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domenica 5 marzo 2023

Dalla teoria dei giochi alla finanza strutturata

di Dino Caliman
Le tessere che hanno portato all’attuale sistema finanziario, alla sovranità esterna agli Stati. Compreso le attuali problematiche di alcuni risparmiatori o correntisti con le 4 banche giunte alla ribalta ultimamente.

Articolo a cura di Gualtiero Sans Avoir, libero docente al Dormitorio Pubblico di via Ortles ,Milano.

Nell’epoca dell’euro e della globalizzazione dei mercati il Testo Unico Finanziario (1998) si occupa delle regole all’interno del pollaio senza prendere in considerazione le incursioni della volpe dall’esterno.

Ad esempio una guerra finanziaria condotta con successo dall’Argentina contro l’Italia ha permesso ad uno stato straniero di appropriarsi , con la collaborazione del sistema bancario italiano, di ben 14 miliardi di euro di risparmi privati.

Infatti le banche italiane inondarono di tangobond i risparmiatori , principalmente col nuovo strumento della vendita in contropartita diretta fuori dal mercato regolamentato , approfittando del fatto che il Testo Unico Finanziario del 1998 abrogava il comma 5 dell’articolo 11 , della precedente legge n°1 ,2 genn. 91.(Disciplina dell’attività mobiliare e disposizioni sull’organizzazione dei mercati mobiliari)

Questo articolo 11 (Esecuzione delle negoziazioni di valori mobiliari) al comma 5 , molto saggiamente , vietava l’acquisto e la vendita in conto proprio , quando l’operazione avveniva FUORI DAL MERCATO REGOLAMENTATO!.

Bisogna dire a proposito che, per negligenza ,molte banche trascurarono di aggiornare i Contratti Quadro dei loro clienti alla nuova legislazione appena entrata in vigore nel 1998.

Solo a cose fatte,  accortasi dell’errore, l’Associazione Bancaria italiana (ABI) , una associazione di privati, ha chiuso la stalla dopo che i buoi erano scappati , allestendo contro lo stato argentino una forza tascabile (TFA) al comando del valente generale Stock Nicola ( subito soprannominato “ Vecchio Brandy Nic” ) .

Ma , nel contesto nella presente guerra finanziaria propagatasi dagli Stati Uniti con l’arma sofisticata della finanza strutturata , la guerra finanziaria vinta dall’Argentina contro l’Italia a colpi di Tangobond,
appare come un arcaico conflitto all’arma bianca combattuto nell’era nucleare.

Ma quali sono i fondamenti teorici sui quali si basa la strategia di una guerra finanziaria, esiste un trattato equivalente al celeberrimo “VOM KRIEGE” , scritto nell’ottocento dal generale prussiano Karl Von Clausewitz ?

Esiste , e si chiama eufemisticamente “The Theory of Games and Economic Behavior” , dove si considera il mercato al pari di un campo di battaglia.

Il trattato è stato scritto , su istigazione dell’economista Oskar Mongerstern, da Neumann Janos Lajos, un brillante fisico matematico ebreo ungherese naturalizzatosi americano con il fantasioso nome d’arte di Jonn Von Neumann , dove l’aggiunta del prefisso Von dà un pizzico di alone aristocratico al cognome .

Jonn Von Neumann è tristemente noto assieme ad Teller Ede (altro magiaro naturalizzatosi americano col nome di Edward Teller) , per essere il padre della bomba all’idrogeno .

Nel contesto del progetto Manhattan i due scienziati, non paghi dell’invenzione della bomba al plutonio, si adoperarono per la costruzione di una bomba ben più potente, dove la bomba a fissione (al plutonio) era soltanto il detonatore della bomba a fusione (la bomba H).

Regalando finalmente all’umanità l’arma dell’Apocalisse.

Pero’ il diavolo fa le pentole ma non i coperchi , perché il geniale Von Neumann fini ‘per essere la prima ed unica vittima della sua stessa bomba, (la bomba H non è mai stata sperimentata sull’uomo al contrario della bomba al plutonio ed all’uranio) infatti morì di un cancro al pancreas ed alle ossa , contratto per l’esposizione alle radiazioni durante gli esperimenti atomici , nel 1957 . (fortunatamente prima che fosse istituito il premio Nobel per l’economia nel 1968.)

La teoria dei giochi del 1944 attaccava la visione keynesiana basata sugli incentivi, il comportamento e la sociologia, proprio nell’anno (1944) in cui il britannico Keynes e l’americano White erano protagonisti rivali della conferenza di Bretton Wood , dove White riuscì a far prevalere gli interessi americani,
inaugurando il signoraggio del dollaro durato fino ai nostri giorni , in contrasto con povero Keynes che invece voleva come moneta il” Bancor.”

Come riconoscenza gli americani, con enorme stupore di Keynes, pensarono di fare inquisire White dalla Commissione Delle Attivita’ Antiamericane presieduta dal senatore americano McCarthy da cui White ne usci’ suicida , subito dopo l’interrogatorio , nel 1946.
la teoria dei giochi
Ritornando alla “Teoria dei Giochi”, che ha avuto anche una simpatica applicazione nella guerra nucleare, il “Teorema di Von Neumann” non è in grado di dire se in economia ” le perdite degli sconfitti si sarebbero rivelate dei vantaggi per i vincitori”

A questo atroce dilemma pose rimedio nel 1950 con il “Teorema dell’equilibrio di Nash”, Jonn Forbes Nash, uno scienziato squilibrato , schizofrenico e paranoide che si credeva “L’imperatore dell’Antartide” ed “Il Messia”.

Naturalmente questa cosa sorprese tutti, perché nessuno si sarebbe mai aspettato che proprio la tanto ricercata teoria dell’equilibrio dei mercati venisse partorita proprio dalla mente di un squilibrato.

Nash, partendo dal”Teorema del Punto Fisso” del nipponico Shizou Kakutari , forse il più sano della compagnia, scoprì il “Teorema di Nash” descritto nel libro “Giochi non cooperativi ed altro”,
che gli valse il Nobel per l’economia nel 1994 oltre ad un bel film autobiografico diretto da Ron Howard intitolato “A beautiful mind.” che vi invito ad andare a vedere.

La teoria dei giochi poi si arricchisce del contributo apportato dal” Teorema dell’equilibrio” di Vilfrido Pareto, un fisico italiano che prima rappresentò il governo fascista davanti alla Società delle Nazioni
e poi rifiutò la nomina a Senatore del Regno voluta dal Duce.

Celebre poi “Il dilemma del prigioniero “ descritto dal matematico canadese Albert Tucker.

Nel 1971 arriva il deciso contributo di George Akerlof ,che nel suo classico articolo “Un mercato di bidoni” mette un dito nella piaga descrivendo un tipico esempio “Dell’asimmetria informativa” che condiziona la definizione delle caratteristiche del contratto ottimale tra il “Principale”, colui che propone il contratto , e “L’Agente” , colui che lo può accettare o rifiutare.

Akerlof introduce il concetto di “Potere informativo”, che di per se è sinonimo di potere contrattuale ed economico e provoca una spirale di “Selezione Avversa” , che porta alla fine ad avere una vendita soltanto dei “bidoni”.

Per curiosità va detto che uno dei campi dove Akerlof applica la teoria dei bidoni è la politica,
dove i venditori sono i candidati ed i compratori sono gli elettori, il che spiegherebbe la costante selezione avversa , cioé la costante diminuzione della qualità dei primi e dell’interesse dei secondi.

Per avere scoperto e descritto l’esistenza dei bidoni informativi George Akerlof viene giustamente insignito del premio Nobel per l’economia nel 2001.

Pero’ subito dopo ci si accorse che la teoria del bidone informativo di Akerlof non spiegava perché il mercato dei bidoni invece di estinguersi continuava a prosperare. Poiché alla gente non piace continuare a prendere bidoni, ci doveva essere alla base a sostenerlo qualche altro meccanismo ancora da scoprire.

Un anno dopo, nel 1972 arriva l’attesa illuminazione da Michael Spencer , che nella sua classica tesi “La segnalazione del mercato” descrisse uno dei meccanismi mediante il quale il mercato cerca di salvarsi dal collasso, cioè quelle assicurazioni che il venditore può dare A SUO RISCHIO E PERICOLO per convincere il compratore.

Per queste sue argute scoperte Michael Spence fu insignito del premio Nobel per l’economia nel 1972.

Come naturale corollario arrivano altri due scienziati Kahemann e Treversky , che con la “Teoria dell’incorniciamento”(Framing) spiegano che l’incorniciamento è il modo di formulare le domande ,
cosa che determina il modo con cui vengono date le risposte, dimostrando, con una serie di brillanti esperimenti , che i processi decisionali umani violano sistematicamente alcuni principi di razionalità’ in contrasto con quanto assunto dalle teorie microeconomiche.

Per avere scoperto che la risposta dipende da come viene fatta la domanda e che la gente ragiona con i piedi Kahnemann e Treversky ricevono il Nobel per l’economia nel 2002.

L’israeliano Daniel Kahnemann , il fondatore della “Finanza comportamentale”, è anche invidiato da tutti i sociologi per essere stato, fino ad ora , l’unico della loro categoria a ricevere un Nobel.

Dimenticavo di dirvi che: nel 1973 Fischer Black , Myron Scholes e Robert Merton scoprirono una formula per calcolare il prezzo dell’opzione Call o Put , cioé di determinare il prezzo da pagare nel presente per un’opzione futura. La formula suscitò un tale entusiasmo da essere addirittura inserita subito nei calcolatori tascabili della Texas Instrument.

Scholes e Black pensarono di fare i soldi con le loro scoperte e fondarono assieme all’agente di borsa Jonn Meriwether nel 1994 la Long Term Capital Management (LTCM) , un hedge fund che racimolò con la loro fama miliardi di dollari da investire in conto terzi usando l’effetto leva.

Benché soci del fondo speculativo LTCM , Scholes e Black non erano ancora premi nobel, per rimediare si pensò di selezionarli come candidati al premio assieme a Merton.

Effettivamente poi, Scholes e MERTON ricevettero il Nobel per i loro meriti in economia dalle mani del re di Svezia, ( meno Black , perché era morto ed il premio non può essere assegnato postumo) per fortuna appena in tempo, cioè un anno prima che la LTCM di Scholes e Black fallisse, ingoiando , tra l’altro, 100 milioni di dollari del nostro Ufficio Italiano Cambi e minacciando di trascinare con se l’intero mercato finanziario, in seguito alla crisi economica iniziata in Thailandia e culminata in Russia nel 1998.

Il matematico giapponese Kjyosi Ito , ancora vivo , non condivise il Nobel , anche se il suo lavoro sulle equazioni differenziali stocastiche degli anni 40 è stato utilizzato da Merton per riformulare l’originale formula con cui Scholes e Blak cercavano di replicare , senza saperlo, il lavoro di Kjyosi, come ammesso dallo stesso Scholes in una intervista con Piergiorgio Odifreddi.

Forse perché contrariamente allo spirito del premio, il bravo matematico Kjyosi non aveva cercato di applicare la sua scoperta, magari aprendo in borsa a suo nome un HEDGE FUND (fondo speculativo) .

Un discorso a parte merita il contributo del Nobel per l’economia Joseph Stigliz , un pentito della globalizzazione che dopo essere stato consigliere economico di Clinton e vicepresidente della Banca Mondiale e costretto alle dimissioni dal presidente del tesoro Lawrence Summers, scrivendo il libro “La globalizzazione e i suoi oppositori” ha saltato la barricata divenendo il punto di riferimento per una critica informata contro il modello di sviluppo imposto dagli Stati Uniti al resto del mondo.

Questa lunga storia delle scoperte dei matematici-economisti insigniti del Nobel in Economia , che come si sa vengono elargiti non per la qualità del lavoro ma per la loro influenza , vale a dire per la loro utilità per l’umanità, culmina con l’ingresso in massa di matematici e statistici in finanza e l’esordio della nuova ingegneria finanziaria applicata ai mercati.

L’evento viene prontamente celebrato nel discorso del 1999 del presidente della Federal Reserve Alan Greespan , che afferma trionfalmente subito dopo la crisi dei mercati del 1998:
Le ragioni per cui la crescita è proseguita……. e’ perché questi nuovi strumenti (i derivati) rappresentano sempre di più la capacita’ di differenziare il rischio e di allocarlo agli investitori più capaci e desiderosi di assumerlo…..”
Il che equivale a dire che per sostenere i consumi negli Stati Uniti si è favorito l’indebitamento di massa del consumatore, anche del meno solvibile , dando l’avvio ad una economia fondata sui debiti, i cui oneri a mezzo della nuova ingegneria finanziaria sono stai riallocati, di fatto esportandoli in tutto il mondo.

Il risultato di questi apprendisti stregoni è oggi sotto gli occhi di tutti ed ha la forma della peggiore crisi economica della storia mondiale che dura da oltre sei mesi e di cui ancora non si intravede la fine , con il suo corollario della crisi alimentare del terzo mondo per la speculazione dei fondi di investimento che ha fatto moltiplicare i prezzi del grano del mais e del riso

Sono stato nel 1974 nella sala del municipio di Stoccolma dove si consegnano i premi Nobel
e ho avuto anche il piacere di stringere la mano ad un giovanissimo re di Svezia Gustavo Adolfo XVI Bernardotte , fresco di nomina.

Non ci sono dubbi che Alfred Nobel si stia rigirando nella tomba, anche perché lui “Le merchand de la mort” redento , questo premio Nobel per l’economia non l’aveva proprio previsto nella striminzita paginetta del suo testamento.

Dovete sapere che questo premio dell’economia impropriamente chiamato Nobel , proviene invece da una banca, infatti è stato istituito a posteriori dalla SVERIGE RIKSBANK che lo istituì nel 1968 per celebrare il trecentesimo anniversario della sua fondazione. Tanto che non pochi hanno proposto di abolirlo.

In effetti il nome esatto del premio è: “THE SVERIGE RIKSBANK PRIZE IN ECONOMIC SCIENCE IN MEMORY OF ALFRED NOBEL” La Riksbank è la banca centrale della Svezia (un piccolo paese con poco più di nove milioni di abitanti) paragonabile , in piccolo , alla nostra Banca D’Italia

Riassumendo, senza nulla voler togliere ai meriti delle due istituzioni e di chi nel tempo le rappresenta, è come se Fazio dalla Banca d’Italia si fosse messo a distribuire premi Nobel.

Adesso sono sicuro che avete capito tutto.

Dedicato agli epigoni dell’ingegneria finanziaria delle banche italiote:

VIDEO MELIORA PROBOQUE, DETERIORA SEQUOR

Gualtiero Sans Avoir , Milano 22 aprile 2008

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Note SD
video meliora proboque, deteriora sequor
(lat. «vedo il meglio e l’approvo, ma seguo il peggio»). – Frase di Ovidio (Met. VII, 20-21): sono parole di Medea che per l’amore di Giasone viene meno ai proprî doveri verso il padre e verso la patria. Si ripetono talvolta per denunciare un profondo dissidio tra i consigli della ragione e il concreto agire; cfr. i versi italiani: E veggio ’l meglio, et al peggior m’appiglio (Petrarca, Canz. CCLXIV, 136); Conosco il meglio ed al peggior mi appiglio (Foscolo, Son. II, 13). treccani

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