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Sui negoziati
"Nessuno [in Occidente] sta cercando di convincere Kiev della necessità di tornare ai negoziati con Mosca: Loro (i "colleghi occidentali", n.d.r) si sono rifiutati di negoziare, e hanno costretto il regime di Kiev a ritirarsi dal processo negoziale. E proprio nel momento in cui verso la fine, come sapete, c'era l'opportunità di 'finirla politicamente'. Ma a Kiev non è stato permesso. Da allora, nessuno ha nemmeno provato a convincere il regime di Kiev della necessità di negoziare".
"La diplomazia russa continuerà a promuovere attivamente la sua linea e chiarire la verità nell'arena internazionale".
"La nostra diplomazia ha cose da fare: spiegare costantemente e quotidianamente cosa sta succedendo, sfatare le bugie, in particolare le bugie che si sentono ora sul nostro rifiuto di negoziare".
"Nessuno negli Stati Uniti e in Europa cerca nemmeno di chiedersi se loro stessi hanno commesso degli errori":
"Putin ha spiegato in dettaglio gli obiettivi, le ragioni e l'inevitabilità della nostra operazione militare speciale. E lo ha fatto non solo all'improvviso, ma dopo 8 lunghi anni, anche più di 8 anni, a cominciare dal discorso di Monaco del 2007, tanti lunghi anni di spiegazioni all'Occidente sul fatto che stavano andando nella direzione sbagliata e minano tutto ciò che loro stessi si sono impegnati a realizzare, inclusa l'indivisibilità della sicurezza in Europa, la stessa natura della sicurezza in Europa, l'inaccettabilità di qualsiasi Paese di rafforzare la propria sicurezza a scapito della sicurezza di un altro Paese".
Lavrov ha inoltre con l'occasione respinto ogni accusa circa sue presunte dichiarazioni sull'Olocausto in chiave riduttiva:
"Onoriamo sempre queste vittime e organizziamo eventi speciali. E invitiamo tutti coloro che in un modo o nell'altro sono stati coinvolti in quegli eventi storici", ha ricordato il ministro.
A settembre 2022, in una conferenza stampa a Mosca, Lavrov ha dichiarato che, proprio come Napoleone e Hitler, gli Stati Uniti avevano messo insieme una coalizione anti-russa e "per mezzo dell'Ucraina, per procura, stanno facendo la guerra contro il nostro Paese con la stessa compito - la soluzione finale della 'questione russa', così come Hitler voleva risolvere finalmente la questione ebraica".
Sull'operazione speciale e le operazioni sul campo
"Il compito dei militari è fare il proprio lavoro, ridurre al minimo le perdite e non pensare a quando tutto finirà", sottolineando che gli stessi "sono spinti dal desiderio di svolgere il proprio lavoro in modo chiaro, rapido e senza perdite, o meglio, minimizzando le perdite".
“Vogliamo tutti che tutto questo finisca, ma non è il fattore tempo che conta qui, qui è importante il fattore essenza, il fattore della qualità dei risultati che forniamo alla nostra gente, a quelle persone che vogliono rimanere parte della cultura Russia", aggiungendo che "tutti vogliono la fine della crisi in ucraina".
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