E un giorno la vedo, nella piazza antistante la grande stazione ferroviaria, in compagnia di un uomo, ci avviciniamo, lei fa le presentazioni di rito, e ci dice di essere in partenza per trascorrere un periodo di vacanza. Mi chiedo se sia possibile che debba incontrarla sempre di sfuggita, e la notizia che trascorrerà una vacanza con quell’uomo non mi mette particolarmente di buon umore. Per un periodo di tempo sarò costretto a non pensare a lei, o almeno a non disperdere il mio tempo alla sua ricerca. I giorni successivi, giocoforza, mi libero da quell’ossessione, e ritrovo una parvenza di interesse per le analisi che sto compiendo, in particolare Romano mi dice che ha trovato informazioni frammentarie sull’autore degli scritti che tanto hanno attirato la mia curiosità, qualche giorno prima, quelli dell’anarchico. Mi dice che è originario del friuli, ma abitava nelle marche, almeno fino a quando non è stato costretto ad eclissarsi, vista la cattiva aria che tira verso anarchici e sovversivi. Mi viene da pensare a Lupo, ma le informazioni non mi sono di nessun aiuto, infatti abbiamo sempre trattato temi tra i più disparati, ma mai abbiamo parlato in dettaglio della nostra vita, e, nonostante i ripetuti contatti che ho avuto con lui, non mi è mai passato per le mani nessuno dei suoi scritti, in quel caso avrei riconosciuto all’istante quella scrittura particolare, anche senza guardare le generalità sul fronte della cartella.
Avere tra le mani quei fogli mi fa pensare, però, a lui, la personalità potrebbe benissimo essere la sua, il conseguente carattere non si discosterebbe troppo dal suo modo di agire, e la fortissima determinazione che quella grafia dimostra, unita a doti grafiche che non tengono conto di rischi, altrettanto evidenti, mi dà ulteriori elementi, anche l’immagine fisica e morfologica che mi appare al cospetto di quei fogli, è il suo ritratto. Mi convinco intimamente che deve per forza essere proprio lui, non esiste un solo elemento che mi invogli a discostarmi dall’impressione iniziale; quell’orizzontalità non pignola delle righe, certe stroncature impulsive di linee indirizzate verso l’alto, e tendenti decisamente a destra, la pressione esercitata, la presenza delle stesse lettere non perfettamente uguali tra loro, persino il ritmo che impone alla scrittura è estremamente simile al suo modo di esporre, non ho dubbi: è la sua grafia. Se, un domani, dovessi scoprire che quegli scritti non appartengono a lui, la mia autostima riguardo la professione che sto esercitando crollerebbe di botto. Aver rivisto quelle lettere mi invoglia a dedicarmi ancora alla grafologia, a scoprire le innumerevoli potenzialità che questa scienza comporta, così reale in quanto si deve venire a contatto con scritti concreti, eppure così immaginaria e aleatoria, chi non conosce le nostre prerogative, certo non immagina che si possano ottenere risultati così concreti.
Ho la fortuna di essere venuto a contatto con una scienza sperimentale, e quindi suscettibile di miglioramenti e puntualizzazioni, e se pure non ho la pretesa di stilare una mia teoria personale, dato che le conclusioni di chi ha lavorato prima di me nel settore, sono da me condivise, ritengo di poter dare il mio contributo su mille altri aspetti che questa scienza comporta. Lavorerò su certi segni da me catalogati che non trovano riscontri ineluttabili sulle teorie di altri, e sulle espressioni grafiche che si discostano da quelle già catalogate, lavorerò sulle conseguenze che la gestualità quotidiana permettere di essere evidenziata sui fogli, e non ultima, la ricerca di caratteristiche anatomiche che uno scritto evidenzia, scriverò un libro, del resto, in funzione di questa evenienza, in quanto sono in possesso di molto materiale. E mi piacerebbe mettere a confronto due grafie distinte, e realizzare una sorta di analisi comparata, mettendo in evidenza similitudini e discrepanze. Il campo su cui scorrazzare è ampio, e si potrebbero schiudere orizzonti insperati riguardo all’applicazione di questa scienza.
Dopo ben oltre un mese rivedo Eleonora, ma stavolta è lei a venirmi a cercare, all’uscita dal lavoro, in compagnia di un’amica. Una settimana dopo diventa la mia donna, anche l’amica inizia una relazione con Romano. La donna tanto desiderata è finalmente mia, e nonostante questo ogni volta che la guardo mi sembra che sia per la prima volta, mi attira la sua bellezza e la sua personalità, e il modo elegantemente particolare di vestire, ma dentro di me penso che dovrò conquistarla continuamente, giorno dopo giorno, e dimostrarle incessantemente che non ha sbagliato a scegliere me. Col tempo, conosco le persone che frequenta, i suoi parenti e la sua famiglia. Il padre è un simpatico signore sessantenne o giù di lì, baffetti bianchi, capelli canuti, è un alto ufficiale dell’esercito, ma dai modi così semplici e garbati che non si direbbe a prima vista, alto e in perfetta forma fisica. Se avessi visto la madre per strada avrei giurato, anche senza conoscerla, che fosse la sorella maggiore di Eleonora, tanta è evidente la loro rassomiglianza, e i pochi anni che dimostra, abbondanti capelli castani dal taglio non eccessivamente corto, tirati all’indietro da un sottilissimo e brillante cerchietto, portamento che definirei aristocratico, una sottilissima collana e orecchini simili al cerchietto che ferma i capelli, anche lei come la figlia dalla gestualità quasi assente, come se facesse continuamente un esercizio per cercare parole così azzeccate, da non aver bisogno di confermarle con la gestualità.
Trovo questa caratteristica innaturale, come se derivasse da un bisogno di nascondersi alla gente, o forse mi sbaglio, potrebbe essere un modo per non scoprirsi e tenere l’interlocutore sotto una sottile forma inspiegabile di imbarazzo, ma queste sono mie considerazioni, e ai più potrebbe non risultare evidente quella mancanza di gestualità, o forse potrebbe essere una rarissima forma di comportamento che non lascia spazio all’istintività, in ogni caso quel comportamento, indotto o spontaneo, conferisce loro una forte carica di personalità. Ormai, l’esercizio spontaneo che facevo già da bambino, quello di osservare e valutare i cenni della gente, fa parte del mio relazionarmi col prossimo, e di fronte a Eleonora e alla mamma, mi sento un po’ disarmato. Ma non sarà questo fatto che mi impedirà di conoscerle alla perfezione, e in breve tempo, penso di possedere altre armi pronte allo scopo. Fa parte della famiglia un fratello maggiore della mia donna, Rodolfo, almeno sette, otto anni più grande di lei, sposato con la figlia di un importante gerarca, seppure siano insieme da molto tempo, non hanno figli. Rodolfo è un convinto sostenitore del regime, occupa un posto di assoluto rilievo tra i burocrati, e vorrebbe entrare a far parte della ristretta cerchia dei parlamentari. Del resto gli appoggi significativi non gli mancano, e dimostra un’intelligenza pronta e profonda, anche lui ha un aspetto incredibilmente simile a quello del genitore, come se i due si fossero messi d’accordo per generare figli esattamente identici ai genitori dello stesso genere. E le uscite serali ormai si svolgono sempre a quattro, si va a teatro, oppure al cinema, grande novità di un regime che spinge la sua diffusione in maniera esponenziale, e se a me e Romano dà un po’ fastidio il modo esagerato di propagandare i dettami del regime, Eleonora e l’amica, Rita, dimostrano di assorbire senza traumi le nuove impostazioni che il regime vuole inculcare alla gente. Nei vari film si dà grande risalto alle conquiste degli antichi Romani, e siccome abbiamo imparato che l’attuale potere non agisce mai a caso, ma prepara per tempo ogni successiva strategia, immaginiamo quale sarà l’evoluzione della politica estera della nostra nazione.
Eleonora è continuamente informata riguardo alle molte inaugurazioni di mostre artistiche, siano esse di pittori o scultori, o rassegne dei nuovi indirizzi artistici, e non è mai capitato di averne persa una. E se la cinematografia è spudoratamente asservita al potere, le arti dimostrano di volersi allontanare da esso, ma giocoforza devono fare concessioni che probabilmente frenano il loro istinto di ricercare nuove frontiere, l’arte deve essere libera di esprimersi in qualsiasi direzione porti la sensibilità e l’estro dell’artista, per definizione, mi verrebbe da dire. Altro discorso è il mondo dell’architettura, in grande fermento perché siamo in una fase di realizzazioni importanti in ogni campo; vengono costruiti palazzi di grandi dimensioni, e altre forme di costruzioni, strade e ponti a ritmo serrato, altre costruzioni che hanno lo scopo di omaggiare il regime e inventare nuove forme, ma coerenti con i dettami degli architetti che vanno per la maggiore, dalla configurazione riconoscibile, tanto che si può tranquillamente parlare di architettura di regime, ma parzialmente liberi di esprimersi secondo canoni molto ben prestabiliti. Non posso fare a meno di aspettare la sera, le uscite a quattro stanno quasi diventando una malattia per noi, ma questo è anche un periodo di grande coinvolgimento riguardo la professione, e cerco di migliorare quanto più possibile, ormai mi basta un primo sguardo fugace per capire dove devo indirizzare l’analisi grafologica, presto molta attenzione solo quando mi rendo conto che il personaggio in esame merita una analisi particolareggiata, o quando possiede una grafia che mi incuriosisce. Sto vivendo con Eleonora una storia che mi gratifica, lei così raffinata e dalla grande cultura, abituata a frequentare ambienti aristocratici e culturali, strano a dirsi non mi è mai venuto in mente di analizzarne la scrittura, ho visto di sfuggita qualche suo scritto, anche nel preciso momento che armeggiava con carta e penna, e l’impressione generale non mi risulta eccessivamente positiva, anche se è la grafia della persona che meriterebbe da parte mia maggiore attenzione, ben più di chiunque altro, lei mi piace e basta, non mi servono informazioni di sorta, o forse ho paura di scoprire particolari sgradevoli, potrebbe essere la persona peggiore che esiste al mondo, ma non mi interessa, la accetto così come è. Non potrei ormai fare a meno di lei, e la mia vita attuale non può prescindere dalla sua esistenza, qualsiasi azione io compia, mi invita a pensare come sarebbe giudicata da lei, e cerco di pensare ad ogni atto che esprimo come una prova della mia capacità di creare, di gestire il mio lavoro, e di migliorare la mia capacità relazionale, aspetto a cui mi sembra lei dia molta importanza.
E se con Romano non ho nessuna remora a palesare le mie convinzioni politiche, con lei mi tengo sempre sul vago, ben sapendo che la formazione culturale che ha ricevuto mira a rispettare qualsiasi forma di governo che è al potere, a prescindere se sia più o meno democratica. Ma questo mio atteggiamento verso di lei non è mancanza di coraggio nell’esprimere le mie opinioni, ma semplicemente una forma di autodifesa, dato che sono al servizio del potere, e quando devo compiere azioni infedeli verso di esso, metto parzialmente al corrente solo Romano, che mi sembra che pian piano si stia avvicinando alle mie posizioni politiche. E poi, anche mettendo il caso che lei approvasse in pieno la mia linea di condotta, vivrei con l’ansia che inavvertitamente qualche mio pensiero venisse divulgato, e il rischio sarebbe troppo grosso, tanto più perché le sue conoscenze sono quasi tutte con rappresentanti del regime. E così mando avanti il mio rapporto con lei, felice di stare al suo fianco, e non mi sfuggono certi cenni di invidia verso di me, quando qualcuno nota perfetta sintonia tra noi. Ma c’è sempre qualcosa di indefinibile nel suo comportamento, e se io non esprimo i miei pensieri politici con lei, Eleonora mi dà l’impressione che, seppur dimostrandomi amore, la sua personalità è così complessa, e la sua intelligenza così rilevante, che se la deludessi in qualcosa che lei giudica importante, non mi perdonerebbe; mi sono ormai fatto l’idea che chi sta al suo fianco la deve conquistare giorno per giorno, non si può rilassare e vivere la sua vita con lei in maniera troppo convenzionale, infatti, quando propongo uscite strane, o misteriose, le si illumina il viso, come se fosse il miglior regalo che potessi farle. Anche sul piano affettivo e più propriamente sessuale, le sue scelte sono quanto più varie possibili, e so per certo che la noia non sarebbe la sua compagna di viaggio preferita. Da quando la conosco non l’ho mai vista rilassata in maniera eccessiva, è sempre attenta agli avvenimenti che le succedono attorno, non le sfugge nulla, e in questo un po’ mi assomiglia. Ma siamo drammaticamente differenti sia come estrazione sociale, che formazione culturale, con questo non voglio dire che io non sia complessivamente alla sua altezza, ma mi stupirei che non abbia frequentato da ragazzina qualche scuola elitaria.
Avere tra le mani quei fogli mi fa pensare, però, a lui, la personalità potrebbe benissimo essere la sua, il conseguente carattere non si discosterebbe troppo dal suo modo di agire, e la fortissima determinazione che quella grafia dimostra, unita a doti grafiche che non tengono conto di rischi, altrettanto evidenti, mi dà ulteriori elementi, anche l’immagine fisica e morfologica che mi appare al cospetto di quei fogli, è il suo ritratto. Mi convinco intimamente che deve per forza essere proprio lui, non esiste un solo elemento che mi invogli a discostarmi dall’impressione iniziale; quell’orizzontalità non pignola delle righe, certe stroncature impulsive di linee indirizzate verso l’alto, e tendenti decisamente a destra, la pressione esercitata, la presenza delle stesse lettere non perfettamente uguali tra loro, persino il ritmo che impone alla scrittura è estremamente simile al suo modo di esporre, non ho dubbi: è la sua grafia. Se, un domani, dovessi scoprire che quegli scritti non appartengono a lui, la mia autostima riguardo la professione che sto esercitando crollerebbe di botto. Aver rivisto quelle lettere mi invoglia a dedicarmi ancora alla grafologia, a scoprire le innumerevoli potenzialità che questa scienza comporta, così reale in quanto si deve venire a contatto con scritti concreti, eppure così immaginaria e aleatoria, chi non conosce le nostre prerogative, certo non immagina che si possano ottenere risultati così concreti.
Ho la fortuna di essere venuto a contatto con una scienza sperimentale, e quindi suscettibile di miglioramenti e puntualizzazioni, e se pure non ho la pretesa di stilare una mia teoria personale, dato che le conclusioni di chi ha lavorato prima di me nel settore, sono da me condivise, ritengo di poter dare il mio contributo su mille altri aspetti che questa scienza comporta. Lavorerò su certi segni da me catalogati che non trovano riscontri ineluttabili sulle teorie di altri, e sulle espressioni grafiche che si discostano da quelle già catalogate, lavorerò sulle conseguenze che la gestualità quotidiana permettere di essere evidenziata sui fogli, e non ultima, la ricerca di caratteristiche anatomiche che uno scritto evidenzia, scriverò un libro, del resto, in funzione di questa evenienza, in quanto sono in possesso di molto materiale. E mi piacerebbe mettere a confronto due grafie distinte, e realizzare una sorta di analisi comparata, mettendo in evidenza similitudini e discrepanze. Il campo su cui scorrazzare è ampio, e si potrebbero schiudere orizzonti insperati riguardo all’applicazione di questa scienza.
Dopo ben oltre un mese rivedo Eleonora, ma stavolta è lei a venirmi a cercare, all’uscita dal lavoro, in compagnia di un’amica. Una settimana dopo diventa la mia donna, anche l’amica inizia una relazione con Romano. La donna tanto desiderata è finalmente mia, e nonostante questo ogni volta che la guardo mi sembra che sia per la prima volta, mi attira la sua bellezza e la sua personalità, e il modo elegantemente particolare di vestire, ma dentro di me penso che dovrò conquistarla continuamente, giorno dopo giorno, e dimostrarle incessantemente che non ha sbagliato a scegliere me. Col tempo, conosco le persone che frequenta, i suoi parenti e la sua famiglia. Il padre è un simpatico signore sessantenne o giù di lì, baffetti bianchi, capelli canuti, è un alto ufficiale dell’esercito, ma dai modi così semplici e garbati che non si direbbe a prima vista, alto e in perfetta forma fisica. Se avessi visto la madre per strada avrei giurato, anche senza conoscerla, che fosse la sorella maggiore di Eleonora, tanta è evidente la loro rassomiglianza, e i pochi anni che dimostra, abbondanti capelli castani dal taglio non eccessivamente corto, tirati all’indietro da un sottilissimo e brillante cerchietto, portamento che definirei aristocratico, una sottilissima collana e orecchini simili al cerchietto che ferma i capelli, anche lei come la figlia dalla gestualità quasi assente, come se facesse continuamente un esercizio per cercare parole così azzeccate, da non aver bisogno di confermarle con la gestualità.
Trovo questa caratteristica innaturale, come se derivasse da un bisogno di nascondersi alla gente, o forse mi sbaglio, potrebbe essere un modo per non scoprirsi e tenere l’interlocutore sotto una sottile forma inspiegabile di imbarazzo, ma queste sono mie considerazioni, e ai più potrebbe non risultare evidente quella mancanza di gestualità, o forse potrebbe essere una rarissima forma di comportamento che non lascia spazio all’istintività, in ogni caso quel comportamento, indotto o spontaneo, conferisce loro una forte carica di personalità. Ormai, l’esercizio spontaneo che facevo già da bambino, quello di osservare e valutare i cenni della gente, fa parte del mio relazionarmi col prossimo, e di fronte a Eleonora e alla mamma, mi sento un po’ disarmato. Ma non sarà questo fatto che mi impedirà di conoscerle alla perfezione, e in breve tempo, penso di possedere altre armi pronte allo scopo. Fa parte della famiglia un fratello maggiore della mia donna, Rodolfo, almeno sette, otto anni più grande di lei, sposato con la figlia di un importante gerarca, seppure siano insieme da molto tempo, non hanno figli. Rodolfo è un convinto sostenitore del regime, occupa un posto di assoluto rilievo tra i burocrati, e vorrebbe entrare a far parte della ristretta cerchia dei parlamentari. Del resto gli appoggi significativi non gli mancano, e dimostra un’intelligenza pronta e profonda, anche lui ha un aspetto incredibilmente simile a quello del genitore, come se i due si fossero messi d’accordo per generare figli esattamente identici ai genitori dello stesso genere. E le uscite serali ormai si svolgono sempre a quattro, si va a teatro, oppure al cinema, grande novità di un regime che spinge la sua diffusione in maniera esponenziale, e se a me e Romano dà un po’ fastidio il modo esagerato di propagandare i dettami del regime, Eleonora e l’amica, Rita, dimostrano di assorbire senza traumi le nuove impostazioni che il regime vuole inculcare alla gente. Nei vari film si dà grande risalto alle conquiste degli antichi Romani, e siccome abbiamo imparato che l’attuale potere non agisce mai a caso, ma prepara per tempo ogni successiva strategia, immaginiamo quale sarà l’evoluzione della politica estera della nostra nazione.
Eleonora è continuamente informata riguardo alle molte inaugurazioni di mostre artistiche, siano esse di pittori o scultori, o rassegne dei nuovi indirizzi artistici, e non è mai capitato di averne persa una. E se la cinematografia è spudoratamente asservita al potere, le arti dimostrano di volersi allontanare da esso, ma giocoforza devono fare concessioni che probabilmente frenano il loro istinto di ricercare nuove frontiere, l’arte deve essere libera di esprimersi in qualsiasi direzione porti la sensibilità e l’estro dell’artista, per definizione, mi verrebbe da dire. Altro discorso è il mondo dell’architettura, in grande fermento perché siamo in una fase di realizzazioni importanti in ogni campo; vengono costruiti palazzi di grandi dimensioni, e altre forme di costruzioni, strade e ponti a ritmo serrato, altre costruzioni che hanno lo scopo di omaggiare il regime e inventare nuove forme, ma coerenti con i dettami degli architetti che vanno per la maggiore, dalla configurazione riconoscibile, tanto che si può tranquillamente parlare di architettura di regime, ma parzialmente liberi di esprimersi secondo canoni molto ben prestabiliti. Non posso fare a meno di aspettare la sera, le uscite a quattro stanno quasi diventando una malattia per noi, ma questo è anche un periodo di grande coinvolgimento riguardo la professione, e cerco di migliorare quanto più possibile, ormai mi basta un primo sguardo fugace per capire dove devo indirizzare l’analisi grafologica, presto molta attenzione solo quando mi rendo conto che il personaggio in esame merita una analisi particolareggiata, o quando possiede una grafia che mi incuriosisce. Sto vivendo con Eleonora una storia che mi gratifica, lei così raffinata e dalla grande cultura, abituata a frequentare ambienti aristocratici e culturali, strano a dirsi non mi è mai venuto in mente di analizzarne la scrittura, ho visto di sfuggita qualche suo scritto, anche nel preciso momento che armeggiava con carta e penna, e l’impressione generale non mi risulta eccessivamente positiva, anche se è la grafia della persona che meriterebbe da parte mia maggiore attenzione, ben più di chiunque altro, lei mi piace e basta, non mi servono informazioni di sorta, o forse ho paura di scoprire particolari sgradevoli, potrebbe essere la persona peggiore che esiste al mondo, ma non mi interessa, la accetto così come è. Non potrei ormai fare a meno di lei, e la mia vita attuale non può prescindere dalla sua esistenza, qualsiasi azione io compia, mi invita a pensare come sarebbe giudicata da lei, e cerco di pensare ad ogni atto che esprimo come una prova della mia capacità di creare, di gestire il mio lavoro, e di migliorare la mia capacità relazionale, aspetto a cui mi sembra lei dia molta importanza.
E se con Romano non ho nessuna remora a palesare le mie convinzioni politiche, con lei mi tengo sempre sul vago, ben sapendo che la formazione culturale che ha ricevuto mira a rispettare qualsiasi forma di governo che è al potere, a prescindere se sia più o meno democratica. Ma questo mio atteggiamento verso di lei non è mancanza di coraggio nell’esprimere le mie opinioni, ma semplicemente una forma di autodifesa, dato che sono al servizio del potere, e quando devo compiere azioni infedeli verso di esso, metto parzialmente al corrente solo Romano, che mi sembra che pian piano si stia avvicinando alle mie posizioni politiche. E poi, anche mettendo il caso che lei approvasse in pieno la mia linea di condotta, vivrei con l’ansia che inavvertitamente qualche mio pensiero venisse divulgato, e il rischio sarebbe troppo grosso, tanto più perché le sue conoscenze sono quasi tutte con rappresentanti del regime. E così mando avanti il mio rapporto con lei, felice di stare al suo fianco, e non mi sfuggono certi cenni di invidia verso di me, quando qualcuno nota perfetta sintonia tra noi. Ma c’è sempre qualcosa di indefinibile nel suo comportamento, e se io non esprimo i miei pensieri politici con lei, Eleonora mi dà l’impressione che, seppur dimostrandomi amore, la sua personalità è così complessa, e la sua intelligenza così rilevante, che se la deludessi in qualcosa che lei giudica importante, non mi perdonerebbe; mi sono ormai fatto l’idea che chi sta al suo fianco la deve conquistare giorno per giorno, non si può rilassare e vivere la sua vita con lei in maniera troppo convenzionale, infatti, quando propongo uscite strane, o misteriose, le si illumina il viso, come se fosse il miglior regalo che potessi farle. Anche sul piano affettivo e più propriamente sessuale, le sue scelte sono quanto più varie possibili, e so per certo che la noia non sarebbe la sua compagna di viaggio preferita. Da quando la conosco non l’ho mai vista rilassata in maniera eccessiva, è sempre attenta agli avvenimenti che le succedono attorno, non le sfugge nulla, e in questo un po’ mi assomiglia. Ma siamo drammaticamente differenti sia come estrazione sociale, che formazione culturale, con questo non voglio dire che io non sia complessivamente alla sua altezza, ma mi stupirei che non abbia frequentato da ragazzina qualche scuola elitaria.
Un giorno mi chiede se sia disposto ad analizzare la sua grafia, e comunicarmi sinceramente le impressioni che ho sulla sua personalità; forse per creare un alone di mistero sulla mia professionalità, le rispondo che non l’avrei fatto, e che seppure abbia avuto mille occasioni di conservare qualche suo scritto, non l’ho mai fatto, precisando che in caso contrario sarebbe stata un’azione che non mi sarebbe piaciuta, con lei non voglio implicazioni professionali, e la mia idea su di lei sarà derivata solo da impressioni ricavate dal vivere assieme, esattamente come fanno tutti. Non so se la risposta le sia piaciuta, il suo sguardo enigmatico non mi dà nessun appiglio, ma sapendo quanto poco sia attirata dai comportamenti normali, penso di aver fatto la scelta giusta, in cuor mio analizzerò la sua scrittura solo se e quando il nostro rapporto cesserà. Pur non avendo analizzato mai alcun suo scritto, so benissimo quale sia la sua personalità, conosco il suo bisogno di stare sempre al centro della scena, una autostima alle stelle, un culto della propria personalità che non ho mai visto da altri in maniera così marcata, fatto che però non ritengo eccessivamente scorretto, quello che però mi lascia perplesso è sempre il fatto della sua mancanza di gestualità, sarei curioso però di osservare questa caratteristica in momenti particolari, per esempio quando è sotto grave tensione, o arrabbiata all’inverosimile, o colpita sul vivo da qualche affermazione irriverente, o in occasione di avvenimenti che la coinvolgano in maniera forte e del tutto eccezionale, solo allora potrò avere un’impressione più dettagliata, certo è che se anche in simili occasioni non dovessi notare alcunché, dovrei valutare la possibilità di trovarmi di fronte a una persona fredda e senza sentimenti, un’opzione che non voglio nemmeno prendere in considerazione, e che non mi risulta affatto, visti i suoi atteggiamenti.
Trascorre un anno, e lei è sempre al mio fianco, da quanto ne so nessuna sua relazione è mai durata tanto, mi sento gratificato da questo fatto, anche se il mio relazionarmi con lei potrebbe avere tutte le caratteristiche possibili, ma non quella di farmi trascorrere il tempo in maniera rilassata, sempre sul chi va là, attento a non sbagliare una virgola, a non dare impressioni che non siano come minimo al di sopra dell’ordinario, ciò mi crea uno stato di tensione continua, ma anche lei adotta lo stesso comportamento, solo che questo stare sempre sotto pressione le è congeniale, o forse non si sente affatto sotto pressione, e per un periodo, accampando qualche scusa, ho evitato di frequentarla troppo assiduamente, e attualmente abbiamo diradato di molto i nostri incontri, per mia esclusiva volontà.
Intanto gli avvenimenti politici e sociali sono in continua evoluzione, sono in piena attuazione opere grandiose che hanno il solo scopo di magnificare il regime, i dissidenti sono spariti dalla circolazione, contrastati da squadre di sostenitori del regime, che non guardano tanto per il sottile, incuranti delle conseguenze, nasce nella mia terra una nuova, modernissima città, costruita per accogliere un esercito di minatori, nelle campagne si respira un clima di concordia, tutti protesi a fare grande la nazione con l’autosufficienza alimentare, la criminalità è stata annichilita, le fabbriche lavorano senza contrasti, sono in atto mastodontiche bonifiche in ampi tratti del territorio nazionale, per le strade non si vede uno sfaccendato, ed il sabato è dedicato a rinsaldare la compattezza nazionale, con adunate in tutto il territorio. Sembrerebbe che siamo immersi in un ambiente positivo, se non fosse per le ripetute dichiarazioni del dittatore incline a fare grande la nazione anche in ambito internazionale, e soffiano, volutamente malcelati, forti venti di conquista, intesi ad emulare la grandezza della roma antica, inoltre è in atto una crescita demografica senza precedenti, voluta dal regime, e siccome ogni azione del potere finora ha avuto la sua logica conseguenza, mi domando a cosa possa servire un aumento così esponenziale della popolazione.
Un giorno mi ritrovo sul tavolo uno scatolone contenente una grossa cartella dal colore dissimile dalle precedenti, molto più robusta e particolareggiata, dato che contiene una quantità di scritti della stessa persona, accompagnata da altre cartelle che mi dicono devono essere messe in correlazione con la cartella principale, inoltre completano il tutto una serie di filmati da analizzare. Sono gli scritti e i filmati di un dittatore europeo, e dei suoi collaboratori, mi dicono di analizzare il tutto in maniera meticolosa, e che non sarei potuto uscire dal palazzo finché non avessi consegnato i risultati. Se analizzando i filmati non ho riscontrato aspetti particolarmente negativi, fatta eccezione per certe movenze del dittatore che dimostrano acredine, resto sbalordito dalla sua scrittura microscopica, dall’impossibilità di distinguere, per esempio le lettere considerate affettive: la a e la o, che non presentano spazi vuoti al loro interno, quello stile accuminato in maniera eccessiva, una scrittura di una rigidezza inconsueta, una marcatura sul foglio persino troppo evidente, uno stile spasmodico di scrittura, tutte rivelazioni che denotano di essere di fronte ad un personaggio particolare, ma che possiede caratteristiche così troppo accentuate per non pensare a stati di esaltazione continui, se pure in presenza di una intelligenza sopraffina.
Trascorre un anno, e lei è sempre al mio fianco, da quanto ne so nessuna sua relazione è mai durata tanto, mi sento gratificato da questo fatto, anche se il mio relazionarmi con lei potrebbe avere tutte le caratteristiche possibili, ma non quella di farmi trascorrere il tempo in maniera rilassata, sempre sul chi va là, attento a non sbagliare una virgola, a non dare impressioni che non siano come minimo al di sopra dell’ordinario, ciò mi crea uno stato di tensione continua, ma anche lei adotta lo stesso comportamento, solo che questo stare sempre sotto pressione le è congeniale, o forse non si sente affatto sotto pressione, e per un periodo, accampando qualche scusa, ho evitato di frequentarla troppo assiduamente, e attualmente abbiamo diradato di molto i nostri incontri, per mia esclusiva volontà.
Intanto gli avvenimenti politici e sociali sono in continua evoluzione, sono in piena attuazione opere grandiose che hanno il solo scopo di magnificare il regime, i dissidenti sono spariti dalla circolazione, contrastati da squadre di sostenitori del regime, che non guardano tanto per il sottile, incuranti delle conseguenze, nasce nella mia terra una nuova, modernissima città, costruita per accogliere un esercito di minatori, nelle campagne si respira un clima di concordia, tutti protesi a fare grande la nazione con l’autosufficienza alimentare, la criminalità è stata annichilita, le fabbriche lavorano senza contrasti, sono in atto mastodontiche bonifiche in ampi tratti del territorio nazionale, per le strade non si vede uno sfaccendato, ed il sabato è dedicato a rinsaldare la compattezza nazionale, con adunate in tutto il territorio. Sembrerebbe che siamo immersi in un ambiente positivo, se non fosse per le ripetute dichiarazioni del dittatore incline a fare grande la nazione anche in ambito internazionale, e soffiano, volutamente malcelati, forti venti di conquista, intesi ad emulare la grandezza della roma antica, inoltre è in atto una crescita demografica senza precedenti, voluta dal regime, e siccome ogni azione del potere finora ha avuto la sua logica conseguenza, mi domando a cosa possa servire un aumento così esponenziale della popolazione.
Un giorno mi ritrovo sul tavolo uno scatolone contenente una grossa cartella dal colore dissimile dalle precedenti, molto più robusta e particolareggiata, dato che contiene una quantità di scritti della stessa persona, accompagnata da altre cartelle che mi dicono devono essere messe in correlazione con la cartella principale, inoltre completano il tutto una serie di filmati da analizzare. Sono gli scritti e i filmati di un dittatore europeo, e dei suoi collaboratori, mi dicono di analizzare il tutto in maniera meticolosa, e che non sarei potuto uscire dal palazzo finché non avessi consegnato i risultati. Se analizzando i filmati non ho riscontrato aspetti particolarmente negativi, fatta eccezione per certe movenze del dittatore che dimostrano acredine, resto sbalordito dalla sua scrittura microscopica, dall’impossibilità di distinguere, per esempio le lettere considerate affettive: la a e la o, che non presentano spazi vuoti al loro interno, quello stile accuminato in maniera eccessiva, una scrittura di una rigidezza inconsueta, una marcatura sul foglio persino troppo evidente, uno stile spasmodico di scrittura, tutte rivelazioni che denotano di essere di fronte ad un personaggio particolare, ma che possiede caratteristiche così troppo accentuate per non pensare a stati di esaltazione continui, se pure in presenza di una intelligenza sopraffina.
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