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lunedì 25 novembre 2019

Antonio Socci: LA SINISTRA SI DA’ ALL’ITTICA INVECE DI RIFLETTERE SULLE DISFATTE

Antonio Socci: LA SINISTRA SI DA’ ALL’ITTICA INVECE DI RIFLETTERE SULLE DISFATTE 

(AUTORI E LIBRI CHE ASPETTANO DI ESSERE STUDIATI DAI DIRIGENTI PD)

Antonio Socci 



Il PD si dà all’ittica  celebrando i giovanotti che a Bologna ne puntellano il potere cinquantennale. Giuliano Ferrara  – fan delle Sardine  – ha riconosciuto che il loro è “un movimento spontaneo di fiancheggiamento dell’establishment”.

Vogliono oscurare gli oppositori al regime Pci-Pds-Ds-Pd e così raccolgono l’ovvia gratitudine di Bonaccini. Infatti il Pd sembra dominato ormai solo dal terrore di perdere il potere, a Bologna come a Roma, e tutte le sue scelte sono dettate dall’ansia di barricarsi nel Palazzo, nonostante le disfatte elettorali.

Preferisce gli applausi delle Sardine alle voci di pensatori autorevoli della Sinistra  che indurrebbero a riflettere. Eppure sono diversi quelli che ne contestano gli errori.

Su “Libero”, di recente, si è parlato di Federico Rampini  e del suo volume “La notte della sinistra”  che punta il dito sulle sue contraddizioni e ipocrisie che vanno  “dall’immigrazione alla vecchia retorica europeista ed esterofila, dal globalismo ingenuo” alla vicinanza “con le élite del denaro e della tecnologia”, per non dire della pretesa di “raccontarci che siamo moralmente superiori e che là fuori ci assedia un’orda fascista”.

Si potrebbe anche citare Vladimiro Giacché, economista, filosofo e saggista di scuola marxista, presidente del Centro Europa Ricerche, che nei giorni scorsi è andato in audizione alla V Commissione  parlamentare (presieduta da Claudio Borghi) dove ha “demolito” il Mes.

Le sue posizioni anti euro e le sue critiche all’Unione europea di Maastricht sono argomentate nei suoi libri “Titanic Europa. La crisi che non ci hanno raccontato”  e “Costituzione italiana contro trattati europei. Il conflitto inevitabile”.

Un grande analista proveniente da Sinistra è poi Giulio Sapelli, autentico fuoriclasse  di riconosciuta autorevolezza internazionale. Economista, storico, accademico, i suoi libri sarebbero ricchi di spunti di riflessione (auto)critica per la Sinistra (che però preferisce leggere Scalfari).




Ricordo, di Sapelli, “Oltre il capitalismo (macchine, lavoro, proprietà)”  e “Un nuovo mondo. La rivoluzione di Trump e i suoi effetti globali”.

Riflessioni critiche ad uso della Sinistra si trovano anche su “Limes”  la rivista di geopolitica, guidata da Lucio Caracciolo, che pur essendo del gruppo Gedi (come Repubblica ed Espresso) propone spesso analisi non conformiste.

Di recente, polemizzando contro “l’europeisticamente corretto”, scriveva:   “Paradossalmente il Trattato di Maastricht ha contribuito alla graduale disintegrazione dello spazio comunitario. Implicita nel Trattato di Maastricht (1993) che battendo una moneta senza sovrano ha accelerato la crisi della sovranità degli Stati chiamati a cogestirlaEmergente già dal 1994 nell’idea di Euronucleo, intesa da Berlino come propria sfera di influenza monetaria, economica, quindi geopolitica”.

Anche nell’ultimo numero (10/2019) dedicato a “Il muro portante” demolisce tanti luoghi comuni progressisti. Per esempio con il saggio di Dario Fabbri“Dell’impossibilità della nazione europea”  e con quello (firmato con pseudonimo) intitolato “L’ombra di un sogno. Perché l’europeismo è antieuropeo”, la cui sintesi nel sottotitolo recita: “L’ideologia europeista è in sé pericolosa per la pace e la democrazia nel nostro continente. Impossibile superare il sistema degli stati nazionali per imporre un’unica sovranità. L’Eurozona va smantellata con metodo”.




Ma forse il caso recente più clamoroso è quello di Carlo Galli, docente di dottrine politiche all’Università di Bologna, presidente della Fondazione Gramsci Emilia Romagna e già parlamentare del Pd e di Sinistra italiana.

Da addetto ai lavori prima ha spiegato alla sua parte politica che scomunicare il “sovranismo” è assurdo in quanto “la sovranità è un concetto talmente democratico che è richiamato nel primo articolo della nostra Costituzione. Oggi, invece, chiunque contesti la mondializzazione viene considerato una fascista”.

Poi Galli ha pubblicato un libro, “Sovranità”, in cui sviscera il problema in punta di dottrina.

Afferma fra l’altro che “la sovranità è una tematica ineludibile, e – se l’Italia non vuole sperimentare la ‘non-sovranità in un solo Paese’  – va trattata seriamente, in chiave storica e politica, e non con anatemi”.

Galli aggiunge che “la ricerca della sovranità è una forte istanza politica, e quindi è errato associarla al qualunquismo o all’antipolitica… ‘populismo’ è oggi il nome che le élite sconfitte danno all’agire del popolo quando questo si rivolta contro di esse, quando segue altri leader e altre logiche rispetto a quelle vigenti nel mainstream”.

Ma “quando il popolo vede nelle istituzioni un nemico forse è meglio capire come e perché ciò è avvenuto, piuttosto che cercare di cavarsela etichettando spregiativamente il fenomeno”.

Invece – ha dichiarato Galli in un’intervista – la sinistra italiana, ha smesso di analizzare la realtà: preferisce nascondersi dietro il vecchissimo copione dell’antifascismo moralistico e considerare più della metà dei cittadini italiani barbari che stanno assaltando le fondamenta della civiltà”.


Antonio Socci

Da “Libero”, 24 novembre 2019

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