Conte potrebbe far leva per alimentare la sua escalation contro il governo”.

In effetti sabato Conte ha lanciato un avvertimento a Draghi su riforma della giustizia e reddito di cittadinanza (si dice che potrà rompere con questo esecutivo).

Per il blitz in Commissione Ambiente i contiani hanno avuto il voto del Pd. D’altronde Letta è deciso a puntare ancora sul M5S. Si stenta a capirne le ragioni politiche. Ma c’è un aspetto umano che accomuna Conte e Letta ed è proprio il risentimento.

È questo il vero cemento impolitico della coalizione giallorossa nella versione Conte-Letta? È il rancore che prevale sulla linea politica, sul realismo, sulla stabilità del governo e sulla consapevolezza dei problemi del Paese?

Quello di Letta è un rancore inestinguibile verso Renzi (reo di avergli soffiato Palazzo Chigi e averlo immortalato davanti al mondo con l’”Enrico, stai sereno”) e verso Salvini nei confronti del quale Letta non ha un rancore personale, ma fomenta quello della sua parte politica che ha sempre bisogno di un Nemico e che è sempre vissuta di demonizzazione dell’avversario.

Un democristiano di lungo corso come Pier Ferdinando Casini, quando Letta è stato chiamato alla segreteria del Pd, nel marzo scorso, disse: Se mi sento di dare un consiglio a Enrico Letta? Metta da parte ogni risentimento, e lo faccia davvero.

Mai consiglio fu più ignorato. Basti vedere la strategia di Letta sul Ddl Zan: pur di non darla vinta a Renzi e a Salvini (che continuano a proporgli di correggere degli articoli) rischia di andare a sbattere.

Non ascolta nemmeno le voci interne al Pd, come il capogruppo al Senato Andrea Marcucci che lo mette in guardia dal “muro contro muro”. Letta non sente ragioni: va addirittura contro il Papa.

Il risentimento di Letta verso Renzi peraltro è ben documentato nei suoi libri recenti, dove si possono leggere passi così: “vaffa, rottamazione, ruspa. Tre parole, tre progetti politici a declinarle, tre leader forti a incarnarle: Beppe Grillo, Matteo Renzi, Matteo Salvini. Uomini dai percorsi e dai profili molto diversi, eppure accomunati da un tratto ben chiaro: tutti e tre si sono serviti dell’idea della distruzione dell’avversario per farsi largo e raggiungere il potere”.

Parole francamente esagerate, ingiuste e poco serene. Anche perché quei tre leader (Grillo, Renzi e Salvini) hanno saputo, per esempio, andare oltre le liti del passato e i reciproci rancori, facendo politica. Letta e Conte no.

Forse, per “stare sereni”, converrebbe a Letta e a Conte meditare le parole di Nietzsche riproposte dal card. Gianfranco Ravasi: Nulla sulla terra consuma un uomo più rapidamente che la passione atroce del risentimento.