Noi italiani
Meno male che esistono liberi presidi dell'informazione come SardegnaNotizie, LineaQN, e Ilsovranista, e chissà quanti altri.
Ma esistono anche dei fantomatici movimenti di liberazione non si sa bene da che, che vorrebbero disgregare quello che faticosamente i nostri avi hanno costruito, l'unità d'italia e degli italiani.
Perchè, poi, non si capisce bene a cosa mirino.
Fumo, creare nebbia, probabilmente.
E' naturale, per noi, fare gruppo compatto di fronte all'inno di mameli, o compattarci attorno al tricolore.
Ormai lo sappiamo, ce lo dicono in continuazione, nei giornali e alla tv, NOI siamo orgogliosi di essere italiani.
Alla tv.
E nei giornali.
E anche a scuola.
Anche nei migliori centri commerciali, quelli che hanno il pregio di distribuire sana e certificata merce del bel paese.
"Tiremme innanz"
"Qui si fa l'italia o si muore!"
"Abbiamo fatto l'italia, ora pensiamo a fare gli italiani"
"Obbedisco!"
La saga delle conquiste dell'antica roma, orgoglio di popolo.
I film di fascistica memoria, noi siamo italiani, tutto il resto è infimità.
Noi siamo noi e voi non contate una beata ......
Navigatori, pensatori, poeti e...santi.
Ero ospite di una bella e numerosa famiglia, questi giorni scorsi, direi una famiglia all'antica, almeno all'apparenza.
I due capofamiglia, (genitore 2 e genitore 1 ) tre pargoletti più uno in arrivo, e due nonnini ancora in auge, che non sempre erano d'accordo sulla impostazione familiare, ed educazione dei figli.
Ma così è, il ruolo di educatore spetta ai genitori 2 e 1.
Strano ma vero, non ci crederete, proprio i vecchietti, erano tra tutti, i meno che assistevano ai programmi televisivi.
Eppure in quella casa la tv è paragonabile al prezzemolo, quasi ogni stanza contemplava la sua presenza.
E stavano quasi tutte accese!
Io che ho da tempo disimparato a servirmi di quell'aggeggio, stranamente, in quei giorni, ne ho fatto uso.
Smodato.
Come per esercitare una personalissima indagine sociologica alla buona, ho cercato di immedesimarmi nell'italiano medio, grande fruitore di informazione raiana e mediasetiana.
Ogni occasione, in quelle informazioni, era buona per esaltare le grandi capacità degli italiani, sintomatico mi sembrava il fatto che in quasi tutti i singoli passaggi pubblicitari, si esaltavano i pregi di oggetti o alimenti prodotti nel bel paese.
La ineccepibile filosofia produttiva di qualsiasi oggetto.
La loro perfezione.
La loro salubrità.
Orgoglio di appartenere ad un grande popolo.
Notatelo, nella pubblicità si mette continuamente in evidenza l'italianità.
Gran bella cosa, ma non è ormai assodato, che dopo 150 anni siamo un popolo?
Ripeto, come è che vogliono ancora inculcarci l'idea di popolo?
Lo siamo.
Lo sappiamo.
Me lo dicono e ce lo ripetono in tutte le salse.
Perchè?
Perchè ricordarcelo ad ogni piè sospinto?
Ci sarà pure una certa strategia in tutto questo?
Non è che ce lo ricordano in continuazione perchè pensano che ancora NOI italiani NON ci consideriamo un popolo?
Oh bella, ma che idea malsana!
E magari, coscienti di questo fatto, ci chiediamo perchè ancora ci spingono verso quella nobile pratica di "unirci" ?
Ma non è assodato?
E se non fosse così palese come sembra?
Oddio che delusione!
Io sono sardo, hanno cercato di inculcarmi l'idea di essere italiano, e un pochino ci sono riusciti, (lo dico adesso e lo nego nel prosieguo del ragionamento), ho amici veneti, napoletani e siciliani, che sono un po' tutti nella mia situazione di confusione riguardo alle nostre radici.
(Ma io non sono confuso, lo dico per avallare ragionamenti, e per convincere me stesso.)
Mi chiedo, perchè questa gente ancora si ostina a volersi considerare, che so, friulana, piuttosto che italiana?
Ci ho vissuto, lo so, non parlo a vanvera.
La stragrande maggioranza, lì, parla furlan, e io ho dovuto faticare non poco ad assimilare certi loro termini, anche se loro cercavano di mettermi a mio agio, ma alla fine ci sono riuscito.
Non è mica una brutta cosa mantenere le proprie tradizioni, e non solo linguisticamente parlando.
E allora perchè l'informazione imperante vuole annichilire questa predisposizione che reputo naturale?
Dilemma da risolvere.
Un altro dilemma che mi impegna nel voler capire, è come mai lo stato contrasta i movimenti di liberazione.
Indagini, perquisizioni, e qualche arresto, lo stato in difesa di se stesso, giustamente, ma ... cosa vogliono costoro?
Non è che vorrebbero disgregare il bene più prezioso che abbiamo?
Appartenere ad un grande popolo!
Al popolo italiano!
Mah, valla a capire certa gente, la beneamata tv che cerca in tutti i modi di unire un popolo, e questi qui che contrastano il lavoro svolto.
Disfattisti.
Niente altro, che gusto poi ci provino non è dato sapere.
E nemici dell'italianità.
Da controllare assiduamente e rendere inoffensivi.
Provate a chiedere ad un siciliano se si considera italiano.
Provate a chiedere ad un napoletano, ad un friulano, ad un sardo, ad un veneto.
Se non è un tele dipendente totale, la risposta mi sembra ovvia e certificata.
Per un sardo la migliore birra al mondo è la jchnusa, per un friulano la moretti, forse, per un italiano?
Probabilmente una birra estera.
I coltelli più belli sono pattadesi o arburesi, per un sardo, per un friulano sicuramente le lame di maniago.
Il formaggio più gustoso è il pecorino sardo o romano (sardo anche esso ) , o il montasio per un friulano, per un italiano?
E chi è quel sardo che non affermerebbe che la terra più bella del mondo è la sardegna?
Se poi il ragionamento si sposta sulle personalità storiche che assurgono ad icone nazionali, che sarebbero la massima espressione per un popolo, il suo codice identificativo, l'italiano fa una ben misera figura, quando sceglie Pertini come suo rappresentante mediatico, se contrapposto, per esempio, a quella che tra il suo popolo, per suoi meriti di sardità, e lotta e sacrificio per libertà, da consegnare alla sua gente, è il Grande Doddore.
Ciascuno di noi, che si sente parte di un popolo, di una nazione, dirà, forse, di essere "anche" italiano, ma solo perchè condizionato da bombardamenti mediatici, ma potrebbe anche pensare all'italia come a una matrigna, perchè le radici imposte sono innaturali, mentre le proprie non si scordano, e le proprie radici non possono assolutamente, in alcun modo, essere italiane.
E poi, guardandoci sinceramente in faccia, possiamo affermare di tutto, ma quello che penso io, è che il mondo è diviso in due categorie di persone, chi, come noi, erroneamente definiti popoli italici, o del resto del pianeta, è assoggettato a una ristretta cerchia di nullafacenti plagiatori di idee e stupratori di tempo e di lavoro, e loro stessi, le elite.
E allora la strada è una, ciascun popolo cerchi la sua giusta libertà, nei dovuti modi e tempi, e quando tutto il mondo sarà libero, avremo già compiuto l'opera di disgregazione, tutti assieme, di questo sistema planetario che non vuole bene alla gente e ai popoli, e una volta fatto questo, cercheremo tra noi collaborazione, e, perchè no, finalmente, unione
Voi italiani
Ecco come vi dominano, con la informazione fasulla, con messaggi subliminali (tanto per non sollevare troppo il tiro), con le fasullerie della storia di regime, con l’archeologia ad uso e consumo del potere, (un popolo come il sardo, con la sua storia splendida, vi fa paura), con la beffa della scuola, fabbrica di soldatini ubbidienti, con la mancanza di cultura, sostituita (quella buona, personale, ancestrale, quella che ciascuno di noi ha dentro, la naturalità del vivere e del raziocinio) dalla loro cultura a beneficio degli imbecilli creduloni, con la creazione di miti e misticismi, col ricorso al paradossale, con la imposizione costante di assurdità, che alla fine passano per verità assolute, con le ideologie, che grande fregatura!
Con la truffa globale più nascosta, ma facilmente smascherabile in presenza di logica, ah già la logica!
Tarpata dalla scuola, no, non parlo degli insegnanti, parlo della sua struttura costruttiva, tarpata dalle vibrazioni (o su di lì) dei supermercati, parlo del tempo perso a leggere contratti chilometrici, parlo del tempo prezioso che volutamente vi fanno perdere alle casse ed alla posta, parlo dello scippo più ignobile mai attuato, la ruberia del nostro preziosissimo tempo, certo la teoria dulles ha quantificato tutto questo, ad uso e consumo delle elite, non ci vogliono lasciare il tempo per informarci, per costruire la nostra cultura, la nostra, non la loro, per la loro vi obbligano a disperdere la quasi totalità del vostro tempo.
E quando vi devono concedere qualche privilegio temporale, preferiscono incanalarvi verso un cinema, uno stadio o una palestra, piuttosto che verso una biblioteca.
Centri di aggregazione sociale e culturale? Giammai !
Da evitare accuratamente!
Da non pubblicizzare in tv, non sia mai che la gente ne tragga beneficio!
Raccomandate invece sono le sedi di partito, le associazioni umanitarie, ecologiste, caritatevoli in cerca di alibi esistenziali, loro si che svegliano coscienze rattrappite!
La politica o si fa, o la si subisce, (?) mi chiedo cosa pretendete ancora da questa democraticità monca, cieca e claudicante, questa non è politica, è plagio.
Noi, il gruppo al quale appartengo, preferisce fare la storia, non la politica.
Il qui e ora, bella invenzione spirituale, peccato che abbiano fatto di tutto per assecondarla, promuoverla, gestirla, inficiarla; in se e per se, sarebbe cosa buona e giusta, in un ambito frizzante e confacente alla naturalità umana, non in ambiti inquinati da concetti cavernisti, autoescludenti, e sostanzialmente dissocianti, le sue positività concettuali in questi ambiti, scemano verso lo zero.
Le bacchettate sulle manine sinistre degli scolari, di novecentesca memoria, ora vengono sostituite con strategie più sofisticate, eh… beh ... ne ho da dire sul sistema scuola, che ha creato vittime dietro e davanti alle cattedre, vittime nelle segreterie scolastiche, vittime tra i consigli di classe, impregnati da vuoti luoghi comuni.
Comode poltrone dirigenziali, piazzate là per verificare che tutto vada a buon fine, come programmato, proprio vero, più sono i peggiori, più si adagiano i loro sederi nella morbidezza di poltrone soffici, comode, ed altolocate, l’eterna demeritocrazia che certifica che solo i peggiori possono ambire a posizioni di privilegio, solita vostra storia di costume italico, purtroppo.
Purtroppo (per voi), io non sono italiano, io non mi riconosco nel vostro popolo, artefattamente costruito, io mi illudo di ragionare ancora col lobo destro del cervello, lasciatemi almeno questa mia pia, personalissima illusione.
Se mi considerassi italiano, mi sarei già nascosto nel più profondo dei cunicoli, per evitare le ditate sarcastiche di tutto il resto del mondo.
Tutto da voi è irrazionale, referenziale, aleatorio, il razzismo al contrario, le comode poltrone dei centri di potere occupate da malefici imbecilli, servi per loro comodità di criminali speculatori finanziari, gente che compra popoli pagando i politici di turno, e la gente che applaude perchè escono alla televisione imbellettati e indossanti l’abito firmato, in ossequio alla pratica più ambita dall’italiano, quella dell’apparire.
Ma mi dite a cosa applaudite?
Alla vostra dabbenaggine che certifica che sono eleggibili solo i peggiori?
I più opportunisti?
Quelli che godono quando vi vedono farvi la guerra tra voi?
Poveri contro disagiati.
Destroidi contro sinistroidi.
Omo contro etero.
L’eterna strategia di creare classi sociali, disparità economiche e finanziarie, il mondo malefico del consumo programmato dei neuroni proggressiti contrapposti a quelli radicali e conservatori, smettetela di fare politica, vi disunisce, scrivete la storia di popoli, scrivete le vostre storie.
Scrivete la storia del vostro popolo.
E sia ben chiaro, NOI porteremo la sardegna alla libertà, e non lo faremo uscendo dall’italia, no, lo faremo cacciandola in mare, tipologia di comportamento sostanzialmente ben diverso da quello che gli indipendentisti “nella norma” pensano di attuare, noi siamo noi, ragioniamo diversamente, cerchiamo almeno di non subire i loro condizionamenti, stiamo compiendo il nostro cammino de programmante, rifiutiamo i vostri idoli fasulli, rifiutiamo il fatto che Pertini sia una icona, ma si, ve lo accetto, diciamo che è una icona, ma una ingombrante icona di italianità, contenti voi, contenti tutti.
Se sono questi i personaggi di cui vi gloriate, fate pure, italici, e continuate a vivere felici e soddisfatti, anzi, no continuate a dormire.
... Sento una vocina in sottofondo che mi sussurra: ma chi sei tu per dirci queste amenità?
Cosa hai da insegnarci?
Appartieni ad un popolo che notoriamente è sempre stato tenuto ai margini, della cultura e dell’italianità!
... Oh bella! E’ proprio questo che ci salva, noi non siamo italiani, come non sono italiani i veneti, i siciliani o i campani, dalle nazioni che hanno una lingua, tradizioni, storia nazionale, nascerà il riscatto dell’italia, di tutto lo stivale, e finalmente non si sentirà più parlare di italia, di un unico popolo italico che popolo non è, perchè disomogeneo e sostanzialmente in dissidio tra le sue componenti.
Dai movimenti di liberazione dall’Italia, costruzione fittizia, nascerà il riscatto di tutti i popoli italiani, che potranno, per la prima volta nella storia, collaborare tra loro.
Voi sardi
Provare a liberare un popolo che vuole rimanere servile è difficile e pericoloso quanto provare a schiavizzare un popolo che vuole rimanere libero
Niccolò Machiavelli
La metà dei sardi non partecipa alle elezioni italiane, siano esse politiche, regionali, comunali o comunitarie.
Questo sarebbe un buon segno, riguardo alla lucidità della gente.
Ma.
Solo una minima parte dei votanti concede il suo consenso a pseudo partiti indipendentisti, memori dei pessimi esempi da loro forniti in passato: candidarsi e farsi eleggere, significa benessere assicurato. Ma solo per loro, è una regola tassativa, non fanno mai gli interessi di chi li ha eletti.
E in genere, chi li ha supportati in campagna elettorale, non ottiene benefici sostanziali.
Cosa fa il potere, in ottemperanza dell'assunto del Machiavelli?
Rende il popolo servile.
Invece di incentivare produzioni e attività lavorative, concede qualche sparuto beneficio gratuito e generalizzato, a determinate categorie, per legarle al sistema.
Loro, i cretini che pensano che stanno ottenendo vantaggi, assecondano questo andazzo, ed ecco che nascono gli italo-sardi.
Contrari ad ogni minimo cambiamento, si accontentano di miseri privilegi che li fa sopravvivere, incuranti del futuro dei loro figli e nipoti.
Dice un poco condivisibile proverbio sardo, messo in giro da chissà chi: Kini lassada sa ia maista po' pigai su mori, scidi ita lassada, ma non scidi ita pigada, (chi lascia la strada principale, per percorrere una strada secondaria, sa cosa lascia, ma non sa a cosa va incontro), sopravvivere alla meno peggio, infischiandosi delle problematiche altrui.
Il potere colonizzatore, avrà così un sostanzioso supporto alle sue strategie, gente egoista e infingarda, che a volte specula sulle disgrazie altrui.
Ecco descritti gli italo-sardi, gente che non vuol bene alla sua gente, ma gente che non fa gli interessi nemmeno dei propri figli, gente immobile, fondamentalmente stupida ed egoista.
Gente che magari capisce che qualcuno lotta anche per lui e per le nuove generazioni, ma si tiene alla larga da qualunque tipo di azione, eppure non diserta certo le cabine elettorali.
Anzi, aspetta con ansia le prossime elezioni, magari diserta comunque ogni tipo di referendum.
Lavoro e privilegi in cambio di qualche neurone forzatamente a riposo, meglio pensare alle ferie e agli hobby, che impegnarsi per il bene comune.
E poi c'è chi sbraita e protesta, capisce che il sistema è iniquo, ma si preoccupa quando la richiesta di una imposta statale tarda ad arrivare, smanioso di pagare.
Non sanno cosa significhino i termini resistenza civile e fiscale, o se lo sanno capiscono che non è il caso di avventurarsi su strade rischiose, sempre ligi alle raccomandazioni televisive, e ammirati dai suoi spettacoli insulsi, grandi estimatori del premier di turno e della squadra del cuore.
Frequentatori assidui di centri commerciali che espongono per lo più beni derivati da industrie multi nazionali, prodotti attraverso lo sfruttamento di fasce di popolazione tra le più disperate, la globalizzazione, per loro, è la più grande conquista dell'umanità, come pure il diritto al voto, ma quando mai?
Li vedi gironzolare per le città, con scartoffie sotto braccio, e fare la spola tra un ufficio e l'altro, e non si preoccupano se qualcuno, volutamente, sta rubando il loro tempo e i loro denari.
Pensano che il lavoro sia il bene più prezioso per l'umanità, se potessero lavorerebbero dieci, dodici ore al giorno, sabato compreso, la società ha bisogno certamente del loro indispensabile impegno.
Quando vedono un amico in difficoltà, cambiano strada, un po' come fanno gli italiani meno sinceri, non sia mai che debbano sganciare tempo o denaro che, pensano, non torneranno mai indietro.
La civiltà dei loro avi, è quanto mai lontana dai loro pensieri e comportamenti, gente autenticamente moderna.
Sono infarciti di luoghi comuni, contrastano con ragionamenti eruditi di derivazione televisiva chiunque esterni pensieri non convenzionali, pensano che la scuola significhi istruzione e formazione, una istituzione indispensabile per creare individui pensanti, ma quando mai?
Se qualcuno propone loro di firmare una dichiarazione di sovranità personale o di nazionalità sarda, loro dicono di sentirsi parte "anche" del popolo italiano, e ne sono fieri, non sanno che il popolo italiano non esiste, è una costruzione fittizia, creata da chi vuole sottometterci più agevolmente.
E sfoderano la bandiera del cagliari calcio, o della dinamo sassari, all'occorrenza, dimostrando a se stessi la loro indiscutibile appartenenza al popolo sardo.
Per dimostrare di appartenere al popolo degli shardana, bevono solo birra jchnusa.
Gli shardana penso che non bevessero birra jchnusa.
Ma il loro bisogno di appartenere a qualcuno o qualcosa si manifesta quando gioca la nazionale di calcio italiana, allora fanno branco con una miriade di morti di sonno come loro, sventolando il loro simbolo di appartenenza, il tricolore.
Sempre in possesso di beni inutili, abbonamenti vari a spettacoli tv, il telefonino appena uscito, il computer potentissimo, salvo non riuscire a capire come andrebbero usati.
Devono appropriarsi degli ultimi ritrovati della tecnologia, con gli occhi fissi su schermi più o meno grandi, mai una volta che abbiano sollevato gli occhi al cielo, alla ricerca di graffi e velature innaturali.
Proposi ad uno di loro di impegnarsi a conoscere le strategie e i fini del Movimento di Liberazione Nazionale Sardo, lui inizialmente si è dimostrato interessato, fino a quando non ha scoperto che mai e poi mai avremmo partecipato ad elezioni italiane.
Avrà pensato che non siamo democratici, chissà. Un vero italo-sardo.
La maggioranza. Purtroppo. La stragrande maggioranza.
Noi Sardi
Dopo noi italiani, voi italiani e voi sardi, termina con noi sardi la qadrilogia degli articoli che analizzano certe caratteristiche popolari e comportamentali (anche politiche e sociologiche) che mi stanno a cuore esprimere.
Preciso un concetto a cui tengo in modo particolarissimo: buona parte del tutto, in occidente (civiltà, giurisprudenza, lingue), nasce dalla Sardegna e dalla sua gente.
Siamo un popolo antichissimo, perchè antichissima, e popolata fin dalla più remota preistoria, è la Sardegna. La cultura europea, e non solo, nasce da noi, e se in tempi recenti il mare ha dimostrato di non esserci amico, al tempo degli antichi sardi era un mezzo per diffondere il nostro dna, e non solo, in lungo e in largo per il mondo.
Tracce dei nostri cromosomi sono diffusi in Europa, in Africa e in Asia, fino alla lontana Cina.
In Cina esiste una corposa comunità denominata ujgury, che ha caratteristiche somatiche, usi, costumi, tradizioni e professioni, incredibilmente simili alle nostre.
In India, in zone a etnia sik, i più alti notabili, si fregiano del prefisso shar, il che è tutto dire.
Siano arrivati in nord Europa e al lembo più meridionale dell'Africa.
I re etruschi erano sardi, quando ancora roma non era ancora nei pensieri di nessuno, da qui bisognerebbe fare degli studi, e stabilire se il latino derivi dalla lingua sarda.
Ci avete raccontato in tutte le salse che non avevamo scrittura, ora vi dovete ricredere.
Naturalmente le università, emanazione del potere di Roma, si guardano bene dall'approfondire l'argomento.
Le università, in italy, servono solo a omaggiare il potere.
Se parlassimo di archeologia, e affermassimo che la Sardegna intera è il più importante sito archeologico esistente sul pianeta, ci prendereste per pazzi, e quindi teniamo per noi questa certezza.
Che l'italia sia nata giuridicamente dalla Sardegna, è cosa assodata e certificata, la penisola italiana si dovrebbe definire Sardegna, (anche in termini politici, oltre che storici) ma questo è un discorso che verrà messo in evidenza in un non lontano futuro.
Ma parliamo di come siamo, ora noi sardi.
Tralascio volutamente di prendere in esame la stragrande maggioranza dei miei conterranei, quella che si riconosce nella cultura italiana, atlantista e globalista, che sia la quasi totalità della popolazione è assodato, per loro esprimo il mio disgusto, ma solo per ora.
E parliamo dei veri sardi.
Quelli che si riconoscono nei valori della cultura barbaricina, quelli ai quali basta unicamente la loro parola, per stabilire e rispettare un accordo, quelli che ti accolgono con il massimo degli onori, e tralasciano qualche tua manchevolezza nei loro riguardi, in casa nostra sono sacri.
Coloro i quali non ti fanno mancare il calore dell'accoglienza, dell'ospitalità, quelli che ti fanno sentire a casa tua, come se tu fossi il padrone di casa, e a volte costringe chi ti ospita a ingoiare qualche amarezza con noncuranza.
Da noi l'ospite non "puzza" mai, noi non siamo come certi italiani.
Per noi è un onore accogliere chi ha piacere a stare con noi, e la nostra gente.
Quando ci accorgiamo che un amico si trova in difficoltà, non aspettiamo alcuna sua richiesta, chiediamo subito quali siano le sue esigenze e se possiamo essergli utile.
Civiltà contadina dimenticata dai più, ma non da tutti.
Lo so io, e lo sapete anche voi, siamo unici anche in questo.
Chi viene in questa terra con animo rispettoso per le nostre tradizioni, per le nostre particolarità, si trova sempre bene.
Lo so benissimo, per gli italici siamo tipi strani, non molti ci comprendono, abbiamo dei valori diversi dai loro, siamo legati alla nostra terra, la calpestiamo (amorevolmente) volentieri, come per stabilire un contatto con le nostre origini. Appunto, siamo un popolo legato fermamente alle nostre origini, questo concedetecelo.
Ma non venite ad occuparci militarmente, vi contrasteremo in eterno, non sappiamo fare rivoluzioni, ma non ci mettiamo molto a decidere una rivolta, non portateci porcherie, specie se radioattive, questo è fuori da ogni possibile logica, tenetevele.
Non venite in casa nostra con atteggiamenti da primi della classe, o prevaricatori, o pieni di supponenza, preconcetti, voi non ci conoscete, perchè noi ragioniamo diversamente da voi.
Noi siamo una nazione, la più particolare, la più esclusiva, siamo una nazione unica, tra tutte le altre che si riconoscono tra le genti cosiddette italiche. Ma noi non siamo italici.
Non cercate di capirci, non ci riuscireste.
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