Il Poligono Interforze del Salto di Quirra (PISQ) è una fabbrica di tumori e inquinamento? portiamoci i politici, lasciamoli là e vediamo cosa succede. L'ACCORDO MILITARE ITALIA - ISRAELE E IL PISQ (Poligono Sperimentale Salto di Quirra) Ecco la nostra parte nella carneficina di Gaza e del...
Un allevatore fa pascolare il bestiame tra i carri armati usati come bersaglio fisso per i missili
Asl: agnelli deformi e pastori con tumore
Rapporto choc sul poligono di Quirra
unionesarda.it
Agnelli nati deformi in un numero superiore alla norma e il 65% degli allevatori ammalato di leucemia: è il rapporto sul poligono militare di Quirra firmato dai veterinari della Asl su incarico del Comitato scientifico che controlla la base militare.
Il rapporto della Asl è un bollettino che non lascia spazio a interpretazioni: in ogni ovile agnelli nati malformati e pastori ammalati di tumore. Questi in sintesi i risultati delle indagini dei veterinari delle Asl di Lanusei e Cagliari che, su incarico del Comitato di indirizzo territoriale che segue il controllo ambientale del poligono, hanno raccolto i dati a ridosso della zona militare. E, evidentemente, si tratta di numeri assolutamente fuori dalla norma. Addirittura, secondo la verifica dei veterinari Giorgio Melis e Sandro Lorrai, esiste un collegamento tra le deformazioni congenite genetiche degli agnelli e i tumori che hanno colpito gli allevatori. Quasi una strage: il 65 per cento dei pastori che abita e lavora a Quirra si è ammalato di leucemia.
A QUIRRA – MORTI VERI IN GUERRE SIMULATE
CHIE BOS FAGHET LUTU MORTOS DE QUIRRA?
Alla commemorazione dei caduti nelle guerre vere, presto in Sardegna dovremo aggiungere quella dei caduti nelle guerre simulate.
La verità e scomoda ma non si può più nascondere, la Sardegna è la Mururoa italiana. Lo stato italiano, come quello francese a Mururoa atollo della Polinesia, con le guerre simulate, sperimenta in Sardegna armi ed esplosivi che uccidono anche indirettamente.
Quasi una strage: tra i pastori che stanziano a Quirra, gli abitanti dei paesi vicini e i militari che lavorano nel Poligono.
La situazione non è molto diversa nel poligono di tiro di Teulada che noi indipendentisti nel 2005 siamo andati e verificare di persona, con un bliz via mare per il quale saremo presto chiamati a processo.
Chie bos faghet lutu mortos de Quirra? Non certo lo stato italiano che per l’uso dei poligoni interforze lucra facendosi pagare l’affitto da parte degli eserciti stranieri che vengono a provare le loro armi.
Ci chiediamo, quanto ci è costata finora e quanto ci costerà ancora questa servitù di sudditanza?, i pochi salari ed i miseri risarcimenti promessi sono paragonabili ai costi umani subiti dalle popolazioni ed ai costi ambientali subiti dal territorio?
Non possiamo più credere alle loro falsità, i controllati non possono essere i controllori di se stessi, come dice Mariella Cao del comitato Gettiamo le Basi, altrimenti cadremo anche noi nell’assurdo francese secondo il quale gli esperimenti atomici fanno male ai francesi di Francia ma non ai francesi d’oltre mare della colonia polinesiana di Mururoa.
Devono andare via, pagare i danni ed andare via, la loro presenza non è più tollerabile, non solo impoverisce ed ammalora il nostro popolo, ma avvelena il territorio in maniera difficilmente riconducibile.
Saremo costretti ad aggiungere un’altra chiamata a processo a quelli già in corso.
NUORO 04-01-2011
IL COORDINATORE NAZIONALE
SARDIGNA NATZIONE INDIPENDENTZIA
Bustianu Cumpostu
In seguito alla pubblicazione dei risultati delle analisi mediche effettuate presso una parte della popolazione che vive nella regione del Salto di Quirra è emersa l’esistenza di gravi patologie riconducibili all’attività del Poligono interforze.
Già diversi anni fa il nostro movimento si era mobilitato per promuovere il definitivo smantellamento delle strutture militari in tutta l’isola e in particolare là dove si sapeva da tempo che erano in atto esercitazioni belliche la cui attività poteva risultare danno saper la salute delle persone. Oggi, risulta evidente agli occhi di tutti che ci troviamo di frontead un vero e proprio disastro ambientale e sanitario di cui soloadesso si iniziano dichiarare pubblicamente gli effetti.
iRS si adopererà affinché ci sia un intervento da parte dell’Unione Europea che possa valutare le reali condizioni di questo disastro, al fine di valutarne l’effettiva portata, nei termini dei costi riferibili al danneggiamento degli ecosistemi ambientali e a quelli dell’impatto dannoso sulla salute pubblica. Non è accettabile che il 70% delle servitù militari italiane siano presenti in Sardegna. Questo è uno degli effetti peggiori che la nostra terra paga a causa del deficit di sovranità nei confronti dell’Italia. Ancora più grave è constatare che tutto ciò è avvenuto con la connivenza di una classe politica sarda da sempre legata a interessi esterni.
IRS si mobiliterà con tutti i mezzi non violenti per impedire che lo Stato Italiano prosegua la propria azione di scempio e distruzione
della nostra terra.
Le posizioni del comitato Gettiamo le Basi
RIEPILOGO
1 Forze Armate, ministero della Difesa e Nato si sono arrogati e mantengono saldo il doppio ruolo, scandalosamente inossidabile, di controllore e controllato, giudice e parte in causa. Loro hanno predisposto e gestiscono il Piano di Monitoraggio, di fatto un piano d’acquisto di strumentazioni e connessi servizi di esame ambientale, un esame che nonpuò dare risposte alla “sindrome Quirra-Escalaplano” come ammettono le stesse forze armate e le cinque ditte che si sono aggiudicate l’appalto Nato
2 I risultati del monitoraggio-placebosono scontati, sono stati anticipati fin dal momento dell’avvio (febbraio ’08). L’obiettivo è stato esplicitato con incredibile candore o tracotanza: “Tranquillizzare (alias sedare, narcotizzare) la popolazione locale, nonché il personale del Pisq (..) acquisire la Certificazione ambientale”, cioè dimostrare che il poligono della morte è un gioiellino ecologico, di conseguenza eludere anche l’obbligo di risarcire le vittime dell’epidemia di leucemie e alterazioni genetiche che ha come epicentro l’insediamento militare Quirra-Perdasdefogu. Decreti del 2010 hanno già provveduto ad esonerare le forze armate dalle responsabilità penali, una sorta di lodo Alfano pro Stati Maggiori passato sotto indecente silenzio
3 Per salvare le apparenze si è assegnato il ruolo di controllore di facciata a una Commissione Tecnica Mista di Esperti, nominata a cose fatte, senza possibilità d’intervento sostanziale su metodologie e tecniche disposte dai contratti appaltati. La componente civile (cinque persone prive dell’indispensabile strumentazione tecnica e di supporti finanziari ) ha rifiutato il ruolo di notaio compiacente e ha respinto al mittente l’incarico di validazione di servizi e forniture delle cinque ditte,. La patata bollente è passata alla riluttante ARPAS, l’agglomerato di pezzi e funzionari delle ASL responsabili di 50 anni di mancati controlli, sponsor delle più cervellotiche teorie “scientifiche” salvabasimilitari, dall’asineria dell’arsenico killer di Quirra (Asl 8) alle alghe insaziabili mangiatrici del torio radioattivo, rigorosamente “naturale”, che abbonda nell’arcipelago maddalenino, base atomica Usa fino al 2008 (Asl 1 ).
Il diavolo fa le pentole non i coperchi
Qualcosa non è andata per il verso agognato e predisposto da ministri e generali.
1 Veleni del poligono a Baunei . La ditta che si è aggiudicato il lotto “ Determinazione radioattività aerodispersa” ha affidato la rilevazione delle nanoparticelle alla dott.ssa M.Antonietta Gatti che sa usare egregiamente i microscopi atti a ingrandire a 120.000 e le ha trovate persino a Baunei prescelta come “bianco”, punto di riferimento-comparazione dati in quanto si presupponeva totalmente esente da inquinamento. Non trova nanoparticelle, invece, la multinazionale vincitrice del lotto più consistente e nevralgico (la SGS, una partecipata Fiat l’affittuariastabile del poligono da mezzo secolo, presumibile corresponsabile della contaminazione), le cerca come da contratto con microscopi giocattolo che ingrandiscono solo a 8.000. Parrebbe che l’Arpas si sia ancora accorta dell’inghippo.
2 L’ indagine anamnestica. L’esame delle matrici biologiche, ostinatamente voluto da Gettiamo le Basi, nonostante sia stato recepito in modo talmente limitato e inadeguato da sprofondare nel grottesco, ha fornito informazioni agghiaccianti. L’Asl 4, andando oltre il ristretto compito assegnatole di mera manovalanza a costo zero per la Difesa, ha svolto la fondamentale indagine anamnestica su greggi e pastori. I dati emersi rendono ancora più tetro il quadro della devastazione ambientale e sanitaria che denunciamo dall’ormai lontano 2001.
Il merito dell’Asl, però, non attenua ma rafforza l’inquietante interrogativo sul perché si sia aspettato 10 anni per effettuare questa imprescindibile e doverosa raccolta dati e perché si eviti accuratamente l’indagine sanitaria delle popolazioni residenti, peraltro prevista nel decreto attuativo del Piano e “opportunamente” evasa. Non conosciamo il costo dell’indagine anamnestica, riteniamo che non superi di molto il costo della benzina necessaria per un giro tra gli ovili. Perchè per dieci anni non si è voluto e ancora non si vuole estenderla almeno alle altre categorie a rischio (agricoltori, dipendenti civili del Pisq, militari e famiglie residenti,ecc.) e alla popolazione di Quirra?
Lo slittamento continuo della presentazione dei risultati – programmato per l’autunno 2009 - può spiegarsi con il surplus di lavoraccio per mettere un coperchio sui dati inopinatamente emersi?
..… e non cessa di fare nuove pentole
1 “Il primo passo”. Hanno preso a raccontarci che il monitoraggio in corso sarebbe il primo passo per l’accertamento della verità, però non dicono che il fantomatico passo successivo implica un costo almeno non inferiore a quello del “primo passo” in atto, € 2,5 milioni. Chi e quando lo finanzierebbe? Non risultano progetti e tantomeno impegni di spesa delle Amministrazioni competenti.
L’escamotage del “primo passo” è stato usato e abusato a partire dal 2001 nel tentativo, vano, di tranquillizzarci rimandando eternamente al futuro l’ora della verità e rendere digeribili le varie indagini, 7 su 8 respinte al mittente da Gettiamo le Basi e dall’opinione pubblica. L’indagine in corso è il passo numero nove, la nona puntata della cinica ricerca infinita mirata a NON TROVARE quello che si vuole NON TROVARE, dilazionare all’infinito l’unico intervento razionale possibile imposto dalle norme italiane e internazionali: sospensione di tutte le attività del poligono, bonifica delle terre e del mare avvelenati.
2 Deportazione o diaspora. La soluzione al problema creato dal poligono della morte è ventilata a mezza voce. Impone cautela l’eclatante effetto boomerang della proposta avanzata nel 2004 ai pescatori di Teulada del trasferimento a vita in Tunisia in graziose villette gentilmente regalate dall’Esercito Italiano e dal ministero della Difesa. Per la popolazione del Sarrabus, Gerrei, Ogliastra si punta all’allontanamento volontario, l’auto deportazione “senza oneri per la Difesa”.
3 Uranio impoverito, Commissione Parlamentare d’Inchiesta N° 3. Il presidente dell’attuale Commissione, Rosario Costa, asserisce: ”La problematica vaccini rappresenta uno dei filoni più rilevanti e innovativi dell’inchiesta”. Con scarsa fantasia si ripropone il vecchio depistaggio, tentato e fallito nel 2001, vaccini, stress da guerra, benzene e quant'altro serva ad assolvere ministri della Difesa e Stati Maggiori. Coerentemente la Commissione ha scelto come consulente scientifico Franco Nobile, membro del Comitato Nazionale Scientifico di Legambiente. Il suo studio “Prevenzione oncologica nei reduci dei Balcani” ha individuato i principali fattori di rischio della sindrome Golfo-Balcani: vaccini e costumi patogeni dei soldati come l’uso di zampironi e insetticidi vari, sigarette, tatuaggi, cellulari e – abiezione massima - “Sia pure con una certa reticenza, diversi soggetti hanno dichiarato di assumere superalcolici” alcuni persino una volta alla settimana, molti una volta al mese (pag 41).
Ci ostiniamo a credere che il popolo sardo abbia uno scatto di dignità e indirizzi la sua volontà e le sue energie per espellere il tumore della colonizzazione militare, per liberare la Sardegna dal ruolo infamante di paradiso della guerra, vittima e complice silente di tutte le guerre di rapina sedicenti umanitarie e democratiche. Ne ha la capacità , con le sue sole forze ha costretto a fuggire da La Maddalena la potente Marina di Guerra USA.
Comitato sardo Gettiamo le Basi
Qualche nuovo spicchio di verità riprende a venir fuori sullo strano inquinamento a Quirra. Secondo un’indagine ancora non consegnata da parte dei Servizi veterinari delle Aziende USL n. 8 (Cagliari) e n. 3 (Lanusei), sarebbero numerose le malformazioni animali in zona e ben il 65% degli allevatori di Quirra si sarebbero ammalati di leucemie e linfomi.
Una conferma di quanto sostenuto più volte dalla ricercatrice Antonietta Morena Gatti, direttrice del Laboratorio dei biomateriali dell’Università di Modena ed uno dei maggiori esperti in materia di nanopatologie. Particelle infinitesimamente piccole (le nanoparticelle) di materiali esplodenti e di metalli, quali il tungsteno, possono provocare tumori gravissimi e, forse, malformazioni.
E’ il caso di vederci chiaro, finalmente ed una volta per tutte, con trasparenza e senza guardare in faccia a nessuno. Lo sosteniamo da tempo.
Infatti, le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico lo richiedono da tempo, ma tuttora non vi sono risultati certi e definitivi.
L’Assessorato regionale della difesa dell’ambiente (nota prot. n. 15565 del 29 aprile 2004) e l’Azienda U.S.L. n. 8 (nota prot. n. 2942/95 del 23 aprile 2004) hanno risposto con una voluminosa serie di documentazioni alla richiesta di informazioni a carattere ambientale inoltrata (nota del 17 marzo 2004) dalle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’intervento Giuridico e rivolta alle amministrazioni pubbliche competenti (Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio, Assessorato regionale della difesa dell’ambiente, Aziende USL n. 8 e n. 3, Comuni di Villaputzu e di Escalaplano) sulle insorgenze tumorali e sulle malformazioni verificatesi nell’area di Quirra, vicino al Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze, nei Comuni di Villaputzu e di Escalaplano. Specificamente era stato richiesto:
* dati e/o statistiche relative ad indagini e/o rilevamenti della presenza di sostanze tossiche a terra e/o nel sottosuolo nei territori comunali di Villaputzu e di Escalaplano, a decorrere dall’1 gennaio 1980;
* dati e/o statistiche relativi a casi di aborti terapeutici e nascite con bambini presentanti malformazioni e handicap fisici relativi a soggetti residenti nei territori comunali di Villaputzu e di Escalaplano a partire dall’1 gennaio 1980;
* dati e/o statistiche relativi alle cause di mortalità di soggetti residenti nei territori comunali di Villaputzu e di Escalaplano a partire dall’1 gennaio 1980;
* eventuali indagini epidemiologiche svolte riguardo insorgenze tumorali nei Comuni di Villaputzu e di Escalaplano finalizzate all’individuazione delle cause e relative al periodo decorrente dall’1 gennaio 1980.
Già nella primavera del 2002 vennero effettuate analoghe richieste e le Aziende USL competenti comunicarono che gli accertamenti epidemiologici ed i monitoraggi ambientali erano in corso. A distanza di diversi anni – con numerose notizie stampa in merito – vi sono dati definitivi ? Dalle risposte pervenute sembra proprio di no. Ancora.
Con deliberazione Giunta regionale n. 2/1 del 21 gennaio 2003 era stato fatto il punto dello stato di attuazione del programma di interventi relativo alla “compromissione ambientale del Salto di Quirra” stabilito con la precedente deliberazione n. 8/3 del 14 marzo 2002. I risultati sono stati i seguenti:
- era stato avviato il programma per la valutazione del rischio chimico-tossicologico per la prevenzione della salute della popolazione all’esposizione di alte concentrazioni di metalli pesanti (importo 130.000,00 euro) da parte del P.M.P. dell’Azienda U.S.L. n. 8;
- era stata avviata l’indagine da parte dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna sulla catena alimentare al fine di evidenziare eventuali presenze di metalli pesanti ed arsenico oltre i limiti di legge (importo 59.000,00 euro);
- i primi dati raccolti dal Servizio igiene pubblica dell’Azienda U.S.L. n. 8 esclusivamente sui dati relativi ai ricoveri ospedalieri dei residenti nel Comune di Villaputzu (in particolare fra il 1998 ed il 2001) non avrebbero evidenziato alcuna anomalìa, tuttavia dovrebbero essere completati da specifica indagine epidemiologica sulla popolazione interessata al fine di verificare eventuali patologie direttamente collegabili alla presenza dell’attività mineraria e dei relativi residuati (importo complessivo 150.000,00 euro);
- è stato accelerato il monitoraggio delle acque superficiali ai sensi del decreto legislativo n. 152/1999 e successive modifiche ed integrazioni dell’area in esame (avviato nel marzo 2002 in tutto il territorio regionale) ed è stata realizzata una stazione di prelevamento sul Rio Quirra: in merito non sarebbero stati evidenziati inquinamento da arsenico a valle del Rio Corr’e Cerbu;
- è stato effettuato uno screening su un campione di n. 150 volontari (50 % residenti civili, 50 % dipendenti militari e delle Società Socam e Vitrociset) residenti nella zona di Quirra: fino al 13 novembre 2002 “non è emersa alcuna patologia immediatamente correlabile all’inquinamento“, tuttavia l’indagine è stata limitata (vds. nota Azienda U.S.L. n. 8 prot. n. 2942/95 del 23 aprile 2004) di fatto a sole 131 persone;
- con deliberazione Giunta regionale n. 39/46 del 10 dicembre 2002 è stato concesso un finanziamento di 150.000,00 euro al Comune di Villaputzu per la realizzazione del piano di caratterizzazione (art. 17 del decreto legislativo n. 22/1997 e successive modifiche ed integrazioni, D.M. n. 471/1999) dell’area (la cui realizzazione è stata affidata dall’Assessorato regionale della difesa dell’ambiente alla Progemisa s.p.a. nel luglio 2002);
- i Comuni di Villaputzu e di San Vito hanno adottato ordinanze contingibili ed urgenti (rispettivamente la n. 20 del 14 novembre 2002 e la n. 41 del 5 agosto 2002) relative al divieto di utilizzo di ampie aree lungo il corso del Rio Corr’e Cerbu a partire dalla miniera dismessa di Baccu Locci (circa 8 km.).
L’Azienda U.S.L. n. 8, dopo le indagini effettuate, ha sottolineato che “è evidente la necessità di sviluppare ulteriormente l’osservazione epidemiologica ed ambientale con uno studio sia retrospettivo che prospettico” . Il P.M.P. dell’Azienda U.S.L. n. 8 (nota prot. n. 2626 del 27 febbraio 2003), al termine di un’indagine preliminare condotta con prelievi di terreno e sedimenti nell’alveo e nelle vicinanze del Rio Corr’e Cerbu e del Rio Quirra, ha affermato di aver riscontrato l’assenza da contaminazione da “uranio impoverito”, mentre sono risultati presenti “quantità elevate di metalli pesanti ed in particolar modo di arsenico” (fino 1.402 milligrammi/kg. In campione di terreno agricolo senza sedimenti prelevato alla confluenza del Rio Quirra con il Rio Corr’e Cerbu) lungo tutto il corso del Rio Corr’e Cerbu, anche nei campioni di acqua prelevati: “il quadro ambientale … appariva molto critico per l’alta potenzialità dei metalli tossici capaci di interessare anelli decisivi della catena alimentare”. Il medesimo P.M.P. affermava di ritener necessario il completamento di tutte le indagini ambientali in materia per averne un quadro affidabile.
Bisogna completare, quindi, i programmi di indagine ed i tempi appaiono fin troppo lunghi per tematiche così importanti.
Sembra ancora una volta doveroso ricordare che le indagini sanitarie ed epidemiologiche, nonché i monitoraggi ambientali, devono essere continui, efficaci, trasparenti e pubblici soprattutto quando si riferiscono a “dubbi” sanitari per la popolazione e ad aree di rilevante interesse ambientale. Nell’ottobre 2007 l’allora Ministro della difesa Arturo Parisi, sardo, ha dichiarato che “In questo quadro sarà possibile avviare un monitoraggio sistematico del poligono di Salto di Quirra“, aggiungendo che “l’Italia non ha mai fatto uso di armamento ad uranio impoverito, né risulta che nel nostro poligono possa essere stato utilizzato da altri“. Nel gennaio 2010, l’attuale Ministro della difesa Ignazio La Russa ha riconosciuto la rilevanza del problema ed ha ottenuto uno stanziamento di 30 milioni di euro da parte del Governo per indennizzi in favore dei militari colpiti da simili eventi tumorali.
Tutto questo deve essere fatto con la massima serietà, senza sensazionalismi da un lato e senza sospetti di insulse accuse di “boicottaggio” ai danni di chicchessìa. La salute della popolazione e la sicurezza ambientale valgono immensamente di più che qualche ventilato “investimento turistico”…..
Amici della Terra e Gruppo d’intervento Giuridico
SARDINIA BELLA, PATRIA NOSTA!
LIBBERA E COMUNITARIANA!!
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