lunedì 10 marzo 2014

Sardinya, Gigi Sanna: Scrittura e lessico nuragici. Il serpente e la lettura completa della voce NR, 'lux aeterna' (I).

Scrittura e lessico nuragici. Il serpente e la lettura completa della voce NR, 'lux aeterna' (I).

di Gigi Sanna
monteprama

L'acquisizione di una sempre maggiore documentazione sulla scrittura adoperata dai nuragici in un arco di tempo che dura per mille e cinquecento anni e forse più (1) e cioè dal XVI secolo a.C sino al  III secolo a.C., consente oggi una lettura sempre più precisa del lessico, perlopiù semitico (2), adoperato dagli scribi nuragici per rendere onore e gloria al loro unico dio yh (ma scritto anche y, h, yhh, yhw, yhwh, yhwh).
  Diversi documenti in bronzo, in pietra e in ceramica presentano una delle voci più comuni del paleosardo ovvero la parola biblica NR/NL, che significa propriamente 'lampada(3) ma che in nuragico ha il valore traslato di 'luce'  in generale. Quella che nella Bibbia comunemente viene chiamata 'aôr (אור).

   Il modo di presentarsi della parola NR, naturalmente, è quanto mai vario dal momento che i nuragici, così come gli egiziani, riportavano le parole non solo in sequenza consonantica ordinata (di ispirazione scrittoria protocananaica) ma anche servendosi a rebus degli stessi oggetti oppure dei monumenti che, per il loro particolare aspetto e la loro conformazione, riportano dei pittogrammi-logogrammi (disegni esprimenti parole), degli ideogrammi (numeri) e dei pittogrammi con valore acrofonico.  Talvolta però il valore della prima consonante è acrofonico (tende cioè a rendere la nasale iniziale presente nella parola)  e nello stesso tempo pittografico (tende cioè a rendere l'intera parola).6
  
Quest'ultimo doppio 'valore' del primo segno viene ad essere confermato per due motivi: da una parte dalla pressoché costante pittograficità della lettera e dall'altra dal fatto che talvolta il serpente viene aggiunto alla stessa parola indicante la voce nur, cioè serpente nur
     Prendiamo la seguente tabella e vediamo dai documenti (presentati in appendice dal n. 1 al n. 13) come i nuragici scrivono la parola:



Dal punto di vista della lettura si nota che 8 volte su tredici la lettura è da sinistra verso destra, 1 volta (Tharros) è da destra verso sinistra, 3 volte procede dall'alto verso il basso (Tharros, Barisardo e Terralba) e infine 1 volta dal basso verso l'alto (Nuraghe Losa).
  Dal punto di vista della scrittura, a parte la variante della liquida R/L (7 volte NR e 6 volte NL) si nota che nel documento dell'Antiquarium arborense il pittogramma 'serpente', eseguito con tecnica a puntinato, una volta precede la voce stessa NR e una seconda volta invece esso ingloba le due lettere, rendendole così unite per legatura. In ogni caso la lettura è sempre nachash + NR (serpente + luce).
   Ora, conoscendosi il valore simbolico del serpente che è quello di 'ciclicità eterna', di energia continuamente rinnovantesi, il significato sarà quello di 'aeterna lux' che si rinnova. Sembra allora evidente che anche laddove il serpente non sia esplicitato come voce a sé nella scrittura di NR la  manifesta pittograficità del segno tende a far capire che esso assume nella sequenza fonetica due valori e non uno solo: quello di pittogramma logogramma e quello di pittogramma con valore acrofonico. Insomma, in tutti i documenti ci troviamo di fronte ad una parola semplice (NR) ma che diventa doppia in virtù della pregnanza di significato della lettera iniziale. Quella luce è sempre 'aeterna' in quanto 'serpente'.
   E che le cose stiano proprio così lo fa capire, in particolar modo, il documento lapideo di Terralba laddove il serpente è (nascostamente) scritto per ben tre volte in quanto esso come significato tende ad estendesi a tutte e tre le voci presenti nella sequenza e cioè 'ag, hē (4) e nl  (v.fig. 14): nachash 'ag, nachash hē, nachash nl (serpente toro, serpente lui, serpente luce). Il significato allora sarà: luce eterna del toro eterno di lui eterno e non quello semplice di 'luce del toro lui'. Con i tre serpenti si rimarca l'immortalità della luce, del toro (il sole) e del dio che si manifesta attraverso la luce perenne dell'astro taurino (che incessantemente dà la vita).
   La stessa voce 'nuraghe' del monumento architettonico, costituita dai pittogrammi che lo compongono (v. fig. 15), solo pronunciata non esprime tutto il suo valore in quanto il cerchio superiore soli-lunare che rende la voce nur/nl, ha valore di serpente, di ciclicità del serpente 'uroboro'. Gli architetti scribi nuragici però, a mio parere, riescono ad esplicitare e a 'scrivere' meglio, in virtù di un elemento aggiuntivo (aggiuntivo come nel caso dei serpenti della barchetta arborense) nella costruzione, il 'dato' serpente, quello implicito nel cerchio superiore (la cosiddetta 'terrazza'): attraverso la scala elicoidale o a serpente (v. fig. 16). 

              Fig.14                                                      Fig.15                                             Fig. 16

 Alla luce di queste considerazioni sembra lecito ritenere che sia il nuraghe con la scala sia il nuraghe senza di essa hanno sempre presente la voce NR/NL + serpente,  con la sola differenza che in alcuni casi essa è resa più esplicita e in altri non. In ciò sia la scrittura su supporto sia la scrittura 'con' monumentale non presentano differenza alcuna.Che lo si sottolinei o non, la luce è sempre eterna o serpente che dir si voglia.
  Ma il dato più spettacolare dell'esistenza del simbolo serpente nell'edificio templare si riscontra  laddove, a prima vista, esso sembra essere meno presente e meno manifesto. Si trova, se si osserva  con attenzione il tutto e non la sola parte, nella raffigurazione della luce del toro nel Nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu. Qui lo scriba nuragico sembrerebbe proprio, con la riproduzione della perfetta figura luminosa della protome dell'animale, dare valore alla forza e alla potenza dell'astro solare. E' non è un caso che gli autori della scoperta luminosa interna della tholos nuragica ovvero il Gruppo Ricercatori Sardi (G.R.S.), affascinati dal singolo fenomeno oggettivo, abbiano intitolato il loro libro 'La luce del toro(5). Perchè evidentemente il dato empirico immediato, visibile nella stanza del nuraghe,  è l'unico che si tende a calcolare nella 'lettura' (fig. 17).


   In realtà il titolo sarebbe dovuto essere 'La luce serpente del toro' ovvero la luce ciclicamente eterna del sole. Ciclicità che viene cripticamente evidenziata dall'aspetto giovanile,da torello, dell'animale singolare o bue api (6) che ri-nasce  Infatti, è nel periodo a cavallo del 21 Dicembre e non in altri momenti che la luce del toro celeste entra nella finestrella dopo aver percorso ciclicamente, e cioè a serpente, il suo corso intero. Quindi il fenomeno non è solo luminoso taurino ma è anche e soprattutto ciclico astrale.  Nel Santa Barbara di Villanova Truschedu (fig.18) non c'è solo esaltata, attraverso l'espediente della finestrella e del suo orientamento, la potenza vitale dei raggi luminosi, ma anche l'eternità di essi, data la continua ripetitività del fenomeno. I simboli toro e serpente sono dunque compresenti, 'scrivendo' essi nel 'dies natalis', sia pur in modo diverso, quella stessa formula insita nel nuraghe stesso e che dava e dà ancora il nome alla costruzione e cioè NURAC.

Fig. 17                                                                                                       Fig.18

Quindi, grazie alla documentazione epigrafica e alla scrittura 'con' sia del monumento sia dell'evento solstiziale siamo oggi in grado di affermare che il 'nuraghe' va inteso come simbolo architettonico dell'immortalità e della potenza della luce assieme.
    Ma se si volesse un' ulteriore prova di ciò, ovvero di tale valore toro -serpente, ricordiamo (7) che la definizione di luce eterna viene ad essere stupendamente confermata, oltre che dalla scrittura (presenza pittografica del serpente) anche dall'evento, spettacolare come in Santa Barbara, della cosiddetta 'sala da ballo' (8) di San Giovanni del Sinis (Tharros). Infatti la voce NR si trova inserita nel singolare complesso scrittura - scultura - architettura della parete ad Est  della sala che fa sì che, attraverso l'accorgimento della testa raffigurata nello spigolo (metà viso da una parte e metà dall'altra)  si indichino le tre direzioni dei fenomeni ciclici dei solstizi e degli equinozi (figg.19, 20, 21 e 22). Il serpente della voce NR scritta al di sotto della lettera hē, allude quindi, ancora una volta, non alla sola acrofonia occorrente per la rendere la parola 'luce' ma anche alla continua ripetizione serpentiforme del fenomeno.  

     Fig. 19                                                                                                                          Fig. 20

Fig. 21. La scritta intera della parete                                        Fig. 22. Le tre direzioni cicliche del sole

 Si comprende allora e non risulta più un puro accidente che nella barchetta nuragica dell'Antiquarium arborense siano state aggiunte da uno scriba altre due scritte con il serpente della luce. Si sa che due scritte uguali per contenuto, stante la rigorosa numerologia nuragica, non avrebbero valore. Esse vanno pertanto a sommarsi alla terza (formando così il numero sacro della divinità)  presente nel 'cerchio'  posto nella sommità del pennone (o albero 'toro') della barchetta e sormontato dalla colomba (v. fig. 23) 'viaggiatrice' (9) . Senza contare che non è ancora un caso ma sempre in ossequio alla divinità 'tre' che la luce serpente  o  lux  aeterna si trova scritta nelle tre parti della navicella: in alto, sulla fiancata e sul fondo (10).
   E si comprende ancora che la simbolica barca funeraria del sole, in origine con una sola scritta, denunciantecomunque l'esistenza del serpente, può accompagnare quindi, con maggior forza, in virtù della triplice iterazione della scritta, l'anima del defunto verso l'eternità del dio padre toro luminoso (continua).

Fig. 23. Barchetta nuragica 

DOCUMENTI NURAGICI  PRESENTANTI
LA SCRITTA NR  SU SUPPORTO

Fig. 1 (Sala da ballo di San Giovanni del Sinis )

 Fig.2. Coccio nuragico del Nuraghe Alvu di Pozzomaggiore

  Fig.3. Pietra scritta di Aidomaggiore

Fig.4. Barchetta fittile di Teti



 Fig.5. Barchetta Antiquarium arborense (fondo)


 Fig.6. Barchetta Antiquarium arborense (fiancata)

   Fig. 7. Scritta di Su Nuraxi di Barumini

 Fig.8. Pietra scritta di Barisardo

Fig.9. Pietra di Terralba

Fig.10. Scritta della scogliera di San Giovanni del Sinis (Tharros). 

   Fig.11. Scritta di grande fusaiola del Nuraghe Palmavera di Alghero 

 Fig.12. Scritta in rilievo su di un masso nei pressi del Nuraghe Losa di Abbasanta

       Fig.13. Scritta del Nuraghe Pitzinnu di Abbasanta


Note 

1) Le ultime attestazioni, che potrebbero però spingersi ancora più avanti nel tempo,  della scrittura nuragica a rebus (di cui si dirà con un saggio apposito) sono offerte dalle monete sarde coniate durante la seconda guerra punica (219 - 201 a.C.). V. per ora la documentazione di riferimento in Forteleoni L., 1961. Le emissioni monetali della Sardegna punica, Gallizzi Sassari.
2) Tra i documenti rinvenuti, compresi quelli del presente saggio, sono per ora pochi quelli che manifestano un lessico non semitico. Questo, di matrice indoeuropea ( e forse anche preindoeuropea), è perlopiù attestato attraverso appellativi, nomi di persona o di città. V. Sanna G., 2004, Sardōa grammata, 'ag 'ab sa'an yhwh. Il dio unico del popolo nuragico, S'Alvure Oristano 11, pp. 444 -450 ; Sanna G., 2009,  La stele di Nora. Il dio, il dono, il santo, The God, the Gift, the Saint ( trad. in lingua inglese di Aba Losi), PTM Mogoro, 3, pp. 73 - 106.   
3) Es. 25: 37; Prv. 31:18. In senso met. di 'Dio' v. 2 Sam. 22,29.
4) Si noti che nel documento la hê semilunata con orientamento a sinistra (con orientamento a destra nota invece  la yod) è manifestamente prolungata nella parte superiore onde fornire l'immagine del serpentello. Ragion per cui il detto segno risulta per nesso l'unione del pittogramma nachash hê.
5) G.R.S ( Gruppo Ricerche Sardegna), 2011, Il Toro della luce, PTM ed. Mogoro. 
6) Sanna G., 2011, La nascita del toro 'bambinello'.Nel nuraghe Santa Barbara di Villanova Truschedu il culto cananaico della potenza della luce di 'El YHWH ; in gianfrancopintore blogspot.com (27 dicembre).
7) Sanna S., 2013, Il magnifico fenomeno del tramonto del sole nel solstizio d'inverno nella Sala da Ballo (sha'ar ha ba'aal) in San Giovanni del Sinis; in Monte Prama Blog (20 dicembre),
8) Il toponimo  'Sala da ballo' sembra essere evidente corruzione italianizzante di sh'ar ha ba'al (porta di Ba'al). Facciamo presente che il luogo, di superficie rettangolare e quasi d'aspetto 'pavimentato', fornito di vere e proprie pareti a Est, a Sud ed a Ovest, era in origine una cava nuragica, sfruttata successivamente dai Punici e dai Romani. Essa si presenta con la parte a Sud a contatto diretto con il mare.    
9) E' questa voce semitica e cioè הלך che dà l'acrofonia di hē (lui)'. E' davvero straordinaria la capacità degli scribi nuragici nel fornire fonetica con il disegno che tende a rispettare, sia pur nel chiaro simbolismo, il reale aspetto della barca, con l'anello del pennone e la colomba viaggiatrice posta al di sopra di esso. La colomba ovviamente serviva, una volta liberata, per recare dei messaggi, soprattutto quello dell'imminenza del ritorno a 'casa' dei naviganti. Dobbiamo precisare che prima  il valore fonetico di 'hē' lo ricavamo diversamente, non acrofonicamente, ma dal simbolismo 'femminile' della divinità (Sanna G., 2004, Sardȏa grammata, cit., 5, p. 207).
10) Ricordiamo che anche la barchetta fittile di Teti presenta, evidentemente per lo stesso motivo numerologico, la scrittura sia in una delle fiancate sia nel fondo; scrittura che ovviamente si aggiungeva alla terza, presente una volta  nella parte superiore (detta parte, come si sa, non c'è pervenuta). V. Sanna G.,2009, Buon Natale da Teti: NuR Hē ’AK Hē ’ABa Hē ,in gianfrancopintore blogspot.com (17 Dicembre); idem, 2013, Auguri da Teti. Firmato: NuR Hē ’AK Hē ’ABa Hē (9 dicembre); Atropa Belladonna 2011, Le 3 vite della navicella fittile di Teti; in gianfrancopintore blogspot.com (29 aprile). 








domenica 9 marzo 2014

DIE DE SA BARDIANIA

DIE DE SA BARDIANIA 

DIE DE SA BARDIANIA - DOMINIGA 9 IN ARBOREA, SIENDA SPANU, STRADA INTERNA 22 IN SP S.GIUSTA-ARBOREA (a pustis de intrada a AlaBirdi) TOTU SA GENTE CHI CHERET DARE SOLIDARIEDADE A SA FAMIGLIA SPANU CHI CHERENT DISROBARE DE DOMO E DE SIENDA, ADDOBIET A INIE DAE SAS 9.00, SI FAGHET FESTA E BARDIANIA, DONGIUNU BATAT A MANNIGARE E A BUFARE, SI AZES BANCAS, TIAGIAS, FURCHEDAS E CADIRAS BATIDENE CARCUNA.

INFO: COMIDADU DE BARDIANIA NATZIONALE


CELL. 3487815084 / 3496107688 / 3317999788 E-MAIL: bardiania@tiscali.it


venerdì 7 marzo 2014

Krugman: La Bassa Inflazione in Europa è Deleteria come la Deflazione

Krugman: La Bassa Inflazione in Europa è Deleteria come la Deflazione
vocidallestero


Paul Krugman sul New York Times commenta un importante articolo di Moghadam, Teja, e Berkmen, pubblicato sul blog IMF direct  del FMI (ancora!), secondo il quale anche se  la deflazione tecnica in Europa non è ancora arrivata ovunque, gli stessi effetti tremendi si stanno producendo anche con inflazione bassa e vicino allo zero, e sono molto peggiori della sindrome Giapponese. Per Krugman le élite europee sono così attaccate a questo progetto che non lo molleranno facilmente, e quindi l'euro potrebbe anche durare, ma sarebbe un disastro continuato. 

di Paul Krugman
Su segnalazione del sempre prezioso Mark Thoma, il blog del FMI - sì, il FMI è diventato in effetti un “econblogger” - ha un pezzo formidabile sul problema della bassa inflazione in Europa. E' l'antidoto perfetto alle voci dell'inerzia che insistono sul fatto che non c'è nessun problema, perché ancora non vediamo una deflazione effettiva.


Parte dell'analisi del FMI riguarda la dinamica del debito. Non la mettono esattamente così, ma io direi in sostanza che per avere deflazione da debito – in cui il calo dei prezzi dovuto a un'economia debole aumenta l'onere reale del debito, che deprime ulteriormente l'economia, e così via – non c'è bisogno di avere una deflazione letterale. Il processo inizia non appena l'inflazione è inferiore a quella attesa quando sono stati decisi i tassi di interesse. E' anche degno di nota il fatto che i tassi di inflazione nei paesi fortemente indebitati sono tutti ben al di sotto della media dell'eurozona (pdf), con unvera deflazione in Grecia e una quasi deflazione nel resto dei paesi. Così la spirale di deflazione da debito è in realtà già ben avviata.

Oltre a ciò, il problema con la bassa inflazione è che aggrava il problema posto dai due zeri - l'impossibilità di tagliare i tassi d'interesse sotto lo zero e la grande difficoltà di tagliare salari nominali.

La politica della BCE è vincolata dai tassi pari a zero? Potreste dire che non lo è, dal momento che avrebbe potuto tagliare un po' di più di quanto non abbia fatto, ma non lo ha fatto. Direi, però, che se i tassi di interesse nominali fossero molto più elevati - diciamo, al 4 per cento - ma la situazione macro dell'euro nel suo complesso fosse quella che è, con l'inflazione chiaramente al di sotto dell'obiettivo e la disoccupazione molto alta, la BCE non avrebbe (come di dovere) affatto esitato a tagliare sostanzialmente i tassi. E' solo il fatto che lo zero è già così prossimo che fa del taglio dei tassi un grosso problema, come se fosse l'ammissione che la situazione sta diventando pericolosa (come in realtà è).


Nello stesso tempo, lo zero sui salari è ormai estremamente significativo. Il problema fondamentale qui è che la Spagna (e altri debitori) deve ridurre i suoi salari relativi nei confronti della Germania, invertendo la rapida crescita dei suoi salari negli anni della bolla. L'argomento che alcuni di noi stanno portando avanti da lungo tempo è che sarebbe enormemente più semplice se questo aggiustamento avvenisse tramite l'aumento dei salari tedeschi, piuttosto che col crollo dei salari spagnoli - anche a causa della dinamica del debito, ma anche per il fatto cruciale che è molto difficile tagliare i salari nominali.
Cosa andresti cercare se volessi verificare che la rigidità verso il basso dei salari nominali è un vincolo serio? Un picco a zero nella distribuzione della variazione dei salari1. E' abbastanza sicuro.

Per 
esprimersi con termini tecniciSissignore. Questa è una prova evidente che l'inflazione troppo bassa è di già un problema enorme per l'Europa.

Il punto è che non c'è una linea rossa a inflazione zero
eppure l'inflazione troppo bassa è un problema molto grave, soprattutto data la situazione europea, anche se il numero è positivo.

Così, quando si viene messi in guardia sulla potenziale "Giapponesizzazione" dell'Europa, siamo già oltre. L'Europa sta già sperimentando tutti i problemi associati alla deflazione, anche se finora è solo un'inflazione bassa; e i costi umani e sociali sono, ovviamente, molto peggiori di quanto il Giappone abbia mai sperimentato.

Questo non porta 
necessariamente a una rottura dell'euro: pessimisti su quel fronte, me compreso, non valutano a sufficienza la forza dell'impegno delle élite europee sul progettoL'euro potrebbe anche sopravvivere – ed essere un disastro continuato.

1 NdT: "Studi recenti basati su micro-dati si sono incentrati sulle distribuzioni delle variazioni dei salari nominali per stimare la rigidità al ribasso degli stessi. Un picco a zero di questa distribuzione evidenzia una rigidità nominale, in quanto suggerisce che numerose imprese sono state incapaci di diminuire i salari nominali e che quindi li hanno mantenuti invariati. (http://www.bancaditalia.it/eurosistema/comest/pubBCE/mb/2009/febbraio/mb200902/articoli_02_09.pdf)

giovedì 6 marzo 2014

Maelstrom: Il solito papocchio all’italiana sull’introduzione del reato di “tortura”

Squallido compromesso sull’introduzione del reato di “tortura”
Come si temeva lo “squallido compromesso” c’è stato (vedi precedente post qui  e  qui  )e il disegno di legge (ddl) approvato poche ore fa al Senato, praticamente all’unanimità, con 231 sì e tre astenuti, se non ci saranno modifiche sostanziali nel passaggio alla Camera, sarà il solito papocchio rappresentativo delle miserie fascistoidi della classe dirigente del paese.
Difatti il testo del ddl approvato al Senato così recita: «chiunque con violenze o minacce gravi, ovvero mediante trattamenti inumani o degradanti la dignità umana, cagiona acute sofferenze fisiche o psichiche ad una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia o autorità o potestà o cura o assistenza ovvero che si trovi in una condizione di minorata difesa, è punito con la reclusione da 3 a 10 anni».
È quel “chiunque” che toglie o attenua la specificità di questo reato che può essere effettuato soltanto dalle forze dell’ordine. Così è stato concepito, all’interno degli organismi internazionali di difesa dei diritti umani, come deterrente verso le forze di polizia che hanno in loro potere persone tratte in arresto.
Con questa dicitura viene spazzata via quella specificità che ricompare solo come aggravante se a commettere il reato di “tortura” è un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni e la pena andrà dai 5 ai 12 anni (invece che da 3 a 10 anni vedi sopra) e si punisce il pubblico ufficiale quando istigaa commettere la tortura, con pena prevista dai 6 mesi ai tre anni.
Attenzione a questa parola “istiga”. Nel testo originario era scritto che “chiunque istighi…”, ma qui si sono affrettati a togliere il “chiunque” e inserire i “pubblico ufficiale”. Vi siete chiesti perché? Se rimaneva così generico, la grandissima parte degli operatori dei media, dei parlamentari e dei personaggi politici avrebbero potuto subire l’incriminazione, soprattutto durante le campagne elettorali, tanto sono aggressivi, bellicosi e razzisti i loro toni nell’esortare a imporre punizioni esemplari, a massacrare qualsiasi poveraccio.
Se non fosse chiaro voglio ribadirlo: si tratta di un favore mafioso fatto dalla classe dirigente nei confronti delle forze dell’ordine.
Amnesty International Italia e Antigone hanno espresso disappunto per la definizione di tortura contenuta nel testo in discussione alla Commissione Giustizia del Senato, in quanto difforme dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura.«Se questa definizione fosse introdotta nella legislazione penale, un singolo atto di tortura non sarebbe sufficiente a punire i torturatori» – hanno dichiarato le due associazioni.

è chiara la differenza abissale tra il testo misero del Senato e quello dell’ONU che riportiamo: testo approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1984 ed entrato in vigore il 26 giugno 1987:

«qualsiasi atto mediante il quale sono intenzionalmente inflitti ad una persona dolore o sofferenze forti, fisiche o mentali al fine di segnatamente ottenere da essa o da una terza persona informazioni o confessioni, di punirla per un atto che essa o una terza persona ha commesso o è sospettata di aver commesso, di intimorirla o di far pressione su di lei o di intimidire od esercitare pressioni su una terza persona, o per qualunque altro motivo basato su una qualsiasi forma di discriminazione, qualora tale dolore o tali sofferenze siano inflitti da un funzionario pubblico o da qualsiasi altra persona che agisca a titolo ufficiale, o sotto sua istigazione, oppure con il suo consenso espresso o tacito».

Giudizio critico viene anche dagli avvocati:
L’Ucpi (Unione Camere Penali) dichiara che «Il testo approvato al Senato introduce la fattispecie come reato comune aggravato nel caso in cui sia commesso dal pubblico ufficiale. Questo è un grave errore ed una soluzione pasticciata, anche perché in questa maniera la condotta prevista finisce per sovrapporsi a quelle prese in considerazione da altri reati già esistenti, invece quel che doveva essere chiaramente e severamente sanzionato è proprio il fatto che la persona nelle mani dello Stato sia sottoposta a violenze fisiche o morali, questo per il particolare disvalore che tale fattispecie dimostra. L’auspicio dei penalisti è che la norma possa essere migliorata nel successivo passaggio parlamentare alla Camera e che tutto ciò avvenga con rapidità e senza compromessi».

 tort-2…cari signori che avete il potere economico, politico e militare… siete rimasti al livello di queste immagini… fate proprio schifo!!!

tort-3
nota:   Convenzione dell’ONU contro la tortura 

1. Ai fini della presente Convenzione, il termine «tortura» designa qualsiasi atto con il quale sono inflitti a una persona dolore o sofferenze acute, fisiche o psichiche, segnatamente al fine di ottenere da questa o da una terza persona informazioni o confessioni, di punirla per un atto che ella o una terza persona ha commesso o è sospettata di aver commesso, di intimidirla od esercitare pressioni su di lei o di intimidire od esercitare pressioni su una terza persona, o per qualunque altro motivo basato su una qualsiasi forma di discriminazione, qualora tale dolore o tali sofferenze siano inflitti da un funzionario pubblico o da qualsiasi altra persona che agisca a titolo ufficiale, o sotto sua istigazione, oppure con il suo consenso espresso o tacito. Tale termine non si estende al dolore o alle sofferenze derivanti unicamente da sanzioni legittime, ad esse inerenti o da esse provocate.

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