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domenica 26 marzo 2023

IL GRAFOLOGO Romanzo di Mariano Abis Settima parte


 

 

IL GRAFOLOGO Romanzo di Mariano Abis Settima parte

Le mie strategie per riuscire a estorcere qualche notizia si rivelano infruttuose, per il momento; ripartirò alla carica più in là. Trascorriamo tutta la notte in viaggio, le strade sono abbastanza disagevoli, ma la macchina è comoda e ben ammortizzata, nonostante ho sonno mi riprometto di non cedere, e carpire qualche notizia. Quando insisto troppo, il più antipatico, quello dal sorrisetto sarcastico, mi intima di star zitto, altrimenti mi avrebbe imbavagliato con sua grande soddisfazione. Mi rassegno all’evidenza di dover fare il viaggio in compagnia di brutti ceffi, per di più poco espansivi, e neanche troppo accondiscendenti, tra me penso che, seppure il clima politico non sia proprio rassicurante, siamo pur sempre in un regime che, a fatica, si potrebbe, con una certa dose di elasticità, definire democratico, con le dovute cautele, però privarmi della libertà personale come stanno facendo, mi dà immenso fastidio.

All’alba arriviamo a roma, con la falsa gentilezza che dimostrano, mi invitano a salire le scale di un sontuoso palazzo, uno di loro mi afferra con forza un braccio, e mi spinge su per le scale, verso un grande e robusto portone presidiato da due brutti ceffi, anche loro quasi irriconoscibili, due personaggi molto simili nella corporatura e nell’abbigliamento ai miei due “amici” compagni di viaggio, cerco di scoprire se all’entrata ci sia una qualche indicazione o cartello che espliciti la funzione di quel palazzo e quella dei suoi occupanti, ma, seppure da fuori sembra che abbia l’aspetto di una serie di uffici, che sembrerebbero di rappresentanza, non trovo alcuna indicazione utile; essendo molto presto penso che la mia curiosità resterà tale ancora per un po’ di tempo. Vengo accompagnato al piano di sopra, noto che la costruzione è massiccia in modo eccessivo, grossi marmi pregiati dappertutto, la scala è di una larghezza spropositata, per niente ripida, grosse colonne la affiancano, qua e là altri uomini dall’abbigliamento simile a quello dei miei accompagnatori, sono intenti a presidiare le varie porte, massicce e altissime, chi ha costruito quel palazzo aveva sicuramente l’ordine di abbondare nei materiali, e dare l’impressione a chi sarebbe entrato, di aver a che fare con personaggi di grande rilevanza. Tutto qui mette soggezione, a cominciare dai guardiani dei vari ambienti, robusti, molto alti e con posture poco rassicuranti. Ho l’impressione di trovarmi in una fortezza discreta, ma presidiatissima, tra me penso che sia una struttura collegata con il ministero degli interni, occupata da personaggi di grande rilevanza, non si spiegherebbe altrimenti la presenza ingombrante di così tanti guardiani.