Ma i vendoliani avvertono: «Non abbiamo niente da giustificare» Sarebbe un mezzogiorno di fuoco, se l'appuntamento non fosse per le 10: ma cambia poco. Venerdì 30 i segretari del centrosinistra si rivedono dopo mesi, e l'incontro arriva nel momento di massima tensione tra Pd e Sel. Anzi, la convocazione si deve - anche se non ufficialmente - ai recenti contrasti sull'ordine del giorno del Psd'Az che qualcuno ha definito secessionista.
SPACCATI Un testo che il Consiglio regionale ha approvato anche grazie ai voti di Sel e Idv. Non parla apertamente di separazione, ma mette in cantiere «una sessione speciale di lavori» dell'assemblea, per verificare le ragioni della «presenza e permanenza della Regione nella Repubblica italiana». Il tutto, prendendo le mosse dalle «ripetute violazioni», da parte dello Stato, degli accordi con l'Isola. Il sostegno dei due gruppi del centrosinistra, che si è unito ai voti di quasi tutto il Pdl e dell'Udc, ha scatenato lo scontro nell'opposizione. Deflagrato in aula, il giorno dopo: quando Renato Soru ha criticato duramente il documento e chi l'ha votato. «Anziché assumerci responsabilità, diamo le colpe allo Stato», ha detto l'ex governatore: prendendosela col suo successore Ugo Cappellacci, ma suscitando anche l'irritazione degli alleati. Infatti da Sel ha replicato subito Luciano Uras: rilevando «troppo nervosismo da isolamento in alcune parti», e attaccando il Pd che «dopo aver cavalcato e scavalcato i temi del sardismo e della sovranità responsabile, oggi grida allo scandalo». Di rimessa, il capogruppo democratico Giampaolo Diana ha rivendicato la scelta di non sostenere l'ordine del giorno, accusando Sel di «provocare, con disarmante disinvoltura, una polemica con noi sul sardismo e sull'autonomia. Siamo lealmente impegnati a consolidare il centrosinistra - ha aggiunto - ma nella chiarezza, sia programmatica che sulle alleanze».
CHIARIMENTO Molti in effetti si sono interrogati sulle ripercussioni della spaccatura sulla coalizione. Ma il leader regionale di Sel Michele Piras non ci sta: «Non capisco perché, mentre il Pd nazionale sostiene un governo con Pdl e Udc, se noi esprimiamo una posizione politica si debbano ridiscutere tutte le alleanze». Semmai, prosegue, «siamo noi a non capire il Pd proprio su alcune intese locali». C'è comunque necessità di un chiarimento, ed è probabilmente per questo che il segretario del Pd Silvio Lai ha convocato gli altri partiti per venerdì prossimo, nella sede cagliaritana di via Emilia.
Il pensiero del leader democratico, pubblicato sul sito del partito isolano, è in linea col gruppo consiliare: «È un'anomalia che l'ordine del giorno sia stato votato da Sel e Idv con Udc, Pdl e la Giunta, che così copre le proprie responsabilità dandole allo Stato patrigno».Sarà interessante verificare anche la posizione dell'Italia dei valori. Spesso il segretario Federico Palomba non ha condiviso le scelte dei suoi consiglieri, ma sulla vicenda non fa commenti: «Mi limito a constatare che molti si agitano ma senza concretezza né credibilità. Prima di chiedere, la Regione deve dimostrare di saper spendere».
L'ALTOLÀ DI SEL Sulla carta, i punti da discutere venerdì saranno la «situazione politica» e le amministrative. Nel primo punto può rientrare di tutto, e sicuramente qualcuno tirerà fuori l'ordine del giorno sardista. «Io non credo che possa essere il tema dell'incontro - avverte Michele Piras - ma sia chiaro: non dobbiamo giustificare niente. Anzi, saranno altri a dover spiegare perché non hanno difeso gli interessi del popolo sardo».
Da L'Unione Sarda del 26 marzo 2012
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