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domenica 24 agosto 2014

"Siamo tutti Nazareni "


"Siamo tutti Nazareni "

Gli islamisti dell’Isis, finanziati da Sauditi, Qatar e alimentati e addestrati dagli USA, hanno contrassegnato le case dei cristiani. La N araba che vedete nell'immagine sopra  sta per Nazareni.

Ebbene sì, siamo tutti Nazareni...

I fatti raccontatici sono drammatici, le persecuzioni dei cristiani e degli Yazidi in Siria e Iraq è il segno più alto della intolleranza , prima inesistente; Gli eventi attuali sono il riflesso di tutti gli interventi armati degli USA e alleati, che per la loro brama di potere e di petrolio gratuito,  hanno distrutto un tessuto sociale stabile e tollerante sia in Iraq che in Siria, per poi aprire la strada  agli estremismi , che oggi nostro malgrado,  noi tutti conosciamo.
Sa Defenza

Di seguito riportiamo brani di alcuni giornalisti che mettono in evidenza quanto detto.



Ai primi di luglio, Abu Bakr al-Baghdadi, il capo del gruppo terroristico jihadista ora conosciuto come lo Stato-islamico in precedenza  Stato Islamico in Iraq e Siria, o ISIS - predicò a Mosul e si è dichiarato  "califfo Ibrahim" di un nuovo stato  sunnita fondamentalista che si estende dall'Iraq occidentale e settentrionale al nord della Siria.   
In breve, Baghdadi è diventato il più importante leader estremista iracheno. Ma per gran parte della sua vita adulta, Baghdadi non aveva una reputazione  di fuoco, pioniere jihadista. 
 Secondo il Telegraph , i membri della sua moschea locale in Tobchi (un quartiere di Baghdad), che lo conosceva bene dagli anni 1989 fino al 2004 (quando era nella età compresa tra 18 e 33), Baghdadi era considerato un tranquillo, studioso e collega  calciatore di talento. Quando gli Stati Uniti invasero l'Iraq nel 2003, Baghdadi si laureava in studi islamici a Baghdad. I dettagli del tempo di Baghdadi a Camp Bucca sono oscuri.  
Alcuni resoconti dei media di notare che è stato detenuto come "internato civile" in prigione per 10 mesi nel 2004. Altri riferiscono che è stato catturato dalle forze americane nel 2005 e ha trascorso quattro anni a Camp Bucca. Il motivo per cui è stato arrestato, non è noto; avrebbe potuto essere arrestato con accusa specifica o come parte di una grande distesa di insorti o sostenitori dei ribelli. ( Un rapporto confidenziale della Croce Rossa trapelato nel maggio 2004 ha suggerito che circa il 90 per cento dei detenuti di origine irachena sono stati arrestati "per errore".)  Jenna McLaughlin


Come affrontare l’ISIS ed indebolirla militarmente ed economicamente? Zarate e Sanderson individuano la necessità di agire sul duplice canale e, in primo luogo, ritengono inevitabile un’azione di tipo militare, non necessariamente condotta dagli Stati Uniti, per sottrarre all’ISIS i territori che attualmente controlla. Parallelamente, occorre mettere in campo una strategia complessa ed articolata per prosciugare i canali di approvvigionamento esterni. Per riuscire nello scopo si dovrà intervenire contro i network di donatori internazionali, stringere accordi con i paesi coinvolti per rafforzare le misure legali di contrasto e rendere più severi i controlli di frontiera per interrompere i flussi di denaro contante, esercitare pressione costante su paesi come il Kuwait, il Qatar o la Turchia perché esprimano una reale volontà politica di isolamento nei confronti di quei settori che in modo opaco finanziano il terrorismo, nascondendosi dietro le sigle di sedicenti organizzazioni umanitarieagoravox



Con un tesoro di oltre 2 miliardi di dollari lo Stato Islamico (Isis) di Abu Bakr al-Baghdadi è il gruppo terrorista più ricco del Pianeta e la pista dei soldi porta allo Stato sospettato di esserne il maggiore finanziatore: il Qatar.  
«Il Qatar ha una doppia identità – spiega Ehud Yaari, il più apprezzato arabista d’Israele – da un lato ospita soldati Usa e accoglie uomini d’affari israeliani ma dall’altra finanzia i più feroci gruppi terroristi sunniti». In effetti l’Emirato guidato da Tamim bin Hamad Al Thani è stato messo all’indice da Arabia Saudita ed Egitto per il sostegno che diede ai Fratelli Musulmani di Mohammad Morsi e l’isolamento nella Lega Araba è cresciuto a seguito della scelta di Doha di schierarsi – unico Paese arabo – a favore di Hamas nel conflitto di Gaza con Israele. Fino al punto che fonti di Al Fatah hanno rivelato al giornale arabo Al-Hayat che «il Qatar sta sabotando il negoziato egiziano per una tregua permanente nella Striscia» e in particolare avrebbe «minacciato di espulsione il leader di Hamas Khaled Mashaal per impedirgli di accettare le più recenti proposte formulate dal Cairo». M.Molinari.



Nessuno sparga più lacrime su Gaza, adesso i Lorenzo Cremonesi, i Maurizio Molinari eccetera vi fanno spargere lacrime sui poveri cristiani in Iraq costretti a lasciare le loro case (che sotto Saddam abitavano sicuri): non c’è ateo occidentalista cui non si inumidiscano le ciglia al racconto delle loro disgrazie. E degli yazidi, poi, poveretti! nessuno ne sapeva niente, fino all’altro ieri. Adesso l’Occidente si mobilita per loro, per loro bombarda e a loro lancia cibo ed acqua. Anche loro, sotto Saddam, avevano cibo, acqua ed abitazioni. Sono state le invasioni americane a devastare le loro vite, come quelle di tutti gli iracheni.
Maggio 2013 il senatore McCain posa con i bravi ribelli anti-siriani, molti dei quali  oggi militano nell’ISI e stanno col Califfo Al-Mossad
Non che non siano vere queste sciagure, e quelle altre che il Califfo procurerà. Sono stati riuniti da ogni parte del mondo dei fanatici sgozzatori, che filmano i loro assassinii e li postano sui social network. Cercate di vedere che – come Israele – stanno ammazzano dei musulmani. Non solo sciiti, ma sunniti dell’Iraq vengono terrorizzati; e questi, se scappano nelle zone kurde, sono dai curdi trattati come nemici: come fanno gli israeliani.
Lacrime per i poveri cristiani iracheni, è giusto. Ma le lacrime sono mancate per le decine di guerre che gli Stati Uniti hanno sferrato contro l’Iraq perché altrimenti Israele non si sentiva tranquillo, portando il Paese all’età della pietra e alla guerra civile permanente, un milione di morti dopo: da Bush padre a Clinton, da Bush figlio ad Obama Operation Desert Shield; Operation Desert Storm; Operation Provide Comfort I and II; Operation Southern Watch; Operation Desert Strike; Operation Northern Watch; Operation Desert Fox; Operation Southern Focus; Operation Iraqi Freedom; Operation New Dawn, fino alla attuale Operation «Humanitarian» di Obama. 
Come siamo umani, noi occidentali. Come siamo teneri.  M.Blondet