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venerdì 31 agosto 2012

Il lavoro e la dignità di chi lotta

La BCE, L'Europa, i politicanti servi, dichiarano la guerra a tutto campo ai lavoratori tagliando i posti di lavoro chiudendo aziende, ai cittadini tutti riducendo il servizio sanitario, riducendo le pensioni, tagliando il potere d'acquisto con la benzina alle stelle, Fornero vuole tagliare i salari ai 50° perché  meno produttivi, se campi la pensione la vedi a 70 anni con 50 anni di contributi, ai giovani vuol dare oltre alla precarietà a vita anche salari più bassi perché inesperti...  

ci manca solo la canna del gas per farci finire di soffrire?

OPPURE..

COSA VUOI DI PIU' FRATELLO, AMICO, COMPAGNO  O PATRIOTA, PER CAPIRE CH'E' GIUNTA L'ORA? 


RIVOLUTZIONI!!!!
Sa Defenza


Il lavoro e la dignità di chi lotta
Gli errori del passato presentano il conto
MINATORI  CARBOSULCIS IN PRESIDIO A MENO 400 MT IN MINIERA

Anthony Muroni
unionesarda.it
Strano questo tempo di lacrime e sangue, nel quale per farsi ascoltare dal governo “tassa e taglia” occorre auto-sequestrarsi nelle viscere della terra, poggiare il cerino accanto a una santabarbara e tagliarsi le vene in diretta tv.

Da Roma si risponde col cinismo tipico di chi governa senza dover rendere conto agli elettori. Si prosegue nel solco tracciato per decenni da una classe politica sarda insipiente, da governi nazionali disinteressati e incapaci e da un sindacato che ha mostrato inadeguatezza e scarsa visione strategica. 

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un'Isola ammorbata per generazioni con produzioni inquinanti, assistenzialismo diffuso e nessuna capacità di adeguarsi ai cambiamenti dei mercati e delle tecnologie.

Lo Stato ha il merito di aver investito, in mezzo secolo, migliaia di miliardi delle vecchie lire sulla Rinascita ma anche la colpa grave di non aver saputo rendere produttive quelle elargizioni. 

Nell'anno del Signore 2012 preferisce la via della fuga, ignorando sofferenze, tensioni e drammi che rendono questa terra sempre più sterile e triste.

Si riparte da zero, anzi da -1. È il momento di capire che nessuno, da Roma, verrà ad aiutarci e rifugiarsi nel vittimismo e nella protesta vuota sarebbe inutile. 

I sardi di buona volontà hanno di fronte a loro trent'anni di lacrime e sangue: ai giovani va spiegato che le coraggiose lotte dei loro padri, protagonisti in queste ore di drammatiche prove, non possono essere dilapidate.

Occorre rimboccarsi le maniche e guardare al futuro, senza ripetere gli errori del passato. Quelli degli anni '80, ad esempio, quando la classe politica e sindacale sarda respinse il piano da 500 miliardi di lire proposto da Craxi per creare alternative al sistema-Sulcis basato solo sull'industria: si parlava di investimenti su agricoltura, turismo, ambiente, nautica e infrastrutture. 

Si scelse, invece, di puntare ancora su miniere e trasformazione di materie prime. La globalizzazione e la crisi del manifatturiero nei Paesi occidentali erano lontane e nessuno ebbe la visione strategica e il coraggio necessari a preparare un piano nuovo e spendibile negli anni Duemila.

Oggi c'è da salvare il salvabile: i posti di lavoro e la dignità di operai e minatori in lotta, la speranza dei giovani che hanno diritto al sogno di un futuro nella propria terra d'origine. Nessuno pensi di potersi chiamare fuori o di essere immune: la sfida è epocale e riguarda anche chi il lavoro ce l'ha ancora.




mercoledì 29 agosto 2012

MOVIMENTO (Imprenditoriale Indipendentista) "TERRA LIBERA”


MOVIMENTO 

“TERRA LIBERA” 

Il Popolo Sardo, prende atto della gestione fallimentare dello Stato Italiano, nei confronti della Sardegna. 

La Nazione Sarda, è stata considerata dallo Stato Italiano, da oltre 70 anni, “Terra idonea” per la collocazione di Siti Militari e Siti Industriali. In tutti questi decenni, non è stata presa a tutela dell’ambiente e della salute degli abitanti, alcuna precauzione.. 

Lo Stato Italiano, si è limitato a dare una contropartita in termini di numeri di posti di lavoro, senza salvaguardare l’ambiente e la salute dei suoi abitanti.


Ora si tirano le somme, e si capisce l’entità dei danni fatti. Si capisce anche che è impossibile poter procedere a bonificare le terre sarde compromesse. 

 Chi potrà mai rimettere a posto le cose? 

Pagheranno mai coloro che nei decenni sono stati gli artefici di questi massacri ambientali? 

 In America le are utilizzate per le Basi Militari, dopo 30 anni vengono recintate, e diventano Zona di divieto perenne. 


Queste aree, vengono considerate “AREE DÌ SACRIFICIO NAZIONALE”. 

Questo deve diventare la Sardegna? 

Il Popolo Sardo non ci sta!!

Che valore si può dare alla vita dei sardi che negli anni sono morti per via dei veleni importati da oltremare? 


Che valore si può dare per il danno causato alle terre occupate da basi militari e fabbriche altamente inquinanti? 


DANNO Incalcolabile!! 

SI PRENDE QUINDI ATTO DEL FALLIMENTO GESTIONALE DEL TERRITORIO SARDO DA PARTE DELLO STATO ITALIANO IL POPOLO SARDO UNICO E SOVRANO, A SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE E DELLA SALUTE DEI SARDI, DENUNCIA LA GRANDE PREOCCUPAZIONE PER LO STATO DÌ ALTO INQUINAMENTO PRESENTE NEL TERRITORIO DELLA NAZIONE SARDA. SI COMUNICA PERTANTO ALLO STATO ITALIANO, CHE IL POPOLO SARDO RIPRENDE POSSESSO DELLA PROPRIA NAZIONE, CONSIDERANDO IL DANNO SUBITO COME CREDITO NEI CONFRONTI DELLO STATO ITALIANO. 

Dal 01 gennaio 2013, i Sardi non saranno più in condizioni economiche tali, da poter versare imposta o tasse, nelle casse del Governo Italiano, poiché le ultime risorse saranno indispensabili per rilanciare l’imprenditoria Sarda. 

 Si fa presente inoltre, che restano ancora in quota alla Nazione Sarda, le somme non ancora versate dallo Stato Italiano alla Regione Sardegna, che ammontano a oltre 10 miliardi di euro (restituzione della percentuale di tasse pagate dai Sardi da rendere alla RAS). 

 Vista la crisi economica in atto, la Sardegna sceglie di puntare su un Piano di Sviluppo che coinvolga tutta la Piccola e Media Impresa Sarda. 
Turismo, Commercio e Artigianato saranno le attività principali su cui puntare per riuscire a dare ossigeno alle aziende Sarde. 

Si dovranno anche stabilire quanto prima i tempi di smantellamento, chiusura e bonifica, dei siti altamente inquinati (militari e industriali), lasciando l’utilizzo temporaneo dei Siti fino alla chiusura, ma con l’avvio dei lavori riguardanti le opere di bonifica ambientale.

Il Coordinatore Giuseppe Marini 

 E' incredibile che si sia arrivati a questi livelli. In realtà cosa sta accadendo? 


I SARDI, STANNO MANIFESTANDO, PERCHE' CHIEDONO CON FORZA CHE LE AZIENDE INQUINANTI (che da anni li ammazzano con il cancro), CONTINUINO AD OPERARE PER GARANTIRE GLI STIPENDI! CANCRO IN CAMBIO DI BUSTE PAGA!!!