L'immagine che vedete è sa dom'e s'orcu situata sull'altopiano di Siddi, in Marmilla.
Come tutte le tombe dei giganti di fronte all'entrata si estende una grande esedra capace di contenere alcune centinaia di donne e uomini.
Non è certo un caso che in Sardegna esistano antiche strutture circolari atte a ospitare assemblee popolari.
Nelle esedre si esercitava la ancestrale spiritualità e si applicava la decisionalità popolare orizzontale tramite le assemblee dei Sardi Liberi, molto probabilmente la vera e viva democrazia è nata in Sardegna al cospetto delle tombe dei giganti.
Esempio esportato in tempi antichi successivi anche in Grecia.
Le assemblee degli uomini e delle donne libere rifiutano la attuale democrazia rappresentativa e delegativa.
Gli esempi di tale democrazia hanno portato alla alienazione di buona parte delle sovranità popolari, a beneficio di lobby, multinazionali, potentati, strutture mondialiste e elitarie.
La democrazia delegativa è stata inventata dai potentati economico-politici, gli antichi popoli invece esercitavano la vera e viva democrazia, attraverso le assemblee sovrane delle Donne e degli Uomini Liberi.
La attuale democrazia occidentale è come un corpo che subisce le decisioni di una testa egoista e poco intelligente, che opera solo ed esclusivamente per il suo bene, e non per il benessere generale del corpo.
Tutto questo modo di fare è tipico di forme che solo apparentemente sono democratiche, il concetto di bene comune risulta stravolto e non applicato.
Gli esempi di tale democrazia hanno portato alla alienazione di buona parte delle sovranità popolari, a beneficio di lobby, multinazionali, potentati, strutture mondialiste e elitarie.
La democrazia delegativa è stata inventata dai potentati economico-politici, gli antichi popoli invece esercitavano la vera e viva democrazia, attraverso le assemblee sovrane delle Donne e degli Uomini Liberi.
La attuale democrazia occidentale è come un corpo che subisce le decisioni di una testa egoista e poco intelligente, che opera solo ed esclusivamente per il suo bene, e non per il benessere generale del corpo.
Tutto questo modo di fare è tipico di forme che solo apparentemente sono democratiche, il concetto di bene comune risulta stravolto e non applicato.
Le democrazie delegative occidentali hanno fallito dappertutto, proprio per lo scollegamento che si forma tra corpo e testa.
Definiamo la vera democrazia come viva e meritocratica.
Le deleghe sono causa dello scollamento tra popolo e potere cosiddetto democratico, che alla prova dei fatti democratico non è, in quanto si è dimostrato servo delle oligarchie dominanti.
Chi viene eletto perde immediatamente il contatto con la gente, per stabilire contatti con le lobby di potere che, evidentemente, offrono molto di più della gente comune, in tematiche di corruzione, favori personali e nepotistici, tesi a perpetuare il potere acquisito.
Dopo la lettura di questo documento, sarà chiaro a tutti che non potranno esistere politici di professione, e che chiunque potrà ambire a fare politica o giurisprudenza ai più alti livelli.
Ogni Donna e Uomo sarà Legislatore e Giudice Sovrano, e in certi casi potrà essere investito anche della facoltà di esercitare il potere esecutivo.
Sono previste tre tipologie di assemblee che decidono, una locale “di contrada” una più ampia “territoriale” e una “nazionale”.
Chiunque ritenga di avere delle competenze tra le più svariate, può fornire la sua disponibilità a operare per il bene comune.
Chi invece non è interessato a partecipare a questo tipo di democrazia, che riteniamo il più nobile, può benissimo disertare le assemblee.
Tra tutti coloro che avranno fornito tale disponibilità, verranno eletti o estratti a sorte un certo numero di individui.
A questi primi eletti o estratti a sorte si chiederà la disponibilità a operare per il bene comune, come Amministratore di contrada, (quello che attualmente è identificato come sindaco ), tra tutti coloro che forniranno tale disponibilità, verrà estratto a sorte l’Amministratore, che, con un bando apposito, si circonderà di collaboratori che abbiano espresso la disponibilità a collaborare con lui, ennesima estrazione a sorte, e la squadra amministrativa è composta.
Tale procedura si potrà ripetere per tutti quei settori che abbiano bisogno di un gruppo di individui sovrani, per far funzionare al meglio la amministrazione della contrada.
Chi, amministratore compreso, avrà dimostrato di poter ben operare, potrà continuare il suo impegno, chi invece non otterrà i risultati auspicati, verrà sostituito.
In maniera identica si opererà per la formazione del tribunale popolare di contrada, che dovrà gestire e appianare eventuali dissidi e contrasti.
L’amministratore (e il giudice eletto) parteciperanno alle Assemblee Territoriali, e rappresenteranno la contrada di appartenenza.
Ammettendo che diano la disponibilità per operare in ambito nazionale, entrambi potrebbero essere estratti a sorte, e partecipare all’ Assemblea Nazionale.
Chi dimostrerà a qualsiasi di questi livelli di impegno, doti meritocratiche, di onestà, lungimiranza e quant’altro, potrebbe ricevere incarichi su progetti più complessi e impegnativi.
Riteniamo che tale tipologia di democrazia diretta sia immensamente più rispettosa dei diritti di ciascun individuo, in confronto alla democrazia rappresentativa, che non rappresenta e nemmeno fa gli interessi di chi lo ha eletto, con le classiche votazioni-farsa alle quali ci hanno abituato.
Il corpo portante che decide le sorti della nazione è l'unione di tutti i partecipanti riuniti in assemblee partecipate, decisioni che vengono prese in base a criteri orizzontali di trasparenza, meritocrazia, lealtà, lungimiranza e competenza, si sceglierà o sceglierà la sorte chi dovrà gestire le incombenze amministrative e politiche di ogni singola contrada.
Verrà scelto un individuo che sarà tenuto ad ascoltare la voce del popolo, mentre chi avrà delle idee valide dovrà essere messo nelle migliori condizioni di poter operare e comunicare, gli verrà assegnato un progetto al quale dovrà lavorare, e il suo compito terminerà alla realizzazione dello stesso, o per palese incompetenza.
Di concerto, dato che riteniamo che non può esistere democraticità senza giustizia sociale, verrà data grande importanza al tribunale popolare di ciascuna contrada, i cui membri verranno scelti dalla collettività in base a criteri di onestà, lungimiranza, lealtà e saggezza.
Verrà scelto dai giudici così costituiti, e con gli stessi criteri, il giudice primo, che presiederà le udienze, e affiancherà il rappresentante della contrada nelle assemblee territoriali che si terranno almeno una volta al mese, entrambi comunicheranno, di concerto, le risoluzioni adottate alla popolazione, chiunque avesse delle rimostranze da evidenziare, dovrà essere messo nelle condizioni di esprimerle sia al rappresentante di contrada, che al giudice primo.
Il Giudice primo e il Rappresentante di contrada, scelgono altresì il Giudice territoriale, che insieme agli altri Giudici territoriali delle altre contrade gestirà le questioni Nazionali.
Il concetto di meritocrazia sarà tenuto in grande considerazione.
Ogni progetto sarà semplice da realizzare, perché Uomini e Donne che scelgono di partecipare alle assemblee, si sentano parte fondamentale della contrada, che avrà interesse a valorizzare le loro competenze.
E’ in progetto, per ogni contrada, la costruzione di un grande centro dalle svariate funzioni, esso potrà essere realizzato agevolmente, perché godrà delle grandi risorse che solo un sistema a moneta popolare sovrana può garantire.
Scegliendo progetti che facciano della flessibilità ambientale all’interno di queste strutture la loro caratteristica peculiare, si può ipotizzarne l’utilizzo in base alle esigenze della popolazione.
Per esempio, la mattina può essere adibito a mercato di contrada, nel quale chi ha qualcosa da vendere, qualsiasi cosa, concreta o astratta che sia, lo può fare senza condizionamenti di sorta, mentre la sera la struttura potrà essere adibita a svariate attività ludiche, culturali, comunicative, informative, o quant'altro.
Pensiamo che le funzioni di uno stato non debbano invadere la libertà operativa della gente, e nemmeno le sue risorse.
In conclusione possiamo tranquillamente affermare che chi ritiene di non essere in grado di decidere, per sue carenze informative e culturali, per sue concezioni acquisite non completamente logiche, ma imposte, per esempio dal sistema mediatico dominante in mani elitarie, o per innumerevoli altri motivi, è democraticamente meglio che non decida affatto.
Bisogna informarsi e capire come è gestito il pianeta, e non assorbire le informazioni mediatiche di televisione, giornali e scuole, che sono gestiti non dal popolo, ma dalle oligarchie culturali dominanti, che non gradiscono intrusioni popolari sia nei loro affari che nelle loro comunicazioni deviate.
Proponiamo una nuova forma di gestione popolare che racchiude in se stessa la piena partecipazione di chiunque si senta in grado, ai tre poteri basilari che qualunque stato possiede, il potere legislativo, quello giudiziario e quello esecutivo.
Tutte le donne e gli uomini che decidono di partecipare alle assemblee, in qualunque momento decidono di partecipare al bene comune, ma solo se ritengono in tutta coscienza di essere in grado di gestire insieme alla collettività almeno uno dei tre poteri.
Uno stato non può definirsi sovrano se ciascuno non è sovrano di se stesso in maniera consapevole.
Inoltre la vera e viva democrazia non può essere applicata per ovvi motivi, in ambiti statali troppo estesi.
Da qui la necessità di istituire un elenco virtuale di individui che effettivamente diano la disponibilità di volersi interessare della gestione comune dei tre poteri, ogni volta che verrà indetta una assemblea di contrada, avranno il diritto-dovere di parteciparvi.
Significa gestire in maniera collettiva e diretta la democrazia di contrada, legiferare, giudicare ed eseguire direttamente i tre poteri statali.
Legiferare significa rendere consuetudinarie norme e disposizioni derivate dal diritto naturale, universale, che ciascuno di noi ha insite dentro di se, non c’è bisogno di leggi scritte, esse, con la loro astrusità, servono solo ai furbi che cercano scappatoie legali per i loro comodi.
Legiferare significa favorire il diritto di ciascuno ad essere realmente sovrano in uno stato sovrano, lo stato non si dovrà mai, in nessun caso, mettersi al di sopra del cittadino onesto, leale e fattivamente attivo verso la collettività, legiferare significa istituire il concetto che ogni azione compiuta con spirito meritocratico sia da divulgare perché diventi prassi comune.
Il potere giudiziario è anche esso gestito dalla gente disposta a farlo, perché in presenza di leggi note, giuste, semplici e intuitive, è facile da attuare.
In una situazione nella quale il potere è gestito direttamente dalla gente, sia essa eletta o estratta a sorte, sarà semplice far funzionare bene la società, in un clima di benessere e rispetto reciproco; di conseguenza scomparirebbe quasi del tutto ogni forma di reato, e la giustizia risulterebbe molto più fluida e veloce per via dei sempre meno casi da trattare.
Non esisteranno ordini professionali (che in genere “ingessano” lo scorrere fluido della vita sociale) perchè notoriamente troppo squilibrati in favore dello stato.
Tanto meno esisterà l’ordine degli avvocati, ciascuno avrà il potere, le competenze e la facoltà di potersi difendere agevolmente da se stesso, per i motivi su esposti.
Le capacità professionali verranno riconvertite per utilizzi efficaci nel far funzionare sempre meglio la società.
Quando le leggi sono dentro il nostro intimo, non esiste alcun bisogno di scriverle, faranno testo le varie sentenze che i tribunali popolari adotteranno, esse si, dovranno essere trascritte, per comodità su giudizi futuri.
Ogni riferimento al codice barbaricino, quando necessario, è ben visto; ritieniamo che esso sia il seme che ha generato tutta la giurisprudenza occidentale, insieme alla carta de logu, che nel frattempo, invece di essere migliorata, è stata appesantita da codici, postille, precisazioni, norme, leggine e disposizioni innaturali, che favoriscono solo chi ha intenzione di non accettare leggi universalmente riconosciute.
L’approvazione di leggi non chiare, appesantite da commi e postille, sono spesso volute da lobby di potere che non hanno certo interesse a permettere alla gente di gestire agevolmente i propri interessi.
Il Potere Esecutivo è esercitato da coloro che per formazione ne abbiano le capacità, e richiedano l’iscrizione del proprio nome su un apposito elenco, per le obbiettive implicazioni di delicatezza che tale potere comporta.
Tale elenco, stilato sotto la diretta scrittura dell’amministrazione di contrada, deve essere trasmesso, senza eccessiva fretta, ma in maniera continuativa, ogni volta che viene variato in maniera corposa, alle strutture nazionali.
Nessuno è delegato a esercitare il potere esecutivo a titolo personale, per ovvie ragioni, ma solo in maniera collettiva e dietro disposizioni istituzionali, fermo restando il fatto che in ogni azione eseguita, deve essere tenuto ben presente e accettato un codice etico apposito.
In particolari casi di rilevanza nazionale e plurinazionale, o internazionale, l’azione esecutiva deve avvenire sotto il diretto controllo e gestione degli organismi nazionali, mentre in casi a rilevanza locale fanno fede le decisioni dei tribunali di contrada, e delle assemblee di contrada o tribunali territoriali.
Tutto questo, a dimostrazione che la democrazia partecipativa e diretta, è la migliore espressione della volontà popolare, e non la risultanza di mire e convenienze di ristrette cordate di potere che non hanno a cuore il bene comune, ma solo quello personale, elitario, lobbystico, o corporativo.
Il testo orignario, molto più corposo e variegato è stato elaborato in collaborazione con Pietro Loi, questo testo ha subito da parte mia alcune variazioni e snellimenti, per una comprensibile e razionale pubblicazione nei siti Jolao77 e SaDefenza.
Le deleghe sono causa dello scollamento tra popolo e potere cosiddetto democratico, che alla prova dei fatti democratico non è, in quanto si è dimostrato servo delle oligarchie dominanti.
Chi viene eletto perde immediatamente il contatto con la gente, per stabilire contatti con le lobby di potere che, evidentemente, offrono molto di più della gente comune, in tematiche di corruzione, favori personali e nepotistici, tesi a perpetuare il potere acquisito.
Dopo la lettura di questo documento, sarà chiaro a tutti che non potranno esistere politici di professione, e che chiunque potrà ambire a fare politica o giurisprudenza ai più alti livelli.
Ogni Donna e Uomo sarà Legislatore e Giudice Sovrano, e in certi casi potrà essere investito anche della facoltà di esercitare il potere esecutivo.
Sono previste tre tipologie di assemblee che decidono, una locale “di contrada” una più ampia “territoriale” e una “nazionale”.
Chiunque ritenga di avere delle competenze tra le più svariate, può fornire la sua disponibilità a operare per il bene comune.
Chi invece non è interessato a partecipare a questo tipo di democrazia, che riteniamo il più nobile, può benissimo disertare le assemblee.
Tra tutti coloro che avranno fornito tale disponibilità, verranno eletti o estratti a sorte un certo numero di individui.
A questi primi eletti o estratti a sorte si chiederà la disponibilità a operare per il bene comune, come Amministratore di contrada, (quello che attualmente è identificato come sindaco ), tra tutti coloro che forniranno tale disponibilità, verrà estratto a sorte l’Amministratore, che, con un bando apposito, si circonderà di collaboratori che abbiano espresso la disponibilità a collaborare con lui, ennesima estrazione a sorte, e la squadra amministrativa è composta.
Tale procedura si potrà ripetere per tutti quei settori che abbiano bisogno di un gruppo di individui sovrani, per far funzionare al meglio la amministrazione della contrada.
Chi, amministratore compreso, avrà dimostrato di poter ben operare, potrà continuare il suo impegno, chi invece non otterrà i risultati auspicati, verrà sostituito.
In maniera identica si opererà per la formazione del tribunale popolare di contrada, che dovrà gestire e appianare eventuali dissidi e contrasti.
L’amministratore (e il giudice eletto) parteciperanno alle Assemblee Territoriali, e rappresenteranno la contrada di appartenenza.
Ammettendo che diano la disponibilità per operare in ambito nazionale, entrambi potrebbero essere estratti a sorte, e partecipare all’ Assemblea Nazionale.
Chi dimostrerà a qualsiasi di questi livelli di impegno, doti meritocratiche, di onestà, lungimiranza e quant’altro, potrebbe ricevere incarichi su progetti più complessi e impegnativi.
Riteniamo che tale tipologia di democrazia diretta sia immensamente più rispettosa dei diritti di ciascun individuo, in confronto alla democrazia rappresentativa, che non rappresenta e nemmeno fa gli interessi di chi lo ha eletto, con le classiche votazioni-farsa alle quali ci hanno abituato.
Il corpo portante che decide le sorti della nazione è l'unione di tutti i partecipanti riuniti in assemblee partecipate, decisioni che vengono prese in base a criteri orizzontali di trasparenza, meritocrazia, lealtà, lungimiranza e competenza, si sceglierà o sceglierà la sorte chi dovrà gestire le incombenze amministrative e politiche di ogni singola contrada.
Verrà scelto un individuo che sarà tenuto ad ascoltare la voce del popolo, mentre chi avrà delle idee valide dovrà essere messo nelle migliori condizioni di poter operare e comunicare, gli verrà assegnato un progetto al quale dovrà lavorare, e il suo compito terminerà alla realizzazione dello stesso, o per palese incompetenza.
Di concerto, dato che riteniamo che non può esistere democraticità senza giustizia sociale, verrà data grande importanza al tribunale popolare di ciascuna contrada, i cui membri verranno scelti dalla collettività in base a criteri di onestà, lungimiranza, lealtà e saggezza.
Verrà scelto dai giudici così costituiti, e con gli stessi criteri, il giudice primo, che presiederà le udienze, e affiancherà il rappresentante della contrada nelle assemblee territoriali che si terranno almeno una volta al mese, entrambi comunicheranno, di concerto, le risoluzioni adottate alla popolazione, chiunque avesse delle rimostranze da evidenziare, dovrà essere messo nelle condizioni di esprimerle sia al rappresentante di contrada, che al giudice primo.
Il Giudice primo e il Rappresentante di contrada, scelgono altresì il Giudice territoriale, che insieme agli altri Giudici territoriali delle altre contrade gestirà le questioni Nazionali.
Il concetto di meritocrazia sarà tenuto in grande considerazione.
Ogni progetto sarà semplice da realizzare, perché Uomini e Donne che scelgono di partecipare alle assemblee, si sentano parte fondamentale della contrada, che avrà interesse a valorizzare le loro competenze.
E’ in progetto, per ogni contrada, la costruzione di un grande centro dalle svariate funzioni, esso potrà essere realizzato agevolmente, perché godrà delle grandi risorse che solo un sistema a moneta popolare sovrana può garantire.
Scegliendo progetti che facciano della flessibilità ambientale all’interno di queste strutture la loro caratteristica peculiare, si può ipotizzarne l’utilizzo in base alle esigenze della popolazione.
Per esempio, la mattina può essere adibito a mercato di contrada, nel quale chi ha qualcosa da vendere, qualsiasi cosa, concreta o astratta che sia, lo può fare senza condizionamenti di sorta, mentre la sera la struttura potrà essere adibita a svariate attività ludiche, culturali, comunicative, informative, o quant'altro.
Pensiamo che le funzioni di uno stato non debbano invadere la libertà operativa della gente, e nemmeno le sue risorse.
In conclusione possiamo tranquillamente affermare che chi ritiene di non essere in grado di decidere, per sue carenze informative e culturali, per sue concezioni acquisite non completamente logiche, ma imposte, per esempio dal sistema mediatico dominante in mani elitarie, o per innumerevoli altri motivi, è democraticamente meglio che non decida affatto.
Bisogna informarsi e capire come è gestito il pianeta, e non assorbire le informazioni mediatiche di televisione, giornali e scuole, che sono gestiti non dal popolo, ma dalle oligarchie culturali dominanti, che non gradiscono intrusioni popolari sia nei loro affari che nelle loro comunicazioni deviate.
Proponiamo una nuova forma di gestione popolare che racchiude in se stessa la piena partecipazione di chiunque si senta in grado, ai tre poteri basilari che qualunque stato possiede, il potere legislativo, quello giudiziario e quello esecutivo.
Tutte le donne e gli uomini che decidono di partecipare alle assemblee, in qualunque momento decidono di partecipare al bene comune, ma solo se ritengono in tutta coscienza di essere in grado di gestire insieme alla collettività almeno uno dei tre poteri.
Uno stato non può definirsi sovrano se ciascuno non è sovrano di se stesso in maniera consapevole.
Inoltre la vera e viva democrazia non può essere applicata per ovvi motivi, in ambiti statali troppo estesi.
Da qui la necessità di istituire un elenco virtuale di individui che effettivamente diano la disponibilità di volersi interessare della gestione comune dei tre poteri, ogni volta che verrà indetta una assemblea di contrada, avranno il diritto-dovere di parteciparvi.
Significa gestire in maniera collettiva e diretta la democrazia di contrada, legiferare, giudicare ed eseguire direttamente i tre poteri statali.
Legiferare significa rendere consuetudinarie norme e disposizioni derivate dal diritto naturale, universale, che ciascuno di noi ha insite dentro di se, non c’è bisogno di leggi scritte, esse, con la loro astrusità, servono solo ai furbi che cercano scappatoie legali per i loro comodi.
Legiferare significa favorire il diritto di ciascuno ad essere realmente sovrano in uno stato sovrano, lo stato non si dovrà mai, in nessun caso, mettersi al di sopra del cittadino onesto, leale e fattivamente attivo verso la collettività, legiferare significa istituire il concetto che ogni azione compiuta con spirito meritocratico sia da divulgare perché diventi prassi comune.
Il potere giudiziario è anche esso gestito dalla gente disposta a farlo, perché in presenza di leggi note, giuste, semplici e intuitive, è facile da attuare.
In una situazione nella quale il potere è gestito direttamente dalla gente, sia essa eletta o estratta a sorte, sarà semplice far funzionare bene la società, in un clima di benessere e rispetto reciproco; di conseguenza scomparirebbe quasi del tutto ogni forma di reato, e la giustizia risulterebbe molto più fluida e veloce per via dei sempre meno casi da trattare.
Non esisteranno ordini professionali (che in genere “ingessano” lo scorrere fluido della vita sociale) perchè notoriamente troppo squilibrati in favore dello stato.
Tanto meno esisterà l’ordine degli avvocati, ciascuno avrà il potere, le competenze e la facoltà di potersi difendere agevolmente da se stesso, per i motivi su esposti.
Le capacità professionali verranno riconvertite per utilizzi efficaci nel far funzionare sempre meglio la società.
Quando le leggi sono dentro il nostro intimo, non esiste alcun bisogno di scriverle, faranno testo le varie sentenze che i tribunali popolari adotteranno, esse si, dovranno essere trascritte, per comodità su giudizi futuri.
Ogni riferimento al codice barbaricino, quando necessario, è ben visto; ritieniamo che esso sia il seme che ha generato tutta la giurisprudenza occidentale, insieme alla carta de logu, che nel frattempo, invece di essere migliorata, è stata appesantita da codici, postille, precisazioni, norme, leggine e disposizioni innaturali, che favoriscono solo chi ha intenzione di non accettare leggi universalmente riconosciute.
L’approvazione di leggi non chiare, appesantite da commi e postille, sono spesso volute da lobby di potere che non hanno certo interesse a permettere alla gente di gestire agevolmente i propri interessi.
Il Potere Esecutivo è esercitato da coloro che per formazione ne abbiano le capacità, e richiedano l’iscrizione del proprio nome su un apposito elenco, per le obbiettive implicazioni di delicatezza che tale potere comporta.
Tale elenco, stilato sotto la diretta scrittura dell’amministrazione di contrada, deve essere trasmesso, senza eccessiva fretta, ma in maniera continuativa, ogni volta che viene variato in maniera corposa, alle strutture nazionali.
Nessuno è delegato a esercitare il potere esecutivo a titolo personale, per ovvie ragioni, ma solo in maniera collettiva e dietro disposizioni istituzionali, fermo restando il fatto che in ogni azione eseguita, deve essere tenuto ben presente e accettato un codice etico apposito.
In particolari casi di rilevanza nazionale e plurinazionale, o internazionale, l’azione esecutiva deve avvenire sotto il diretto controllo e gestione degli organismi nazionali, mentre in casi a rilevanza locale fanno fede le decisioni dei tribunali di contrada, e delle assemblee di contrada o tribunali territoriali.
Tutto questo, a dimostrazione che la democrazia partecipativa e diretta, è la migliore espressione della volontà popolare, e non la risultanza di mire e convenienze di ristrette cordate di potere che non hanno a cuore il bene comune, ma solo quello personale, elitario, lobbystico, o corporativo.
Il testo orignario, molto più corposo e variegato è stato elaborato in collaborazione con Pietro Loi, questo testo ha subito da parte mia alcune variazioni e snellimenti, per una comprensibile e razionale pubblicazione nei siti Jolao77 e SaDefenza.
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