martedì 13 novembre 2012

Guerriglia fuori da Serbariu, 20 poliziotti feriti I ministri Italiani costretti ad andare via in elicottero

Operai e minatori contro l'occupazione militare della miniera

Viva gli scontri del 13 a Carbonia .


Aprendo da una notizia Ansa, che dei minatori di cui non conosco i nomi , condannano gli scontri che si sono avuti tra le lavoratrici,i lavoratori, i cassintegrati , i disoccupati e gli studenti con le forze dell’ordine . Questo nella vecchia miniera di Serbariu di Carbonia, in concomitanza con la venuta nel Sulcis dei ministri Passera e Barca. Per Passera e i suoi compari la disoccupazione, lo smantellamento dell’apparato produttivo, la precarietà non sono affatto una priorità: sono soltanto i soliti indecenti argomenti di recitazione tipici di chi va a rendere visita a un ammalato che si desidera spacciato: una passerella in abito di circostanza con le più fantasiose promesse di guarigione. In realtà si occupano di debito pubblico, di spread, di liquidità delle banche, di scudi salva-stati, di fiscal compact, di pareggio di bilancio e di spending review, ma nell'interesse di chi ne è responsabile piuttosto che nell'interesse di chi ne è vittima: cioè nell'interesse del mercato finanziario e nella cura delle sue convulsioni. Il loro compito è soddisfare gli appetiti famelici di un branco di banchieri, di finanzieri, di speculatori e di ricchi. In ogni modo e a ogni costo. Con le loro promesse hanno dimostrato che non gli interessa nulla della Sardegna e del Sulcis . Quindi personalmente mi dissocio dalle dichiarazioni Ansa di questi miei colleghi ,perché noi minatori da Buggerru in poi siamo stati la classe operaia più cosciente e combattiva sarda e non solo . Basta ricordare le nostre lotte degli anni 1993 -94 -95 . Quindi condivido senza se e senza ma , l’azione prodotta dal popolo sardo sulcitano, che mercoledi 14 è stato provocato dalle forze dell’ordine ed ha giustamente reagito. Sono e sempre sarò dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori e sarò sempre contro i sudditi e i servi dei poteri forti .

Antonello Tiddia
Operaio Carbosulcis
Antonello Tiddia

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 ..da ex operaio, figlio di minatore,ho rimebranza delle lotte che esprime l'autonomia della classe operaia, ed ho anche ben presente chi ha sempre cavalcato la tigre della protesta non essendone espressione diretta, ma solo strumentale come lo fù il PCI neglianni settanta che si attribuì l'espressione delle lotte senza averle dato l'input iniziale ... 
ma essendo la forma della protesta nata dalle nuove generazioni emigrate dal sud e isole che impressero una nuova marcia alla lotta di classe espressa fino ad allora, anche nella risposta violenta alla violenza dello stato al servizio del padronato si distinse per la fantasia giovanile; 

negli anni delle lotte dure per la difesa del potere d'acquisto e dei dirittti dei lavoratori si vide il ruolo che ebbero questi elementi della pseudo sinistra chiamata PCI, comportò una grande infamia, essere la nuova polizia anzichè il partito guida della rivoluzione operaia, oggi si chiamano PD e sono il partito al servizio di Goldman Sachs e fanno la politica dalla parte della finanza e delle banche , un esempio per comprederne l'asservimento ai poteri forti si riscontra nellla loro determinazione a volere usare solo moneta di plastica adducendo fantasie devianti per nascondere la loro malafede, come sappiamo tutti, l'uso delle sole carte di credito o di debito, rende alle banche migliaia di miliardi  e amplia a dismisura il loro potere finanziario e politico a discapito delle masse di cittadini che si ritrovano a pagarne le spese,  tutto questo grazie al PD e assocciati, partito di uomini austeri al servizio dell'austerità montiana e tedesca, con il solo scopo di tagliare lo stato sociale e tutti i dirittti acquisiti negli anni dalle lotte dei lavoratori. 

Oggi come allora gli infami e sostenitori di questo sistema si riaffacciano per denunciare e denigrare i minatori, essendo asserviti al potere statuale e finanziario. Niente pietà per questi luridi vigliacchi che narrano menzogne, cacciamoli dalle nostre manifestazioni a calci nel culo , affinchè non gli venga più in testa di porsi alla testa di una lotta che non gli appartiene e che nemmeno devono gestire. 

SOLIDARIETA' AI MINATORI DEL SULCIS ED A TUTTI I LAVORATORI SFRUTTATI SARDI.

 Sayli 
X Sa Defenza

 




 www.unionesarda.it 

La situazione all'esterno dell'area della miniera ricorda la guerriglia: sull'asfalto sassi e pietre di ogni dimensione, resti di petardi e fumogeni, mentre la strada d'accesso è bloccata da una montagna di materiali: un divano, una porta, ruote di camion e auto, uno scaldabagno e persino una vettura incendiata. La Polizia e i Carabinieri in tenuta antisommossa stanno ancora fronteggiando i manifestanti. 
 I ministri, intanto, hanno lasciato la miniera in elicottero.
gli dei se ne vanno gli Arrabbiati restano. photo de F. Dongu

Gli scontri all'esterno dell'area della miniera di Serbariu e il blocco delle strade hanno costretto la delegazione ministeriale a ripartire in elicottero per l'aeroporto di Cagliari Elmas. I ministri Passera e Barca e il sottosegretario De Vincenti si sono imbarcati su due velivoli, una della Finanza l'altro dei Carabinieri, atterrati nel campo sportivo adiacente alla miniera. 

FERITI
"E' incredibile dover contare 20 feriti tra i poliziotti nella guerriglia urbana di Carbonia: condanniamo con forza questi scontri perché le manifestazioni per il lavoro devono sempre rimanere in un alveo di protesta civile". Lo dice Massimo Zucconi Martelli della segreterie nazionale del Siap. che aggiunge: "Esprimiamo massima solidarietà ai poliziotti che sono lavoratori come tutti gli altri, capiscono i drammi umani e non meritano queste aggressioni - sottolinea il sindacalista - Non è comunque normale che gli agenti stiano al lavoro per 12 ore di fila senza pasti o cambio: così, ancora una volta gli agenti cagliaritani si sentono abbandonati dalle autorità locali e nazionali, che non hanno contemplato la presenza di rinforzi per questa occasione". 

Nuovi scontri, quindi, tra manifestanti e forze dell'ordine all'esterno dell'area della Grande miniera di Serbariu, a Carbonia. I disordini sono cominciati quando all'interno dell'auditorium la delegazione ministeriale stava firmando con Regione e Provincia il protocollo d'intesa per il rilancio del Sulcis. La strada è bloccata e presidiata dai reparti mobili della Polizia. C'è stato un fitto lancio di sassi e lacrimogeni.

Poco prima alcuni gruppi di lavoratori hanno bloccato le due uscite dell'area della grande miniera. In mezzo alla strada sono stati sistemati bidoni e metalli, ed anche la carcassa di un'auto. "E' un atto di protesta forte - fa sapere al telefono Manolo Mureddu, delegato Cisl degli appalti Alcoa - perché ci sentiamo abbandonati". 

All'inizio del vertice i manifestanti avevano cercato di sfondare il cordone delle forze dell'ordine urlando slogan contro il governo. Nel mirino, in particolare, il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera che, insieme al sottosegretario Claudio De Vincenti e al ministro della Coesione Territoriale Fabrizio Barca si trova all'interno della struttura che sta ospitando il vertice sulla vertenza Sulcis. Un gruppo di facinorosi, tra cui anche qualche studente, ha lanciato petardi e vernice rosa nelle vetrate all'ingresso della grande miniera di Serbariu. Dopo alcuni attimi di paura, la situazione è sotto controllo delle forze dell'ordine schierate in tenuta antisommossa. Le tensioni hanno fatto seguito a quelle che avevano preceduto l'arrivo della delegazione dei ministri, atterrata a Elmas intorno alle 10, e giunta nella miniera di Serbariu alle 12 dopo aver firmato con il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, un protocollo per lo sviluppo del Sulcis, una delle province più povere d'Italia con il tasso record di disoccupazione giovanile. 
politzia colorada cun vernici da is operaius et minadoris

I colori dei mestieri
Io so i colori dei mestieri:
sono bianchi i panettieri,
s’alzano prima degli uccelli
e hanno la farina nei capelli;
sono neri gli spazzacamini,
di sette colori son gli imbianchini;

gli operai dell’officina
hanno una bella tuta azzurrina,
hanno le mani sporche di grasso:
i fannulloni vanno a spasso,
non si sporcano nemmeno un dito,
ma il loro mestiere non è pulito.
Gianni Rodari-
 

GLI SCONTRI
I primi scontri si sono svolti poco prima dell'arrivo dei tre rappresentanti del governo Monti e hanno avuto come protagonisti un gruppo di operai dell'Alcoa e le forze dell'ordine che presidiavano l'ingresso della Grande Miniera. I manifestanti più accesi sono giunti dalla vicina fabbrica di Portovesme, ma le vertenze industriali in atto riguardano tutto il Sulcis iglesiente ed è proprio per questo motivo che oggi sono attesi a Carbonia i due ministri ed il sottosegretario. "Come sindacati abbiamo lavorato per sedare gli animi, per garantire lo svolgimento dell'incontro, a noi interessa la firma sul protocollo". Così Roberto Forresu, segretario provinciale della Fiom davanti alla Grande Miniera di Serbariu dove ci sono stati degli scontri fra manifestanti e forze dell'ordine. "A noi interessa che si arrivi a soluzione - ha spiegato Forresu - stiamo cercando di calmare gli animi. Ci interessa risolvere il problema del Sulcis". 
Gli effetti dello scontro con gli operai e minatori nel sulcis photo di F. Dongu

IL VERTICE
Portovesme srl, Eurallumina e Carbosulcis: queste le vertenze affrontate dai rappresentanti sindacali e dalle Rsu aziendali con i ministri Passera e Barca e il sottosegretario De Vincenti riuniti in una sala della Grande miniera di Serbariu, a Carbonia. Reduci dall'occupazione dei pozzi durata una settimana tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre, i delegati della Carbosulcis si sono presentati all'incontro con un manifesto funebre. "Tragicamente si è spenta la Carbosulcis - si legge - Con estrema felicità lo annuncia il Governo nazionale. Requiem. I funerali si svolgeranno presso il Consiglio regionale della Sardegna. Un particolare e sentito grazie vada a tutti coloro che hanno collaborato al raggiungimento di tale obiettivo".

Stefano Meletti, delegato Rsu della Uil, ha spiegato ai giornalisti i contenuti del confronto sulla miniera. "Al Governo abbiamo chiesto un chiarimento, parlando da galantuomini: vogliamo risposte sul progetto integrato della Regione, anche perché i capitali da investire sono tanti e il piano deve essere valutato attentamente. Abbiamo una certezza: la miniera, i minatori, il progetto". Spiragli per la vertenza Eurallumina, la fabbrica ferma da alcuni anni. Il 22 novembre prossimo ci sarà la firma del protocollo d'intesa tra la Rusal, la società russa proprietaria dello stabilimento di Portovesme, il Mise e la Regione Sardegna, un passaggio fondamentale per il riavvio della produzione. "Si comincia finalmente a dare gambe al progetto - ha sottolineato Gian Marco Mocci, della Rsu Cgil - dovremmo essere vicini alla svolta". 

Energia e infrastrutture sono state le richieste avanzate alla delegazione ministeriale dai delegati della Rsu della Portovesme srl. "La nostra azienda va in controtendenza rispetto alle altre - ha detto Salvatore Cappai, portavoce della Rsu - nel senso che proprio ieri ha concluso l'assunzione di 60 giovani diplomati che andranno a lavorare in un impianto moderno. Ma per mantenere questo trend è necessario garantire il costo dell'energia a prezzi competitivi e lavorare per potenziare le infrastrutture nel territorio".


 Minatore Sulcis photo di F. Dongu

rainews24

Cagliari, 13-11-2012 Aumenta la tensione nella grande miniera di Serbariu, dove e' in corso di svolgimento il vertice tra i ministri Corrado Passera, Maurizio Barca e il sottosegretario Claudio De Vincenti con i sindacati e le autorita' regionali e quelle locali del Sulcis. Dal tavolo di discussione non arrivano notizie gradite agli operai dell'Alcoa che hanno bloccato i due ingressi della vecchia miniera dismessa dove si svolgono gli incontri. Vecchie auto, reti di letto e oggetti di ferro sono stati ammassati assieme a pezzi di legno per impedire il passaggio delle auto. 

Davanti all'ingresso posteriore dove e' stato anche appiccato il fuoco sono schierati gli uomini del reparto mobile della polizia in tenuta antisommossa. Alcuni operai, sentiti dall'Agi, hanno detto di non aver ricevuto alcuna notizia positiva dai delegati sindacali che stanno parlando con i ministri ne' per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali ne' per quanto riguarda il futuro dello stabilimento e neppure per la fornitura di energia. "A questo punto", hanno detto detto alcuni di loro, "non li lasceremo andare via senza risposte che ci soddisfino. Siamo decisi anche questa volta a non mollare". "Come sindacati stiamo lavorando per sedare gli animi, per garantire lo svolgimento dell'incontro, a noi interessa la firma sul protocollo". 

Cosi' Roberto Forresu, segretario provinciale della Fiom davanti alla Grande Miniera di Serbariu dove ci sono stati degli scontri fra manifestanti e forze dell'ordine. "A noi interessa che si arrivi a soluzione - ha spiegato Forresu - stiamo cercando di calmare gli animi. Ci interessa risolvere il problema del Sulcis". Prima notte nella galleria mineraria Villamarina di Monteponi occupata dai lavoratori ex Rockwool in mobilita'. 

"La situazione e' preoccupante - ha spiegato Gianni Medda, uno degli ex lavoratori dell'azienda - il presidio prosegue a oltranza. Noi chiediamo solo una cosa, che venga rispettato l'accordo firmato lo scorso dicembre che prevedeva il reinserimento delle maestranze della ex fabbrica all'interno delle aziende partecipate dalla Regione". Nelle parole degli operai c'e' determinazione e la volonta' di andare avanti. 'Vorremmo risposte concrete, atti - hanno urlato - da gennaio la mobilita' con cui le nostre famiglie campano sara' ulteriormente ridotta e non sappiamo come fare ad andare avanti". I lavoratori sollecitano la ripresa immediata del confronto: "Tutte le parti politiche e le istituzioni devono attivarsi per trovare una soluzione per il nostro futuro". 


domenica 11 novembre 2012

Banca Mondiale Luminary: Le persone di razza più piccoli per aumentare "l'efficienza metabolica" in altre parole l'eugenetica applicata all'umano.


la Banca Mondiale Luminary: Progetta persone di razza più piccola per aumentare "l'efficienza metabolica"

Jurriaan Maessen
 ExplosiveReports.Com/

Siamo oggi a pubblicare quanto di più malato  possa concepire la "mente umana" per mano di studiosi e professori d'elite, la modifica dell'umanità con la manipolazione genetica, ecco come  ciclicamente a diastanza d'anni si ripropone e si riprova a proporre  l'eugenetica di antica memoria.

Eccovi l'"EUGENETICA MODERNA" concepita da fervide menti che insegnano nelle Università di alto borgo americane.



tradutzioni de SA DEFENZA
Influente economista ex alto funzionario del Dipartimento Ambiente della Banca Mondiale suggerisce "gli organismi umani potrebbero essere geneticamente (manipolati)  riprogettati per richiedere meno cibo, aria e acqua."
In un articolo intitolato Il problema popolazioni scritto  giorni fa da Herman Daly , ex luminare della Banca Mondiale e professore  presso l'Università del Maryland, suggerisce la riprogettazione genetica degli uomini in piccoli esseri umani per contrastare la crescita globale della popolazione. Allevamento di piccoli esseri umani, Daly afferma, "potrebbe essere il modo più semplice di aumentare l'efficienza metabolica (misurata come numero di persone gestiti da un flusso determinato di risorse)."
Nel suo articolo, Daly respinge l'argomento secondo cui la limitazione al numero degli esseri umani è il risultato automatico del progresso tecnologico e della crescita economica, la cosiddetta "transizione demografica",  indica i pericoli ambientali posti nella sola riduzione dei tassi di natalità attraverso lo sviluppo e la prosperità. 

Daly:"Naturalmente la riduzione della fertilità in correlazione automatica con il tenore di vita è politicamente facile, mentre la riduzione della fertilità diretta è politicamente difficile. Ma ciò che è politicamente facile può essere distruttivo per l'ambiente. "
Dopo prepara la sua tesi con formule, il professore rivela il suo lato demoniaco, affermando che gli esseri umani possono essere  re-ingignerizzati in grandi  dimensioni, come avviene per le piante e gli animali di razza ,  quindi perché non applicare lo stesso tipo di ingegneria per il bestiame umano?

 Ecco la citazione per intero:
"(...) Gli organismi umani potrebbero essere geneticamente manipolati e riprogettati per richiedere meno cibo, aria e acqua. In realtà le persone di piccola taglia sarebbe il modo più semplice di aumentare l'efficienza metabolica (misurata come numero di persone gestite da un quantità determinata di risorse). Per quanto ne so nessuno ha ancora suggerito l'allevamento di più piccole persone come un modo per evitare di limitare le nascite, ma probabilmente riflette solo la mia ignoranza. Abbiamo, tuttavia,  l'allevamento più grande di ingegneria genetica  e il più rapido in crescita per le piante e gli animali. Fino ad ora, le strutture dissipative di questi ultimi sono stati complementari con le popolazioni di corpi umani, ma in un mondo finito e completo, la relazione diventerà presto competitivo ".
Il professore, tra l'altro, afferma a torto che la proposta è la sua la rivendicazione. All'inizio di questo  anno il professore di filosofia e bioetica presso la New York University  S. Matteo Liao ha scritto un documento in cui propone una pletora di possibilità umane di ingegneria per "aiutare gli esseri umani affinchè consumino meno". Uno degli stati di Liao propone che i genitori possono fare uso di ingegneria genetica o terapia ormonale, al fine di far nascere più piccoli, "bambini bisognosi di minori risorse". Sembra che gli "esperti di etica" e gli economisti ecologici di questo mondo hanno eliminato gli ultimi brandelli di umanità,  a favore di misure draconiane sul prossimo futuro, in nome della ragione e della dignità scientifica. Una frase come "strutture dissipative", usata dal professor Daly, è un chiaro esempio di come questi acrobati accademici applicano linguaggio scientifico alla vita da svilire.

"Il problema della popolazione deve essere considerato dal punto di vista di tutti i popoli - le popolazioni sia degli esseri umani e dei loro artefatti (automobili, case, bestiame, telefoni cellulari, ecc) - in breve, le popolazioni di tutte le" strutture dissipative "generate, allevate , o costruite dall'uomo. In altre parole, le popolazioni di corpi umani e delle loro estensioni. O in altre parole ancora, le popolazioni di tutti gli organi che sostengono la vita umana e il godimento dello stesso, sia al di fuori (la pelle) organi endosomatica (all'interno della pelle) e esosomatica. "
Questo, naturalmente, è un caso di stupidi suggerimenti vestiti da intelligente,  ecco come il professore  applica la terminologia di economico ad uno standard della forza misteriosa che è la vita in tutta la sua bellezza intrinseca e profondità, degradata a questa semplice formula, facendosi logica conseguenti alla presente formula.
"Il motivo per il plurale" problema demografico "per le popolazioni di tutte le strutture dissipative è duplice. Primo, tutte queste popolazioni richiedono un flusso metabolico da bassa entropia risorse estratte dall'ambiente ed eventualmente restituita all'ambiente come rifiuti di alta entropia, incontrando sia deplezione (1) e limiti di inquinamento. "
La formula a cui il professore Daly si riallaccia  è facilmente immaginabile,  grazie a Paul Ehrlich e John P. Holdren:
"(...) Considerare la formula = I PAT. P, la popolazione di corpi umani, è un insieme di strutture dissipative. A, ricchezza, o PIL pro capite, rispecchia un altro insieme di strutture dissipative - automobili, edifici, navi, tostapane, iPad, telefoni cellulari, ecc (per non parlare di popolazioni di animali e di piante agricole). In un mondo finito alcune popolazioni crescono a scapito di altre. Auto ed esseri umani sono ora in competizione per la terra, l'acqua e la luce solare per aumentre sia il cibo che il carburante. strutture dissipative  non umane a un certo punto la forza di una riduzione delle strutture dissipative di altri corpi, e cioè quelli umani . "
"Interesse (...) demografico '", Daly continua, "dovrebbe essere esteso alle popolazioni di tutte le strutture dissipative, i loro throughput (2)  metaboliche, e le relazioni di complementarietà e sostituibilità tra di loro. Gli economisti dovrebbero analizzare l'offerta, la domanda, la produzione e il consumo di tutte queste popolazioni all'interno di una ecosfera che è finito, non-crescita, entropico, e aperto solo a un flusso fisso di energia solare. "
Quello che oggi è il territorio di economisti ecologici e bioeticisti in precedenza era il terreno della sovranità europea. Poiché questi di sangue blu considerano i loro sudditi pressa a poco più che animali, il passo successivo è stato inevitabile che essi dovrebbero ampliare le loro sperimentazioni sulle  cavie umane. Un tentativo di allevare una classe asservita è stata fatta da Federico Guglielmo I dalla casa di Hohenzollern, re di Prussia, all'inizio del 18 ° secolo.
Per lo stupore dei compagni di governanti e sudditi tremanti allo stesso modo, il Soldato-re (con il nome Frederick ) ha cominciato a raccogliere uomini giganti come oggi si collezionano francobolli rari. Da tutta la Prussia aveva i suoi agenti per cercare e spesso rapire uomini affetti da gigantismo. Nel tentativo di creare il suo soldato modello, i soldati giganti, il re ordinò ai suoi sudditi di segnalare immediatamente alle autorità ogni volta vedevano uomini eccezionalmente alti nelle vicinanze. Ha anche chiarito ai suoi alleati politici che avrebbero potuto mantenersi i loro doni: oro per se stessi fino a quando gli è fornito di tanto in tanto per riempire le sue azioni. Se qualcuno è stato sfortunato abbastanza per essere più di sei metri di altezza e nato  nella sfera di influenza prussiana (che è stato piuttosto lungo), si sarebbe prima o poi  notato e assegnato alla collezione privata del re. 

Con un'ambizione che avrebbe messo Marie Stopes per confondere Federico  in giro per l'Europa con i più impressionanti "campioni" e selezionare tutti e ciascuno di loro personalmente prima di inviarli al suo sub-livello di camere di sperimentazione. Il più noto di questi esperimenti è stato l'allungamento delle sue vittime su un tavolo appositamente costruito per renderli ancora più alti di quanto già non fossero. Federico a volte presiedeva seduto da dietro scaffalature mentre assaporava al tempo stesso il suo pranzo. Come solo un tedesco di sangue blu poteva concepire, il re  costretrinse per ampliare la sua collezione in rapida contrazione , di incrociarsi con le donne altrettanto alte, in modo da costruire un futuro esercito di giganti,di classe superiore che sarebbe stata l'invidia d'Europa. 

Qui ha effettivamente tentato di allevare un "uomo nuovo", e si dice che la città di Potsdam, tana degli Hohenzollern, era piena di uomini insolitamente alti alla fine del 18 ° secolo . E' triste, questa storia dei giganti Potsdam. 
Caddero vittime dell'appetito sanguinario dell'elite e inconsapevolmente  sono diventati uno dei primi esperimenti ad essere sacrificati sull'altare dell'eugenetica.

E 'vero. Che il professore Daly e gli altri all'interno della comunità scientifica che proponiamo è un estremo del follow-up (3) di tali programmi di allevamento. La differenza è che oggi questi suggerimenti sono stati fatti in nome del pianeta. Nel suo cuore batte lo stesso vecchio cuore disumanizzante, o senza-anima, mostrando un disprezzo per tutto ciò che è vivo, e per tutti coloro che sono ricchi di vitalità e salute.




Note
1.  Deplezione: in medicina è la diminuzione di una quantità di liquido o di un componente generale dell'organismo e la condizione patologica che ne deriva; anche, la diminuzione di un determinato composto organico in un particolare organo.
2.  da wikipedia  Il throughput non è da confondersi con la capacità del link: sia la capacità che il throughput si esprimono in bit/s, ma mentre la prima esprime la frequenza trasmissiva massima alla quale i dati possono viaggiare, il throughput è un indice dell'effettivo utilizzo della capacità del link. Il throughput è la quantità di dati trasmessi in una unità di tempo, mentre la capacità dipende esclusivamente da quanta informazione è disponibile sul canale nella trasmissione.
Si definisce invece Goodput la quantità di dati utili nell'unità di tempo del throughput trasmesso scartando la extrainformazione o informazione di overhead associata ai protocolli durante la trasmissione e gli eventuali pacchetti reinviati per protocolli di tipo ARQ.

Un esempio

Si consideri una sorgente che trasmette ad un destinatario dati organizzati in pacchetti attraverso un link di capacità R bit/s. La sorgente trasmette un pacchetto alla volta, perché alterna a periodi di trasmissione, periodi di inattività in cui aspetta che il destinatario invii un riscontro di corretta ricezione. Il link di trasmissione è effettivamente utilizzato solo nel momento in cui la sorgente trasmette pacchetti, poiché quest'ultima non trasmette nulla mentre attende dal destinatario i riscontri (si è assunto per semplicità che il riscontro del destinatario sia un pacchetto di dimensione trascurabile).
Si supponga allora, per semplicità, che il canale sia impegnato per metà del tempo (la sorgente trasmette pacchetti), mentre per l'altra metà rimanga libero (la sorgente attende i riscontri per ogni pacchetto trasmesso): sotto tale ipotesi il throughput del link è di R/2 bit/s, poiché la sorgente trasmette i pacchetti alla massima frequenza trasmissiva del canale, cioè R bit/s, soltanto in un tempo doppio rispetto a quanto basterebbe se non attendesse i riscontri. Il canale potrebbe trasmettere R bit/s, ma di fatto ne trasmette solo R/2. 
3.   da wikipedia Follow-up Il termine follow-up, proveniente dalla lingua inglese, indica una serie di controlli periodici e talvolta programmati a seguito di un'azione o intervento. Per la sua genericità, il termine viene usato in contesti differenti, per esempio:
  • in ingegneria per indicare il controllo dello stato di avanzamento di un progetto
  • in medicina per indicare la serie di controlli a cui viene sottoposta una persona in seguito a terapie mediche e / o chirurgiche.
In medicina lo scopo è di diagnosticare prima della comparsa di sintomi una ripresa della malattia, una nuova patologia collegata alla prima o un effetto dannoso legato al trattamento.

mercoledì 7 novembre 2012

CONSULTA RIVOLUTZIONARIA SARDINYA..............

OI ASUMANCU TREMILLAS PERSONAS ANT PARTECIPADU A S'ATOBIU DDE SA CONSULTA REVOLUTZIONARIA DE SARDINYA, ET ANT NAU DDE ESSIRI PRONTUS PRO SI PIGAI SA RESPONSABILITAT DE GUVERNU DE SA TERRA NOSHTA.
S'ATOBIU DDE SA CONSULTA REVOLUTZIONARIA DE SARDINYA
E' giunto il giorno da dove possiamo allocare la partenza della Consulta Rivoluzionaria del popolo sardo.

E' l'inizio del percorso che ci porterà all'indipendenza, una massa di circa tremila persone hanno dato vita a "s'Atobiu" l'assemblea , ove son state smascherate tutte le pecche di questa classe politica corrotta e venduta agli interessi "altri" anchè quelli de il popolo; abbiamo iniziato a percorrere uan strada ce porta alla Rivoluzione Sociale della Sardinya, le avanguardie del popolo iniziano con "frastimus" imprecazioni per la condizione difficoltà e di subalternità ad un potere politico irresponabile ed egoista, che altro no fa che arricchirsi e gettare il popolo nella povertà più estrema. 

V'è la necessità organizzativa, ma sopratutto è "su bisu" il sogno della nuova dimensione, che, spinge la massa a farsi critica e istanziale di nuove idee da applicarsi sul campo tutto da lavorare e preparare alla fertilità.

Gli umori tra i presenti son variabili e i commenti son tinti quelli di stupore, altridi  delusione, ma arde e non cambia l'intento e la consapevolezza d'essere soggetto vincente.


Siamo pronti a trattare, con l'Italia colonialista, la nostra liberazione ed assumere responsabilmente la capacità di camminare sulle nostre proprie gambe,  rivendichiamo i nostri diritti di nuova Natzione dell'arcipelago euro-med, assumere  il ruolo che ci compete  di nuovo soggetto geopolotico e nell'imperante sprazzo del suo proprio alter-alter, assurgere a le nuove dimensioni del limes il tempo de l'astrato, e consentire infine la formazione della nuova soggettività sovrana, in terra libera. 


"Sardinya libera e indipendente!"

Ora, oggi, siamo arrivati alla giusta consapevolezza del nostro essere natzione indipendente, libera e sovrana.

Non abbiamo bisogno di essere consigliati o diretti da nessun altro che da noi stessi, poichè in noi vi è l'intemperante fierezza del cambiamento.

Ecco che s'affaccia legiadra forte e sanamente vergine vibarnte la nuoa era delle natzioni senza stato che ottemperando al giuramento che han col popolo loro perndon fardello e pongon i ponti de la LIBERTA'.

EST CUSTA S'ORA DE BOLIT CUN TOTUS IS FORTZAS SA SOBERANIA,  S'INDIPENDENTZIA,  SA LIBERTADE DE SARDINYA!!

SA DEFENZA



ASSEMBLEA GENERALE DEL POPOLO SARDO

La Consuta rivolutzionaria nasce con l'obiettivo di costituire un grande spazio di confronto, condivisione e partecipazionedal basso che raggruppi in Sardinya tutti i cittadini e le organizzazioni sociali e produttive.

La politica espressa oggi dala Regione  Autonoma dimostra l'incapacità, da partre di chi governa, a trovare soluzioni immediate e urgenti per arginare le cconseguenze devastanti della crisi che sta interessando ormai tutti i settori della società sarda.

CONSULTA RIVOLUZIONARIA


GIACOMO MELONI SEGRETARIO DELLA CONFEDERAZIONE SINDACALE SARDA CSS, HA INDETTO LO SCIOPERO GENERALE IN SARDINYA IL 7.11.2012
  

martedì 6 novembre 2012

Abbandonare l'Euro

Abbandonare l'Euro


Vicenç Navarro 
Tradotto da  Alba Canelli




Vista l'enorme crisi finanziaria ed economica vigente in Spagna, ci sono tre alternative. Una è quella di continuare le politiche di austerità del governo del Partito popolare, seguendo le istruzioni del Consiglio europeo (dominato da conservatori e liberali), della Commissione Europea (di chiaro orientamento conservatore neoliberista) e della Banca Centrale Europea (sotto l'enorme influenza della Bundesbank, la banca centrale tedesca, che è stata definita ironicamente e con ragionevole certezza, come il Vaticano del neoliberismo), massima esponente del sistema bancario tedesco. Queste politiche conducono inevitabilmente ad una situazione di recessione, rasentando la depressione per molti anni. Il suo fulcro è un attacco frontale al mondo del lavoro, allo stato sociale e alla democrazia.

L'evidenza di ciò è forte e sconvolgente. La sua massima espressione è ciò che sta accadendo in Grecia. Dietro questa strategia c'è il capitale finanziariario (che oggi domina il comportamento, non solo finanziario, ma anche economico, nell'area dell'euro) e il capitale delle grandi aziende. Questa opzione è, senza dubbio la peggiore. Aspettarsi che le politiche di quella che viene chiamata "austerità espansiva" siano efficaci nello stimolare l'economia e uscire dalla recessione, appartiene all’ambito del dogma neoliberista, accettato per molto tempo dalle sinistre al governo che stanno portando la Spagna, l'Europa e il mondo al disastro.
Un'altra alternativa è quella di seguire politiche quasi opposte alle politiche di austerità. Questa alternativa sarebbe ispirata alle politiche espansive del New Deal del XX secolo negli Stati Uniti e anche alle politiche espansive degli anni Cinquanta e Sessanta che hanno seguito la maggior parte dei paesi in Europa, stimolati dal Piano Marshall. Tali politiche espansive, effettuate su entrambi i lati dell'Atlantico, hanno permesso agli Stati Uniti e all'Europa occidentale di uscire dalla Grande Depressione. L'applicazione di queste politiche in Spagna e nell'UE implicherebbe un forte aumento della spesa pubblica, che avrebbe lo scopo di creare posti di lavoro e, attraversoquesti, aumentare la domanda interna e stimolare l'economia. Tali politiche avrebbero al centro della loro strategia, lo stimolo della crescita, sia per la Spagna, quanto per l’Unione Europea. Contrariamente a ciò che sostiene la saggezza convenzionale, questa strategia potrebbe essere sviluppata anche in Spagna, anche se la sua esecuzione sarebbe più semplice se tali politiche fossero effettuate anche a livello dell'Eurozona e dell'Unione Europea.
Mi si dirà che il governo francese ha già iniziato questo percorso. Ma, come ho scritto di recente, questo governo ha firmato il Patto Fiscale che impone agli Stati di avere bilanci in pareggio, senza mettere in discussione il Patto di Stabilità, che è quello che sta determinando i massicci tagli alla spesa pubblica che si stanno attuando nei paesi dell'Eurozona. Non possono sviluppare politiche di crescita senza mettere in discussione tali trattati. Il fatto che il governo socialista francese abbia proposto al Parlamento francese di approvare un simile patto fiscale, è un indicatore della scarsa probabilità che tale alternativa espansionista avvenga in quel paese.
Non escludo che le crescenti proteste popolari, guidate dai sindacati, e la crescita dei partiti più oltranzisti dei socialdemocratici al potere, muovano questi partiti verso posizioni più coerenti con il loro discorso a favore della crescita. Ma questa possibilità è campata in aria. Non la escludo (e sarebbe la mia preferita), ma sono scettico. I partiti socialdemocratici non hanno fatto l'autocritica che implicava il cambiamento notevole che avrebbero dovuto fare nelle loro politiche economiche. La socialdemocrazia spagnola e catalana ne sono un chiaro esempio. Le politiche economiche che stanno proponendo presumono che l'economia si riprenderà sulla base di un aumento delle esportazioni, senza rendersi conto che l'elemento chiave di tale recupero passa attraverso un aumento della domanda interna.
Questo ci porta alla terza alternativa, che non è la mia prima opzione, ma credo più che mai che sia l'unica opzione rimasta, dal momento che, come ho detto prima, la peggiore scelta è quella di continuare la situazione attuale. E la terza opzione è che la Spagna esca dall'euro. L'aver raggiunto questa conclusione deriva dalla mia consapevolezza del fatto che la Spagna non ha i mezzi e gli strumenti per uscire dalla crisi. Non è possibile svalutare la moneta per rendere più competitiva la Spagna, e lo stato non può proteggersi dalla speculazione finanziaria, non avendo una banca centrale che lo protegge. Questo è intollerabile. A meno che non si recuperino questi strumenti, la Spagna, nel quadro attuale della zona euro, non può riprendersi. In realtà, non è un caso che la Gran Bretagna e la Svezia stanno iniziando politiche espansive, in quanto entrambi i paesi hanno la loro moneta e la loro banca centrale.
Le argomentazioni che sono state addotte contro questa uscita dall'euro, nella maggior parte dei mezzi di comunicazione sono così di parte che peccano di credibilità. Vediamo. Uno di questi è che alla Spagna, con uscita dall'euro, si vedrebbe negata la possibilità di prendere in prestito denaro sui mercati finanziari. Lo stesso argomento è stato utilizzato, naturalmente, con molti paesi, tra cui Argentina (quando si separò dal dollaro), ma questo non è confermato dalla realtà dei fatti. Il sistema finanziario di oggi è multipolare, e non mancano nel mondo di oggi, né la liquidità né il credito. Al contrario. Oggi il mondo è inondato di denaro. Vi è un eccessivo accumulo di capitale finanziario. Il problema è la mancanza di domanda da parte la maggior parte delle popolazioni. Tale carenza è creata artificialmente in Spagna (e progettata fin dall'inizio dai creatori dell'euro e della BCE). Oggi la Spagna potrebbe ottenere credito ad interessi molto più bassi, se non aderisse all’unità monetaria. Svezia e Gran Bretagna, entrambe nell'UE, ma non nella zona euro, non hanno difficoltà di accesso al credito.
Un altro argomento che è stato usato è basato sull'ignoranza rispetto ad alcuni fatti. E' stato detto più volte che l'Argentina ha potuto recuperare molto presto (ha avuto bisogno di soli sei mesi per ricrescere dopo aver lasciato il dollaro) a causa della forte domanda di prodotti naturali in un'economia globale molto espansiva. Questo argomento non tiene conto del fatto che la ripresa argentina non era basata sull'incremento delle esportazioni, ma sulla crescita della domanda interna.
Un argomento che ha più validità, tuttavia, è il rischio di inflazione crescente, a causa dell'emissione di molta moneta da parte della banca centrale per supportare le politiche espansive. Questo rischio è reale. Ora, tra due mali minori, è preferibile un'inflazione elevata con basso tasso di disoccupazione e una crescita elevata, piuttosto che la situazione attuale con una bassa crescita, alta disoccupazione, e recessione.
Ammetto che l'uscita dall'euro non sarebbe un processo facile. Ma questo argomento, - la difficoltà di abbandonare l'euro - deve essere considerata alla luce dei costi umani, sociali, economici rispetto alla permanenza nell’euro. Le proposte di uscire dalla crisi nell'euro, sulla base di un aumento delle esportazioni (così come proposto, non solo dai gruppi di lavoro economici del Partito Popolare, ma anche del PSOE e PSC), ignorano (ripeto quello che ho detto prima) che il più grande problema dell'economia spagnola è l'enorme paralisi della domanda interna. Come ho già sottolineato, il settore delle esportazioni è andato crescendo in Spagna, mentre l'economia continuava a collassare, anno dopo anno. La soluzione passa attraverso un aumento della domanda che non può essere risolto se non si rompe con le politiche imposte dalle autorità della zona euro e dal Fondo Monetario Internazionale. È interessante notare che i due stati di cui sopra, il britannico e lo svedese (entrambi governati da partiti conservatori) hannoconvenuto che senza politiche espansive, di stimolo economico, non si riprenderanno dalla loro crisi. Ma, come ho detto prima, entrambi sono in grado di farlo perché hanno una propria banca centrale e una propria moneta. Quindi, anche se il debito britannico è superiore a quello spagnolo (che è relativamente basso), gli interessi sul debito pubblico sono molto più bassi, e nessuno dei due, né Gran Bretagna e né Svezia, hanno una forte inflazione. Il fatto che vi è un rischio di alta inflazione non basta per concludere che l'uscita dall'euro della Spagna porterebbe a un'inflazione elevata che colpirà l'efficienza dell'economia spagnola.
Un'ultima osservazione. E' una grande imperizia che nessuno dei due partiti maggiori, in grado di governare la Spagna abbiano minacciato di abbandonare l'euro. L'ultima cosa che vogliono la Germania e le sue banche è che la Spagna lasci l'euro. Lo Stato spagnolo dovrebbe usare questa minaccia come merce di scambio nelle sue trattative con la Troika. Il fatto è che non lo fa indica il suo grado di dipendenza. 





Per concessione di Tlaxcala
Fonte: http://blogs.publico.es/dominiopublico/5871/salirse-del-euro/
Data dell'articolo originale: 27/09/2012
URL dell'articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=8515 

 

lunedì 5 novembre 2012

7 NOVEMBRE 2012 CONSULTA RIVOLUTZIONARIA DAVANTI ALLA REGIONE SARDA

A IS 10 DE SU 7 MESI D'ONNIASANTU (DE SANT'ANDRIA) DE SU 2012
INNANTIS DE SA REJONE SARDA

ATOBIU CUN SCIOPERU NATZIONALI CUNTRA SA CASTA DDE IS BENDIUS DE ONNIA TZERACU DDE IS  PARTIDUS ITALIANISTAS-SARDUS

AMUS A TZERRIAI TOTUS IS AMIGUS CUMPANTZUS FRADIS E SORRIS DDE SARDINYA A SI PORTAI IN S'ATOBIU ASUTA DDE SA REJONE PO DDI 'ONAI SU PAPERI DDE VIA DE SA PATRIA NOSHTA! 

LA SITUAZIONE SOCIALE ED ECONOMICA IN CUI VERSA LA NOSTRA NATZIONE E' MOLTO GRAVE, E DOBBIAMO ASSUMERCI LA RESPONSABILITA' DELLA DIRETZIONE E DI GOVERNO DELLA SARDINYA PER NON LASCIARE CHE I PIRATI FAMELICI AL SERVIZIO DELLE BANCHE AMERICANE E ITALIOTE, DELLA BCE DEL FMI E DELL'EUROPA AFFOSSINO UNA NATZIONE ED UN POPOLO FIN ORA SCHIACCIATO PURE DALL'ARROGANZA ITALIOTA, PER RISCATTARE LA STORIA DEI NOSTRI EROICI AVI, E COSTRUIRE , SEGUENDO LE ORME DEGLI ANTICHI UNA NUOVA NATZIONE A DIMENSIONE D'UOMO E NON DEL PROFITTO.

E' ORA DI DARE IL SEGNALE AL POPOLO SARDO CHE CAMBIARE SI PUO' 
CAMMINARE CON LE NOSTRE GAMBE E' PIU' FACILE E MIGLIORE PER CAMBIARE , PARTECIPARE E' LA SOLUTZIONE ALL'APATIA ED ALL'AFASIA GENERALE CREATA DAI PARTITI ITALIOTI FINTI SARDI, PERCIO' ANZICHE' STARE A GUARDARE DALLA FINESTRA DELLA STORIA, AGISCI, MUOVI IL CULO E SCENDI IN PIAZZA AD ABBATTERE IL SISTEMA!

IL 7 NOVEMBRE 2012 , INIZIA LA NUOVA ERA DELLA NOSTRA NATZIONE,  CONSULTA RIVOLUTZIONARIA IMBOCA LA STRADA DA PERCORRERE PER LA NOSTRA SOVRANITA', INDIPENDENZA E  LIBERTA'!

SA DEFENZA





sabato 3 novembre 2012

Le basi che fanno paura... Teulada Quirra ....Sardinya..


Le basi che fanno paura. Documento dove raggrupperemo le 5 puntate.


Salvatore bellisai
Ipotesi sulle contaminazioni nei siti militari sardi

di Milvia Spadi

In Sardegna si trova il 60% delle basi militari italiane, intorno a Teulada, Capo Frasca e Quirra, da tempo si lamenta l’inquinamento prodotto dai materiali usati per le esercitazioni. In particolare nella zona  del poligono sperimentale del Salto di Quirra, il più grande d’Europa, sul quale dal 2011 indaga la procura di Lanusei, è stato accertato l’uso di armi pericolose, e rilevate tracce di uranio, torio, cadmio tugstenio. Il processo contro i responsabili accusati di inquinamento ambientale è in corso. Da tempo tuttavia associazioni di militari e civili protestano contro questa pericolosa presenza che avrebbe causato tumori e leucemie. E sono sempre di più le costituzioni di parte civile al processo.  





venerdì 2 novembre 2012

Grecia-Germania: Chi deve a chi? [1] L’annullamento del debito tedesco a Londra nel 1953

Grecia-Germania: Chi deve a chi? [1] L’annullamento del debito tedesco a Londra nel 1953

Eric Toussaint Ερίκ Τουσέν 
Tradotto da  FrancescaB



Dal 2010, nei paesi più forti della zona euro, la maggior parte dei dirigenti politici, sostenuti dai media dominanti, vantano i meriti della loro presunta generosità nei confronti del popolo greco e di altri paesi indeboliti della zona euro che occupano le prime pagine dell’attualità (Irlanda, Portogallo, Spagna…). In questo contesto sono chiamate «piani di salvataggio» delle misure che sprofondano ancora di più l’economia dei paesi cui sono destinate e che contengono arretramenti sociali mai visti in Europa nel corso degli ultimi 65 anni. A questo si aggiunge l’inganno del piano di riduzione del debito greco adottato nel marzo 2012, che implica una diminuzione dell’ordine del 50% (1) dei crediti dovuti dalla Grecia alle banche private, anche se questi crediti avevano perso tra il 65 e il 75% del loro valore sul mercato finanziario secondario.
La riduzione dei crediti alle banche private è compensata da un aumento dei crediti pubblici nelle mani della Troika e sfocia su nuove misure di una brutalità e di un’ingiustizia fenomenali. Questo accordo di riduzione del debito mira a vincolare definitivamente il popolo greco a un’austerità permanente, costituisce un insulto e una minaccia per tutti i popoli d’Europa e d’altrove. Secondo i servizi di studio dell’FMI, nel 2013, il debito pubblico greco rappresenterà il 164% del PIL, il che significa che la riduzione annunciata nel marzo 2012 non porterà a un effettivo e durevole alleggerimento del fardello del debito che pesa sul popolo greco. È in questo contesto che Alexis Tsipras, in visita al Parlamento europeo il 27 settembre 2012, ha sottolineato la necessità di un’iniziativa concreta di riduzione del debito greco e ha fatto riferimento all’accordo di Londra del 1953 che portò all’annullamento di buona parte del debito tedesco. Torniamo su questo accordo.


Il banchiere Hermann Josef Abs firma l'accordo di Londra sul debito tedesco  il 27 febbraio 1953

L’accordo di Londra del 1953 sul debito tedesco
Il radicale alleggerimento del debito della Repubblica federale della Germania (RFA) e la sua rapida ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale sono state rese possibili grazie alla volontà politica dei suoi creditori, ovvero gli Stati Uniti e i loro principali alleati occidentali (Gran Bretagna, Francia). Nell’ottobre del 1950 questi tre alleati formulano un progetto nel quale il governo federale tedesco riconosce l’esistenza dei debiti dei periodi precedenti e successivi alla guerra. Gli alleati vi allegano una dichiarazione in cui si notificava che «i tre paesi concordano che il piano prevede un regolamento adeguato delle esigenze insieme alla Germania il cui risultato non deve squilibrare la situazione finanziaria dell’economia tedesca attraverso ripercussioni indesiderate né colpire eccessivamente le riserve potenziali della valuta. I tre paesi sono convinti che il governo federale tedesco condivide la loro posizione e che il ripristino della solvibilità tedesca deve essere accompagnato da un adeguato pagamento del debito che assicura a tutti i partecipanti una giusta negoziazione, tenendo conto dei problemi economici della Germania (2)».

Se contabilizziamo gli interessi, il debito reclamato alla Germania riguardo al periodo antecedente la guerra ammonta a 22,6 miliardi di marchi. Il debito del dopo guerra è stimato a 16,2 miliardi. Al momento dell’accordo concluso a Londra il 27 febbraio 1953 (3) queste somme sono portate a 7,5 miliardi di marchi per quanto riguarda la prima e a 7 miliardi per la seconda (4). In percentuale questo rappresenta una riduzione del 62,6%. Per di più l’accordo stabilisce la possibilità di sospendere i pagamenti per rinegoziarne le condizioni qualora si verificasse un cambiamento sostanziale che limita la disponibilità delle risorse (5).
Per assicurarsi che l’economia della Germania occidentale sia davvero rilanciata e che costituisca un elemento stabile e centrale nel blocco atlantico di fronte al blocco dell’Est, gli Alleati creditori fanno importanti concessioni alle autorità e alle imprese tedesche indebitate, concessioni che vanno ben al di là di una riduzione del debito. Si parte dal presupposto che la Germania debba essere in condizioni di rimborsare tutto, mantenendo un livello di crescita elevato e un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. Rimborsare senza impoverirsi. Per questo i creditori accettano:
- Primo, che la Germania rimborsi l’essenziale del debito che le è richiesto con la sua moneta nazionale, il marco. Rimborsa solo in maniera marginale con valute forti (dollari, franchi svizzeri, sterline…).

- Secondo, anche se all’inizio degli anni Cinquanta il paese presenta ancora una bilancia commerciale negativa (il valore delle importazioni supera quello delle esportazioni), le potenze creditrici accettano che la Germania riduca le importazioni: può produrre autonomamente quei beni che in passato faceva arrivare dall’estero. Consentendo alla Germania di sostituire le importazioni con beni di produzione propria, i creditori accettano quindi di ridurre le loro esportazioni verso questo paese. Ora, nel periodo tra il 1950 e il 1952 il 41% delle importazioni tedesche arrivavano da Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti. Se si aggiunge a questa cifra la parte delle importazioni provenienti dagli altri paesi creditori che hanno partecipato alla conferenza (Belgio, Olanda, Svezia e Svizzera), la cifra totale ammonta addirittura al 66%.

- Terzo, i creditori autorizzano la Germania a vendere i suoi prodotti all’estero, arrivando a incentivarne le esportazioni al fine di stimolare una bilancia economica positiva. Tutti questi elementi sono riportati nella dichiarazione precedentemente menzionata: «la capacità della Germania di pagare i suoi debitori privati e pubblici non significa unicamente la capacità di realizzare regolarmente i pagamenti in marchi tedeschi senza conseguenze inflazionistiche, ma anche che l’economia del paese possa coprire i debiti tenendo conto del suo attuale bilancio dei pagamenti. Determinare la capacità di pagamento della Germania chiede di far fronte a certi problemi quali:

1. la futura capacità produttiva della Germania con particolare riguardo verso la capacità produttiva dei beni esportabili e la capacità di sostituire le importazioni;

2. la possibilità di vendere le merci tedesche all’estero;

3. le probabili condizioni di commercio future;

4. le misure fiscali ed economiche interne necessarie ad assicurare un surplus per le esportazioni (6).»
Inoltre, in caso di litigio con i creditori, i tribunali tedeschi sono, in generale, competenti. Si dice esplicitamente che, in certi casi, «i tribunali tedeschi potranno rifiutare di eseguire […] la decisione di un tribunale straniero o di un’istanza arbitrale». È il caso qualora «l’esecuzione della decisione fosse contraria all’ordine pubblico» (p.12 dell’Accordo di Londra).

Un altro elemento molto importante è che il servizio del debito viene fissato in funzione della capacità di pagamento dell’economia tedesca, tenendo conto dello stato di avanzamento della ricostruzione del paese e dei ricavi delle esportazioni. In tal modo, la relazione tra il servizio del debito e i redditi delle esportazioni non deve superare il 5%. Ciò significa che la Germania occidentale non deve consacrare più di un ventesimo di tali redditi al pagamento del debito. In pratica, la Germania non destinerà mai più del 4,2% dei proventi delle esportazioni al pagamento del debito (questo montante viene raggiunto nel 1959). In ogni caso, nella misura in cui buona parte dei debiti tedeschi era rimborsata in marchi, la banca centrale tedesca poteva emettere moneta, in altri termini monetizzare il debito. Viene presa un’altra misura eccezionale: si applicherà una riduzione drastica dei tassi d’interesse che oscillano tra lo 0 e il 5%.

Le potenze occidentali offrono alla Germania dell’ovest un favore di un valore economico enorme: l’articolo 5 dell’accordo concluso a Londra rinvia il pagamento delle riparazioni e dei debiti di guerra (sia della prima che della seconda guerra mondiale) dovuti dalla RFA ai paesi occupati, annessi o aggrediti (e anche ai loro cittadini).
Infine bisogna prendere in conto i doni in dollari fatti dagli Stati Uniti alla Germania dell’ovest: 1,17 miliardi di dollari nel quadro del Piano Marshall tra il 3 aprile 1948 e il 30 giugno 1952 (circa 10 miliardi di dollari di oggi) ai quali vanno aggiunti almeno 200 milioni di dollari (circa 2 miliardi di dollari di oggi) tra il 1954 e il 1961, principalmente tramite l’agenzia internazionale dello sviluppo degli Stati Uniti (USAID).

Grazie a queste condizioni eccezionali, la Germania occidentale si risolleva economicamente in tempi molto rapidi e, all’inizio degli anni Novanta, finisce con l’assorbire la Germania dell’est. Oggi è di gran lunga l’economia più forte in Europa.


Germania 1953/Grecia 2010-2012

Se azzardiamo un confronto tra il trattamento che subisce la Grecia e quello che è stato riservato alla Germania dopo la Seconda guerra mondiale, le differenze e l’ingiustizia sono sorprendenti. Eccone una lista non esaustiva in 11 punti:
  • 1.- Proporzionalmente, la riduzione del debito accordata alla Grecia nel marzo 2012 è infinitamente minore rispetto a quella concessa alla Germania.
  • 2.- Le condizioni sociali ed economiche legate al piano (e a quelli che l’hanno preceduto) non favoriscono per niente il rilancio dell’economia greca, mentre nel caso della Germania hanno contribuito abbondantemente a risollevare l’economia.
  • 3.- La Grecia si vede imporre privatizzazioni principalmente in favore di investitori stranieri, mentre la Germania era incoraggiata a rinforzare il controllo sui settori economici strategici, con un settore pubblico in piena crescita.
  • 4.- I debiti bilaterali della Grecia (nei confronti dei paesi che hanno partecipato al piano della Troika) non sono ridotti (fatta eccezione per quelli dovuti alle banche private), mentre i debiti bilaterali della Germania (a partire da quelli verso i paesi aggrediti, invasi o annessi dal Terzo Reich) erano stati ridotti del 60% o più.
  • 5.- La Grecia deve rimborsare in euro anche se rispetto ai suoi partner europei (in particolare Germania e Francia) si trova in una situazione di deficit commerciale (quindi in carenza di euro), mentre la Germania rimborsava l’essenziale del suo debito in marchi tedeschi fortemente svalutati.
  • 6.- La banca centrale greca non può prestare denaro al governo greco, mentre la Deutsche Bank faceva prestiti alle autorità tedesche e faceva funzionare (certo, senza esagerare) le macchine che stampano banconote.
  • 7.- La Germania era autorizzata a non consacrare più del 5% dei suoi redditi da esportazione al pagamento del debito. Oggi invece, nel caso della Grecia, non è stato fissato alcun limite.
  • 8.- I nuovi titoli del debito geco che sostituiscono i vecchi debiti alle banche non sono più di competenza dei tribunali greci, ma delle giurisdizioni del Lussemburgo e del Regno-Unito (e sappiamo quanto queste siano favorevoli ai creditori privati), mentre i tribunali della Germania (questa antica potenza aggressiva e occupante) erano competenti.
  • 9.- In materia di rimborso del debito estero, i tribunali tedeschi potevano rifiutare di eseguire le sentenze dei tribunali stranieri o dei tribunali arbitrali nel caso in cui la loro applicazione costituisse una minaccia per l’ordine pubblico. In Grecia, la Troika rifiuta tassativamente che i tribunali possano invocare l’ordine pubblico per sospendere il rimborso del debito. Ora, le enormi proteste sociali e l’ascesa di forze neo-naziste sono la conseguenza diretta delle misure dettate dalla Troika e dal rimborso del debito. Pur correndo il rischio di provocare le proteste di Bruxelles, dell’FMI e dei “mercati finanziari”, le autorità greche potrebbero invocare lo stato di necessità e l’ordine pubblico per sospendere il pagamento del debito e abrogare le misure antisociali imposte dalla Troika.
  • 10.- Nel caso della Germania l’accordo stabiliva la possibilità di sospendere i pagamenti per rinegoziarne le condizioni qualora si verificasse un cambiamento sostanziale tale da limitare la disponibilità delle risorse. Per la Grecia non si prevede nulla di simile.
  • 11.- Nell’accordo sul debito tedesco era esplicitamente previsto che il paese potesse produrre sul posto ciò che prima importava, al fine di raggiungere un surplus commerciale e di potenziare i suoi produttori locali. La filosofia degli accordi imposti alla Grecia e le regole dell’Unione Europea vietano alle autorità greche di aiutare, sovvenzionare e proteggere i suoi produttori locali - che si tratti del settore agricolo, industriale, o terziario - di fronte ai loro concorrenti degli altri paesi dell’UE (che sono i principali partner commerciali della Grecia).
Potremmo aggiungere che, dopo la seconda guerra mondiale, la Germania ha ricevuto cospicui doni, in particolare, come abbiamo visto sopra, nel quadro del Piano Marshall.

Possiamo comprendere perché il leader di Svriza, Alexis Tsipras, quando si rivolge all’opinione pubblica europea faccia riferimento all’accordo di Londra del 1953. L’ingiustizia con cui viene trattato il popolo greco (così come gli altri popoli le cui autorità seguono le raccomandazioni della Troika) deve risvegliare la coscienza di una parte dell’opinione pubblica.

Ma non facciamoci illusioni, le ragioni che hanno spinto le potenze occidentali a trattare in quel modo la Germania dell’ovest dopo la seconda guerra mondiale non sono opportune nel caso della Grecia. Per vedere una reale soluzione al dramma del debito e dell’austerità, c’è ancora bisogno di forti mobilitazioni sociali in Grecia e nel resto dell’Unione Europea, così come l’accesso al potere di un governo del popolo ad Atene. Servirà un atto unilaterale di disobbedienza proveniente dalle autorità di Atene (sostenute dal popolo), quali la sospensione del rimborso e l’abrogazione delle misure antisociali per forzare i creditori a concessioni importanti e imporre infine l’annullamento del debito illegittimo. La realizzazione a scala popolare di un audit cittadino del debito greco deve servire a preparare il terreno.

NOTE
(1) I crediti delle banche private sulla Grecia passano grosso modo da 200 a 100 miliardi di euro. Il debito pubblico totale della Grecia supera i 360 miliardi di euro.
(2) Deutsche Auslandsschulden, 1951, p. 7 e ss., in Philipp Hersel, « El acuerdo de Londres de 1953 (III) », http://www.lainsigna.org/2003/enero...
(3) Testo integrale in italiano dell’Accordo di Londra del 27 febbraio 1953: http://www.admin.ch/ch/i/rs/i9/0.946.291.364.it.pdf
(4) 1 dollaro US valeva, all’epoca, 4,2 marchi. Il debito della Germania occidentale dopo la riduzione (ovvero 14,5 miliardi di marchi) corrispondeva a 3,45 miliardi di dollari.
(5) I creditori rifiutano sempre di inserire questo tipo di clausola nei contratti che riguardano paesi in via di sviluppo o paesi come la Grecia, l’Irlanda, il Portogallo, l’Europa centrale o orientale…
(6) (Auslandsschulden, 1951, p. 64 e ss.) in Philip Hersel, El acuerdo de Londres (IV), 8 de enero de 2003, http://www.lainsigna.org/2003/enero...




Per concessione di ComeDonChisciotte
Fonte: http://cadtm.org/Grece-Allemagne-qui-doit-a-qui-1-L
Data dell'articolo originale: 29/09/2012

URL dell'articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=8442 

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