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domenica 23 aprile 2023

Il terzo paese più grande dell'Africa sta bruciando

Soldati dell'esercito sudanese nella città di Port Sudan, il 20 aprile 2023.AFP
di Olga Lijachiova
Il terzo paese più grande dell'Africa sta bruciando in un devastante conflitto armato: può gettare nel caos l'intera regione?

Sono scoppiate le ostilità tra l'Esercito sudanese e i paramilitari delle Forze di supporto rapido, controllati da 2 generali al potere dal golpe del 2019.

Dallo scorso fine settimana, il Sudan sta vivendo un brutale conflitto armato tra le forze fedeli a due generali, che de facto sono al potere dal golpe del 2019. Gli scontri hanno già provocato centinaia di morti e migliaia di feriti, e questo solo secondo i dati ufficiali. Cosa ha portato il terzo paese più grande dell'Africa sull'orlo di una guerra civile su vasta scala e in che modo questa crisi può influenzare l'intera regione?

La Russia abbandona completamente il dollaro e l'euro nel commercio di energia


News
La maggior parte degli accordi per petrolio, gas e altre risorse sono già effettuati in valute nazionali. La Russia sta passando alle valute nazionali nel commercio di energia con i partner stranieri, ha dichiarato sabato il vice primo ministro Alexander Novak in un'intervista al canale televisivo Russia-1.

Secondo il funzionario, la maggior parte delle transazioni viene già effettuata in queste valute, principalmente in yuan cinesi e rubli russi, e in futuro Mosca intende abbandonare del tutto l'euro e il dollaro nelle esportazioni di energia.

IL GRAFOLOGO Romanzo di Mariano Abis Undicesima parte



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Gli racconto ciò che mi è capitato, ed il lavoro che sto compiendo, ma sintetizzo al massimo l’esposizione, ho una dannata fretta di conoscere l’evoluzione degli avvenimenti che lo riguardano, e informarlo che per lungo tempo ero convinto che fosse morto o imprigionato, certo che tra gli organizzatori dell’attentato ci fosse anche lui.

“Appartengo ad un’organizzazione anarchica che ha deciso di eliminare il dittatore, e se in genere agiamo singolarmente, stavolta abbiamo deciso di non rischiare e organizzare per bene un attentato. Eravamo in sette, ma ancora prima di agire, due miei compagni sono stati picchiati e sequestrati dagli squadristi, che però erano sicuramente ignari della decisione presa, e noi abbiamo continuato ad organizzare l’azione, non è la prima volta che abbiamo avuto grosse noie senza andare a cercarcele. Per un motivo o per un altro, la decisione è stata rimandata più volte, a roma abbiamo deciso che là saremmo entrati in azione, aspettando un’occasione favorevole, ma ancor prima di agire, un mio compagno è stato arrestato, mentre un altro è stato ferito e bastonato, perché trovato in possesso di un’arma, un terzo, riconosciuto e inseguito, ma salvo, ha detto di voler espatriare in svizzera, un altro verso nord, ed io sono rientrato in questa zona, ma penso che sappiano esattamente chi siamo, infatti mi stanno cercando, anche se non ho avuto modo di compiere alcuna azione, evidentemente hanno deciso di arrestare tutti gli anarchici, a prescindere da eventuali colpe. Essere venuto qui proprio ora che ci sei tu penso sia un grosso rischio per entrambi, e infatti tra un po’ vado via, se ci dovremo vedere sarà in un altro posto”.