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domenica 9 aprile 2023

IL GRAFOLOGO Romanzo di Mariano Abis Nona parte


 

IL GRAFOLOGO Romanzo di Mariano Abis Nona parte

Siamo appena saliti in macchina quando due carabinieri mi consegnano un dispaccio che mi intima di rientrare immediatamente a roma. Arriviamo a civitavecchia in tarda mattinata, siamo a roma nel primo pomeriggio, percorrendo le strade, anche quelle periferiche, notiamo una strana atmosfera, capannelli inusuali di persone che discutono, incontriamo un piccolo, improvvisato corteo, siamo circondati da una insolita atmosfera, decidiamo di interrompere il viaggio e informarci su cosa stia succedendo, e le notizie che riceviamo non sono per me così strampalate come potrebbero apparire, immaginavo che la situazione si sarebbe potuta evolvere verso una conclusione che a me appariva logica. E’ stato compiuto giorni fa un attentato contro il capo del governo, e la sua reazione immediata è stata la limitazione drastica delle libertà personali della gente. Sono stati sciolti i partiti e azzerata la libertà di stampa; il traballante, insicuro sistema democratico che arrancava finora, non esiste più, l’antico giornalista socialista si è trasformato in dittatore.

Il mio pensiero va a Lupo. Anche nel nostro palazzo è sparita la calma che lo aveva contraddistinto finora, ora sembra un vespaio in subbuglio, immagino che il lavoro per i suoi occupanti d’ora in poi non mancherà di certo. Quando entriamo nella mia camera con gli ingombranti pacchi di scritti recuperati a casa, il mio sguardo si posa sul mio tavolo di lavoro, vi sono appoggiati una cinquantina di cartelle, presumo che dovrò darmi da fare per analizzare quella quantità enorme di materiale, è finita la pacchia, addio al viaggio in sardegna tra breve tempo, ora è il momento di guadagnarmi i privilegi che il regime mi concede. Ogni cartella riporta un nome e un cognome, accanto campeggia un grosso timbro con svariate diciture: socialista, comunista, anarchico, sovversivo, cattolico pericoloso, giornalista, altri fascicoli riportano solo nome e cognome, riconosco tra questi anche diciture già sentite da breve tempo, sono i nomi di politici e ministri vicini al regime, penso che il lavoro che mi aspetta, dato che diffidano persino degli amici, sarà mastodontico. Mi metto subito a lavoro, potrei analizzare almeno una ventina di cartelle al giorno, ma il fatto che dovrò giocoforza stilare una relazione dettagliata per ciascun nome, mi obbligherà a consegnare al massimo una decina di relazioni. Con i libri più importanti in bella vista, i prontuari, comodi da consultare, inizio il mio lavoro con la parte che reputo più impegnativa e delicata, analizzo cioè prima di tutte le cartelle senza i timbri, quelle degli amici del regime. Noto che la quasi totalità degli scritti hanno elementi comuni, confrontando le date, man mano, col tempo, diventano, per così dire, un po’ più ottimisti. Sono tentato di fare una relazione comune per tutti, certo che in questa fase non mi si pretende di analizzare compiutamente la personalità di ciascuno, ma il loro adattamento alla nuova situazione, ma non lo farò, e stilerò una rapida relazione per ciascuno di loro, specificando che sono favorevoli all’evoluzione che gli eventi consegnano alla storia. In ogni caso non possono certo rappresentare un pericolo per il regime, anzi…

Mi salta subito agli occhi però, un’unica grafia tra quelle non timbrate, che si evolve col tempo, in direzione opposta a quella degli altri, man mano più problematica, come se gli avvenimenti sempre più indirizzati verso la conclusione attuale lo preoccupassero, e negli ultimi scritti compaiono segni incerti che prima non esistevano. Eppure tra i suoi scritti precedenti abbondavano segnali di una personalità rivolta verso il prossimo, con slanci verso fattori positivi, mentre negli ultimi abbondano righe indirizzate verso il basso, con disarmonie diffuse, segno di uno stato di tensione, e la scrittura, prima organica e ordinata, ora presenta anomalie, come se il precipitare degli eventi verso la dittatura lo avesse messo in allarme, e quasi il fattore fisico della scrittura, cioè la manualità espressa dalle parole in successione, non avesse il tempo di seguire il corso vertiginoso dei pensieri. Mi risulta evidente che, prima di tutto, la personalità in esame non ha più la lucidità necessaria per svolgere compiti delicati, e la sua grafia si indirizza in direzione opposta dai segni iniziali, che erano caratterizzati da segni inequivocabilmente collaborativi e fattivamente costruttivi. Dovrei stilare un rapporto estremamente negativo per quest’ultimo soggetto, catalogandolo come un potenziale nemico del nuovo regime, ma mi frena la sua scrittura precedente, di gran lunga la più positiva tra tutte, con segni rivolti a espressioni di nobiltà d’animo e intelligenza. E siccome non sono un grande ammiratore delle dittature, la mia relazione non sarà così distruttiva, e si allineerà alle risultanze delle precedenti cartelle, sarò però costretto a certificare che i compiti a lui assegnati dovranno per forza di cose essere leggermente ridimensionati, è troppo evidente il suo disagio e il suo stato di tensione, che lo porterà certamente a valutare avvenimenti in maniera non più corretta. Faccio chiamare Romano, mi serve assolutamente, e in breve tempo, un’informazione che deciderà la mia relazione definitiva. Arriva immediatamente, gli concedo esattamente un giorno di tempo per scoprire se effettivamente nel palazzo operi un altro grafologo. Gli dico che per ventiquattro ore non lo avrei disturbato, per nessun motivo, e che conto sulla sua discrezione per non dare troppo nell’occhio, lui mi comunica che proprio quello è il suo mestiere, e mi assicura di avere i canali giusti per scoprire quello che mi interessa e si mette subito al lavoro.

Stilo parte delle relazioni dei personaggi favorevoli al regime, lasciando in sospeso l’ultimo, problematico caso. E passo ad osservare così, senza dover fare immediatamente relazioni, per curiosità, le risultanze grafiche di personalità di cattolici e giornalisti, anche queste sono abbastanza problematiche, soprattutto riguardo agli ultimi scritti, che denotano sempre più insofferenza verso i nuovi eventi, anche con loro non userò la mano dura in maniera eccessiva. Tra questi scritti si distingue al primo, rapido sguardo, una cartella contrassegnata dalla dicitura “cattolico”, noto segni che denotano grande intelligenza e capacità di valutazione, ma accompagnati da chiarissimi elementi continui ed evidentissimi di scrittura contorta, ed elementi generalizzati che mi fanno pensare, oltre che a un impellente bisogno di giustizia, anche ad una fortissima repulsione a sistemi sociali non condivisibili, e a una capacità di reazione che reputo incurante di mettere a rischio la propria incolumità. So già come stilare anche queste ultime relazioni, senza evidenziare troppo la pericolosità dell’ultima grafia analizzata, e le catalogherò un po’ tutte alla stessa stregua, parzialmente pericolose. Se le notizie di Romano confermeranno la presenza di un altro grafologo, sarò sempre in tempo ad apportare piccole modifiche di valutazione personale.

Il mio lavoro per oggi è terminato, stavolta mi appresto a consumare la cena nel palazzo, anche se preferisco ogni sera mangiare in qualche osteria, dato che voglio lasciare libertà di azione al mio amico, che però, mi raggiunge quasi subito. E’ stato veloce anche nel compito che gli ho assegnato, e mi dice che, per ora, la notizia che nel palazzo opera un altro grafologo è totalmente e sicuramente falsa. Gioco forza, però, dovrò stilare relazioni con un minimo di verità, dato che possono essere controllate in qualsiasi momento, anche in tempi successivi, e non posso esentarmi da rilevare caratteristiche pericolose di ciascuna grafia, quando necessario, fatto sta, però, che le grafie che evidenziano bontà d’animo e propensione verso il bene del prossimo, se giudicate da me stesso scritte da personaggi pericolosi per il regime, non saranno giudicate in modo troppo severo. E al contrario, se dovessi venire a contatto con grafie di persone vicine al regime, che denotano personalità inequivocabilmente negative dal punto di vista psicologico, anche se non particolarmente pericolose, stroncherò quelle personalità senza pietà. Consegno allora, prima di cena, le poche relazioni già pronte, certo di non correre rischi immediati, avendole redatte in modo da modulare con una certa elasticità i risultati, mettendo un pizzico di verità; sono certo di correre rischi trascurabili anche se dovessero toglierle dagli archivi in tempi futuri. E ci godiamo la prima cena consumata nel palazzo, che si rivela niente male, composta da cibi raffinati, e da ottimi vini, ma il contesto in cui si consuma un pasto ha la sua rilevanza, e sia io che Romano preferiamo di gran lunga qualche osteria popolare. La splendida notizia che non esiste nessun altro grafologo nel palazzo, mi ha messo di buon umore, e non mi pesa il pensiero che sto servendo il regime in modo così subdolamente infedele, ormai anche il mio amico ha parzialmente cambiato opinione politica, e sono sicuro che non mi tradirà mai, qualsiasi cosa succeda. Per come lo conosco, sia personalmente, avendo affrontato con lui innumerevoli discussioni, sia per la complicità che si è creata tra noi, per la gestualità che esprime, e per la sua grafia, sono certo che il nostro sarà un sodalizio destinato a durare nel tempo senza scossoni.

Durante la cena ricevo una lettera di Dalida, con disappunto noto che è stata spudoratamente aperta, mi alzo di scatto, e chiedo spiegazioni al mio diretto superiore, che sa cenando non lontano dal mio posto, lui mi risponde quasi con noncuranza che l’ha aperta lui e che questa è la prassi, mi dice testualmente, con un sorrisetto sarcastico, che in fondo siamo in regime di … regime. Non sopporto spiritosaggini neanche da lui, e mi dimostro risentito, posso capire che vengano controllate le mie lettere in uscita, ma che si intrometta tra due fidanzati non è concepibile. Per tutta risposta mi dice di stare attento a come parlo e soprattutto a come agisco, e che lui ha il dovere di controllarmi da vicino. Domani, prima di iniziare il mio lavoro, avrò il piacere di controllare la sua scrittura, dato che gli avvenimenti si sono susseguiti con troppa rapidità e non l’ho ancora fatto, e nel mio archivio personale e segreto figurerà anche il suo nome. Sono certo che mi sto creando un nemico, ma deve stare attento anche lui, forse non conosce la cocciutaggine dei Sardi quando stabiliscono che una persona è da scartare o da punire. Quando vado a letto sono nervoso, mi piacerebbe che le persone con le quali vengo a contatto si comportassero lealmente, specie quelle che hanno compiti dirigenziali, ma penso che proprio loro si siano conquistati quei privilegi facendo a gomitate con i possibili rivali, prevaricando e compiendo azioni inqualificabili, la mia vendetta sarà approfittare della mia posizione di grafologo e distribuire elogi alle persone meritevoli, e stroncare chi non merita il posto che si è conquistato in modo ingannevole. Reputo che la qualità più apprezzabile di qualunque individuo, sia l'onore, il rispetto di se stesso e degli altri, è solo una conseguenza, reputo inoltre che la mia parziale infedeltà verso il regime, non sia disonorevole. In fondo sto eseguendo un compito che non ho cercato, nè voluto, un compito imposto.

Mi sveglio molto presto, non ho voglia di stare ancora a letto, ho una frenesia addosso incontrollabile, voglio analizzare la scrittura del mio capo. Ad una prima analisi non trovo nulla di particolarmente negativo, secondo la mia esperienza, né analizzando i segni singolarmente, né ad uno sguardo più generale, denota possesso di carattere in quanto spiccano segni abbastanza angolosi, ma conoscendo i suoi comportamenti e la sua gestualità, sono sicuro di sbagliarmi. Analizzo una per una ogni singola lettera, e per ciascuna sfoglio i prontuari e alla fine saltano fuori le magagne. La sua scrittura sembrerebbe ordinata in modo troppo evidente, anche considerando che presumibilmente i fogli che ho recuperato non erano indirizzati a nessuno, sembrerebbero delle note ad uso personale, mi domando perché abbia messo in campo quella grafia impeccabile su dei fogli che sarebbero finiti comunque tra i rifiuti, mi attira la pulizia formale, l’orizzontalità delle righe, puntigliosa ed esasperatamente diritta, il calibro delle lettere senza alcuna variazione, nessuna disarmonia o grafia contorta, immagino che metta ancora più cura quando i fogli sono destinati ad essere letti da altri, devo trovare sui manuali cosa comportano queste caratteristiche. I manuali mi schiudono conclusioni inimmaginabili, certe caratteristiche che a me sembravano da valutare in maniera positiva, secondo quello che ho appena letto sono da considerarsi sfavorevolmente. Con sorpresa apprendo che alcune caratteristiche sono in antitesi con segni, per così dire, che denotano intelligenza, ed evidenziano un adattamento troppo passivo all’andazzo generale, senza alcuna spinta verso l’ignoto, un cervello, insomma, che si è adagiato sui risultati ottenuti, una personalità che va avanti per inerzia. Notizie che mi saranno utili quando avrò altri contrasti con lui. E scopro ancora una notizia che non avevo mai preso in considerazione in maniera approfondita, che afferma che la scrittura troppo leggera, senza alcuna pressione sul foglio denota uno stato di sensibilità troppo accentuata, anomala, e la sua grafia è così leggera che addirittura certe parti di qualche lettera non si vedono, una scoperta che va controcorrente all’impressione che vuole dare di sé con angolosità accentuata delle curve. Gli angoli abbastanza accentuati, secondo il prontuario, sono in netta contrapposizione con la leggerezza esasperata della scrittura, come se voglia inconsciamente dare ad altri un’impressione di sé che nemmeno lui condivide, per forza di cose trovo che ci siano sostanziali incongruenze. Tra me penso ad una personalità contorta, che ama nascondersi. E scopro, infine, dopo analisi più approfondite, che certi suoi segni denotano introversione e asocialità, altri propensione all’avarizia; la sua firma è assolutamente dissimile allo stile consueto, ne so abbastanza anche se in effetti non ho trovato alcun riscontro che rasenti stati espressamente e inconfutabilmente patologici, o eccessi troppo evidenti, dovrò spulciare attentamente il libro sui segni anomali che spero mi diano ulteriori riscontri

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