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martedì 22 agosto 2023

"I proiettili cadevano come pioggia": così Riad uccide i migranti etiopi

Cadaveri di migranti etiopi a terra al confine tra Arabia Saudita e Yemen.
hispantv
L'organizzazione Human Rights Watch (HRW) ha denunciato lunedì un massacro di immigrati etiopi per mano delle forze di frontiera dell'Arabia Saudita.

L’ONG HRW ha rivelato in un rapporto che l’uccisione di centinaia di immigrati e richiedenti asilo etiopi è avvenuta tra marzo 2022 e giugno 2023 al confine che l’Arabia Saudita condivide con lo Yemen. Tra le vittime ci sono bambini e donne.

Secondo l'ONG, la spesa di miliardi di dollari in eventi sportivi e l'ingaggio di stelle del calcio da parte del regno arabo per "imbiancare la propria immagine, non dovrebbe distogliere l'attenzione da questi crimini".

Definendo l’uccisione di etiopi un crimine contro l’umanità, HRW ha affermato che le forze di frontiera saudite stanno uccidendo centinaia di migranti e richiedenti asilo in una remota area di confine, lontana dalla vista del resto del mondo.

Il rapporto di 2.000 pagine della Russia sull'origine del COVID-19

La Russia ha rilasciato accuse pubbliche secondo cui Big Pharma e alcuni individui all'interno del Deep State statunitense hanno orchestrato la pandemia di Covid-19 con l'intenzione di dominare il mondo.

Hanno nominato personaggi come Hillary Clinton, Barack Obama, Joe Biden e George Soros come co-cospiratori. L'ambasciata russa negli Stati Uniti ha rilasciato una dichiarazione affermando che la Russia cerca giustizia per la creazione del virus, accusando l'Occidente di nasconderne le origini e sopprimendo le inchieste scientifiche e giornalistiche. 

La Russia ha presentato numerose prove alle Nazioni Unite, costituite da oltre 2.000 pagine di rapporti a sostegno delle loro affermazioni negli ultimi 18 mesi. 

I funzionari russi hanno espresso preoccupazione per le attività di ricerca biologica avviate dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti in Ucraina, sottolineando la necessità di una valutazione internazionale.

Massacro di Maui

Di Michael Baster
I marines degli Stati Uniti a Maui hanno visto in prima persona le atrocità commesse dal Deep State: corpi gonfi e crivellati di proiettili che galleggiano a faccia in giù in una marea cremisi; Guardie nazionali delle Hawaii che frugano nelle tasche di isolani e turisti morti; La FEMA e la Croce Rossa vietano ai cittadini l'accesso a cibo, acqua e riparo nelle vicinanze.

In Front Street a Lahaina, un agente di polizia in uniforme spara alla schiena di un pedone per motivi sconosciuti. Il poliziotto poi vede un passante che filma l'incidente con un cellulare e spara anche a lui.

Un proiettile gli colpisce il cranio mentre scava nelle tasche di un morto e cerca di strappare una fede nuziale da un dito senza vita e gonfio. Si porta la mano sulla fronte e si guarda incredulo le dita macchiate di sangue. Si accascia, la pistola che gli cade dall'altra mano.

Era il quinto poliziotto di Deep State che i marines avevano ucciso da quando erano arrivati ​​a Maui nel tardo pomeriggio di mercoledì.