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mercoledì 8 novembre 2023

Il cda di TIM ha accettato l'offerta da 20 miliardi del fondo speculativo americano KKR per la vendita della rete fissa

Riprendiamo direttamente dalle pagine dell'azienda svenduta ai criminali delle élite globali. La solita speculazione porta un bene prima pubblico nelle man private e poi dopo un po di tempo nelle mani delle multinazionali che aspettano per mangiarsi tutto quel che c'è d'italiano. 
Siamo alle solite, tutto ciò che era pubblico è stato trasferito per due lire al privato, ma la cosa più grave che laTIM con le sue reti costruite con soldi pubblici vanno in mano a una multinazionale americana , che ha come più grandi azionisti lo stesso George Soros, insomma siamo caduti dentro le braci di un inferno tecnologico. 
Ora il finanziere pedosatanista, che prima ha speculato sulla nostra  moneta facendoci un danno enorme, poi con gente serva al governo e alla direzione di questo stato-corporation italiota è stato osannato e dato un credito che mai avrebbe dovuto avere; ma si sa questi pusillanimi al governo e a capo di questo stao sono dei venduti senza anima ne amore,  potrà ascoltare ogni nostra conversazione e non solo guadagnare ancor più sulla rete delle reti ... siamo allo sbando e solo una cambiamento radicale popotrà cambiare le sorti di una nazione inesistente nei fatti... alla mercè di ogni sbadiglio dei potenti del mondo.

SaDefenza

Il tutto senza dimenticare che senior advisor di KKR per le attività di investimento a livello globale nei settori tecnologia, media e telecomunicazioni dal settembre 2019 è Diego Piacentini. Piacentini, peraltro, dallo scorso settembre è stato nominato anche advisor di Exor e presidente di Exor Seeds . Il manager vanta oltre 30 anni di esperienza nel settore tecnologico. Ha lavorato per oltre 10 anni in Apple Europa, a Parigi, poi per 16 anni in Amazon a Seattle come senior vice president dell’International Consumer Business, dove ha riportato al fondatore della società Jeff Bezos e seguito il lancio e la crescita dell’e-commerce in Europa, Giappone, Cina e India. Nel 2016 era stato nominato Commissario straordinario del Governo Renzi per l’attuazione dell’Agenda digitale, ruolo che ha tenuto sino al 2018.

Intanto, la piattaforma infrastrutture di KKR a livello globale sta macinando altri investimenti miliardari. Sempre lo scorso aprile e sempre in tema di rete tlc in fibra, contestualmente al Fiber Cop, KKR insieme a un altro investiture infrastrutturale, DTCP, ha annunciato un investimento da 700 milioni di euro in Open Dutch Fiber e un accordo strategico con T-Mobile Netherlands (si veda qui il comunicato stampa). Mentre è di pochi giorni fa l’annuncio dell’acquisizione di CyrusOne, un REIT che investe in data center su scala globale, valutato 15 miliardi di dollari. L’operazione verrà condotta da KKR in tandem con un altro colosso delle infrastrutture, Global Infrastructure Partners. Ma non è tutto, perché in vista c’è già un altro mega-deal sempre nel settore dei datacenter, quello sul gruppo londinese Global Switch Holdings, che a sua volta gestisce tredici datacenter principali hub di connettività in Europa e nell’area Asia-Pacifico e che viene valutato circa 8 miliardi di sterline (11 miliardi di dollari, si veda qui Bloomberg). KKR, infatti, è infatti uno dei soggetti in corsa per il gruppo oggi controllato dal produttore di acciaio cinese Jiangsu Shagang Group e partecipato dal fondo cinese Avic Trust. In gara per conquistare Global Switch ci sono anche le piattaforme di investimento infrastrutturali di Blackstone, DigitalBridge, Digital Realty Trust ed Equinix. https://bebeez.it/private-equity/kkr-ecco-chi-e-cosa-ce-dietro-il-colosso-da-460-mld-che-vuole-tim/

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di hwupgrade
L'offerta su Netco è stata accettata, mentre quella su Sparkle è stata respinta perché "ritenuta non soddisfacente". Ma Vivendi insorge.di Rosario Grasso pubblicata il 06 Novembre 2023, alle 08:50 nel canale WEB

Il Consiglio di Amministrazione di TIM ha accettato l'offerta del fondo americano KKR (Kohlberg Kravis Roberts & Co.) per la vendita di Netco, responsabile della rete fissa in Italia. L'offerta consiste in 20 miliardi di euro che potrebbero diventare 22 con la fusione con Open Fiber. Respinta, invece, l'offerta non vincolante su Sparkle (fornisce il routing internazionale per la maggior parte del traffico telefonico e dati generato dall'utenza di Telecom Italia) perché "ritenuta non soddisfacente". KKR, infatti, aveva deciso di scindere le due offerte come avevamo visto qui e, con questa mossa, si attende una controfferta migliorativa anche per Sparkle.

La decisione arriva non senza poche polemiche, con l'azionista di maggioranza Vivendi, da sempre riluttante sulla cessione visto che aveva già minacciato di ricorrere ad azioni legali per bloccare l’affare, che critica adesso il mancato passaggio in assemblea degli azionisti per all'approvazione dell'accordo. Vivendi ha definito illegittima la decisione del cda, e ha aggiunto che "utilizzerà ogni strumento legale a sua disposizione per contestare questa decisione e tutelare i suoi diritti e quelli di tutti gli azionisti".

Infine, anche Il fondo Merlyn Partners, che aveva presentato una proposta alternativa all’offerta vincolante di KKR per la rete Tim, si è schierato contro la decisione, ribadendo che si riserva la volontà "a procedere con ogni possibile azione che porti il cda a convocare al più presto un'assemblea dei soci dove poter decidere se il piano oggi approvato in autonomia dal cda sia quello che i soci desiderano per la loro azienda o se preferiscano un futuro differente e, a nostro avviso, migliore".

Di tutt'altro tenore, invece, le dichiarazioni di Salvatore Rossi, Presidente di TIM: "Le delibere approvate oggi con grande responsabilità e coraggio dal Consiglio di TIM vanno nella direzione di fare il bene di TIM, delle persone che vi lavorano, dei suoi azionisti, del Paese intero. Una scelta chiara su un tema di cui si discuteva da molti anni. La cessione della rete a un investitore infrastrutturale come KKR ha trovato anche l'apprezzamento del Governo, che sosterrà questa operazione con ingenti risorse; ridà una prospettiva di crescita al Gruppo TIM. La nuova TIM dei servizi, più libera da pesi finanziari e più forte sul mercato, potrà dare il suo contributo a sviluppare quella capacità di innovazione che è fondamentale per accompagnare famiglie, imprese e pubblica amministrazione verso un futuro totalmente digitale".

Pietro Labriola, Amministratore Delegato TIM, aggiunge: "Due anni di lavoro a testa china si chiudono con una decisione storica: dare il via alla nascita di due società con nuove prospettive di sviluppo. Entrambe saranno il punto di riferimento per la trasformazione digitale del nostro Paese perché, grazie a questa operazione, potranno accelerare lo sviluppo tecnologico nel settore delle Telecomunicazioni. Non è la conclusione del nostro percorso ma un nuovo inizio. Con questa operazione, infatti, diamo linfa all’infrastruttura di rete e allo stesso tempo consentiamo alla nuova TIM di focalizzarsi sull’innovazione tecnologica che serve per governare il complesso mercato dei servizi digitali e giocare un ruolo da leader".

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