IL GRAFOLOGO Romanzo di Mariano Abis quinta parte
Ma l’intelligenza dimostrata non è stata una casualità, e derivava da azioni messe in atto anni prima, con la costituzione di un movimento che aveva caratteristiche che si ispiravano a concetti militari, e che due anni dopo si trasformarono in un vero e proprio partito politico, quello che gli avrebbe consentito di prendere il potere. Lupo mi dice che tra i primissimi appartenenti a quel movimento, seppure lui stesso fosse già indirizzato verso concezioni anarchiche, c’era anche lui, ma pan piano il suo pensiero si è indirizzato verso le tematiche espresse dal mio conterraneo. Differenze sostanziali riguardo alla gestione della cosa pubblica, il mio conterraneo coi pensieri rivolti alla povera gente, con azioni che prevedevano solo decisioni democratiche, il secondo, grande trascinatore di folle e politico di razza, attento all’economia e a non pestare i piedi a categorie di persone che sarebbero state utili in seguito, con risoluzioni personali. Però la sua formazione socialista fa parte integrante della sua personalità, e almeno per i primi tempi è stata tenuta ben presente, influenzando la sua personalità politica, e quando, ancora due anni dopo ha vinto le elezioni in un clima di pesante violenza creata dai suoi sostenitori, decide in cuor suo che approfitterà degli eventi per prendere decisamente il potere, attuando altre prove di forza per trasformare la nazione a suo piacimento, strategie decise per tempo e che evidenziano lungimiranza.E’ in questo clima politico che stiamo vivendo i nostri giorni, ma la vita scorre tranquilla, si lavora e si dà grande valore alle produzioni, la gente segue in modo appassionato il suo condottiero, e dà scarsa rilevanza alle istanze dell’opposizione. Io che non mi sono mai occupato di politica, ritenevo che l’argomento di cui tutti trattavano fosse secondario; davo grande importanza prima di tutto ai miei studi, stavo costruendo così il mio futuro, in un settore, quello del relazionarmi con giovani vite, che mi appassionava molto di più della politica, poi con l’immediato lavoro che mi consente una tranquillità economica, ottengo il rispetto della gente, in quanto un insegnante occupa un posto di rilievo nella società attuale.
Un lavoro non faticoso, in primis sotto l’aspetto di dispendio di energie fisiche, ma nemmeno sotto altri aspetti, perché il lavoro che faccio mi piace e mi fa volare il tempo a contatto di bambini che non chiedono altro che di assorbire cultura, e imparare come stare al mondo. Un impegno che mi lascia tempo ed energie mentali per dedicarmi alla mia grande passione. Pian piano la gente cerca il contatto con me, primi tra tutti i genitori dei miei alunni, e mi accorgo che, nonostante la mia amicizia con un perfetto antisociale che risponde al nome di Lupo, malvisto ed evitato da tutti, la considerazione di cui godo man mano che passa il tempo aumenta sempre più. Mi faccio nuovi amici, ma il mio relazionarmi con l’anarchico non subisce modifiche, e se la gente cerca il contatto con me, io cerco di trascorrere il mio tempo con la persona meno rilassante che conosco: proprio lui! Ci sorprendiamo a discorrere di politica, il cancro che mi vuole trasmettere, e delle nuove frontiere che la psicologia apre in questi anni, di cose astratte eppure così importanti per la personalità di ciascuno di noi, tanto più che le conoscenze che acquisisco mi sono utilissime quando metto in atto un approccio che diventa sempre meno convenzionale con i miei alunni.
Prendiamo in considerazione la realtà del mondo attuale in continua trasformazione, l’industrializzazione, le spinte che investono il mondo dell’arte, concezioni che invitano alla dinamicità, alla costruzione di un futuro con problematiche inimmaginabili solo un decennio fa, alla trasformazione di ogni realtà produttiva e del pensiero, un mondo che per forza di cose risulta proiettato verso il futuro. Persino il mondo contadino, di per sé ancorato a concezioni arcaiche, non è esente da questi cambiamenti. E la politica rende tutto più effervescente, diventa un volano per immaginare nuove strade, anch’essa in evoluzione, fatto strano se confrontata con i decenni trascorsi, che concepivano il pensiero politico quanto di più lontano dalla parola avanguardia. Ma se con Lupo siamo in sinergia quando si trattano argomenti tra i più disparati, con analisi a tutto tondo, veniamo in contrasto quando si parla di politica. Di qualsiasi aspetto che tratti di politica. Eppure, se pure immagino una formazione culturale fondamentalmente dissimile tra noi, le conclusioni che traiamo sugli argomenti trattati spesso coincidono, in antitesi col suo approccio generalmente in controtendenza verso chiunque altro. Ma, a differenza del sottoscritto, lui ama parlare di politica, io evito l’argomento finché posso, ma essa è generalmente lo sbocco naturale di ogni discussione, e dissertazioni iniziate in sinergia si trasformano alla fine in scontri accaniti tra due correnti di pensiero incompatibili. Io difendo scelte governative che giudico funzionali al progresso economico, culturale e formativo del nostro popolo, con una cultura dominante che mira a dare prestigio alla nostra nazione, sotto tutti i punti di vista, apprezzo gli sforzi per dare autosufficienza economica, lavoro per tutti, la ricerca del predominio militare, inteso non come atto ad offendere, ma per creare rispetto, il cercare presupposti ad una valenza dominante in campo artistico, a rincorrere un progresso demografico, anch’esso finalizzato a conquistare rispetto, e in ultima analisi a creare un sentimento comune di nazione, azzerando quanto più possibile le innegabili disparità storiche e culturali presenti nel nostro territorio. E il mio impegno scolastico mira a tutti questi principi, approvo e pubblicizzo fattivamente ogni scelta del governo, mi sento impegnato in un progetto globale, nel mio piccolo ruolo, per rendere più potente la nazione a cui mi onoro di appartenere in ambito mondiale. E la gente apprezza il ruolo che mi sono ritagliato, l’impegno verso i loro figli, apprezza la mia disponibilità ad assecondare un progetto di nazione che mira addirittura a dominare il mondo, uno sforzo, il mio, in sinergia con milioni di persone, accomunati dallo stesso fine, un obiettivo a lunga scadenza, si, ma che porta anche benefici immediati. Quando si entra nell’ordine di idee di essere parte di un progetto, e lavorare attivamente per esso, ci si sente importanti, la strada che ho scelto mi gratifica e do volentieri il mio piccolo contributo che a questo punto considero vincolante.
Naturalmente il mio amico non la pensa così, parte dall’assunto che un sistema politico che, secondo lui, mira alla dittatura, non può essere positivo, per principio, e se al momento qualche risultato incoraggiante si comincia a notare, nessuno può dire quali siano i reali obiettivi del capo di stato. Mette in dubbio, come da pensieri più volte espressi, la bontà del tentativo di favorire una esplosione demografica, condizione che può essere foriera di centomila eventi non esplicitati, ma che nella sua mente possono portare anche ad atti di forza inconsulti, del resto, nel concepire atti di forza è stata finora una sua evidente caratteristica. Non gli piace l’impronta squadristica e in qualche modo militare che si sta rendendo sempre più evidente, lo sbocco secondo lui è il ricorso alla violenza verso altri popoli, la promozione di una cultura asservita al potere, l’evidenziare e favorire solo certe correnti artistiche, funzionali al prestigio internazionale, ma in ultima analisi asservite a fini propagandistici in favore di interessi personali e di immagine. L’impegno economico che il governo riesce a mettere in campo anche in ambito sportivo, risulta per lui un mero mezzo per acquisire prestigio sia interno che internazionale. Lo sviluppo delle arti, spinte in maniera inverosimile, anch’essa finalizzate a creare cervelli univoci, il cercare di minimizzare la visibilità di etnie e minoranze, tutte azioni indirizzate verso un unico fine; devo ammettere che il mio amico possiede argomenti validi ed esaustivi, ma il problema, semmai, va ricercato nella mente del politico, chi può sapere quali siano le sue mire nascoste? A questo proposito, un po’ condizionato dalle parole di Lupo, mi riprometto di analizzare la scrittura del personaggio, e leggere tra le righe dei suoi segni quale sia la sua reale personalità, se sia una persona affidabile e sincera; immagino certe caratteristiche della sua scrittura, denoteranno certo la determinazione che ha sempre dimostrato di possedere, ma sono curioso di analizzarla a fondo. Risulterà, nei miei pensieri, l’analisi più importante che mai abbia realizzato, rivolto a scoprire nel limite del possibile i traguardi che si è prefissato, e, in contrapposizione, voglio analizzare la scrittura del suo principale contendente, che non ha mai rinunciato alle sue idee, a renderle pubbliche, anche sapendo che potrebbero essere pericolose per la sua incolumità, mi immagino due grafie che denotano entrambe coraggio e determinazione. Ne parlo con il mio interlocutore, e lui si impegna a cercare il materiale che mi occorre.
Dopo l’impegno di insegnante, giornalmente, dopo il pranzo e un piccolo riposo dedicato a qualche lettura, mi piace uscire e respirare aria buona, aria di collina, e relazionarmi con la popolazione con la quale ho contatti sempre più frequenti. Se non sono in compagnia di Lupo, e incontro qualche genitore dei miei alunni, è raro che non riceva un invito a casa sua, e così le mie conoscenze aumentano ogni giorno di più in maniera esponenziale. Ma da buon Sardo, formalmente cortese e disponibile, valuto attentamente ogni persona, e non concederò amicizie se non soppesate attentamente, e dopo un congruo lasso di tempo. E alla fine ritengo che qualche persona meriti il mio interesse, ma sono persone immensamente diverse dai miei conoscenti Sardi, con formazioni nettamente dissimili da quelle a cui ero abituato. Qualcuno, sicuramente più sincero degli altri, mi fa sapere che per il sentire comune il Marchigiano è considerato una persona da prendere con le molle, a volte inaffidabile, ma confido sulla mia capacità di discernimento e non farò certo scelte avventate. Ma alla fine giudico tre famiglie in particolare degne della mia attenzione, e con loro intrattengo rapporti costanti, tanto più che tra loro esistono sorelle maggiori dei miei alunni che attirano la mia attenzione. E quando mi apro, i miei ragionamenti non possono che essere indirizzati a problematiche che mi stanno a cuore, primo tra tutti il mio impegno lavorativo, ma non tralascio di parlare anche di psicologia e grafologia, ma ogni discussione, alla fine, si incanala verso la conclusione logica di ogni disputa, la politica. Stringo, col tempo, relazioni più continuative con una famiglia in particolare che mi ispira fiducia, il capo famiglia dirige la stazione ferroviaria giù a valle, idee in sinergia perfetta con l’andazzo politico, ma con una preparazione di fondo che denota cultura, acquisita sicuramente in tempi recenti, definirei la moglie “adeguata” alla personalità del consorte, del resto ho notato che le donne, in questa regione, sanno stare al loro posto, a differenza della cultura sarda che ha decretato da millenni, che le donne sono il vero volano della famiglia, in una società matriarcale che ha pochi esempi altrove, e il motivo è presto spiegato: più che contadina, la civiltà sarda è pastorale, e capita che il marito sia costretto a disertare la casa a causa del fatto che la pastorizia, da noi, è essenzialmente nomade, e capita che pastori delle montagne svernino in campidano, nella mia zona di origine, e stanno fuori casa svariati mesi, e, quando ciò non avviene, il tempo che i mariti trascorrono a casa, risulta irrilevante.
Mi trovo tra un popolo molto dissimile dal mio, ma non mi trovo male in questa zona, e l’iniziale pensiero che mi trovo tra gente bigotta si è parzialmente ridimensionato. Certo, l’unico libero pensatore che ho incontrato è Lupo, ma in genere vengo a contatto con persone accettabili, dedite al lavoro e al corretto relazionarsi. E non esiste il mito della personalità, così spiccato da noi, qui la gente mira a vivere tranquilla, ed evita accuratamente contrasti. Su un aspetto, però, assomigliano al mio popolo, un aspetto negativo, trovo che anche loro siano individualisti almeno quanto noi. Eppure la loro storia si è dipanata tra commerci e contatti frequenti con altri popoli, in una regione certo molto più servita della mia da strade di grande comunicazione, e il mare che a volte è un impedimento, per i Marchigiani è sempre stato fonte di reddito e di comunicazioni. E la passata appartenenza allo stato pontificio ha sicuramente favorito i contatti. Fa parte della famiglia del capo stazione, la figlia Dalida, molto bella e dallo sguardo penetrante, almeno cinque anni più giovane di me, sempre ben vestita e aggraziata nei movimenti, una personcina che mi attira in particolar modo. Sarei curioso di sentire da lei il modo di ragionare e di vedere la vita, ma anche lei, come la madre, sa stare al proprio posto, e non interviene se non interpellata. E così le mie discussioni avvengono quasi esclusivamente con il genitore, e mai trovo modo di conoscere le impressioni di Dalida. Vorrei conoscerla più a fondo e, dato che è studentessa, e non ho altre opzioni, adotto un "misero" sotterfugio: esprimo il desiderio di seguirla nella materia di italiano, che ho scoperto essere il suo punto debole, e mi offro per correggere i suoi scritti, naturalmente il fine è quello di valutare la sua grafia e conoscere più a fondo la sua personalità. Non noto nella sua grafia segni particolarmente negativi, piuttosto, se un appunto le può essere fatto, è quello che tende ad accentuare leggermente segni e altre manifestazioni regressivi, che di per sé, secondo le nuove teorie, risultano negativi, ma la rotondità dei segni circolari e la generalità della scrittura, mi portano a pensare che sia una persona fondamentalmente positiva. Noto anche, nonostante la leggera tendenza a non accentuare troppo i segni verso destra delle sue manifestazioni grafiche, come una voglia di andare decisamente verso quella direzione, latente, ma che potrebbe esplodere in maniera improvvisa.
Nel giro di una decina di giorni, frequentando giornalmente la sua casa, e dopo che lei ha dimostrato di aver ottenuto miglioramenti nella materia di italiano, cerco di capire se l'altra mia strategia di farla interessare a me sia andata a buon fine. Le chiedo se, con l’approvazione dei genitori, sia disposta a trascorrere con me, fuori casa, qualche serata, la risposta è positiva, quella dei genitori idem, e inizia così la mia avventura con lei, ci conosciamo reciprocamente più a fondo, e si fa strada in me il pensiero che lei sia la donna che vorrei avere al mio fianco per sempre. Un giorno, con lei al mio fianco, incontro il mio grande amico, e trascorriamo una serata a tre in un rinomato bar della piazza del popolo, la bomboniera, come la chiamo io, la piazza più importante di fermo; parliamo di svariati argomenti, cercando di coinvolgere anche Dalida, ma lei non si dimostra particolarmente espansiva. Quando ci congediamo da Lupo, lei mi esprime il suo pensiero riguardo al mio amico, non esattamente positivo, e mi dice che, seppure avesse sentito su di lui critiche feroci, si è impegnata a trovarne eventuali positività, ma inutilmente. L’impressione che si è fatta è fortemente critica, tra me penso con dispiacere che le due persone con le quali sto più volentieri, non stanno bene tra loro. Ma nei miei pensieri sono entrambe importanti, e non rinuncerò certo a frequentare Lupo.
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