Home

mercoledì 18 ottobre 2023

"Ti vediamo", dice Israel alla top model filo-palestinese

Gigi Hadid partecipa al British Vogue X Self-Portrait Summer Party alla Chiltern Firehouse il 20 luglio 2022 a Londra, Inghilterra. © David M. Benett / Dave Benett / Getty Images
Rtnews
Gigi Hadid, il cui padre è palestinese, ha affermato che offrire sostegno al popolo palestinese non è un segno di sostegno ad Hamas

Il governo israeliano ha accusato la modella americana Gigi Hadid di “chiudere un occhio” sugli eventi che hanno scatenato la guerra tra Israele e il gruppo militante palestinese Hamas, dopo che la 28enne ha pubblicato sui social un messaggio di sostegno al popolo palestinese media.

“Non c’è nulla di ebraico nel trattamento riservato dal governo israeliano ai palestinesi”, ha scritto Hadid, il cui padre Mohamed Hadid è palestinese, in una storia temporanea su Instagram durante il fine settimana al suo seguito online di quasi 80 milioni di persone.

Ha aggiunto che “condannare il governo israeliano non è antisemita e sostenere i palestinesi non significa sostenere Hamas”.

BOMBARDATO UN OSPEDALE A GAZA. 500 MORTI ALMENO.

Antonello Boassa
Non sto a commentare l'ennesimo atto di crudeltà che non rispetta minimamente le convenzioni internazionali e il diritto internazionale. Oramai è evidente che non c'è un limite alla violenza dello stato sionista, disprezzato da quella parte del pianeta che non è Occidente collettivo, da quella parte che è stanca delle guerre e del caos creato dagli States e dai suoi vassalli anglosassoni ed europei.

Si continua con l'odio, con l'istigazione all'odio. Un saccheggio coloniale iniziato nel '500, con terrificanti genocidi, con la scomparsa di intiere civiltà. Due guerre mondiali non per la democrazia e per la libertà ma per la spartizione dei territori da depredare. Ora il rischio molto concreto di una terza guerra perché l'Occidente collettivo non sopporta che popoli da sempre dominati non accettino più l'ordine illegale costruito dall'Egemone e accettato con totale servilismo dai suoi vassalli.

Occidente che impone un avamposto di conquista, di repressione che tuteli i suoi interessi davanti ai tanti supposti nemici, creando il caos imperituro perché i popoli islamici non possano vivere in pace. Un caos imposto dall'Occidente perché l'Asia occidentale risulti divisa e in ostilità. Le inimicizie e la povertà anche estrema sono frutto della presenza dell'Occidente

ACHTUNG BANDITEN: LA COMUNITA' INTERNAZIONALE APPROVA DI FATTO IL MASSACRO DI GAZA

ebrei anti sionisti che rispetto e che rispettano il loro popolo
Antonello Boassa
E' bastato che Colin Powell, non processato per crimini di guerra, mostrasse una fiala che-a suo dire- conteneva un veleno terrificante che in mano ad Saddam Hussein diventasse un ordigno di distruzione di massa- perché gli Stati Uniti bombardassero Bagdad e venissero uccisi 500.000 persone, con il plauso di Madeleine Albricht per "la potenza di fuoco" della sua gloriosa patria.
 
Certo erano tutti banditen. Dovevano crepare nel peggiore dei modi.

E' presumibile che anche oggi l'Occidente a guida anglosassone-sionista stia facendo il tifo perché Hamas venga distrutta e con essa tutti i resistenti palestinesi a Gaza come in Cisgiordania affinché la Palestina tutta venga occupata e sparisca dalle carte geografiche. Ad oggi 2215 palestinesi morti nella "prigione a cielo aperto", 54 in Cisgiordania feriti a morte da poliziotti e coloni. Ma i cittadini resistono tra il fuoco e le macerie. Via dal nord di Gaza gridano i veri banditen. Si risponde "No ad una seconda Nakba".

Comunque se l'esercito sionista entrerà a Gaza- cosa di cui ha somma paura- non è sicuro che farà piazza pulita perché accanto ai guerriglieri palestinesi si uniranno i militanti di Hezbollah e i volontari che arriveranno dai paesi islamici. Non solo la rabbia di coloro che hanno assistito ai soprusi continui e ai bombardamenti e che scenderanno in strada e che forse potrebbero arrivare anche a 600.000 combattenti. Chi conosce la grande rivolta di Napoli del 1943 contro le armate possenti naziste sa che cosa può fare un popolo che si unisce nella lotta e che è consapevole della volontà genocida e di espansione della dirigenza sionista.

Comunque sia Netanyahu è finito e l'amicizia con i Paesi vicini è compromessa. Israele se non farà una rivoluzione democratica al suo interno e non cesserà i suoi attacchi criminali in Siria-ultimamente gli aeroporti di Damasco e di Aleppo-, in Libano, in Iraq, nel rispetto del diritto internazionale, potrà esistere solo ridimensionando le sue ambizioni, senza apartheid e in libertà. Gli States e la Nato sono oramai in caduta libera e non potranno più-come hanno fatto sempre- venire di prepotenza in soccorso