vaccino esavalente |
SaDefenza
Il Tribunale di Milano ha stabilito che il ministero della Salute dovrà versare un assegno a un bimbo di 9 anni affetto dalla malattia dopo che nel 2006 ipotizzando una correlazione con il farmaco Infanrix Hexa Sk. Ilfattoquotidiano.it ha letto il documento della casa produttrice che cita tutte le possibili reazioni avverse
di Davide Patitucci | 28 NOVEMBRE 2014
Fa discutere la sentenza del Tribunale del Lavoro di Milano che afferma l’esistenza di “un nesso causale” tra il vaccino esavalente Infanrix Hexa Sk (contro difterite, tetano, poliomelite, epatite b, Haemophilus influenzae di tipo B e pertosse) prodotto da GlaxoSmithKline e l’autismo, e condanna il ministero della Salute (che ha “adottato” questo farmaco) a versare per tutta la vita un assegno bimestrale a un bimbo di nove anni affetto dalla patologia, al quale nel 2006 fu iniettato il vaccino.
La sentenza cita la perizia del medico legale Alberto Tornatore, nominato dal Tribunale milanese, il quale sottolinea che “è probabile, in misura certamente superiore al contrario, che il disturbo autistico del piccolo sia stato causato, o almeno concausato dal vaccino Infranrix Hexa Sk”, e che questo vaccino “mostra una specifica idoneità lesiva per il disturbo autistico”. La relazione del medico legale fa riferimento a “un poderoso documento riservato della GlaxoSmithKline (GSK)”. Un documento “confidenziale rivolto agli enti regolatori”, di 1271 pagine, quasi interamente tabelle, datato 16 dicembre 2011, che IlFattoQuotidiano.it ha avuto modo di analizzare (qui è possibile leggere la versione integrale). Le tabelle mostrano i cosiddetti “eventi avversi dell’Infanrix Hexa Sk”, gli effetti collaterali del vaccino esavalente “emersi nel corso della sperimentazione clinica pre-autorizzazione o successivamente, fra l’ottobre 2009 e lo stesso mese del 2011”. Il perito del Tribunale milanese fa in particolare riferimento a “cinque casi di autismo segnalati durante i trial, ma omessi dall’elenco degli effetti avversi sottoposto alle autorità sanitarie per l’autorizzazione al commercio”.
Il documento della Glaxo è basato su 1.742 referti medici internazionali, provenienti da 41 Paesi, in prevalenza Italia, Germania e Francia, inviati “spontaneamente” nel corso del biennio 2009-2011. Secondo l’indagine, a partire dal 2000, anno di lancio del vaccino esavalente approvato in 92 Paesi, sono state distribuite complessivamente più di 70 milioni di dosi e sono tra 6 e 24 milioni – un numero variabile in base al dosaggio raccomandato – i bambini vaccinati. Il documento presenta, in forma di tabelle, le “reazioni avverse al vaccino” elencate nelle varie relazioni mediche redatte dopo la vaccinazione: 3825 casi differenti di complicazioni mediche, relative a diversi apparati del corpo, come il sistema cardiovascolare, nervoso, respiratorio, o immunitario. Di questi 559 sono considerati più gravi, ma solo 56 sono elencati nel documento ufficiale. Nelle tabelle si fa riferimento anche all’autismo, inserito tra i cosiddetti “disordini mentali”, e ai cinque casi citati dal perito del Tribunale. Il rapporto si conclude affermando che “il profilo beneficio/rischio dell’Infanrix hexa continua a essere favorevole”. Manca, però, una descrizione dettagliata dei casi e della correlazione con l’autismo, malattia che in Italia colpisce circa 600mila persone.
Una correlazione che fa discutere, mai dimostrata scientificamente, tanto da spingere l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ad affermare che “I dati epidemiologici disponibili indicano che non ci sono prove che suggeriscono che qualsiasi vaccino dell’infanzia possa aumentare il rischio di disturbi dello spettro autistico e che, in base a revisioni commissionate dall’Oms, non vi è alcuna associazione tra l’uso di conservanti come il Thimerosal, che contiene etilmercurio nei vaccini e disturbi dello spettro autistico”.
Proprio il mercurio è adesso finito sul banco degli imputati nella sentenza del Tribunale del Lavoro di Milano. In attesa di nuovi progressi della ricerca, soprattutto sulle cause all’origine della malattia, ancora in parte sconosciute, c’è da giurare che le polemiche non si placheranno. Il ministero della Salute, infatti, contrariamente a quanto circolato inizialmente, ha preannunciato di aver presentato ricorso in appello contro la sentenza milanese, affermando in un comunicato che “sono destituite di ogni fondamento le dichiarazioni attribuite dalla stampa al difensore del ricorrente, secondo cui la sentenza sarebbe ormai passata in giudicato”.
Note di SD
Vedi pdf: https://www.ema.europa.eu/en/documents/product-information/infanrix-hexa-epar-product-information_it.pdf
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SaDefenza
Vaccini, studio Usa riaccende polemiche su mai dimostrata correlazione con autismo
Il dibattito è stato riaperto da un articolo sulla rivista “Translational Neurodegeneration”, a firma di Brian S. Hooker, ingegnere biochimico della Simpson University in California, ripreso dal sito della Cnn. Anche in Italia pareri discordanti tra i medici: "Nuovi interrogativi". "No, rielaborazioni di dati già esistenti"
Vaccini, studio Usa riaccende polemiche su mai dimostrata correlazione con autismo
Il dibattito è stato riaperto da un articolo sulla rivista “Translational Neurodegeneration”, a firma di Brian S. Hooker, ingegnere biochimico della Simpson University in California, ripreso dal sito della Cnn. Anche in Italia pareri discordanti tra i medici: "Nuovi interrogativi". "No, rielaborazioni di dati già esistenti"
di Davide Patitucci | 9 SETTEMBRE 2014
È una questione che emerge periodicamente suscitando sempre accese polemiche. Era successo alcuni mesi fa in Italia con l’apertura di un’indagine conoscitiva da parte della Procura di Trani. È accaduto di nuovo nei giorni scorsi con la pubblicazione di un controverso studio americano sulla rivista “Translational Neurodegeneration” (leggi), a firma di Brian S. Hooker, ingegnere biochimico della Simpson University in California, ripreso dal sito della Cnn. Il tema è sempre lo stesso: la correlazione, mai dimostrata scientificamente, tra l’età di somministrazione del vaccino trivalente anti morbillo-parotite-rosolia e l’incidenza dell’autismo.
Ma cosa afferma lo studio dei Cdc e in cosa consiste la revisione al centro del dibattito in questi giorni? Effettuato sui bambini nati tra il 1986 e il 1993 nella zona metropolitana di Atlanta, con l’obiettivo di valutare l’esistenza di una possibile correlazione tra l’età di somministrazione della prima dose del vaccino trivalente e il rischio di sviluppare una sindrome autistica, lo studio americano giunge alla conclusione che non esiste alcun nesso tra il vaccino e la patologia, né un aumento del rischio statisticamente significativo per un particolare gruppo etnico. Secondo la revisione operata da Hooker, invece, l’esclusione di un gruppo di dati, quelli sui bambini non dotati di un certificato di nascita della Georgia, avrebbe alterato i risultati della ricerca, a favore della tesi di una correlazione inesistente.
È una questione che emerge periodicamente suscitando sempre accese polemiche. Era successo alcuni mesi fa in Italia con l’apertura di un’indagine conoscitiva da parte della Procura di Trani. È accaduto di nuovo nei giorni scorsi con la pubblicazione di un controverso studio americano sulla rivista “Translational Neurodegeneration” (leggi), a firma di Brian S. Hooker, ingegnere biochimico della Simpson University in California, ripreso dal sito della Cnn. Il tema è sempre lo stesso: la correlazione, mai dimostrata scientificamente, tra l’età di somministrazione del vaccino trivalente anti morbillo-parotite-rosolia e l’incidenza dell’autismo.
“La nuova ricerca – commenta Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli studi di Milano, è in realtà una rielaborazione di dati già esistenti, raccolti nel 2004 dai Centers for disease control and prevention (Cdc) Usa e pubblicati sulla rivista Pediatrics, che non ha un grande valore scientifico e non dimostra, se non in modo strumentale, alcuna correlazione statistica tra il vaccino e l’autismo”. Di parere opposto Eugenio Serravalle, pediatra e autore di libri molto critici sul tema dei vaccini, secondo il quale “la pubblicazione pone forti interrogativi su come sono condotte alcune analisi statistiche per avvalorare delle tesi predefinite”.Opinioni discordanti, specchio delle controversie suscitate dallo studio. E alimentate dalla decisione della rivista di ritirare l’articolo per le “serie preoccupazioni riguardo la validità delle sue conclusioni, a causa di possibili conflitti d’interesse non dichiarati dell’autore e dei revisori”, come si legge in una nota dello stesso editore, il quale sottolinea che “la questione è attualmente sotto indagine”, dato che Hooker è consulente scientifico della Focus Autism Foundation. Nel frattempo la rivista invita i propri lettori “a trattare con cautela le conclusioni riportate dallo studio”. “Non mi sarei affatto scandalizzato – commenta Pregliasco – se l’indagine di Hooker non fosse stata ritirata, perché non aggiunge nulla di nuovo alle conoscenze esistenti”.
“C’è da chiedersi – afferma di contro Serravalle – come sia possibile che un articolo accettato da una rivista scientifica, previo esame della sua fondatezza da parte di esperti internazionali attraverso il cosiddetto meccanismo di revisione tra pari, il peer review, venga ritenuto improvvisamente privo di ogni scientificità e ritirato dalla rivista che lo ha accolto”.Non è la prima volta che uno studio su vaccini e autismo viene prima pubblicato e poi ritirato. Era già accaduto in passato con la prestigiosa rivista medica “The Lancet”. La relazione tra il vaccino trivalente contro morbillo-parotite- rosolia e l’autismo era stata ipotizzata dal gastroenterologo Andrew Wakefield nel 1998. Nel suo studio il medico inglese sembrava avvalorare l’esistenza di anticorpi antimorbillo nell’intestino di bambini autistici. Le indagini che seguirono scoprirono, però, che l’autore aveva realizzato un falso scientifico deliberato, manipolando i dati e falsificandone le conclusioni. L’autore fu costretto ad ammettere di aver agito su pagamento di un avvocato che si occupava di richieste di risarcimento e, di conseguenza, lo studio fu ritirato e il medico radiato dall’Ordine.
Ma cosa afferma lo studio dei Cdc e in cosa consiste la revisione al centro del dibattito in questi giorni? Effettuato sui bambini nati tra il 1986 e il 1993 nella zona metropolitana di Atlanta, con l’obiettivo di valutare l’esistenza di una possibile correlazione tra l’età di somministrazione della prima dose del vaccino trivalente e il rischio di sviluppare una sindrome autistica, lo studio americano giunge alla conclusione che non esiste alcun nesso tra il vaccino e la patologia, né un aumento del rischio statisticamente significativo per un particolare gruppo etnico. Secondo la revisione operata da Hooker, invece, l’esclusione di un gruppo di dati, quelli sui bambini non dotati di un certificato di nascita della Georgia, avrebbe alterato i risultati della ricerca, a favore della tesi di una correlazione inesistente.
“Il lavoro di Hooker è un esempio d’indipendenza nei confronti di qualsiasi centro di potere sia economico che politico – sottolinea Serravalle – Si dice, in genere, che i dati parlano da soli, ma è proprio la voce dei semplici dati che spesso è contraffatta e alterata. L’autismo è in drammatico aumento, soprattutto nella forma regressiva. È stato stimato che il 62% dei bambini con la malattia manifestano una regressione tra i 6 e i 36 mesi di età, con maggior frequenza tra i 18 e i 24 mesi. L’età in cui si presenta la regressione – afferma il pediatra – coincide con quella in cui i bambini ricevono le vaccinazioni morbillo-parotite-rosolia”.Diverso il parere del virologo milanese, secondo il quale “aggiungere ai dati dei Cdc una variabile, rappresentata dai certificati di nascita, permette di ricavare solo informazioni grossolane, perché manca un’approfondita analisi dei profili genetici. Lo stato dell’arte della ricerca sull’autismo – spiega Pregliasco – non consente ancora di sapere con esattezza cosa determina l’autismo, e questo può generare fraintendimenti”.
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