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mercoledì 23 agosto 2023

GUERRA PER PROCURA CONTRO IL NIGER? PAURA IMPERIALE DI NON POTER PIU' DEPREDARE?


di Antonello Boassa
Stati Uniti e Francia, in particolare, hanno il terrore che l'alleanza del Niger con il Burkina Faso, il Mali, la Guinea Conakry per la conquista di una reale sovranità politica che garantisca il possesso e l'usufrutto delle enormi ricchezze del loro territorio, possa definitivamente tagliare le mani del loro secolare saccheggio di risorse altrui con le quali hanno costruito le loro fortune (oro, uranio, gas, silicio, petrolio...)

Disposti quindi a scatenare una guerra per procura, innanzitutto contro il Niger, affidandosi ai loro servi locali gestiti dall'Ecowas (comunità economica degli stati dell' Africa occidentale) che ha nella Nigeria il suo pilastro militare, e naturalmente sulla Ue, tramite sanzioni che, unite a quelle dell’Ecowas risulteranno devastanti contro la popolazione nigerina (soddisfattissima Emanuela Del Re, rappresentante Ue per il Sahel “Le sanzioni funzionano in Niger: mancano cibo, medicine ed elettricità”)

Colpo di stato contro la democrazia. Così tuonò l’Impero e con esso i media mainstream. Curioso. Quando i nazisti a Kiev avevano rovesciato il Presidente regolarmente eletto non avevano protestato in quanto Yanukovich manteneva rapporti di equidistanza tra Ue Russia, il che non andava bene in quanto per essere veramente riconosciuto come democratico avrebbe dovuto subordinarsi alla UE/Nato. Colpo di stato che ha dato avvio alla guerra contro i russofoni ucraini e indirettamente contro la Russia. E che di fatto non venne contestato dalle democrazie occidentali in quanto apriva la strada alla colonizzazione dell’Ucraina e a creare il pretesto perché la Russia reagisse ed apparisse come aggressore.

Il golpe della giunta militare in Niger non aveva i meriti che l’Occidente collettivo richiede alla violenza e al rovesciamento delle istituzioni. Non un regime fantoccio che favorisca la rapina occidentale delle risorse del Paese ma al contrario un governo di espulsione dei saccheggiatori e dei militi che presiedono con la forza delle armi al furto legalizzato. Imperdonabile. Inaccettabile per chi regge in modo nefasto attualmente le sorti del pianeta.

Mentre i vertici militari dell’Ecowas preparano la mobilitazione generale e si sprecano le incitazioni alla guerra dei peggiori lacchè dell’Impero come l’ivoriano Ouattara, ex signore della guerra, golpista aiutato dai francesi contro il democratico Gbagbo che aveva vinto le elezioni e attualmente libero dopo 10 anni di carcere condannato per crimini contro l’umanità dalla CPI a guida States, l’Ecowas chiede che la tensione esistente nella regione venga affrontata con la diplomazia. Questa sembra anche la volontà delle cancellerie mondiali, compresa la Russia. Del resto, ultimamente anche la giunta rivoluzionaria di Tchani si pronuncia per il dialogo. Ricordo che l’Unione Africana (UA) comprendente tutti gli stati africani si è dichiarata assolutamente contraria ad un intervento armato contro il Niger.

Rammento che l’Ecowas dispone di un esercito di 6.000 uomini mal addestrato e mal pagato e che secondo gli esperti militari non è in grado di effettuare un’escalation di vasta portata. I paesi che possono sostenere una guerra che si presenta feroce sono la Nigeria che ha immensi problemi (tentativi di secessione del Biafra e del Delta del Niger, gli assalti terroristi del terrorismo di Boko Haram), la Costa d’Avorio gestita dai Francesi grazie alla moglie di Ouattara, e in teoria il Senegal che tuttavia in questa fase è tormentato da lotte intestine violente a causa delle condanna giudiziaria( giudicata pretestuosa) per il candidato Presidente Sonko che gli impedirebbe di presentarsi alle prossime elezioni. Gli altri paesi sembrano defilarsi. Anche il Ciad, alleato servile della Francia, invitato a mobilitarsi, nicchia.

Il vero grande pericolo per il Niger è dato dalla presenza delle basi straniere nel suo territorio. Francesi, Americani, Tedeschi, Italiani ben addestrati al combattimento. La stessa Nigeria di Tinubu è aggredita al suo interno. Le aree confinanti con il Niger non intendono essere coinvolte nella guerra, tanto più che giudicano fratelli i nigerini.

La tattica dell’Occidente è molto facile da interpretare. Diplomazia e pesanti sanzioni in modo da sfiancare e logorare la giunta al potere, facilitando con la corruzione spaccature al suo interno. Qualora ciò non accadesse, guerra dall’interno del Paese e dall’esterno, guerra che sarebbe giustificata come sempre, dalla difesa della democrazia per il benessere del popolo. Ma, si badi bene, una tale guerra non infiammerebbe il solo Sahel ma tutta l’africa, facendo cadere a pezzi quel poco che rimane nel continente del carisma dell’Occidente, a tutto vantaggio di nazioni meno avide che stabilirebbero relazioni più eque con vantaggi reciproci: non solo Cina e Russia, ma anche Turchia Medio Oriente, con l’Europa a fine corsa. Una tale guerra non sarebbe, ovviamente più per procura ma direttamente scatenata dell’Occidente che si avvarrebbe dei locali dissidenti, come ha saputo brillantemente fare in Libia e in Siria.

Un ruolo determinante nella resistenza all’aggressione imperiale verrebbe ricoperto da M62, movimento che lotta fin dai suoi inizi contro l’occupazione militare, contro il furto di risorse ma anche per l’aumento dei salari, per l’occupazione, per uno stato sociale dignitoso. Lotta quindi contro l’impero ma anche per la giustizia sociale. E’ sperabile che il Movimento che si ispira a Thomas Sankara sia capace di stare tra le masse “come pesci nell’acqua”, di attivare la ribellione e di non farsi ingannare dalle trappole, dalle reti che il Capitale ha sempre saputo lanciare per far morire il dissenso, isolare i ribelli, denigrando la rivolta e la volontà di indipendenza

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