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giovedì 14 ottobre 2010

La Repubblica ebraica di Israele

Sayli Vaturu

pubblicata da Sayli Vaturu

Gideon Levy

Ha’aretz.

http://www.haaretz.com/

La diga è crollata, minacciando di annegare ogni traccia di democrazia, fino al punto in cui forse finiremo per ritrovarci in uno stato ebraico, la cui natura nessuno capisce veramente, ma che di sicuro non sarà democratico.

Segnatevi la data. Il 10 ottobre è il giorno in cui Israele ha cambiato natura. E magari cambierà addirittura nome e si chiamerà “Repubblica ebraica di Israele”, come la Repubblica islamica dell’Iran. D’accordo: la legge sul giuramento di fedeltà che il premier Benjamin Netanyahu ha fatto approvare al governo e ora vuol far votare dal parlamento riguarda, o almeno così si dice, solo i nuovi cittadini israeliani non ebrei. Ma in realtà avrà efetti sul destino di tutti. Perché d’ora in poi vivremo in un nuovo paese etnocratico, teocratico, nazionalista e razzista. E chi pensa che la cosa non lo riguardi si sbaglia.

Già, perché in Israele c’è una maggioranza silenziosa che accetta tutto questo con un’allarmante apatia. Invece chiunque creda che dopo l’approvazione di questa legge il mondo continuerà a considerare Israele come una qualsiasi democrazia non ha capito cos’è questa legge: è un nuovo grave danno all’immagine di Israele.

Il premier Netanyahu ha dimostrato di essere come Avigdor Lieberman, il suo ministro degli esteri e leader del partito di estrema destra Yisrael Beiteinu. Il Partito laburista ha dimostrato di essere solo uno zerbino.

E Israele ha mostrato la sua indiferenza. La diga è crollata, minacciando di annegare ogni traccia di democrazia, fino al punto in cui forse finiremo per ritrovarci in uno stato ebraico, la cui natura nessuno capisce veramente, ma che di sicuro non sarà democratico.

Si prevede che la Knesset, nella sua sessione invernale, discuta un’altra ventina di disegni di legge antidemocratici. L’Associazione per i diritti civili in Israele ha appena pubblicato una lista nera di provvedimenti che comprende: una legge sul giuramento di fedeltà per i parlamentari, una legge sul giuramento di fedeltà per i produttori cinematograici, una legge sul giuramento di fedeltà per le associazioni senza ini di lucro. E ancora: un provvedimento che vieta ogni proposta di boicottaggio e un provvedimento sulla revoca della cittadinanza. Siamo di fronte a un pericoloso balletto maccartista, da parte di parlamentari ignoranti che non hanno capito cos’è la democrazia.

Non è difficile giudicare il duo Netanyahu-Lieberman: sono due fanatici nazionalisti, quindi nessuno può pretendere che capiscano che democrazia non signiica solo potere della maggioranza, ma anche anzi soprattutto diritti delle minoranze. È molto più diicile da capire, invece, l’inerzia dei cittadini. Le piazze di tutte le città israeliane avrebbero dovuto riempirsi di persone che riiutano di vivere in un paese dove la minoranza è oppressa da leggi severissime come quella che le obbligherebbe a prestare un falso giuramento di fedeltà a uno stato ebraico. E invece quasi nessuno sembra pensare che la cosa lo riguardi. È sbalorditivo.

Ci siamo dedicati per decenni al futile dibattito su cosa signiica essere ebrei. Un interrogativo che a quanto pare ci impegnerà ancora per molto tempo. Cos’è, infatti, lo “stato della nazione ebraica”? Appartiene forse agli ebrei della diaspora più che ai cittadini arabi d’Israele? E i cittadini arabi potranno decidere delle sue sorti, così che la nostra si possa chiamare ancora una democrazia? Cosa caratterizza l’ebraicità? Le festività? Le prescrizioni alimentari della kasherut? L’aumento del peso politico dell’establishment religioso, come se non fosse già suiciente a distorcere la democrazia?

L’introduzione di un giuramento di fedeltà allo stato ebraico ne deciderà il destino. E rischia di trasformare Israele in una teocrazia simile all’Arabia Saudita. È vero: per il momento giurare fedeltà allo stato ebraico è solo uno slogan ridicolo, e non esistono tre ebrei che riescano a mettersi d’accordo su come dovrebbe essere uno stato ebraico. Ma la storia ci ha insegnato che la strada per l’inferno può essere lastricata anche di slogan inutili. Nel frattempo, la nuova legge non farà altro che aggravare il senso di estraneità degli arabi israeliani e inirà per alienare le simpatie nei confronti di Israele di settori ancora più vasti dell’opinione pubblica mondiale.

Ecco cosa succede quando non si ha piena iducia nella strada intrapresa. Solo questa siducia può indurre a presentare proposte di legge perverse come quella approvata il 10 ottobre. Il Canada non sente il bisogno che i suoi cittadini giurino fedeltà allo stato canadese, né lo richiedono altri paesi. Solo Israele.

Questa decisione è stata pensata per provocare di nuovo la minoranza araba e spingerla a dimostrare an- cora più distacco dal paese, così che un bel giorno venga inalmente il momento di disfarsene. Oppure per afossare la prospettiva di un accordo di pace con i palestinesi. Comunque sia, lo stato ebraico – come diceva Theodor Herzl – fu fondato nel primo congresso sionista, che si svolse a Basilea nel 1897. Il 10 ottobre invece è stata fondata l’oscurantista Repubblica ebraica di Israele.

Gideon Levy è un giornalista israeliano. Scrive per il quotidiano Ha’aretz.

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