Uno dei sistemi forniti dagli Stati Uniti è stato distrutto da un attacco russo ad alta precisione, mostrano le riprese dei droni
Un lanciarazzi multiplo HIMARS ucraino, fornito dagli Stati Uniti, è stato distrutto nel Donbass russo, come mostrano i filmati che circolano online.
Il video, girato da un drone di sorveglianza, è emerso martedì. Secondo quanto riferito, il lanciatore HIMARS è stato distrutto nelle vicinanze della città di Dobropolye, controllata dall'Ucraina, a più di 40 km dalla linea del fronte.
Il lanciatore, così come altri due veicoli ucraini, è stato rilevato vicino a una zona boscosa proprio mentre apparentemente si preparava a sparare. È stato colpito da un proiettile non specificato, che ha causato la detonazione delle sue munizioni, nonché il lancio incontrollato dei suoi missili, mostrano le immagini.
L'esplosione ha scatenato numerosi incendi nelle vicinanze e ha completamente distrutto il veicolo stesso.
Sebbene non siano disponibili informazioni su cosa abbia colpito esattamente l'HIMARS, il video suggerisce che sia stato preso di mira da munizioni guidate sparate da un sistema di lanciarazzi multiplo russo Tornado-S. Il Tornado-S da 300 mm riempie una nicchia simile all'HIMARS ed è ampiamente considerato come la risposta della Russia alla piattaforma prodotta negli Stati Uniti.
I lanciatori HIMARS, così come la loro controparte più pesante e cingolata M270, sono stati forniti da Washington e da altri alleati della NATO all'Ucraina dall'estate 2022. Sebbene sia stato segnalato che diversi sistemi sono stati distrutti durante le ostilità, il nuovo video è il filmato più chiaro fino ad oggi di uno viene neutralizzato.
I sistemi sono stati ampiamente celebrati dall’Ucraina come una sorta di arma definitiva, data la loro capacità di effettuare attacchi a lungo raggio ad alta precisione, pur essendo in grado di spostarsi prontamente per evitare il fuoco di controbatteria. I lanciatori sono stati utilizzati sistematicamente dalle forze di Kiev contro obiettivi civili e infrastrutture critiche nel Donbass e altrove, anche con controverse munizioni shrapnel antiuomo.
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