La NATO starebbe allestendo una base per le operazioni contro la Russia in Ucraina. L’Arabia Saudita recluta jihadisti da tutta Europa, di cui 5000 per l’Ucraina armati e addestrati in Polonia e Ucraina da un mese.
Tuttavia, il comando di questa forza non sarà di Kiev o Langley, ma degli elementi più estremisti che combattono in Siria e in Iraq.
NATO e Arabia Saudita fanno dell’Ucraina una base operativa di al-Qaida, AQIU (al-Qaida In Ucraina).
Molti dei reclutati sono veterani della guerra siriana sopravvissuti alla lotta interna tra i gruppi ribelli e all’assalto dell’esercito siriano.
La junta di Kiev aderisce ad al-Qaida
Gordon Duff New Oriental Outlook
La NATO starebbe allestendo una base per le operazioni contro la Russia in Ucraina. L’Arabia Saudita recluta jihadisti da tutta Europa, di cui 5000 per l’Ucraina armati e addestrati in Polonia e Ucraina da un mese. Tuttavia, il comando di questa forza non sarà di Kiev o Langley, ma degli elementi più estremisti che combattono in Siria e in Iraq. NATO e Arabia Saudita fanno dell’Ucraina una base operativa di al-Qaida, AQIU (al-Qaida In Ucraina). Molti dei reclutati sono veterani della guerra siriana sopravvissuti alla lotta intestina tra i gruppi ribelli e all’assalto dell’esercito siriano.
La vera al-Qaida
Al-Qaida ha a lungo guardato la Siria come la “seconda vita” dell’organizzazione che avrebbe fatto il suo tempo. La vera al-Qaida non è mai stata l’erede dei famosi mujahidin di Usama bin Ladin, come detto nella mitologia popolare. Negli anni ’90, bin Ladin continuò a lavorare con la CIA anche se gravemente malato. Bin Ladin fu curato negli ospedali di Stati Uniti, Pakistan e Golfo sotto la stretta protezione della CIA, a volte anche negli Stati Uniti, che presumibilmente lo ricercava. Fece diversi viaggi negli Stati Uniti, rimanendo in California e in una suite privata in un hotel a quattro stelle di Washington. Il redattore di Veterans Today ed ex-coordinatore dell’intelligence della Casa Bianca Lee Wanta incontrò bin Ladin a Washington e a Peshawar. Lì, bin Ladin organizzò il rimpatrio dei missili Stinger che alcuni capi dei mujahidin avevano tentato di vendere sul mercato. In un’intervista del 2012, Wanta affermò che bin Ladin continuava a servire la CIA da intermediario con l’Arabia Saudita e in diverse missioni della CIA con la copertura di capo del gruppo terroristico fasullo “al-Qaida”. Wanta afferma che bin Ladin fu “al fianco degli Stati Uniti fino alla morte”, avvenuta nel dicembre 2013. Dall’intervista a Wanta: “Nei primi mesi del 1990, bin Ladin, seriamente malato ai reni, fu portato in una struttura statunitense nel Golfo Persico. Da lì si recò a Los Angeles, atterrando nell’aeroporto Ontario, dove fu accolto da Albert Hakim, rappresentante il presidente Bush (41), Ollie North (libero su cauzione), l’ammiraglio William Dickie, l’avvocato Glenn Peglau e il generale Jack Singlaub, uno dei fondatori della CIA. Hakim era il rappresentante personale del presidente Bush e responsabile generale del piano. ‘Bud’ McFarlane, una figura dell’Iran-Contra graziata dal presidente Bush nel 1992, faceva parte del gruppo. Bin Ladin poi lasciò Los Angeles per Washington DC. Rimase al Mayflower Hotel. Le riunioni si svolsero presso il Metropolitan Club di Washington. L’avvocato Glenn Peglau soggiornava al Metropolitan. Mentre era lì, la stanza di Peglau fu scassinata e alcuni “oggetti” rimossi. Nulla venne registrato, classificato o pubblicato, né tale ‘gruppo di lavoro’ fu mai sciolto o mai registrata la conclusione dello status di Usama bin Ladin quale agente della sicurezza del governo degli Stati Uniti. Nel 2001, l’ultima dichiarazione pubblica di Usama bin Ladin negava qualsiasi coinvolgimento negli attacchi dell’11/9. Non ci sono documenti classificati che leghino bin Ladin all’11 settembre o che lo indichino essere un’agente canaglia della CIA‘”.
Al-Qaida ha a lungo guardato la Siria come la “seconda vita” dell’organizzazione che avrebbe fatto il suo tempo. La vera al-Qaida non è mai stata l’erede dei famosi mujahidin di Usama bin Ladin, come detto nella mitologia popolare. Negli anni ’90, bin Ladin continuò a lavorare con la CIA anche se gravemente malato. Bin Ladin fu curato negli ospedali di Stati Uniti, Pakistan e Golfo sotto la stretta protezione della CIA, a volte anche negli Stati Uniti, che presumibilmente lo ricercava. Fece diversi viaggi negli Stati Uniti, rimanendo in California e in una suite privata in un hotel a quattro stelle di Washington. Il redattore di Veterans Today ed ex-coordinatore dell’intelligence della Casa Bianca Lee Wanta incontrò bin Ladin a Washington e a Peshawar. Lì, bin Ladin organizzò il rimpatrio dei missili Stinger che alcuni capi dei mujahidin avevano tentato di vendere sul mercato. In un’intervista del 2012, Wanta affermò che bin Ladin continuava a servire la CIA da intermediario con l’Arabia Saudita e in diverse missioni della CIA con la copertura di capo del gruppo terroristico fasullo “al-Qaida”. Wanta afferma che bin Ladin fu “al fianco degli Stati Uniti fino alla morte”, avvenuta nel dicembre 2013. Dall’intervista a Wanta: “Nei primi mesi del 1990, bin Ladin, seriamente malato ai reni, fu portato in una struttura statunitense nel Golfo Persico. Da lì si recò a Los Angeles, atterrando nell’aeroporto Ontario, dove fu accolto da Albert Hakim, rappresentante il presidente Bush (41), Ollie North (libero su cauzione), l’ammiraglio William Dickie, l’avvocato Glenn Peglau e il generale Jack Singlaub, uno dei fondatori della CIA. Hakim era il rappresentante personale del presidente Bush e responsabile generale del piano. ‘Bud’ McFarlane, una figura dell’Iran-Contra graziata dal presidente Bush nel 1992, faceva parte del gruppo. Bin Ladin poi lasciò Los Angeles per Washington DC. Rimase al Mayflower Hotel. Le riunioni si svolsero presso il Metropolitan Club di Washington. L’avvocato Glenn Peglau soggiornava al Metropolitan. Mentre era lì, la stanza di Peglau fu scassinata e alcuni “oggetti” rimossi. Nulla venne registrato, classificato o pubblicato, né tale ‘gruppo di lavoro’ fu mai sciolto o mai registrata la conclusione dello status di Usama bin Ladin quale agente della sicurezza del governo degli Stati Uniti. Nel 2001, l’ultima dichiarazione pubblica di Usama bin Ladin negava qualsiasi coinvolgimento negli attacchi dell’11/9. Non ci sono documenti classificati che leghino bin Ladin all’11 settembre o che lo indichino essere un’agente canaglia della CIA‘”.
Al-Qaida, “ralizzazione” di CIA/MI6, ebbe inizialmente il compito di “coprire” un basso e moderato terrorismo sotto falsa bandiera volto a manipolare i prezzi del petrolio e scongiurare i tagli dell’amministrazione Clinton nella spesa per la Difesa. L’11/9 ha cambiato tutto. La dozzina di informatori dell’FBI e agenti secondari della CIA che creò al-Qaida divenne un esercito fittizio di jihadisti altamente qualificati con enormi basi sotterranee in tutto l’Afghanistan che secondo il segretario della Difesa Donald Rumsfeld, in un’intervista al giornalista Tim Russert, erano “profondi dieci piani e capaci di ospitare migliaia di combattenti”. Rumsfeld parlava di ospedali sotterranei e unità corazzate in decine di basi sotterranee nascoste, secondo Rumsfeld, in tutto l’Afghanistan. Questo è il grafico Rumsfeld usato durante quell’intervista:
Come l’umorista statunitense Jim W. Dean dice spesso, “Non puoi montarci delle cose del genere“. Tuttavia, come mostra tale grafico, il segretario della Difesa Rumsfeld fece esattamente ciò e migliaia di statunitensi sono morti a caccia del “sogno irrealizzabile” di Rumsfeld. In 13 anni di guerra in Afghanistan non sono stati trovati tali impianti, né alcuna reale forza di al-Qaida è mai stata scoperta, anche se gli Stati Uniti affermano di aver ucciso “il numero due di al-Qaida” in otto diverse occasioni e di avere “ri-ucciso” Usama bin Ladin almeno una volta. In Gran Bretagna, dopo anni di stallo, spuntano parti “non redatte” dell’inchiesta Chilcot sull’intelligence falsificata che portò alla guerra in Iraq, che non solo menzionano le misteriose “basi di al-Qaida/UFO” di Rumsfeld, ma prendono atto dell’incapacità di produrre le prove dell’esistenza di al-Qaida. Non c’era alcuna forza combattente di al-Qaida, non fino a quando fu necessaria in Siria. Lì le forze speciali statunitensi, finanziate da Arabia Saudita e Qatar, ed aiutate da Israele, Turchia e Giordania, istituirono campi di addestramento e cominciarono un diffuso reclutamento di terroristi da tutto il mondo musulmano. Al-Qaida è molto reale ora, rapisce ragazze in Nigeria come Boko Harum, usa autobombe in Kenya e minaccia una dozzina di nazioni africane. Ora al-Qaida, sostenuta dai movimenti islamisti georgiano e ceceno, va in Ucraina. La nuova al-Qaida si affianca al regime ultranazionalista a Kiev, tuttavia, è sempre una creatura di CIA/MI6.
I jihadisti tornano a casa
L’Unione europea a lungo teme il ritorno dei mercenari jihadisti, veterani delle atrocità in Siria. I capi dei vari servizi di sicurezza della NATO sono in estasi di fronte alla prospettiva di vedere questi combattenti, radicalizzati e addestrati, inviati in Ucraina. L’idea di usare al-Qaida come esercito mercenario contro la Russia dovrebbe sembrare “troppo bella per essere vera” per i capi europei, in particolare i polacchi che hanno un ruolo attivo nel sostenere il terrorismo in Ucraina. Al-Qaida ha gustato il “sangue cristiano” in Siria. Per coloro che pensano che si limiterà agli ucraini russofoni, il gruppo che punta all’Arabia Saudita potrebbe essere ben più delirante. Dall’articolo di Lada Ray su Trendcast del 6 maggio 2014: “L’organizzazione islamica dell’Ucraina (nota: affiliata ad al-Qaida) ha annunciato che 5000 mercenari islamici arriveranno da Germania, Turchia, Azerbaigian e Georgia. Il principe saudita Bandar Bush, noto finanziatore del terrorismo islamico e di al-Qaida, confidente della famiglia Bush, ha annunciato l’invio di migliaia di mercenari contro la Russia per aver fermato l’invasione degli Stati Uniti della Siria. Tutti questi mercenari sono stati inviati a Kiev per reprimere le insurrezioni popolari contro la giunta di Kiev nel Sud e nell’Est dell’Ucraina“.
L’Unione europea a lungo teme il ritorno dei mercenari jihadisti, veterani delle atrocità in Siria. I capi dei vari servizi di sicurezza della NATO sono in estasi di fronte alla prospettiva di vedere questi combattenti, radicalizzati e addestrati, inviati in Ucraina. L’idea di usare al-Qaida come esercito mercenario contro la Russia dovrebbe sembrare “troppo bella per essere vera” per i capi europei, in particolare i polacchi che hanno un ruolo attivo nel sostenere il terrorismo in Ucraina. Al-Qaida ha gustato il “sangue cristiano” in Siria. Per coloro che pensano che si limiterà agli ucraini russofoni, il gruppo che punta all’Arabia Saudita potrebbe essere ben più delirante. Dall’articolo di Lada Ray su Trendcast del 6 maggio 2014: “L’organizzazione islamica dell’Ucraina (nota: affiliata ad al-Qaida) ha annunciato che 5000 mercenari islamici arriveranno da Germania, Turchia, Azerbaigian e Georgia. Il principe saudita Bandar Bush, noto finanziatore del terrorismo islamico e di al-Qaida, confidente della famiglia Bush, ha annunciato l’invio di migliaia di mercenari contro la Russia per aver fermato l’invasione degli Stati Uniti della Siria. Tutti questi mercenari sono stati inviati a Kiev per reprimere le insurrezioni popolari contro la giunta di Kiev nel Sud e nell’Est dell’Ucraina“.
Pollai da arrostire
Il piano per la costruzione dell’Ucraina come Stato dell’apartheid, “Israele dell’Europa orientale”, un enclave fondamentalista per sfruttare rancori storici e odi etnici, è a buon punto. Il massacro del 2 maggio 2014 ad Odessa è solo l’inizio. Sono passi evidentemente destinati a portare le forze russe in Ucraina orientale per fermare la dichiarata politica della pulizia etnica di Kiev. La censura sulla stampa occidentale, in particolare sull’uso di armi chimiche contro i separatisti a Odessa e Donetsk, giustappone la retorica dell’occidente riguardo all’uso delle WMD in Siria e altrove. In una dichiarazione rilasciata oggi: “La dichiarazione ufficiale del Ministero degli Esteri della Repubblica Popolare del Donetsk alle autorità di Kiev riguardanti l’uso di armi chimiche, il 6 maggio 2014 nella città di Marjupol, per mano di unità armate sotto l’autorità di Kiev, che durante l’assalto del consiglio comunale hanno usato armi chimiche di tipo sconosciuto. I difensori del Consiglio Comunale lasciarono il posto per le armi chimiche. Molti sono stati feriti alle vie di respirazione con conseguenze sulla salute e pericolo di vita… Il suddetto caso di uso di armi chimiche da parte delle autorità di Kiev, rientra pienamente nella definizione della “Convenzione su proibizione di sviluppo, produzione, immagazzinaggio ed uso di armi chimiche” (vedasi sezione “Definizioni e criteri”, comma 1)“. Così, le stesse armi indicate da Seymour Hersh nell’impiego di al-Qaida e dei suoi affiliati contro il popolo siriano, ora appaiono in Ucraina. Con questo anche noi notiamo il flusso di combattenti di al-Qaida/al-Nusra. addestrati dalla CIA. Coloro che credono che non si rivolteranno contro i loro padroni, sbaglieranno di nuovo calcolo.
Il piano per la costruzione dell’Ucraina come Stato dell’apartheid, “Israele dell’Europa orientale”, un enclave fondamentalista per sfruttare rancori storici e odi etnici, è a buon punto. Il massacro del 2 maggio 2014 ad Odessa è solo l’inizio. Sono passi evidentemente destinati a portare le forze russe in Ucraina orientale per fermare la dichiarata politica della pulizia etnica di Kiev. La censura sulla stampa occidentale, in particolare sull’uso di armi chimiche contro i separatisti a Odessa e Donetsk, giustappone la retorica dell’occidente riguardo all’uso delle WMD in Siria e altrove. In una dichiarazione rilasciata oggi: “La dichiarazione ufficiale del Ministero degli Esteri della Repubblica Popolare del Donetsk alle autorità di Kiev riguardanti l’uso di armi chimiche, il 6 maggio 2014 nella città di Marjupol, per mano di unità armate sotto l’autorità di Kiev, che durante l’assalto del consiglio comunale hanno usato armi chimiche di tipo sconosciuto. I difensori del Consiglio Comunale lasciarono il posto per le armi chimiche. Molti sono stati feriti alle vie di respirazione con conseguenze sulla salute e pericolo di vita… Il suddetto caso di uso di armi chimiche da parte delle autorità di Kiev, rientra pienamente nella definizione della “Convenzione su proibizione di sviluppo, produzione, immagazzinaggio ed uso di armi chimiche” (vedasi sezione “Definizioni e criteri”, comma 1)“. Così, le stesse armi indicate da Seymour Hersh nell’impiego di al-Qaida e dei suoi affiliati contro il popolo siriano, ora appaiono in Ucraina. Con questo anche noi notiamo il flusso di combattenti di al-Qaida/al-Nusra. addestrati dalla CIA. Coloro che credono che non si rivolteranno contro i loro padroni, sbaglieranno di nuovo calcolo.
Gordon Duff è un marine veterano della guerra del Vietnam, che ha lavorato per decenni sulla questione dei veterani e prigionieri di guerra, ed è consultato dai governi sulla sicurezza. E’ capo-redattore e presidente del consiglio di Veterans Today, per la rivista online “New Oriental Outlook“.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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