BEFFA IRAP - COSA SARA’ DELLA ZONA FRANCA INTEGRALE?
22 ottobre 2013
E’ IL MOMENTO DI INVERTIRE IL PROCESSO
La beffa IRAP è un chiaro segnale di sudditanza, sia che sia avvenuta per imperio del governo o per giochi elettorali è comunque un atto del sistema italiano e sardo-italianista che vuole ricordare le limitazioni di sovranità a cui deve sottostare la nazione sarda.
La Sardegna è meno sovrana delle regioni a statuto ordinarie. Paradossalmente le regioni a statuto ordinario sono su questo tema “più avanti” della nostra “regione”. Infatti, lalegge 5 maggio 2009, n. 42 in materia di federalismo fiscale, all’articolo 7, e successivamente il decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68, attribuisce alle Regioni ordinarie la potestà di aumentare o diminuire l’aliquota dell’addizionale regionale IRPEF nonché di ridurre le aliquote IRAP fino ad azzerarle concedendo la possibilità di disporre deduzioni dalla base imponibile.
Se non è passata una modifica “normale” all’art. 10, cosa sarà della Zona Franca Integrale? Sulla risposta non penso ci siano dubbi, la questione zona franca verrà tirata avanti sostenuta dalla spontaneità e dall’onestà dei comitati e dagli interessi elettorali della politica, che non solo sposterà il traguardo fino alle elezioni regionali ma ne complicherà l’iter con delibere ed ordini del giorno fino alla collisione finale con il governo italiano amico-nemico. Quest’ultimo , come in questa occasione sull’irap, verrà indicato come unico responsabile dell’esplosione e dissolvenza della bolla di illusione con la quale si sono tenuti a bada i comitati delle zona franca, gli artigiani e commercianti in fallimento, gli antiequitalia, i disoccupati, gli utenti dei rifornitori e tutti quelli che hanno investito le loro speranze sulla sovranità fiscale della zona franca integrale.
Basta con le umiliazioni, la Sardegna deve uscire dal disastro italiano, non ci sono altre possibilità. La politica sarda pan-italianista ha fatto più danni di tutte le altre dominazioni messe insieme, sta portando la Sardegna al disastro tenendola ancorata ad un’Italia che affonda proprio per causa del suo sistema politico parassita, disonesto e servo dei grandi usurai padroni delle banche e della finanza speculativa.
Politici di Sardegna! è il momento di invertire il processo, basta con la disastrosa convergenza verso i poli italianisti di centrodestra e di centrosinistra, se si vuole salvare la Sardegna, è necessario tornare a casa e rientrare nella cultura politica della nazione sarda. Non vi chiediamo diventare indipendentisti ma di vivere la vostra dimensione politica in maniera disgiunta dal disastroso e disonesto sistema politico italiano.
Non è una proposta in ambito elettorale ma nell’ambito della cultura politica.
Per le prossime elezioni SNI continuerà a lavorare per dare corpo e vita al PARTITO CHE NON C’E’ , lavorerà in condivisione solo con le sintesi politiche e culturali che la nazione sarda ha generato al di fuori della colonizzazione politica italiana e italianista.
BITZI 22-10 - 2013 anno 152° Dominazione Italiana
Sardigna Natzione Indipendentzia
IL COORDINATORE NAZIONALE
Bustianu Cumpostu
La beffa IRAP è un chiaro segnale di sudditanza, sia che sia avvenuta per imperio del governo o per giochi elettorali è comunque un atto del sistema italiano e sardo-italianista che vuole ricordare le limitazioni di sovranità a cui deve sottostare la nazione sarda.
La Sardegna è meno sovrana delle regioni a statuto ordinarie. Paradossalmente le regioni a statuto ordinario sono su questo tema “più avanti” della nostra “regione”. Infatti, lalegge 5 maggio 2009, n. 42 in materia di federalismo fiscale, all’articolo 7, e successivamente il decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68, attribuisce alle Regioni ordinarie la potestà di aumentare o diminuire l’aliquota dell’addizionale regionale IRPEF nonché di ridurre le aliquote IRAP fino ad azzerarle concedendo la possibilità di disporre deduzioni dalla base imponibile.
Se non è passata una modifica “normale” all’art. 10, cosa sarà della Zona Franca Integrale? Sulla risposta non penso ci siano dubbi, la questione zona franca verrà tirata avanti sostenuta dalla spontaneità e dall’onestà dei comitati e dagli interessi elettorali della politica, che non solo sposterà il traguardo fino alle elezioni regionali ma ne complicherà l’iter con delibere ed ordini del giorno fino alla collisione finale con il governo italiano amico-nemico. Quest’ultimo , come in questa occasione sull’irap, verrà indicato come unico responsabile dell’esplosione e dissolvenza della bolla di illusione con la quale si sono tenuti a bada i comitati delle zona franca, gli artigiani e commercianti in fallimento, gli antiequitalia, i disoccupati, gli utenti dei rifornitori e tutti quelli che hanno investito le loro speranze sulla sovranità fiscale della zona franca integrale.
Basta con le umiliazioni, la Sardegna deve uscire dal disastro italiano, non ci sono altre possibilità. La politica sarda pan-italianista ha fatto più danni di tutte le altre dominazioni messe insieme, sta portando la Sardegna al disastro tenendola ancorata ad un’Italia che affonda proprio per causa del suo sistema politico parassita, disonesto e servo dei grandi usurai padroni delle banche e della finanza speculativa.
Politici di Sardegna! è il momento di invertire il processo, basta con la disastrosa convergenza verso i poli italianisti di centrodestra e di centrosinistra, se si vuole salvare la Sardegna, è necessario tornare a casa e rientrare nella cultura politica della nazione sarda. Non vi chiediamo diventare indipendentisti ma di vivere la vostra dimensione politica in maniera disgiunta dal disastroso e disonesto sistema politico italiano.
Non è una proposta in ambito elettorale ma nell’ambito della cultura politica.
Per le prossime elezioni SNI continuerà a lavorare per dare corpo e vita al PARTITO CHE NON C’E’ , lavorerà in condivisione solo con le sintesi politiche e culturali che la nazione sarda ha generato al di fuori della colonizzazione politica italiana e italianista.
BITZI 22-10 - 2013 anno 152° Dominazione Italiana
Sardigna Natzione Indipendentzia
IL COORDINATORE NAZIONALE
Bustianu Cumpostu
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