sabato 26 ottobre 2013

ZUCCHERO , L'AMARA VERITA'

ZUCCHERO , L'AMARA VERITA'

Gary Taubes,

The New York Times Magazine,





È difficile evitare la
conclusione che lo
zucchero provoca il
tumore, anche se
questa affermazione
può sembrare drastica
e senza precedenti

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Nella figura qui sopra potete osservare le quattro strutture ad anello possibili per il fruttosio. Due strutture con un ciclo a sei atomi, dette piranosiche, e due strutture con cinque atomi, dette furanosiche.
Il 26 maggio 2009 Robert Lustig ha tenuto una conferenza dal titolo “Zucchero: l’amara verità”,

che nel luglio del 2010 è stata postata su YouTube. Da allora il filmato è stato visto più di 800mila volte e ha avuto una media di 50mila nuovi spettatori al mese. Sono numeri piuttosto
sorprendenti per una dissertazione di un’ora e mezza sulla biochimica del fruttosio e la fisiologia umana.

Lustig è uno specialista di endocrinologia pediatrica e il massimo esperto di obesità infantile alla School of medicine dell’università della California di San Francisco, una delle migliori facoltà di medicina degli Stati Uniti.

Ma il successo della conferenza ha poco a che vedere con le credenziali di Lustig e si deve piuttosto alla sua convincente tesi sullo zucchero, che lui definisce una “tossina” o un “veleno”. Con il termine “zucchero” Lustig non intende solo la sostanza bianca e granulosa che mettiamo nel caffè – tecnicamente conosciuta come saccarosio – ma anche lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio, quello che Lustig definisce “l’additivo più demonizzato che si ricordi”.

Se Lustig ha ragione, l’eccessivo consumo di zucchero è la causa principale del vertiginoso aumento dei casi di obesità e diabete negli Stati Uniti negli ultimi trent’anni. Ma la sua tesi ha altre conseguenze. Implicherebbe che il consumo di zucchero è anche la probabile causa di molte patologie generalmente attribuite allo stile di vita occidentale, come le cardiopatie, l’ipertensione e vari tipi di tumori.

Il fatto che tante persone abbiano visto il video della conferenza significa che forse le parole di Lustig cominciano a essere ascoltate. I ricercatori e i funzionari del servizio sanitario che ho intervistato per questo articolo, spesso mi dicevano: “Sicuramente avrà già parlato con Robert Lustig”. E non perché Lustig abbia fatto ricerche fondamentali sullo zucchero, ma perché, a differenza di tanti studiosi, è sempre pronto a ribadire pubblicamente che lo zucchero è una sostanza tossica di cui si abusa. Secondo lui va considerato come l’alcol e le sigarette: un vero e proprio killer.

Una cosa è affermare, come quasi tutti i nutrizionisti, che una dieta sana richiede un maggior consumo di frutta e verdura, e forse meno grassi, carne rossa e sale, o che bisogna mangiare meno. Ben diverso è sostenere che un elemento particolarmente piacevole della nostra dieta non solo è poco salutare, ma potrebbe addirittura essere tossico. Eppure Lustig ha raccolto e sintetizzato una montagna di prove che giudica

Si sa che troppo zucchero fa male. Ma secondo alcuni ricercatori è più nocivo di quello che si pensa:potrebbe essere responsabile dell’aumento dei casi di diabete e di obesità. E all’origine di certi tumori abbastanza valide per condannare definitivamente lo zucchero.
Ho deciso di esaminarle perché la tesi di Lustig mi è sembrata convincente. Ho passato gran parte degli ultimi dieci anni a fare inchieste giornalistiche sull’alimentazione e le malattie croniche e sono arrivato a conclusioni analoghe a quelle di Lustig.

Cominciamo con il chiarire alcune questioni, a partire dal fatto che Lustig usa il termine “zucchero” per indicare sia il saccarosio – lo zucchero di barbabietola bianco e quello di canna scuro – sia lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio. È un punto essenziale, soprattutto perché lo sciroppo di mais è ormai diventato “la causa principale della generale diffidenza nei
confronti degli alimenti lavorati”, dice Marion Nestle, nutrizionista della New York university e autrice di Food politics.

Eppure gli effetti biologici delle due sostanze sono di fatto identici. “Non c’è nessuna differenza tra lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio e lo zucchero”, ha detto Lustig in una conferenza del 2010 a cui ho partecipato. “Sono entrambi nocivi – ugualmente nocivi eugualmente velenosi”.

Le calorie vuote

Lo zucchero raffinato, cioè il saccarosio, è formato da una molecola di glucosio legata a una di fruttosio. È il fruttosio, che è quasi due volte più dolce del glucosio, a distinguere lo zucchero da altri alimenti ricchi di carboidrati come il pane o le patate, che durante la digestione si scompongono in solo glucosio.

Nella forma consumata più comunemente, lo sciroppo di mais è per il 55 per cento fruttosio e per il rimanente 45 per cento quasi tutto glucosio. È stato lanciato per la prima volta sul mercato alla fine degli anni settanta e quando viene usato nelle bibite non si distingue dallo zucchero raffinato. Dato che entrambi questi zuccheri nell’intestino si trasformano in glucosio e fruttosio, il corpo umano reagisce a entrambi allo stesso modo e gli effetti fisiologici sono identici. In uno studio del 2010, Luc Tappy, un ricercatore dell’università di Losanna considerato la massima autorità mondiale negli studi sul fruttosio, ha scritto che non esiste “neanche un indizio” del fatto che lo sciroppo sia più nocivo di altre fonti di zucchero.

La questione, quindi, non è se lo sciroppo di mais è meglio o peggio dello zucchero, ma cosa fanno al nostro organismo e come lo fanno. L’opinione più difusa è che gli zuccheri al massimo provocano la carie e forniscono “calorie vuote” (cioè senza sostanze nutritive come proteine o vitamine) che tendiamo ad assumere in eccesso perché hanno un buon sapore.

Vera o falsa che sia, la tesi delle “calorie vuote” è sicuramente molto comoda perché permette di dare la colpa dell’obesità e, per estensione, del diabete (due condizioni così strettamente legate che alcuni esperti hanno coniato il termine “diabesità”), all’eccessivo consumo di alimenti in generale e allo scarso esercizio fisico, dal momento che il punto è la quantità di calorie ingerite e una caloria è sempre una caloria.


La tesi di Lustig, però, non riguarda il consumo di calorie vuote, ed era già stata avanzata dai biochimici, anche se con meno clamore. Il problema è che lo zucchero ha caratteristiche specifiche – soprattutto per il modo in cui il corpo umano metabolizza la componente di fruttosio – in grado di renderlo particolarmente nocivo, per lo meno se consumato in certe quantità.


Dritto al fegato


La definizione usata da Lustig quando spiega questo concetto è “isocalorico ma non isometabolico”. Significa che possiamo assumere 100 calorie di glucosio (da una patata, un panino o altri amidi) oppure 100 calorie di zucchero (metà glucosio e metà fruttosio), e queste calorie saranno metabolizzate in modo diverso e avranno un effetto diverso sul nostro corpo. Le calorie sono le stesse, ma le conseguenze metaboliche sono molto diverse.


Il fruttosio presente nello zucchero e nello sciroppo di mais è metabolizzato principalmente dal fegato, mentre il glucosio presente nello zucchero e negli amidi è metabolizzato da ogni cellula del corpo. Consumare zucchero (fruttosio e glucosio) significa più lavoro per il fegato che se avessimo assunto la stessa quantità di calorie di amido (glucosio). E se si consuma quello zucchero in forma liquida – una bibita o del succo di frutta – fruttosio e glucosio colpiranno il fegato più rapidamente di quando mangiamo una mela (o varie mele, per ottenere quella che i ricercatori definirebbero la dose equivalente di zucchero). La rapidità con cui il fegato deve svolgere la sua funzione influenza anche il modo in cui metabolizza il fruttosio e il glucosio.


Negli animali, o almeno nei ratti e nei topi di laboratorio, quando il fruttosio colpisce il fegato in quantità sufficiente e con sufficiente rapidità, il fegato ne trasforma buona parte in grasso. A quanto sembra questo induce una condizione nota come insulino-resistenza, che oggi è considerata il problema fondamentale dell’obesità e il diffetto alla base delle cardiopatie e del diabete di tipo 2, quello che si riscontra spesso nelle persone obese o sovrappeso. Potrebbe anche essere il punto di partenza per spiegare diverse forme di tumore.


Se quello che succede ai roditori di laboratorio succede anche agli esseri umani, e se mangiamo tanto zucchero da farlo succedere, allora siamo nei guai.
L’ultima volta che un’agenzia del governo statunitense ha esaminato a fondo la relazione tra zucchero e salute è stato nel 2005, in un rapporto dell’Institute of medicine, un istituto che fa parte delle National academies. Gli autori ammettevano che lo zucchero può aumentare il rischio di patologie cardiache e diabete, facendo perino salire il colesterolo Ldl – il cosiddetto colesterolo “cattivo” – ma non consideravano definitivi questi studi. La questione era piuttosto confusa: non era neppure possibile stabilire in quale quantità lo zucchero fosse efettivamente troppo.



Riprendendo il rapporto del 2005, uno studio dell’Institute of medicine pubblicato nell’autunno del 2010 ribadiva: “Non c’è consenso scientifico sulla quantità di zuccheri che si possono consumare in una dieta equilibrata”. Era la stessa conclusione a cui era arrivata la Food and drug administration (Fda), l’agenzia statunitense per il controllo dei farmaci e dei prodotti alimentari, l’ultima volta che aveva affrontato il problema dello zucchero, nel 1986. Gli esperti della Fda avevano detto che a parte il contributo calorico, “nessuna prova conclusiva dimostra che vi siano rischi per la popolazione quando gli zuccheri vengono consumati ai livelli attuali”. È un altro modo per dire che le prove non confutavano affatto tesi come quelle avanzate oggi da
Lustig e già allora da altri ricercatori, ma solo che non erano definitive o incontrovertibili.



Quello che dobbiamo tenere presente, sostiene Walter Glinsmann, amministratore della Fda, principale autore del rapporto del 1986 e oggi consulente della Corn reiners , l’associazione dei rainatori di mais, è che lo zucchero e lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio possono anche essere velenosi, ma qualunque altra sostanza può esserlo se consumata in modi e in quantità innaturali per gli esseri umani. La questione è sempre la stessa: quale dose rende nociva una sostanza innocua? Quanta ne dobbiamo consumare prima che diventi pericolosa?
Quando Glinsmann e i suoi colleghi della Fda decisero che nessuna prova conclusiva dimostrava la pericolosità dello zucchero, si basarono su un consumo medio pro capite di circa 18 chili all’anno oltre alla quantità assunta naturalmente da frutta e verdura: 18 chili all’anno di “zuccheri aggiunti”, come dicono i nutrizionisti.



Questa dose equivale a 200 calorie di zucchero al giorno, cioè meno di quante ne contengano una lattina e mezza di Coca-Cola o due bicchieri di succo di mele. Se veramente consumassimo questa quantità di zuccheri aggiunti, la maggior parte dei nutrizionisti sarebbe molto soddisfatta, Lustig compreso.


Ma 18 chili l’anno erano 16 chili in meno della quantità calcolata all’epoca dagli analisti del ministero dell’agricoltura – circa 34 chili all’anno a testa – e di regola le stime di questo ministero sono considerate le più affidabili. All’inizio degli anni 2000, sempre secondo il ministero dell’agricoltura, il consumo di zuccheri era passato a più di 40 chili all’anno pro capite.
Poiché questo aumento ha coinciso con l’epidemia di obesità e diabete, la tentazione di dare la colpa del problema al saccarosio e allo sciroppo di mais è forte. Nel 1980 circa un americano su sette era obeso e quasi sei milioni erano diabetici, e i tassi di obesità non erano cambiati in modo significativo rispetto al ventennio precedente.
All’inizio degli anni 2000, quando il consumo di zucchero ha raggiunto il picco massimo, un terzo degli americani era obeso e 14 milioni erano diabetici.



Grasso e resistente


esagerare in zuccheri : il risultato
Medici e autorità sanitarie hanno ormai accettato l’idea che una condizione nota come sindrome metabolica sia uno dei maggiori se non il maggiore fattore di rischio per la cardiopatia e il diabete. Secondo le stime dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, oggi ne soffrono circa 75 milioni di americani.


Il primo sintomo che i medici cercano per diagnosticare la sindrome metabolica è l’aumento della circonferenza vita. Questo significa che se una persona è sovrappeso ha una buona probabilità di avere la sindrome metabolica, e di conseguenza ha più possibilità di avere un infarto o di diventare diabetica (o entrambe le cose). Ma anche i magri possono avere la sindrome metabolica, e in questo caso hanno un rischio maggiore di cardiopatia e diabete rispetto ai magri che non hanno questa sindrome.


Quando una persona ha la sindrome metabolica le cellule del suo corpo ignorano attivamente l’azione dell’insulina, un ormone che attivando diversi processi metabolici e cellulari riduce la concentrazione di glucosio nel sangue. Questa condizione è tecnicamente nota come insulino-resistenza.


Da cosa è provocata l’insulino-resistenza? Ci sono diverse ipotesi, ma i ricercatori ritengono che una probabile causa sia l’accumulo di grasso nel fegato. In base agli studi che hanno tentato di rispondere a questa domanda, dice Varman Samuel, che studia l’insulino-resistenza alla Yale school of medicine, la correlazione tra presenza di grasso nel fegato e insulino-resistenza nei
pazienti, magri o obesi che siano, è “decisamente forte”.



Questo fa sorgere un’altra domanda: cosa provoca l’accumulo di grasso nel fegato? Una delle ipotesi più comuni è che ingrassare renda più grasso anche il fegato, ma questo non spiega il fegato grasso nelle persone magre. In parte il fenomeno potrebbe essere attribuito a una predisposizione genetica ma, tornando a Lustig, c’è anche la possibilità molto concreta che sia
provocato dallo zucchero.



Nei primi anni 2000, i ricercatori che studiavano il metabolismo del fruttosio avevano già confermato alcuni risultati e avevano valide spiegazioni biochimiche per quello che stava succedendo. Se si alimentano gli animali con abbastanza fruttosio puro o abbastanza zucchero, il loro fegato converte il fruttosio in grasso – l’acido grasso saturo palmitato per essere precisi
– che si ipotizza provochi cardiopatie perché fa aumentare il colesterolo Ldl.



Il grasso si accumula nel fegato e poi arrivano l’insulino-resistenza e la sindrome metabolica.
Secondo Michael Pagliassotti, un biochimico della Colorado state university che alla fine degli anni novanta ha condotto molti studi sugli animali, se gli animali mangiano enormi quantità di fruttosio e di zucchero (il 60 o il 70 per cento delle calorie della loro dieta) questi cambiamenti
possono verificarsi anche in una sola settimana. Ci vogliono mesi, invece, se mangiano quantità di zucchero più simili a quelle che consumano gli esseri umani: il 20 per cento circa delle calorie della loro dieta (negli Stati Uniti). In entrambi i casi, basta abolire lo zucchero e il fegato grasso scompare rapidamente portando via anche l’insulino-resistenza.



Effetti simili sono stati riscontrati anche nelle persone, però di regola i ricercatori – come Luc Tuppy in Svizzera o Peter Havel e Kimber Stanhope dell’università della California a Davis – hanno basato i loro studi solo sul fruttosio.


Anche se le ricerche sullo zucchero aumentano, si può ancora sostenere che non ci sono prove conclusive. Gli studi sui roditori non sono necessariamente applicabili agli esseri umani. E il genere di studi condotti da Tappy, Havel e Stanhope – somministrare bibite dolcificate con il fruttosio e paragonare gli efetti a quelli che si ottengono consumando bibite dolcificate con il
glucosio – non sono applicabili all’esperienza umana, perché nessuno di noi consuma mai fruttosio allo stato puro. Lo prendiamo sempre insieme al glucosio, nella composizione in parti quasi uguali dello zucchero o dello sciroppo di mais. E poi di regola la quantità di fruttosio o saccarosio somministrata in quegli studi ai roditori o ai volontari umani è enorme.
Proprio per questo le valutazioni delle ricerche efettuate finora sull’argomento concludono invariabilmente che occorrono altri studi per stabilire a quali dosi zucchero e sciroppo di mais cominciano a diventare, come dice Lustig, “tossici”.



Il combustibile insulina


Per il momento sappiamo che lo zucchero e lo sciroppo di mais, a causa delle particolarità della metabolizzazione del fruttosio e nelle quantità che consumiamo oggi, potrebbero determinare un accumulo di grasso nel fegato seguito da insulino-resistenza e sindrome metabolica, scatenando un processo che causa patologie cardiache, diabete e obesità. Forse sono davvero velenosi, ma ci vogliono anni perché arrivino a causare danni. Non succede dalla sera alla mattina.


Fino a quando non saranno condotti studi a lungo termine, non potremo sapere niente di certo.
Quali sono le possibilità che lo zucchero sia ancora più dannoso di quello che pensa Lustig?
L’obesità, il diabete e la sindrome metabolica sono tutte condizioni che fanno aumentare l’incidenza dei tumori. Per questo accennavo al fatto che l’insulino-resistenza potrebbe essere alla base di molti tumori, così come è alla base del diabete di tipo 2 e delle cardiopatie.



Il collegamento tra obesità, diabete e tumore è stato documentato per la prima volta nel 2004 in alcuni studi sulla popolazione condotti da ricercatori dell’Agenzia internazionale per la ricerca
sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità. Non è una tesi in discussione: chi è obeso e affetto da sindrome metabolica ha maggiori probabilità di ammalarsi di cancro. La maggior parte dei ricercatori è d’accordo sul fatto che il rapporto tra dieta o stile di vita occidentale e tumore si manifesta attraverso questa associazione con l’obesità, il diabete e la sindrome metabolica, vale a dire l’insulino-resistenza.



Come funziona? Gli studiosi di tumori oggi ritengono che il problema dell’insulino-resistenza è che fa secernere più insulina, e l’insulina (così come un ormone correlato noto come fattore di crescita insulino- simile) di fatto facilita la crescita dei tumori.


Come mi ha spiegato Craig Thompson, che ha fatto gran parte di queste ricerche e oggi è presidente del Memorial Sloan-Kettering cancer center a New York, le cellule di molti tumori dipendono dall’insulina per trovare il combustibile (lo zucchero nel sangue) e i materiali di cui hanno bisogno per crescere e moltiplicarsi. L’insulina e il fattore di crescita insulino-simile (così come i fattori di crescita correlati) forniscono anche il segnale per avviare questo processo.
E per le cellule tumorali, più insulina c’è meglio è.



Quello che questi ricercatori chiamano segnale dell’insulina (o del fattore di crescita insulino simile) sembra essere un passaggio necessario per molti tumori umani, soprattutto quelli al seno e al colon. Lewis Cantley, direttore del centro tumori al Beth Israel deaconess medical center della Harvard medical school, sostiene che fino all’80 per cento dei tumori dipende da mutazioni o da fattori ambientali che operano aumentando o mimando l’efetto dell’insulina sulle cellule del tumore incipiente.


La maggioranza dei ricercatori che studiano il rapporto tra insulina e cancro sembra interessata soprattutto a trovare un farmaco in grado di sopprimere il segnale dell’insulina nelle cellule del tumore incipiente e quindi di inibire o scongiurare completamente la loro crescita. Molti esperti che scrivono di questo rapporto dal punto di vista della salute pubblica partono dal presupposto che livelli di insulina cronicamente elevati e insulino-resistenza siano causati dall’essere sovrappeso o dall’ingrassare.


Ma alcuni ricercatori, come Cantley e Thompson, sostengono che se l’insulino- resistenza è causata da qualcosa di diverso dall’essere semplicemente più grassi, questo qualcosa con ogni probabilità è la causa alimentare di molti tumori. Se è lo zucchero a provocare l’insulino-resistenza, allora è difficile evitare la conclusione che lo zucchero provoca il tumore – o almeno alcuni tumori – anche se questa affermazione può sembrare drastica e senza precedenti.
“Ho eliminato lo zucchero rainato dalla mia dieta e mangio il meno possibile”, mi ha detto Thompson, “perché in definitiva credo che così potrò diminuire il mio rischio di cancro”. Cantley lo dice chiaramente: “Lo zucchero mi spaventa”.



Lo zucchero ovviamente spaventa anche me. Vorrei mangiarlo con moderazione. Sicuramente vorrei che i miei due figli fossero capaci di mangiarlo con moderazione, senza consumarne quantità eccessive, ma non so cosa signiichi veramente.


Una cosa è dire che lo zucchero ci fa ingrassare: quando cominciamo a prendere peso,
possiamo mangiarne di meno. Ma stiamo parlando anche di cose che non si vedono: fegato grasso, insulino-resistenza e tutto quello che ne consegue. Ufficialmente non dovrei avere paura perché le prove non sono conclusive, però sono preoccupato lo stesso.



giovedì 24 ottobre 2013

LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO DEL CAPITALE LA SINISTRA "RADICALE" ITALIANA E LA RICERCA/ATTESA DEL PRINCIPE AZZURRO

LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO DEL 

CAPITALE LA SINISTRA "RADICALE" ITALIANA 

E LA RICERCA/ATTESA DEL PRINCIPE AZZURRO

A. Boassa




L'elemento più inquietante delle ultime imponenti manifestazioni è senza ombra di dubbio la mancanza non solo di alleanza politica ma finanche di solidarietà tra la "via maestra" del 12 e le rivendicazioni sindacali e di giustizia sociale del 18/19 . 

Se la sinistra "radicale" continua nel suo soliloquio carico di tante e giuste aspirazioni di difesa dei diritti umani , della Costituzione , dell'ambiente , dei beni comuni ma con lo sguardo rivolto sempre a destra verso personaggi e partiti responsabili dell'attuale degrado 
della finanza pubblica e del disastro produttivo e sociale si rende facilmente manipolabile a più riprese dagli obblighi di natura internazionali ai quali non potrà sfuggire perchè ritenuti ineludibili in quanto dettati da supposte "necessità oggettive" (vedi l'accordo suicida di libero scambio USA-UE , l' accettazione della devastazione territoriale tramite i poligoni , l'abbandono dei nostri spazi allo strapotere USA-NATO , la subordinazione a contratti sindacali capestro ...) .

Quanto ciò sia vero lo dimostrano i dibattiti tra i militanti che di anno in anno accolgono di volta in volta principii , ipotesi, teorizzazioni che l'anno precedente non avrebbero tollerato . E' un'educazione in progress al pensiero neoliberale che gradualmente viene impartita attraverso i media , i talk show , gli intellettuali della stampa e i telepredicatori mainstream .



Il riformismo , così come è portato avanti dalle sinistre radicali ha avuto senso ed è stato portatore di successi reali nelle fasi di crescita reale del sistema produttivo in un quadro di rappresentanza credibile dell'elettorato e di rispettata divisione dei poteri . Così è stato nell'Italia postbellica fino alla metà degli anni '70. Ma , a partire sopratutto dagli anni '80 , il padronato ha saputo sferrare un attacco violentissimo contro le conquiste popolari ottenute grazie ad una dura lotta di classe con il sostegno delle sinistre storiche.

Allo stato attuale il padronato nazionale ed internazionale nelle nuove vesti di supremazia finanziaria sul processo produttivo non è in grado di sviluppare reale crescita ma di apportare solo distruzione di capacità umane , distruzione di vite umane , distruzione dell'ambiente , rallentamento della ricerca scientifica, deterioramento delle condizioni sociali esistenziali ...


Un riformismo che voglia dialogare o addirittura collaborare con i partiti dell'austerity o che voglia stringere intese strategiche con il padronato in ossequio ai diktat internazionali è destinato ad una cocente sconfitta e alla dispersione del suo elettorato .


E dunque volgere lo sguardo da un'altra parte . Là dove stanno i soggetti del cambiamento . Ma non uno sguardo supponente di chi crede che il proprio operato sia "politica" mentre i movimenti costituiscono solo rivolte spontanee , testimonianze , rabbia , interessanti ma inconcludenti , insomma prepolitica . E dunque fondersi con chi lotta realmente per il diritto all'abitare , al reddito , per i beni comuni , per la scuola e per la sanità pubblica , per l'acqua , per i diritti dei migranti , contro la Tav , contro il Muos ...


Il 18 e il 19 hanno sfilato le punte più avanzate della lotta di classe saldando interessi ed esigenze che non hanno sempre trovato le giuste convergenze , con una capacità organizzativa che è frutto di una ricomposizione politica dal basso e che è un dato significativo rispetto allo "spontaneismo" degli anni precedenti.


E' bene che i militanti della sinistra "radicale" ne abbiano coscienza. Oggi l'unica sinistra che possa scontrarsi con i grandi potentati della finanza e della guerra predisponendo un progetto di salvezza nazionale e popolare è la sinistra antagonista.


C'e' molto da lavorare naturalmente perchè "il principe azzurro" il popolo dei lavoratori ,dei precari ,dei migranti ... riacquisti tutta la sua potenza e sappia risvegliarci dalla reificazione in cui siamo precipitati . Ce ne vuole . Ma sarà il popolo a deciderlo e non altri per lui .





martedì 22 ottobre 2013

BEFFA IRAP - COSA SARA’ DELLA ZONA FRANCA INTEGRALE?

BEFFA IRAP - COSA SARA’ DELLA ZONA FRANCA INTEGRALE?

22 ottobre 2013 
E’ IL MOMENTO DI INVERTIRE IL PROCESSO

La beffa IRAP è un chiaro segnale di sudditanza, sia che sia avvenuta per imperio del governo o per giochi elettorali è comunque un atto del sistema italiano e sardo-italianista che vuole ricordare le limitazioni di sovranità a cui deve sottostare la nazione sarda.

La Sardegna è meno sovrana delle regioni a statuto ordinarie. Paradossalmente le regioni a statuto ordinario sono su questo tema “più avanti” della nostra “regione”. Infatti, lalegge 5 maggio 2009, n. 42 in materia di federalismo fiscale, all’articolo 7, e successivamente il decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68, attribuisce alle Regioni ordinarie la potestà di aumentare o diminuire l’aliquota dell’addizionale regionale IRPEF nonché di ridurre le aliquote IRAP fino ad azzerarle concedendo la possibilità di disporre deduzioni dalla base imponibile.

Se non è passata una modifica “normale” all’art. 10, cosa sarà della Zona Franca Integrale? Sulla risposta non penso ci siano dubbi, la questione zona franca verrà tirata avanti sostenuta dalla spontaneità e dall’onestà dei comitati e dagli interessi elettorali della politica, che non solo sposterà il traguardo fino alle elezioni regionali ma ne complicherà l’iter con delibere ed ordini del giorno fino alla collisione finale con il governo italiano amico-nemico. Quest’ultimo , come in questa occasione sull’irap, verrà indicato come unico responsabile dell’esplosione e dissolvenza della bolla di illusione con la quale si sono tenuti a bada i comitati delle zona franca, gli artigiani e commercianti in fallimento, gli antiequitalia, i disoccupati, gli utenti dei rifornitori e tutti quelli che hanno investito le loro speranze sulla sovranità fiscale della zona franca integrale.

Basta con le umiliazioni, la Sardegna deve uscire dal disastro italiano, non ci sono altre possibilità. La politica sarda pan-italianista ha fatto più danni di tutte le altre dominazioni messe insieme, sta portando la Sardegna al disastro tenendola ancorata ad un’Italia che affonda proprio per causa del suo sistema politico parassita, disonesto e servo dei grandi usurai padroni delle banche e della finanza speculativa.

Politici di Sardegna! è il momento di invertire il processo, basta con la disastrosa convergenza verso i poli italianisti di centrodestra e di centrosinistra, se si vuole salvare la Sardegna, è necessario tornare a casa e rientrare nella cultura politica della nazione sarda. Non vi chiediamo diventare indipendentisti ma di vivere la vostra dimensione politica in maniera disgiunta dal disastroso e disonesto sistema politico italiano.

Non è una proposta in ambito elettorale ma nell’ambito della cultura politica. 
Per le prossime elezioni SNI continuerà a lavorare per dare corpo e vita al PARTITO CHE NON C’E’ , lavorerà in condivisione solo con le sintesi politiche e culturali che la nazione sarda ha generato al di fuori della colonizzazione politica italiana e italianista.


BITZI 22-10 - 2013  anno 152° Dominazione Italiana  
                  
Sardigna Natzione Indipendentzia  
IL COORDINATORE NAZIONALE 
 Bustianu Cumpostu





lunedì 21 ottobre 2013

Wi-Fi pericoloso , "verità nascosta a scopo di lucro"!

Wi-Fi pericoloso , 
"verità nascosta a scopo di lucro"!


Fonte: LIBRE

Come affermato da ricercatori universitari, scienziati governativi e consulenti scientifici internazionali, almeno il 57,7% delle studentesse esposte a radiazioni a microonde di basso livello (wi-fi) sono a rischio di avere aborti, malformazioni fetali o bambini con tare genetiche. I danni genetici possono essere trasmessi alle generazioni successive. Il professor John Goldsmith è consulente internazionale per le comunicazioni in Rf (radio-frequenze), consulente per l’Organizzazione Mondiale della Sanità in epidemiologia e scienze della comunicazione, consulente militare e universitario nonché ricercatore; a proposito dei bassi livelli di esposizione (sotto il livello termico) all’irraggiamento da microonde aventi le donne come bersaglio, ha scritto: «Nelle donne esposte a radiazioni di microonde, nel 47.7% dei casi ci sono stati aborti prima della settima settimana di gravidanza». E’ al di sotto di quello che la maggior parte delle studentesse riceve in un’aula dotata di trasmettitori wi-fi, a partire dall’età di circa cinque anni in su.

Le studentesse non sono ancora donne, sono bambine; e i bambini – sia neurologicamente che fisiologicamente – sono diversi dagli adulti. Il tessuto cerebrale e il midollo osseo di un bambino ha proprietà di conducibilità elettrica diverse rispetto agli adulti, a causa del maggior contenuto di acqua. L’assorbimento della radiazione a microonde nei bambini può essere dieci volte superiore rispetto agli adulti, e può indurre “stress” cronico ossidativo e nitrosativo e quindi danneggiare i mitocondri cellulari. Questo “stress” può causare danni irreversibili al Dna mitocondriale, che non è riparabile a causa del suo basso contenuto di proteine istoniche; pertanto, eventuali danni (genetici o altro) si possono trasmettere a tutte le generazioni successive attraverso la linea materna. Quindi, stiamo danneggiando non solo questa ma anche tutte le future generazioni femminili. Ci troviamo di fronte all’equivalente di una vera pandemia (cottura a microonde dei follicoli ovarici delle studentesse).

Immaginate di essere una bambina di cinque anni e di essere a scuola, seduta con un computer portatile wi-fi vicino al vostro addome. Teoricamente, le ovaie possono essere irradiate fino a quando lascerete la scuola all’età di 16-18 anni. Quando poi rimarrete incinta, ognuno dei vostri follicoli (che poi diventeranno uova) sarà stato esposto alle microonde. Quindi, potreste avere un bambino sano oppure no. Se rimaneste incinta da studentessa, il vostro embrione (per i suoi primi 100 giorni, se è femmina) produrrà circa 400.000 follicoli (nelle sue ovaie) per la futura neonata. Il problema è che queste cellule follicolari in sviluppo non hanno la protezione cellulare delle cellule adulte mature. Di conseguenza le vostre “nipotine” potrebbero aver avuto ogni singola cellula follicolare irradiata e danneggiata ancor prima del concepimento. Pertanto, quando la bambina diverrà una donna adulta (con i suoi follicoli irradiati) vi sarà una maggiore probabilità che il suo bambino (vostro nipote) soffra dei disturbi menzionati in precedenza, durante il concepimento o le fasi di sviluppo embrionale e fetale.

Oltre ogni immaginazione: la sconvolgente verità è che non solo tutto questo era noto e documentato molto prima che il wi-fi fosse messo in prossimità dei bambini, ma addirittura gli effetti biologici pericolosi sono stati nascosti al pubblico (com’è tutt’ora), per preservare i profitti delle industrie. Il professor Goldsmith scrive: «Effetti dell’esposizione alla radiazione Rf in certe popolazioni: effetti riprodutivi, aumento degli aborti spontanei, aumento dell’incidenza dei cancri infantili e di altri cancri». A conferma di ciò, con più di 2.000 riferimenti, c’è il Naval Medical Research Institute con un proprio documento: “Bibliografia dei fenomeni biologici segnalati (effetti) e delle manifestazioni cliniche attribuite alla radiazione a microonde e radio-frequenza ‘principali evidenze’, attività mestruale modificata, sviluppo fetale modificato”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sottolineato in un documento di 350 pagine – “International Symposium Research Agreement, Effetti biologici e danni alla salute dalle radiazioni a microonde”. La sezione 28 tratta dei problemi riguardanti la funzione riproduttiva. Questo documento è stato classificato “top secret” e i suoi contenuti celati dall’Oms e dall’Icnirp (“International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection”, commissione internazionale per la protezione dalla radiazione non-ionizzante).

Eldon Byrd, uno scienziato del Centro di Armamento Navale di Superficie della Marina Usa, in una delle sue conferenze del 1986 sugli effetti di microonde a bassi livelli lezioni, si riferisce abbia detto: «Possiamo modificare il comportamento delle cellule e dei tessuti, provocare un aumento di sei volte della mortalità fetale e dei difetti alla nascita». Infine, l’industria delle telecomunicazioni mobili ha condotto propri studi scientifici accurati ed esaustivi sul proprio prodotto. La conclusione è stata: «Si può concludere che i campi elettromagnetici le cui frequenze siano nell’intervallo delle telecomunicazioni mobili rivestano effettivamente un ruolo nello sviluppo del cancro: danneggiamento diretto del Dna a anche influenze sulla sintesi del Dna e sui meccanismi di riparazione del Dna» (la sintesi del Dna è essenziale per una sana crescita dell’embrione, del feto e del bambino).

Questi non sono che alcuni articoli di circa 8.000 ricerche che dettagliano questi fenomeni. Al fine di proteggere il profitto di queste industrie, l’Intelligence Agency della Difesa statunitense ha inviato un “documento” alle “nazioni avanzate” che descrive il problema e suggerisce “come ingannare il pubblico”. Vi si legge: «Se le nazioni più avanzate dell’Occidente sono rigorose nell’applicazione di severe norme all’esposizione, si potrebbero avere effetti negativi sulla produzione industriale». Questo (e altri due documenti) continuano poi ad elencare molti pericoli fisiologici e neurologici dell’irraggiamento a microonde a bassi livelli, non termici: disordini sanguigni, cardiaci, sintomi psichiatrici e “disordini mestruali”. Naturalmente il wi-fi è irraggiamento a microonde a bassi livelli, non termici.

Al fine di placare il governo degli Stati Uniti, alcuni governi hanno adottato le linee guida Icnirp, secondo le quali l’unico limite di sicurezza è di soli sei minuti di riscaldamento. Il che significa: se non ti senti troppo caldo in sei minuti, allora il wi-fi si può considerare sicuro. Non è stata data nessuna considerazione alla pur ben studiata interazione cellulare che avviene prima del verificarsi degli effetti termici. Tale interazione è citata negli studi di diverse nazioni, Stati Uniti compresi, ed è noto che causavano (e tutt’ora causano) cancro, sintomi neuropatologici severi, difetti fetali e, letteralmente, centinaia di malattie connesse a scompensi cellulari. Le nazioni che seguono l’Icnirp continuano ad argomentare che l’effetto termico dopo sei minuti è tutto quello che è richiesto per l’irraggiamento con microonde.

Il lettore potrebbe chiedersi se io non sia “pazzo da legare” e pensare che “nessun governo farebbe mai del male a dei suoi cittadini per soldi, specialmente alle donne in gravidanza”. In questo caso invito il lettore a considerare alcune decisioni che il governo ha alle spalle: il fumo, l’amianto, la Bse (mucca pazza), il piombo nella benzina, esperimenti su 20.000 inglesi in servizio militare negli anni ’60, il talidomide e, naturalmente, l’agente arancio spruzzato sopra le colture alimentari in Vietnam. A tutt’oggi, molti difetti di nascita globali derivano da queste decisioni governative, scientifiche e militari, assunte avvalendosi di consulenti industriali. Se sono necessarie prove ulteriori, invito il lettore a consultare i documenti rilasciati sotto il Freedom of Information Act, e precisamente le operazioni Pandora, Mk Ultra, Mk Chaos, Cointelpro, Mk Delta, Mk Naomi, Mk Search, Bluebird, Artichoke, Chatter, Sleeping Beauty e Grill Flame. In questi casi ci sono stati esperimenti segreti effettuati dagli scienziati militari/governativi su civili ignari, vale a dire: studenti, militari, pazienti psichiatrici, poveri, bambini di età superiore ai 4 anni, donne in stato di gravidanza, musulmani, cattolici, carcerati, disabili, sordi, ciechi, omosessuali, donne single, anziani, scolari, “gruppi marginali” e dissidenti; serviti per aumentare la loro conoscenza e la comprensione di ciò che è comunemente conosciuto come Stealth Warfare (cioè il tipo di azioni di guerra in cui si colpisce il nemico senza essere visti e senza che il nemico sappia nemmeno di essere attaccato).

I progressi sullo studio delle malattie causate da bassi livelli di irraggiamento a microonde continuano anche oggi. E’ in corso uno studio sul cancro e i danni neurologici: continuerà fino al 2018 e coinvolge donne che potrebbero essere incinte. Relazioni periodiche sono altresì trasmesse all’amministrazione da scienziati governativi: «Gli studenti comprenderanno la natura della ricerca dei bioeffetti della Rf, includendo studi umani e animali; gli studenti familiarizzeranno con lo stato attuale della conoscenza sui potenziali effetti della Rf sulla salute, quali cancro, amnesia e difetti di nascita». “Rf” è divenuto un termine generico (radio-frequenza) per evitare di usare la parola “microonde”. Rf solleva un minor numero di “richieste di sicurezza” in quanto la parola “radio”, chesolitamente si riferiva a “onde radio lunghe”, non ha connotazioni di pericolo per il suo consolidato uso domestico.

L’intransigenza governativa impone una moratoria sui rischi di esposizione alle generazioni future. Sia gli studi governativi che quelli dell’industria hanno dimostrato che la sintesi proteica (l’utilizzo delle strutture chimiche per “costruire” le circa 4.050 strutture note biologiche e neurologiche fetali e 4.500 negli adulti) può essere influenzata dall’irradiazione a microonde a bassi livelli. Questa moratoria sembra diffondersi alle organizzazioni o affidandosi su finanziamenti governativa, o per qualsiasi motivo; acquiescenza. Tuttavia, non tutti i dipartimenti di ricerca sopprimono la verità. Una ricerca brillante pubblicata dall’Università di Dundee conferma che l’irradiazione a microonde a bassi livelli, pur non provocando nessun riscaldamento, può disturbare i processi di segnalazione cellulare; influenza i processi biologici che danneggiano la crescita fetale.

Non solo: gli stessi processi biologici sono coinvolti per barriera ematoencefalica (si forma in 18 mesi e protegge il cervello dalle tossine, si sa che viene alterata); guaina mielinica (ci vogliono 22 anni perché si formino i 122 strati di cui è composta, è responsabile di tutti i processi cerebrali, organici e muscolari); cervello (ci vogliono 20 anni perché si sviluppi); sistema immunitario (ci vogliono 18 anni perché si sviluppi, il midollo osseo e la densità ossea sono notoriamente influenzati dalle microonde a bassi livelli come pure i globuli bianchi del sistema immunitario); ossa (ci vogliono 28 anni per lo sviluppo completo; come menzionato, il grande contenuto di acqua nei bambini rende sia le ‘ossa molli’ che il midollo particolarmente attraenti per l’irradiazione con microonde; il midollo osseo produce le cellule del sangue).

Chiaramente, quelli che decidono per noi stanno sottovalutando una pandemia di malattie infantili finora sconosciuta nelle nostre 40.000 generazioni di civiltà, che può coinvolgere più di una metà delle mamme/bambini irraggiati al mondo. Durante gli anni ho avuto la felice opportunità di parlare con circa 40 altezze reali, governatori, leader di governo, capi di stato e ministri. Le mie considerazioni sui numeri dei bambini malati che ho rivolto ad un Re, sono reperibili su Internet. Ho riferimenti di più di 200 cluster di cancro/leucemia nelle scuole (fino al momento della raccolta dei dati) da trasmettitori a microonde a basso livello nelle scuole. Ci sono molti tipi di tumori, leucemie, aborti e cancro al seno del personale. E continuano ogni giorno, registrati per lo più soltanto a livello locale. Quando questi fatti sono stati discussi nel Parlamento inglese (in quanto uno dei paesi europei coinvolti), un ministro ha respinto tutto e ha mentito davanti alla House of Commons. La mia richiesta di provare questa menzogna è stata rifiutata.

Forse, la più rispettata organizzazione al mondo per la tutela dei bambini, l’Unicef, si è alleata con l’autorità leader a livello mondiale sugli effetti del danno da basso livello di irradiazione a microonde. Il Comitato Nazionale Russo per la Protezione dalle Radiazioni non-ionizzanti, nel proprio documento di ricerca “Effetti sulla salute di bambini e adolescenti” ha trovato: 85% di aumento delle malattie del sistema nervoso centrale; 36% di aumento dell’epilessia; 11% di aumento di ritardo mentale; 82% di aumento di malattie immunitarie e rischio per il feto. Il lettore può pensare che l’irraggiamento del telefono cellulare, avendo maggior potenza, sia diverso da quello del wi-fi. In effetti il wi-fi può essere più dannoso proprio a causa della sua bassa potenza: la bassa potenza può entrare nel corpo inavvertita e causare danni. Tutte le onde elettromagnetiche sono cumulabili. Se sono sotto la soglia corporale che provoca l’attivazione delle proteine preposte a difendere e riparare i tessuti, il danno si accumula molto lentamente e non è rilevabile, come un cancro. Basti pensare a come in una giornata nuvolosa si prenda lo stesso il sole e che ci si può lo stesso bruciare la pelle.

Ho una lista di nove paesi (con alcuni dei quali sto lavorando) che stanno attivamente rimuovendo il wi-fi dalle scuole o che sono impegnati nella fase giuridica propedeutica a questa rimozione. L’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (documento 12608, pubblicato il 6 maggio 2011, alla sezione 8.3.2. riporta: “Divieto di tutti i telefoni mobili, telefoni Dect o wi-fi o sistemi Wlan nelle classi e nelle scuole”. Per motive legali la dicitura è stata variata in: “Si deve preferire un sistema cablato”; comunque, il significato è chiaro. In un documento tradotto, il professor Yuri Grigoriev del Comitato Russo per la Protezione dale Radiazioni non-ionizzanti ha scritto, il 19 giugno 2012: «Si raccomanda l’uso di reti cablate e non di reti che usino sistemi di accesso a banda larga wireless, come il wi-fi, nelle scuole e nelle strutture educative». Un documento datato 25 marzo 2013 del comitato esecutivo dell’Accademia Americana di Medicina Ambientale ha scritto una lettera al Distretto scolastico unificato di Los Angeles con la seguente raccomandazione: «Non aggravare il carico della salute pubblica installando connessioni Internet wireless nelle scuole di Los Angeles».

Poco prima di ciò, nel dicembre 2012, l’Accademia Americana dei Pediatri (che rappresenta 60.000 pediatri) ha scritto al Congresso richiedendo maggior protezione dall’irraggiamento a microonde a bassi livelli per i bambini e le donne incinte: riferendosi al wi-fi nelle scuole, ha scritto: «Potenziale riproduttivo di una generazione». Nel 2002, 36.000 medici e scienziati hanno firmato l’“Appello di Friburgo”. Dopo dieci anni, l’Appello è stato rilanciato e mette in guardia in particolare contro l’uso del wi-fi e l’irradiazione di bambini, adolescenti e donne incinte. Quello di Friburgo è un appello di medici internazionali. Il lettore dovrebbe considerare che in totale ci sono circa 100.000 dei professionisti più esperti al mondo che condividono questo stesso avvertimento. Per inciso, qualora il lettore si chiedesse perché non ho menzionato gli scolari e se essi possono essere influenzati in modo simile alle ragazze: la risposta è “sì”. Ricerche sulla frammentazione del Dna dello sperma provocata dai livelli wi-fi di irradiazione sono già stati pubblicate. Ci vorrebbero molte più pagine per commentare questo fenomeno ed esiste già una pletora di dati disponibili e pubblicati.

Con profitti giganteschi da realizzare, non sorprende che il sistema parlamentare inglese abbia scelto di seguire l’Icnirp e la relativa ben nota politica del “rifiuto attivo”. Ho conosciuto la nostra “corruzione”, quando alla fine degli anni ‘60 ‘70 fui incaricato di indagare (nell’ambito di un programma avviato da Sir William Melvin), sulla corruzione all’interno della gerarchia della polizia metropolitana di Londra e dei membri non eletti del Parlamento inglese. Se il lettore non fosse al corrente di tali avvenimenti, suggerisco di consultare qualcuno dei nostri giornali della domenica da 45 anni in qua, fino ad oggi. Quando un reverendo scrisse ad un ministro, Nick Gibb, a riguardo del wi-fi nelle scuole, la sua risposta standard (che ho visto molte volte) riportava: «Consiglio dato dall’Agenzia per la Protezione della Salute inglese: “Non ci sono prove consistenti di effetti sulla salute a seguito di esposizione a Rf sotto i livelli di riferimento e non ci sono ragioni per cui le scuole o altri non dovrebbero usare dispositivi wi-fi». Questa risposta è concepita per ingannare e ci riesce molto bene. Altre lettere ministeriali sono solite dire: “la maggior parte della nostra ricerca” o “la maggior parte dei nostri scienziati”; due espressioni ugualmente prive di senso. Quello che non dicono mai è: il wi-fi è sicuro.

Il lettore non sarà sorpreso di sapere che mi è stato rifiutato il permesso di avere un incontro faccia a faccia con il mio rappresentante in parlamento, mr. Mel Stride. Da allora egli ha boicottato con successo qualsiasi mio contatto col governo. Anni fa, quando cominciai a “consigliare cautela” nell’irraggiare col microonde bambini e donne incinte, la Cancelleria Accademica della mia università (Exeter) mi ingiunse di non contattarla mai più. Un messaggio simile venne dal dottor Jamie Harle della Open University (fisica medica), che mi disse: «Il tuo lavoro è troppo politico». Chiaramente, in Inghilterra, alcune università e alcuni rappresentati parlamentari hanno più paura delle rappresaglie governative che voglia di dire la verità. A prescindere dalle conseguenze.

Il prezzo reale dell’ignoranza intenzionale e dell’avidità: ecco le conseguenze. Per me, ricevere dieci telefonate al giorno non è inusuale. Ne ricevo anche a Natale e Pasqua. Due chiamate che riassumono quelle che ricevo da donne sono riportate di seguito. Si tratta di due conversazioni reali. La prima: «Mia figlia è appena morta. Sto ancora tenendo la sua mano. Ha appena compiuto 11 anni ed è stata la numero 11 a morire da quando il trasmettitore per il wi-fi è stato messo vicino alla scrivania sua e degli altri». La seconda: «Mio figlio è uno dei tanti con cancro / problemi genetici dalla nascita. Questi sono iniziati solo dopo che il trasmettitore è stato acceso. Le mie preoccupazioni sono duplici e occupano ogni secondo della mia vita. Il mio bambino potrà mai sposarsi o trovare un partner ed essere felice? Cosa accadrà quando morirò? So che morirò preoccupata. Indipendentemente da chi abbia la colpa, sono io, la madre, a portare la colpa e la responsabilità».

Lettori, vi prego, aiutatemi. Immaginate il 57,7% di tutte le studentesse con wi-fi nelle loro aule: tutto il giorno per tutto l’anno per tutta la loro carriera scolastica, usandolo in tutti i paesi del mondo! In sole due generazioni potremmo avere più bambini morti / malati di quelli risultanti da entrambe le guerre mondiali. E questi non sono dati miei, ma provengono da consulenti e ricercatori governativi. Sono state ricevute richieste per questo studio da rappresentanti di Reali, funzionari governativi (al di fuori del Regno Unito) e da persone che mi limiterò a descrivere come “interessanti”. Mentre le saracinesche politiche si stanno chiudendo in ogni direzione verso cui mi dirigo, mi chiedo: potrebbe il lettore avere successo e prevenire questa “pandemia” laddove io fallissi?

Ho due richieste. La prima: se sei uno personaggio di corte o un rappresentate governativo ufficiale, per favore chiedi al primo ministro britannico, faccia a faccia, perché abbia detto al mio rappresentante parlamentare, mr. Stride, che è “troppo impegnato” per vedermi anche per una sola ora e discutere di questo tema. La seconda richiesta: se ogni lettore inviasse anche solo due copie di questo studio a persone che potessero essere in grado di prendere una decisione (preferibilmente donne influenti), con progressione matematica, le originali 100 richieste avanzate arriveranno presto sulla scrivania di qualcuno che può fare la differenza.

Quando sono invitato a parlare in altri paesi, invariabilmente finisco in radio, Tv, news, canali di documentari. Da lì, lancio ogni volta una sfida: chiedo che qualsiasi scienziato dell’industria o del governo mi “umili” in diretta con le proprie conoscenze, rispondendo a una domanda: «Qual è il limite di sicurezza per l’irraggiamento con radiazione a microonde per i follicoli ovarici durante i primi 100 giorni di sviluppo dell’embrione?». Ad oggi, nessuno scienziato si è fatto vedere. Cito questo perché si tratta di una domanda che il lettore può rivolgere ad ogni direttore scolastico, governatore, uomo politico. Se qualcuno poi dovesse fornire una risposta, la frase successiva sarebbe: «Bene, lo manderemo a una delle principali riviste scientifiche per essere sottoposta a “Peer Review”» (con la vostra ricerca). La soluzione? La didattica non soffrirà se il wi-fi dovesse essere abolito in tutto il mondo: disponiamo di ottime linee telefoniche in fibra ottica. L’argomento contro quest’opzione è il costo. Ma confrontato con i costi medici futuri e pur trascurando l’alto costo umano, il cablaggio sembra un’opzione molto a buon mercato.

(Barrie Trower, sintesi dell’appello “L’umanità sull’orlo del baratro”, pubblicato sul blog “Rense.com” e ripreso da “Come Don Chisciotte” il 26 agosto 2013. Ex agente dell’MI5, il servizio segreto britannico, il professor Trower è un fisico di fama internazionale, protagonista di clamorose denunce pubbliche, nelle quali ha rivelato segreti circa l’enorme pericolo di inquinamento elettromagnetico, onde scalari e radiazioni a microonde, sia del nostro telefono cellulare che nella tecnologia wi-fi per la connessione Internet di computer e attrezzature digitali).

Perchè No al termodinamico

Riceviamo dagli amici, del comitato No al termodinamico di Cossoine,  
il volantino che spiega le motivazioni per dire No al termodinamico in questa bellissima pianura.

Condividiamo le loro critiche e solidarizziamo , con tutta la popolazione di Cossoine , Bonorva e Giave.

ci uniamo alla voce popolare e sosteniamo le loro giuste istanze contro un impianto che a dire poco è sproporzionatamente invasivo delle terre e nella vita dei cittadini , perciò tutti assieme gridiamo: 

NO AL TERMODINAMICO A COSSOINE!

libertade de su logu de Cossoine, nou a sa megacentrali in domu noshta!

Sa Defenza



La bellissima pianura che si vuole trasformare in un mega centrale di termodinamico

Perchè No al termodinamico

Perché NO!

Perché il consumo dei suoli ha raggiunto livelli ormai non più tollerabili;

Perché i terreni agricoli sono l’unica vera grande risorsa della Sardegna, che non può essere barattata per nessun motivo al mondo;

Perché non può essere compromessa per sempre qualunque altra ipotesi di sviluppo compatibile con la vocazione dei luoghi;

Perché su quei terreni c’è la possibilità che, presto o tardi, dovremo tornare a produrre per procuraci da mangiare. E se li ritroveremo coperti di acciaio e specchi, pannelli fotovoltaici, torri eoliche, cardi per chimiche verdi, pozzi per il gas, c’è la possibilità che moriremo di fame;

Perché bisogna difendere i posti di lavoro che su quei terreni già esistono;
Perché non si possono stravolgere, per intenti meramente speculativi, il profilo dei luoghi, i valori ambientali, le tradizioni colturali, che sono “beni comuni”, e rappresentano parte essenziale e fondamentale della storia, della cultura, dell’identità delle popolazioni;

Perché la Sardegna produce già molto più del proprio fabbisogno energetico, e l’eccedenza prodotta non va a sostituire le fonti tradizionali, né può essere esportata nel resto d’Italia, perché il cavo sottomarino è da tempo saturo;
Perché non c’è nessun vantaggio energetico per le popolazioni del territorio, in quanto l’energia prodotta viene immessa in rete, senza alcun utilizzo diretto in loco;

Perché non siamo contro le energie rinnovabili, siamo contro i megaimpianti che vengono installati sui terreni produttivi, fanno terra bruciata, e non portano beneficio alcuno al territorio;

Perché siamo convinti - come gli esperti più attenti e più sensibili delle energie rinnovabili - che la soluzione vera sta nei piccoli impianti domestici o condominiali, sui tetti o nel cortile di casa, con zero impatto ambientale;

Perché è inconcepibile che la Regione Sarda non abbia un piano energetico regionale, e non dia indicazioni e indirizzi precisi sull’ubicazione degli impianti;

Perché non è tollerabile che le decisioni che riguardano i cittadini e i territori siano sottratte al controllo democratico e siano imposte sulla testa delle amministrazioni locali e della gente.

Comitato No termodinamico di Cossoine
Esempio di centrale da costruire nella pianura di Cossoine;
Spagna, Fuentes de Andalucía, centrale solare termodinamica a concentrazione


No alla speculazione energetica nella piana di Cossoine e Giave!

Cossoine, Campu Giavesu, indicazione area progettuale
Cossoine, Campu Giavesu, indicazione area progettuale

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, grazie al prezioso operato dell’avv. Claudia Basciu del Foro di Cagliari, ha inoltrato (18 luglio 2013) specifico intervento ad opponendum avverso il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica esperito dallaEnergogreen Renewables s.r.l. (Gruppo Fintel Energia Group s.p.a.) che intende realizzare unacentrale solare termodinamica (potenza 30 MW) su oltre 160 ettari di Campu Giavesu, nel paesaggio agricolo fra Cossoine e Giave (SS).
La Società promotrice di energie rinnovabili ha impugnato la deliberazione Giunta regionale n. 48/37 dell’11 dicembre 2012provvedimento conclusivo della procedura di verifica di assoggettabilità (screening, decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.) che ha deciso – anche grazie all’atto di “osservazioni” (20 agosto 2012) delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Amici della Terra – di destinare il progetto alla più stringente procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.).
Il progetto – avviato nel bel mezzo dell’estate 2012, fra dubbi e contrarietà della popolazione interessata – potrebbe, infatti, portare allo snaturamento di un’ampia area a vocazione agricola nella Sardegna settentrionale.
Cossoine, Campu Giavesu, impianti fotovoltaici
Cossoine, Campu Giavesu, impianti fotovoltaici
In seguito, il Comitato popolare per il no al termodinamico a Cossoine e Giave ha predisposto una petizione on line indirizzata al Ministero dell’ambiente, alla Regione autonoma della Sardegna, alla Provincia di Sassari, ai Comuni di Cossoine e diGiave, raccogliendo centinaia e centinaia di adesioni.
Cossoine - Bonorva, impatto cumulativo centrale eolica (esistente) + centrale solare termodinamica (in progetto)
Cossoine – Bonorva, impatto cumulativo centrale eolica (esistente) + centrale solare termodinamica (in progetto)
Lo scorso 17 marzo 2013, nel corso delreferendum comunale, il popolo di Cossoineha detto il suo forte e chiaro “no” al progetto che snaturerebbe il territorio e il contesto storico-sociale del piccolo centro del Mejlogu: su 544 votanti ben 484 (l’88,97%) elettori si sono espresso negativamente.
In seguito il ricorso della Energogreen Renewables s.r.l., che non accetta di sottoporre l’invasivo progetto energetico al procedimento di V.I.A.
Sono seguite le difese regionali e l’intervento del Comune di Cossoine.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus è al fianco dei cittadini e dell’amministrazione comunale di Cossoine per la difesa della propria Terra, della propria storia, della propria identità.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus 
Cossoine - Bonorva, impatto cumulativo centrale eolica (esistente) + centrale solare termodinamica (in progetto)
Cossoine – Bonorva, impatto cumulativo centrale eolica (esistente) + centrale solare termodinamica (in progetto)
(elaborazioni fotografiche Comitato popolare per il No al termodinamico a Cossoine e Giave)



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