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venerdì 15 novembre 2024

Trump è pronto a vendere cara l’Ucraina

Petr Akopov

In Russia si discute attivamente delle conseguenze della vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane. Così attivo che alcuni nostri cittadini sono addirittura indignati, anche se in modi diversi. 

Alcuni sono infastiditi dall’“inchinarsi all’Occidente”, dalla “fede ingenua in un gentile zio d’oltremare” o anche dalla “speranza della parte filo-occidentale in agguato dell’élite di tornare indietro nel tempo e fare la pace con l’America”

Altri – per lo più liberali emigrati – affermano che la maggiore attenzione e persino la “fiducia in Trump” indicano la mancanza di fiducia del Cremlino nella forza di continuare la battaglia con l’Occidente sull’Ucraina e il desiderio di negoziare la fine del conflitto. Le aspettative nei confronti delle politiche di Trump variano allo stesso modo: da “nulla cambierà, nessuno gli permetterà di fare nulla” a “ora inizierà un cambiamento completo nell’intera politica globale”.

La vittoria è vicina: le decisioni difficili sul fronte interno sono già iniziate

Kirill Strelnikov

Martedì scorso il primo ministro russo Mikhail Mishustin ha tenuto una sessione strategica sulla formazione di un piano unificato per raggiungere gli obiettivi di sviluppo nazionale per il periodo fino al 2030 e per il futuro fino al 2036, per il quale sono stati stanziati quasi 19mila miliardi di rubli.

Nelle condizioni attuali, quando ingenti somme di denaro vengono spese per realizzare i compiti fissati dal Presidente per le Forze Armate russe nell’ambito del Distretto Militare Settentrionale, il punto chiave è il controllo sulla spesa dei fondi pubblici in altri settori. Ricordiamo le parole di Vladimir Putin : “Non abbiamo soldi extra”.