giovedì 21 febbraio 2013

«Sovranità fiscale e monetaria»

Antonio Martis
wwwunionesarda.it

«Sovranità fiscale e monetaria»


Pietro Murru al THotel Cagliari

Murru: progetti seri, non sogni


Via dall'Italia e dall'euro ma in Europa. «Con una nostra moneta e tasse decise da noi». 
In una parola «a testa alta come l'Inghilterra e per citare isole che possono essere gemelle Cipro e Malta». 
Pietro Murru, nato a Nureci 58 anni fa, direttore dell'Edilcassa ed ex presidente della Banca di Cagliari, è in campo come candidato leader per “Indipendenza della Sardegna-Soberanìa”: cartello di sigle indipendentiste (Sardigna Natzione) e movimenti sorti contro Equitalia (Fiocco Verde), più «gli artigiani e commercianti del Sulcis e di altre zone che si sono ribellati all'esazione delle tasse con metodi da criminali».

Murru, candidato premier: i suoi concorrenti sono Berlusconi, Bersani etc...
«Sì lo so, mi viene da ridere ma è la legge elettorale che impone di indicare un capo della coalizione».

Perché vi siete presentati in una sfida senza speranza?
«Bisogna farsi sentire, dare un segnale. Non si può continuare in questa situazione. Siamo alla fame, tutti».

Esagerato...
«Quasi 400 mila sardi sono sulla soglia della povertà, 120 mila cassintegrati, i ragazzi non hanno nessun futuro. Nessuno vuole aprire un'attività, non c'è lavoro. Sì, la Sardegna è alla fame e bisogna reagire».

L'indipendenza per il momento è roba da sognatori.
«Non è un sogno, è una necessità, altrimenti non c'è futuro. E il nostro futuro è conquistare la sovranità, anzi due: quella monetaria e quella fiscale».

Il primo obiettivo?
«Questo: una nostra moneta. Così possiamo uscire dalla trappola dello Stato italiano strozzato dai debiti sui titoli che è costretto a emettere».

Il secondo?
«Sovranità fiscale, la zona franca integrale. L'unico strumento che può permettere di attirare investimenti, di favorire chi vuole iniziare un'attività, aprire un'impresa, mettere in moto la macchina che crea lavoro. Poi un terzo obiettivo...».

Quale?
«Il reddito minimo garantito, ma collegato alla disponibilità al lavoro. Lo prevede l'Unione europea, ma solo l'Italia e la Grecia non l'hanno mai voluto».

È una cosa di sinistra, direbbe Nanni Moretti.
«Destra e sinistra sono storie desuete, non servono più, bisogna sapere guardare in faccia alla realtà: i sardi chiedono solo lavoro e per darglielo ci vogliono progetti seri».

Facile a dirsi...
«Nel nostro programma ne abbiamo elencato 25. Comunque vada, siamo decisi a non mollare: d'ora in poi ci presenteremo a tutte le elezioni, anche a quelle delle amministrazioni locali. Faremo sentire la nostra voce e un solo messaggio: i sardi devono iniziare a prendersi cura di se stessi. È il momento buono».

lunedì 18 febbraio 2013

IL MARTEDI' GRASSO DELLA ZONA FRANCA SARDA


Mario Carboni 

IL MARTEDI' GRASSO DELLA ZONA FRANCA SARDA 

Sulla vicenda zona franca "si è espressa nuovamente oggi la stessa Barracciu, che definisce la questione zona franca un vero e proprio "bluff", in quanto il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti alla bozza del nuovo codice doganale sarebbe, comunque, scaduto già 4 mesi fa. " affermano i media. 

L'avevo detto che dopo il Giovedì grasso avremmo avuto anche oggi che è Martedì grasso qualche dichiarazione carnevalesca sulla zona franca. Non esiste nessun termine per presentare emendamenti al codice doganale che è in vigore dall'aprile del 2008. 

Chissà la Barracciu di che cosa intendeva parlare. 
Non certo di un regolamento europeo approvato dalla Commissione e dal Parlamento europeo. 

Il regolamento 450/2008 di cui molti straparlano senza averne letto una riga, prevede che gran parte dei suoi articoli sarebbe entrato in vigore subito e precisamente dal 28 giugno 2008. 

Un'altra parte avrebbe dovuto entrare in vigore con l'emanazione delle nuove disposizioni di attuazione e non prima del 24 giugno 2009. 
Nel frattempo rimanevano efficaci le allora presenti disposizioni d'attuazione non ancora emendate. Le nuove disposizioni di attuazione sono entrate in vigore nel maggio 2010. 

Quindi si può dire che il Codice cosiddetto "nuovo" doganale è pienamente in vigore dal maggio 2010.Anche se era previsto anche che l’articolo 30, paragrafo 1, sarebbe stato ritenuto applicabile dal 1 gennaio 2011. 
Siccome l'attuazione del codice in tutti gli stati è stata , come dire, scaglionata per venire incontro alle diverse esigenze statuali europee, il regolamento dice anche che comunque tutto il codice è da ritenersi da applicare senza nessuna deroga in tutti gli stati dal 24 giugno 2013. 

A quella data "Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri." Questa data con una interpretazione carnevalesca è stata diffusa come se fosse il termine ultimo per poter realizzare le zone franche, mentre è proprio il contrario. Da qui una serie di equivoci e leggende metropolitane. 

Eppure sarebbe e basterebbe ancora oggi per chi voglia seriamente interessarsi di zona franca leggere il testo del Regolamento ( da chiarire che nel linguaggio europeo Regolamento e Codice in pratica identificano la stessa cosa ) per rendersi conto di tante cose. 

Non capisco come chi tratta di Zona franca e discute di molte questioni relativamente alle regole europee con tanta sicumera, non si vergogni di aprire bocca senza neppure averlo letto, dato che questo regolamento 450 dell'aprile 2008 che contiene il Codice doganale europeo rinnovato si trova facilmente in internet. 

Avanti , avanti c'è posto! il corteo di carnevale per la zona franca si allunga..


domenica 10 febbraio 2013

INDIPENDENZA PER LA SARDEGNA-SOBERANIA



ELEZIONI 24-25 FEBBRAIO 2013

CAMERA DEI DEPUTATI E SENATO DELLA REPUBBLICA

  

PROGRAMMA ELETTORALE

DELLA FORZA POLITICA

INDIPENDENZA PER LA SARDEGNA


INDIPENDENZA PER LA SARDEGNA è la forza politica che raccoglie tutti i sardi che lottano democraticamente per la sovranità del popolo sardo sulla propria terra, per il suo diritto all’indipendenza e per l’esercizio concreto del diritto della nazione sarda ad autodeterminarsi e a poter essere presente in Europa e nel Mondo con una propria soggettività statuale. INDIPENDENZA PER LA SARDEGNA e’ la forza politica che si propone ai sardi con un progetto politico nettamente in contrasto con i programmi politici di umiliante sudditanza riproposti dai poli italianisti ed unionisti.


MODIFICHE ISTITUZIONALI
INDIPENDENZA PER LA SARDEGNA, si impegna a modificare, attraverso un processo di riforme, l’assetto istituzionale dello stato italiano per restituire al popolo sardo la sovranità sul proprio territorio nazionale e sulla relativa piattaforma oceanica.


RISARCIMENTO DEI DANNI CAUSATI AL POPOLI ED AL TERRITORIO DELLA SARDEGNA
INDIPENDENZA PER LA SARDEGNA si impegna a che lo stato italiano risarcisca i danni causati al popolo ed al territorio della Sardegna dovuti: Alla negazione della lingua, della cultura e della storia del popolo sardo, all’imposizione di una scuola acculturante e italianizzante, all’imposizione di un’economia estranea alla civiltà sarda, all’imposizione di basi militari proprie e straniere, all’imposizione della servitù di smaltimento rifiuti civili ed industriali di origine extrasarda, alla discriminazione energetica, ai danni causati al territorio e alla salute dei sardi dalla presenza di industrie inquinanti e dalla sperimentazione di armi da guerra contenenti sostanze nocive alla salute, all’imposizione di strutture che danneggiano il paesaggio, alle limitazioni nell’uso del territorio, alla mancata difesa dei prodotti sardi in sede europea e mondiale, alle gravi diseconomie causate dai maggiori costi energetici e dalla inadeguatezza dei trasporti, alla rapina delle materie prime e dalla mancata loro verticalizzazione in loco, alla mancata e tempestiva corresponsione delle risorse finanziarie spettanti alla Sardegna in base all’art. 8 dello statuto regionale ed ai danni psicologici fatti ai cittadini sardi facendogli credere di non bastare a se stessi e di ricevere assistenza finanziaria da parte di uno stato che tratteneva risorse invece che elargirne.


STATO E ORDINAMENTO SOCIALE PER LA SARDEGNA INDIPENDENTE.
La soggettività ( stato o forse meglio Zudicadu) che vogliamo per la Sardegna indipendente non è una copia degli attuali stato-nazione, in quanto nasce dalla lotta contro un sistema e di quel sistema non potrà mai essere parte.
Nascerà da chi combatte per un ideale di libertà, per un altro mondo possibile basato sull’eguaglianza e non sulla discriminazione.
Nascerà da chi è contro ogni tipo di oppressione, compresa quella sociale.
Nascerà da chi crede che l’imperialismo, il liberismo e la cosiddetta globalizzazione, siano nuove forme di un sistema capitalista, basato solamente sul profitto a qualunque costo e sullo sfruttamento del lavoro altrui.
Non sarà come gli attuali stato-nazione che hanno ormai perso il loro compito di organizzatori sociali dei propri popoli, ( stato sociale) e si sono trasformati in stati della sicurezza ( ordine, sicurezza dei cittadini, pace/pax), con lo scopo di difendere il mercato ed alcuni settori della società da possibili attacchi dei settori sfavoriti e dei popoli oppressi.
Per l’ordinamento sociale del nostro popolo, faremo tesoro della nostra storia e della nostra cultura, alla base di esso sarà l’uguaglianza dei diritti, le pari opportunità, la tutela dei deboli ed uno stato sociale in grado di assicurare i servizi essenziali, il lavoro, la casa, l’istruzione ed un tenore di vita il migliore possibile.
Non sarà una copia dello stato italiano neanche nelle tematiche che riguardano la sfera personale, religiosa, sessuale e razziale.
La finanza ed il credito nelle nostre aspirazioni e determinazioni dovranno essere un servizio da prestare alla economia delle famiglie e delle attività produttive, contrariamente alla realtà italiana, europea e mondiale che sopporta e favorisce, nella gran parte degli stati, la presenza di una finanza speculativa ed usuraia che lungi dall’assolvere al compito per la quale è stata istituita, risulta essere la causa dell’impoverimento delle comunità.
Questo tipo di società bisogna prepararla e il nostro impegno in quel senso sarà altrettanto intenso ed assiduo quanto quello per l’indipendenza, senza stabilire priorità nell’impegno ma consapevoli che senza l’indipendenza mai saremo attori del nostro ordinamento sociale.

RUOLO POLITICO
INDIPENDENZA PER LA SARDEGNA ha come progetto strategico prioritario quello di trovare uno spazio di condivisione comune tra le organizzazioni organiche alla nazione sarda. Si fa promotore dell’unione delle diverse espressioni della “resistenzialità” sarda per contrapporsi al disastroso strapotere dell’apparato partitico italiano in Sardegna.

IN PREPARAZIONE DELLE MODIFICHE ISTITUZIONALI E DELL’OTTENIMENTO DELL’INDIPENDENZA.


1) GRUPPO PARLAMENTARE SARDO
Richiesta per i parlamentari e i senatori indipendentisti sardi di costituirsi in gruppo anche se con un solo eletto, di prendere l’appellativo di “Indipendentisti Sardi” e poter usare la lingua sarda nelle sedi parlamentari.

2) NUOVO STATUTO DI SOVRANITA’ E SOGGETTIVITA’ DEL POPOLO SARDO.
Riconoscimento del diritto dei sardi alla ricontrattazione dei rapporti con lo stato italiano per la scrittura di un nuovo statuto che regoli il periodo di transizione verso la forma di autodeterminazione che il popolo sardo sceglierà nell’esercizio del diritto all’indipendenza, dove siano sanciti questi principi e diritti fondamentali:
  • Il riconoscimento ufficiale della Nazione Sarda e del suo diritto all’indipendenza.
  • La costrizione all’appartenenza allo stato italiano derivata da conquiste e repressioni ( come riportato nell’approvata Mozione di Sovranità del Popolo Sardo approvata dal consiglio regionale il 27 settembre 1998)
  • La volontà di entrare in Europa con una propria soggettività politica.
Siamo contrari a qualsiasi proposta di statuto che non riconosca l’esistenza della nazione sarda ed il suo diritto all’autodeterminazione.

3) NASCITA DEL PARLAMENTO SARDO
Imporremo che l’attuale Consiglio Regionale prenda il nome di “Parlamentu Sardu“ e i consiglieri siano “deputados” , la giunta regionale sia chiamata “Guvernu Sardu” e gli assessori “ministros”.

4) CORPO DIPLOMATICO SARDO – AMBASCIATE DELLA SARDEGNA
In attesa di una piena soggettività politica e statuale della Sardegna ci impegneremo per trasformare le sedi federali degli emigrati sardi all’estero ed in Italia in ambasciate e per dare veste diplomatica ai presidenti o a delegati scelti direttamente dal governo regionale.

5) SOVRANITA’ FISCALE ALLA SARDEGNA
Ottenere un regime di sovranità fiscale, partendo dall’attuazione dell’art. 12 dello statuto della R.A.S., condizione essenziale per poter determinare un livello di tributi da corrispondere che sia coerente con la realtà socio-economica e con il sistema delle infrastrutture di cui è dotata la Sardegna;
Dare immediata attuazione al disposto di cui al dlgs 75\1998 in attuazione a quanto previsto nella Legge Costituzionale 3\1948 ( legge speciale per eccellenza) per i quali sono state istituite nella Regione Sardegna:
-          “ ZONE FRANCHE “ secondo le disposizioni dei regolamenti CEE n. 2913\1992 ( Consiglio) e n. 2454\1993 ( commissione) nei porti di Cagliari Olbia, Oristano,Porto Torres,Portovesme, Arbatax ed in altri porti ed aree industriali ad essi funzionalmente collegate o collegabili”.


6) AUTOGOVERNO FISCALE E ISTITUZIONE DELLA CASSA SARDA DELLE ENTRATE
Al fine di incidere sulla gravissima crisi economica, che sta mettendo a repentaglio le attività economiche delle piccole-medie e micro imprese, di tutti i settori produttivi, del commercio e dei servizi, nonché le attività professionali e le famiglie, INDIPENDENZA PER LA SARDEGNA promuove quanto segue:
- chiedere al Consiglio Regionale della Sardegna la discussione e l’approvazione di una legge per l’attivazione dell’Agenzia Sarda delle Entrate, volta a disciplinare la riscossione dei tributi di competenza della Sardegna;
- chiedere al Governo di sospendere tutte le azioni esecutive, riguardanti il territorio della Sardegna, in atto ai sensi del d.p.r. 602 del 1973, articolo 19-bis “Sospensione della riscossione per situazioni eccezionali” che recita: “Se si verificano situazioni eccezionali, a carattere generale o relative ad un'area significativa del territorio, tali da alterare gravemente lo svolgimento di un corretto rapporto con i contribuenti, la riscossione può essere sospesa, per non più di dodici mesi, con decreto del Ministero delle Finanze
- chiedere al Governo di attuare con immediatezza una moratoria non onerosa dei debiti che le attività produttive operanti in Sardegna hanno maturato per le seguenti imposte - IRES, IRAP – e per contributi dovuti all’INPS;
- chiedere al Governo di compensare parte dei crediti vantati dalla Sardegna nei confronti dello Stato con i debiti erariali che le imprese ed i cittadini operanti e abitanti nel territorio della Sardegna hanno maturato nei confronti dell’erario, trasferendoli alla costituenda Agenzia Sarda delle Entrate che a sua volta provvederà a riscuotere i crediti nelle modalità indicate nella proposta di legge popolare;
- revoca immediata delle ipoteche eseguite da Equitalia sulla prima casa in quanto bene primario;
- revoca delle ganasce fiscali sui mezzi di lavoro e sulla prima auto e blocco dei pignoramenti sui c/c;
- istituzione di una commissione di inchiesta a tutti i livelli per verificare la legittimità delle cartelle notificate da messi non abilitati, in quanto il loro datore di lavoro non ha ottemperato alle disposizioni di legge che prevedeva dal 2007 corsi di abilitazione del titolo ,previo superamento esame e assunti con contratti fittizi al fine di non pagare i contributi previdenziali in sostanza riteniamo che le cartelle notificate con queste modalità siano da considerarsi inesistenti in quanto prive dei requisiti fondamentali a nessuno equitalia compresa può essere permesso di notificare atti in modo anonimo o impersonale ,atti che incidono pesantemente sul futuro di migliaia di aziende e famiglie.
Consapevoli della grave situazione generale, per compensare i mancati proventi dei punti 3, 5 e 6, le somme iscritte a ruolo presso Equitalia possono essere completamente sgravate dal recupero dei soldi pubblici che le banche hanno indebitamente riscosso per anni dai contribuenti per pratiche irregolari su mutui agricoli, mutui artigiani, mutui prima casa, recupero commissioni massimo scoperto e anatocismo. Da una stima per difetto le banche ci devono restituire 60 miliardi di euro (Sardegna + Italia). Questa rapina DOCUMENTABILE è avvenuta nella più totale indifferenza delle istituzioni mentre al contrario migliaia di famiglie e aziende venivano messe all’asta; per non creare disparità di trattamento noi proponiamo che le somme indebitamente riscosse dalle banche dai nostri cc/cc e dai contributi pubblici indebitamente riscossi siano cosi ripartite :
A) per contribuenti sempre in regola con il fisco va riconosciuta la somma spettante come credito fiscale da compensare alle scadenze;
B) per i contribuenti debitori nei confronti di Equitalia le somme vanno incamerate come acconto sul capitale. Sicuramente molti contribuenti salderanno così il contenzioso con il fisco. A questo punto sarà compito degli amministratori scegliere se ripristinare la legalità o restare schiavi del cartello bancario a cui Equitalia è comunque ancora intimamente legata  
Compensazione degli interessi (artt. 20-21 DPR 602/73) delle insolvenze e le spese di recupero con le somme degli interessi mai pagati per il debito che lo Stato Italiano ha con la Regione Sardegna, dalla “vertenza entrate”. L’Italia, come tutti sappiamo grazie alla vertenza aperta dalla RAS durante il “governo Soru”, è debitrice nei confronti della Sardegna di circa 10 miliardi per omissione delle quote tributarie spettanti. Se applichiamo per assurdo gli stessi criteri e sanzioni usurarie che fisco ed Equitalia applicano a noi, la cifra lievita a 35 miliardi più il 10% di interessi annui. Per questo ci sentiamo di dire a Equitalia: Basta con gli abusi! Basta con i crimini sociali! State diventando il maggiore sponsor del lavoro nero e delle nuove morti (suicidi) nel lavoro. Fanno più danni i super-poteri di Equitalia, che la crisi globale.
Diritti fiscali, su qualunque corrispettivo a persone o merci, pagato per lavoro prestato da residenti, per produzione o esportazione di merci o comunque corrisposto nel territorio sardo;
Istituzione dell’albo delle imprese con sede fiscale in Sardegna e diritto di prelazione delle stesse negli appalti pubblici.


7) OPERAZIONI A MEDIO TERMINE PER RESTITUIRE OPERATIVITA’ E COMPETITIVITA’ ALLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE.
1)      Strutture locali di “pronto soccorso finanziario” per monitorare lo stato di salute delle aziende, con poteri di finanziamento – consolidamento – aggiornamento a tutela dei posti di lavoro. Tale struttura dovrà altresì analizzare le cause di indebitamento per valutare se il titolare abbia fatto “il furbo” oppure sia rimasto vittima delle banche o dei ritardi dei pagamenti. Il “furbo” deve essere sanzionato e punito ed eventualmente interdetto da intraprendere nuove iniziative, mentre la vittima del sistema deve essere messa in condizioni di pagare il capitale attraverso sistemi di consolidamento debiti e continuamente monitorata e sostenuta.
2)      Riforma del sistema fiscale con adeguamento agli standard europei e conseguente diminuzione della pressione (dalla media del 42% dell’Italia al 12,5 della Repubblica Irlandese);
3)      Inserimento di un nuovo metodo che sostituisca gli studi di settore, Irap e balzelli vari. Per esempio il T.S.M. (tassazione modulata). Tutti i dati commerciali di ciascun contribuente (attraverso un POS ad impronta digitale) devono confluire in tempo reale in un unico cassetto fiscale. Con questo sistema si possono abbattere le tasse del 30/35% (la percentuale endemica dell'universo del nero in tutte le sue più variegate formule, senza mettere le mani nelle tasche dei contribuenti) in quanto si contrasterebbe veramente il conflitto di interessi , i veri evasori avrebbero vita dura, la loro creatività da “birbantelli” verrebbe subito scoperta.
4)      Istituire una vera “class action” che contempli anche le sanzioni e promuova cause pilota;
5)      Garantire il rispetto dei tempi di pagamento per gli appalti ad affidamento pubblico e privato (30 giorni), legge già in vigore dal 2002, istituendo obbligatoriamente la garanzia bancaria della reale disponibilità delle somme. A pagamento avvenuto, contestualmente dovrà avvenire in automatico il pagamento in percentuale delle tasse e dei contributi. La nostra proposta è articolata per un sistema bancario diverso da quello attuale che si deve intendere come insieme di strutture eroganti servizi a giusti costi, in vera concorrenza tra loro;
6)      Sospensione della obbligatorietà incondizionata di certificazione DURC in quanto spesso le imprese inadempienti sono quelle cadute in crisi proprio per aver cercato di seguire i mille adempimenti burocratici;
7)      Eliminazione degli appalti al ribasso e dei balzelli e soprattutto dell’obbligo di apertura di più posizioni contributive per poter operare in provincie diverse, non serve a nulla avere tanti direttori per ogni struttura provinciale INAIL e INPS
8)      Rendere veloci e celeri i tempi delle cause civili che sono alla base dei molti dissesti finanziari di migliaia di aziende.



8) SCUOLA, LINGUA E CULTURA – ISCOLA SARDA
Competenza esclusiva sull’istruzione, il riconoscimento della lingua sarda come lingua ufficiale in Sardegna e anche nei rapporti con lo stato e con l’Europa. La storia, la lingua e la cultura dei Sardi devono essere ufficializzate ed introdotte nella scuola pubblica. Deve essere riconosciuto il bilinguismo perfetto in tutti gli uffici pubblici e nelle scuole e i corsi universitari devono essere bilingui.

9) SANITA’
Competenza esclusiva sulla sanità, istituendo una sanità legata al sociale ed al vissuto dei sardi, efficiente e moderna in grado di ridurre al minimo i viaggi della speranza che i pazienti sardi sono costretti a fare.


10) MONETA
Riappropriazione da parte dello Stato della sovranità monetaria, colpevolmente ceduta alla Banca Centrale Europea, Banca privata e artefice del disastro finanziario ed economico che devono subire gran parte delle inermi popolazioni europee. Proposta di provvedimento normativo per consentire alla Sardegna di stampare una propria moneta, che circolerà all’interno del proprio territorio, al fine di riattivare gli scambi interni e, conseguentemente, il ciclo economico locale, sofferente di una grave contrazione dovuta alla carenza del servizio del credito. La circolazione della moneta sarda sarà congeniale anche al superamento degli svantaggi competitivi che le piccole attività economiche della Sardegna hanno nei confronti delle grandi aziende provenienti da altri territori, che hanno un servizio del credito dimensionato in termini di qualità e quantità al loro business.


11) APPALTI DI LAVORI PUBBLICI E FORNITURE DI BENI E SERVIZI
Approvazione di norma legislativa che tuteli le imprese sarde negli appalti pubblici di lavori, servizi e forniture, stabilendo uno sbarramento alla partecipazione di imprese provenienti da altri territori dell’Italia che nei loro territori, attraverso pratiche mafiose, impediscono di operare a qualsiasi operatore economico esterno.

12) AUTOGOVERNO DEL TERRITORIO
Competenza esclusiva al consiglio regionale in materia di ambiente, territorio, beni archeologici e ambientali.
Divieto assoluto di importare in Sardegna scorie di qualunque tipo e per qualunque uso, anche se camuffate come materie prime.
Competenza esclusiva della regione in materia di discariche, di gestione generale del territorio, compresi porti e mare territoriale.
Netta opposizione all’uso degli inceneritori per il trattamento rifiuti e impegno per potenziare la raccolta differenziata e fare del rifiuto una risorsa.

13 ) MARE TERRITORIALE E PESCA
Definizione delle acque territoriali della Sardegna e rivendicazione della piena ed esclusiva sovranità su di esse, al fine di, tutelare l’attività svolta dai pescatori sardi ed evitare che pescatori esterni possano distruggere una delle nostre risorse più importanti e principalmente per evitare che il nostro mare e le nostre coste siano utilizzati per esercitare eserciti stranieri, non sardi, destinati ad aggredire altri popoli e a mantenere l’occupazione militare della Sardegna.

14 ) AUTOGOVERNO DEI TRASPORTI
Competenza esclusiva in materia di trasporti da e per la Sardegna.
Sarà costituita la flotta sarda, costruito l’aeroporto internazionale, chiesto il raddoppio dei binari e l’elettrificazione delle linee ferroviarie e potenziati i porti isolani nella prospettiva di sfruttare la favorevole posizione della nostra isola nel mediterraneo.

15) RIDUZIONE DEI COSTI ENERGETICI
Proposta urgente di adeguato provvedimento normativo, in attesa di adeguate soluzioni tecniche, affinché lo stato elimini da subito la disparità dei costi energetici tra la Sardegna e le zone già metanizzate.
Oggi i sardi pagano l’energia circa il 40% in più delle altre zone dello stato italiano.


16) LAVORO AI RESIDENTI
Per tutelare la lingua e la cultura sarda nella scuola e allo stesso tempo per creare maggiori opportunità di lavoro, faremo approvare nuove leggi che diano priorità di occupazione negli uffici pubblici e nelle scuole ai Sardi, ai residenti da almeno cinque anni e ai figli degli emigrati nati fuori dall’isola.


17) VERTICALIZZAZIONE MATERIE PRIME
Per salvaguardare le risorse ambientali dell’isola, il futuro Parlamento Sardu, stimolerà la verticalizzazione del comparto estrattivo, con la costituzione di consorzi (magari obbligatori) per promuovere e tutelare le materie prime, così da avvantaggiare le successive lavorazioni in loco.

18) BASI MILITARI
In attesa della smilitarizzazione dell’isola, che è l’obiettivo finale per essere sovrani sul proprio territorio, pretenderemo la restituzione ai Sardi delle somme (miliardi di euro) incassate dallo stato italiano per l’affitto delle basi militari ed il risarcimento dei danni causati al territorio ed alla salute dei sardi.

19) PASTORIZIA ED AGRICOLTURA
Impegno a proporre provvedimenti di legge atti ad ottenere:
- Introduzione nei trattati economici europei del riconoscimento della Sardegna quale leader nella produzione di latte ovino e difesa dei prodotti da essa derivati.
- Introduzione di politiche che favoriscano il consumo dei prodotti locali derivati dall’agricoltura e dall’allevamento, anche introducendo forme di franchigie temporanee che creino le pari opportunità tra la produzione sarda e quella esterna.
- Una decisa scelta per la gestione sostenibile del territorio attraverso indirizzi produttivi del comparto agricolo mirati alla difesa ed al potenziamento dello stesso ( forestazioni, filiere produttive e politiche agroenergetiche, turismo rurale ).
- Riconoscimento di prodotti di qualità e dunque di nicchia per tutti i prodotti del comparto, da tutelare e da non assoggettare, almeno temporaneamente, alle disposizioni limitative della libera concorrenza imposte dalla Comunità Europea.

20) ARTIGIANATO, COMMERCIO
Obbligatorietà della sede fiscale in Sardegna a tutte le aziende che vi operano in base a licenze da essa rilasciate e che lo stato non abbia competenza su dette licenze .
Su guvernu sarà chiamato a valorizzare ed incentivare l’artigianato sardo e a tutelare il piccolo commercio, anche impedendo l’apertura di ulteriori Centri Commerciali, specialmente se con sede sociale fuori dalla Sardegna .

21) CREDITO
Attuare le prerogative dello Statuto in materia di credito, previste dall’art. 4 dello statuto della Sardegna, ponendo fine alla politica imperiale adottata dal sistema creditizio italiano in Sardegna, dando quindi vita ad un sistema di banche locali, affinché le nostre banche possano erogare il credito alle famiglie ed alle imprese e non, come avviene da troppo tempo da parte delle banche italiane, utilizzare i nostri risparmi per fare attività speculative.
Promuovere un sistema di Moneta complementare e sistemi di compensazione multilaterale, per sfuggire alla morsa della finanza speculativa ed usuraia, consentendo lo scambio di prodotti e servizi sul territorio, oggi impedito dall’assenza di credito alle imprese ed alle famiglie;

22) LOTTA ALLA BUROCRAZIA
Eliminazione di tutti gli impedimenti burocratici che frenano ed ostacolano l’attività degli uomini e delle imprese. Ciò sarà possibile attraverso l’eliminazione di tutte le norme che si intrecciano causando vuoti normativi sull’interpretazione delle stesse, e sulle competenze amministrative in capo agli enti pubblici che dovrebbero rilasciare i pareri specifici in materia. Introduzione del silenzio-assenso su tutti i procedimenti amministrativi con conseguente eliminazione del silenzio-rifiuto, ed informatizzazione di tutte le procedure amministrative.


23) LIBERALIZZAZIONI
Provvedimenti per far si che tutte le attività economiche oggi in capo allo Stato, alle Regioni ed agli enti locali, siano privatizzate.

24) RADIO E TV SARDE
Chiederemo il ripristino di Radio Sardegna e la sardizzazione di RAI 3 perché, con trasmissioni bilingui, siano veicolo di cultura e informazione per i sardi.

25) ASSOLUTA CENTRALITA’ AL LAVORO – PIENA OCCUPAZIONE – REDDITO DA LAVORO, MINIMO GARANTITO.
INDIPENDENZA PER LA SARDEGNA si impegna a dare massima centralità al problema del lavoro, promuovendo iniziative volte alla piena occupazione ed al reddito minimo garantito, allo scopo di contrastare il rischio marginalità, garantire la dignità della persona e favorire la cittadinanza attraverso un sostegno economico.
Beneficiari del reddito minimo garantito sono inoltre tutti gli individui (inoccupati, disoccupati, precariamente occupati) che non superino i 7.200 euro annui. Devono essere residenti sul territorio nazionale da almeno 24 mesi; devono essere iscritti presso le liste di collocamento dei Centri per l’impiego.
Beneficiari del reddito minimo garantito sono inoltre gli emigrati di ritorno nati in Sardegna ed i propri figli.
L’ammontare individuale del beneficio del reddito minimo garantito è di 7.200 euro annui, pari a 600 euro mensili; tale misura deve essere rivalutata in base al numero dei componenti del nucleo familiare.
Al beneficio economico diretto del reddito minimo garantito possono concorrere anche le Regioni e gli enti locali attraverso l’erogazione del “reddito indiretto” ovvero favorire prestazioni di beni e servizi.
Vi sarà la sospensione o la decadenza del reddito minimo garantito quando il beneficiario dichiari il falso al momento della richiesta; venga assunto con contratto di lavoro a tempo indeterminato; partecipi a percorsi di inserimento lavorativo retribuiti; al compimento dei 65 anni di età; quando il beneficiario rifiuti una proposta congrua di impiego dopo il riconoscimento delle sue competenze formali ed informali.
Si propone infine di definire una riforma degli ammortizzatori sociali in modo da introdurre un sussidio unico di disoccupazione esteso a tutte le categorie di lavoratori a prescindere dall’anzianità contributiva o dalla tipologia contrattuale; a riordinare le spese delle prestazioni assistenziali in modo da renderle coerenti con l’istituzione del reddito minimo garantito; a stabilire un compenso orario minimo.

venerdì 11 gennaio 2013

Indipendentiste curde assassinate dai servizi segreti turchi.


Lacrime amare sgorgano dal viso del popolo Kurdo, tre donne tre militanti della libertà della terra kurda son state assassinate, estenuanti lavoratrici per l'indipendenza del Kurdistan gli rendiamo onore affinchè la loro lotta non sia vana sosteniamo le loro idee di LIBERTA'!
SA DEFENZA

Grazie a chi, come Mario Carboni,  ha la giusta sensibilità di ricordarci e toccare la nostra coscienza,  da buon rammemoratore sprona i nostri doveri di solidarietà verso i nostri fratelli e amici indipendentisti del Kurdistan, non dimentichiamo mai che siamo uomini e donne impegnati per la libertà del nostro paese, la Sardinya, e dobbiamo rendere onore ai caduti kurdi sotto il fuoco assassino, nemico della libertà!

Mario Carboni indipendentista
Indipendentiste curde assassinate dai servizi segreti turchi.
Sabine Cansiz, fondatrice del PKK Fidan Cogan del Parlamento curdo in esilio
Keyla Soylemez giovane militante.

Uccise concolpi di pistola col silenziatore nella sede del PKK a Parigi.

Militanti di una lotta storica per l'indipendenza del popolo curdo, represso e negato da turchi, siriani, irakeni, solo adesso godono di una precaria autonomia nel Kurdistan irakeno. 

Il nemico più feroce è sempre stato lo stato turco ed oggi il regime islamico che lo governa. Giusto il rifiuto alla Turchia nell'Unione europea, per molti motivi e sopratutto per la negazione violenta oltre ogni limite dell'autodecisione dei curdi e per la sostanziale ademocrazia del regime.



Vergognoso il silenzio della sinistra italiana, della supersinistra e dei pacifisti di ogni tipo sulla sofferenza dei curdi, sulle loro lotte e in questo caso su un orribile omicidio politico di tre donne colpevoli di essere emancipate e di lottare per la loro libertà e quella del loro popolo. 
Dove sono le manifestazioni? 
I post in facebook? 
I blog? 
I comitati e le iniziative contro il turchi ed il loro regime liberticida?
La difesa delle donne in questo classico femminicidio politico?
Anche i neoindipendentisti sardi..in silenzio.
Quanto è viscido operare in politica con due pesi e due misure!
Onore alle tre vittime..









Luigi Barnaba Frigoli
www.unionesarda.it
Un'esecuzione in piena regola. È quella con cui, nella notte tra ieri e mercoledì sono state freddate tre donne all'interno di un edificio di Rue Lafayette, nel centro di Parigi.

A rinvenire i corpi, alcuni amici, presentatisi sul posto dopo essersi insospettiti per una serie di telefonate senza risposta.
A intricare ancor di più la matassa, l'identità delle tre vittime: si tratta di Sakine Cansiz, cofondatrice del Pkk (il Partito comunista curdo in lotta da decenni contro la Turchia per ottenere l'indipendenza), di Fidan Dogan, rappresentante del Congresso nazionale del Kurdistan, con base a Bruxelles, e della giovane attivista Leyla Soylemez. 


Tutte e tre freddate con un colpo alla testa, proprio nei locali che ospitano la sede del Pkk nella capitale francese, dove non sono stati trovati segni di effrazione. Anzi, i primi rilievi farebbero supporre che siano state proprio le tre donne a rispondere al citofono e ad aprire la porta al loro aguzzino, anche se non è escluso che ad agire siano state più persone. 


Sul triplice omicidio le autorità transalpine hanno immediatamente aperto un'inchiesta. Ma per molti la pista da seguire sarebbe chiara: quella delle trattative dirette tra il governo di Ankara e il leader curdo Abdullah Ocalan, in carcere sull'isola di Imrali dal 1999 in condizione di totale isolamento. 


Ne sono convinti i rappresentanti del Pkk residenti sul suolo francese, che ieri mattina hanno affollato a centinaia Rue Lafayette, scandendo slogan contro il nemico turco e in particolare contro il presidente Recep Tayyp Erdogan, definito a più riprese assassino, e a favore della liberazione di Ocalan, prima di dare il via a un corteo all'insegna della rabbia e del cordoglio. 


«È un crimine di Stato o in ogni caso un crimine politico», ha dichiarato Edhart Leon, responsabile della Federazione delle Associazioni Curde di Francia, mentre il presidente francese François Hollande ha parlato senza mezzi termini di «crimine orrendo». 


Dal canto proprio, la Turchia, tramite il portavoce dell'esecutivo, ha condannato l'uccisione delle tre attiviste, senza però rasserenare gli animi della comunità del Kurdistan, che, anzi, tramite il tam tam su internet, ha invitato «tutti i curdi e gli amici del popolo curdo» alla mobilitazione.

► Potrebbe interessare anche: