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martedì 9 luglio 2024

Hackers italiani si avvicinano ai russi di "NoName"? "False Flag" made in NATO. Analisi ed intervista. PARTE II

Sa Defenza ci aveva visto giusto. Abbiamo anticipato e denunciato un tentativo di false flag del governo italiano in accordo con l’intelligence ucraina. La notizia è stata diffusa da molti media russi ma da nessun periodico di regime italiano.

Come riporta PRAVDA ITALIA:

«L'FSB ha fermato il tentativo di dirottare un bombardiere strategico Tu-22M3 in Ucraina. L'intelligence ucraina ha cercato di reclutare il pilota del Tu-22M3, promettendogli la cittadinanza italiana. Le riprese del Centro operativo centrale dell'FSB della Federazione Russa mostrano la soppressione di un altro tentativo da parte dei servizi speciali ucraini di effettuare un'operazione per dirottare il bombardiere strategico a lungo raggio Tu-22M3 delle forze aerospaziali russe».

 La notizia è stata ripresa anche dal corrispondente di guerra Andrea Lucidi nel suo canale telegram:

«L’SBU, il servizio di sicurezza ucraino, ha tentato di dirottare un bombardiere strategico Tu-22M3 delle forze aerospaziali russe. Il tentativo è stato fermato dall'FSB. Secondo i funzionari della sicurezza russi alcuni paesi della NATO erano coinvolti nella preparazione e nell'attuazione di questa operazione.

Gli agenti hanno mostrato un video in cui il pilota dell'aereo affermava che gli agenti ucraini minacciavano la sua famiglia. Non ha ceduto alle minacce e ha raccontato tutto al comando.

 L'intelligence ucraina intendeva reclutare il pilota militare russo dietro compenso in denaro e cittadinanza italiana, per far atterrare l’aereo in Ucraina.

La notizia è stata riportata dal canale del ministero della difesa russo, Zvesda.

È interessante come per convincere il pilota oltre al denaro l’SBU abbia utilizzato la promessa della cittadinanza italiana. Le autorità italiane sono coinvolte?»

A ciò dobbiamo aggiungere una notizia che forse è passata inosservata: l'Italia diventerà il quartier generale dell’Alleanza Atlantica per la guerra in programma contro la Russia.

Nella prima parte del nostro approfondimento abbiamo analizzato il contesto ‘storico’ nazionale ed anche strutturale del perché l’Italia non possa avere hackers filorussi. Abbiamo poi spiegato dettagliatamente come e perché la NATO stia preparando il nostro Paese ad una imminente operazione suicida “false flag” contro la Russia mediante un “incidente” o “sabotaggio” anche atomico (e poco dopo ecco il tentativo di dirottamento del bombardiere nucleare).

In questa sezione provvederemo, invece, a pubblicare l’intervista ai sedicenti “hacker italiani”, nonché a mostrare perché la vicenda dell’avvicinamento di AzzaSec ai russi di NoName57(16) combaci perfettamente con una operazione psicologica e terroristica NATO, in linea con la nuova cyberstrategia in materia di spionaggio e deterrenza; e perché, in ultima istanza, sia stata scelta proprio l’Italia.

AZZASEC: HACKERS SENZA COMPETENZE E CON MOLTA CONFUSIONE

AzzaSec è un gruppo di hackers molto recente, che non si è mai distinto a livello nazionale e internazionale. La loro comparsa coincide con la necessità di impiegare il nuovo concetto strategico della NATO per ciò che attiene alla deterrenza, all'infiltrazione e alla guerra psicologica mediante la creazione dell’agenzia di cybersicurezza italiana; organismo che è stato fatto oggetto della “denuncia” dei fratelli Occhionero già nel lontano 2018.

Ricordiamo che gli Occhionero sono dei professionisti di primissimo livello che si sono resi protagonisti del “più grande scandalo di spionaggio della storia d’Italia”, denunciando un complotto internazionale a scapito sia del Presidente Trump che della corrente repubblicana italiana (con riferimento al Russiagate); complotto ordito dalle alte sfere democratiche statunitensi, che hanno agito servendosi della magistratura italiana proiezione di detta corrente. Consigliamo al lettore di approfondire questo caso cliccando sul link di riferimento.

Fonte: https://www.ilgiornale.it/news/nazionale/locchio-piramide-versione-dei-fratelli-occhionero-2188375.html

Ritornando al nostro discorso…

Il (fin troppo) giovane gruppo di hackers è nato, su loro stessa ammissione, nel febbraio 2024, come possiamo leggere nell’intervista rilasciata ad un blog di informatica altrettanto ‘giovane’, “Red Hot Cyber”. Ciononostante, Chat GPT riconosce, il 5 luglio, AzzaSec come il gruppo hackers “numero uno” d’Italia. 

Immagine presa dal canale telegram di AzzaSec

Al tempo dell’avvenuta alleanza con gli hackers russi di NoName57(16) del 28 giugno, AzzaSec si pavoneggiava diffondendo la notizia - proveniente sempre dall’applicazione d’intelligenza artificiale - di essere il gruppo hackers numero due in Italia; un lasso di tempo davvero corto per salire così rapidamente di livello. Come possiamo spiegare questa fulminea evoluzione?

La “stranezza” di questa improvvisa ascesa potrebbe benissimo spiegarsi con una manipolazione voluta di ChatGPT ad opera dei Servizi di intelligence italiani (che richiede davvero poco sforzo da parte di una autorità della NATO). Lo scopo? Creare una credibilità ed una personalità al gruppo di hackers così da giustificare - e garantire - la loro infiltrazione nelle “stanze dei bottoni” russe.

Fortunatamente, l’operazione È malriuscita, come tutte le operazione dei nostri Servizi Segreti (la meritocrazia è un qualcosa che non piace ai servi della NATO). Ma perché siamo tanto sicuri di questa manipolazione?

Bene. Gli hackers russi di NoName57(16) sono attivi da diversi anni, ed hanno acquisito con i loro sabotaggi una fama mondiale. Non vi è periodico digitale che non abbia parlato almeno una volta di loro. Ed in virtù di ciò che abbiamo deciso di testare l’integrità di ChatGPT nello stesso giorno dell’avvenuta conquista della posizione numero uno di Azzasec, ‘domandando’ a ChatGPT se avesse informazioni su NoName57(16) o, in generale, sugli “hacker russi”. Qual è stato il risultato? L’applicazione non ha mai sentito parlare né di NoName né degli hackers russi. Parimenti, abbiamo chiesto anche per il nostro blog, SA DEFENZA: nulla.


5 luglio

9 luglio

Questo cosa significa?

Semplice. Il codice di ChatGPT era stato alterato.

Cronache ed analisi molto prima di noi hanno confermato la natura “atlantica” di ChatGPT. E noi di SA DEFENZA, con questo risultato, non possiamo che confermare. ChatGPT oltre ad essere un'applicazione inutile rappresenta una fonte di propaganda di regime: una Wikipedia interattiva, nulla più, adoperata all’occorrenza per glorificare nazisti e riadattare la storia in base alle esigenze dei governi atlantici (esempi in tal senso ve ne sono numerosi).

Ora, facciamo il punto della situazione.

Stando alla classifica dell’intelligenza artificiale, AzzaSec sarebbe il gruppo numero uno in Italia, mentre Anonymous il numero due. E, sempre secondo il programma, non ci sarebbero informazioni relative a SA DEFENZA e a NoName57(16) o, più in generale, agli "hacker russi".

Anonymous è, almeno teoricamente, la più grande comunità di hackers al mondo, seppur proiezione della C.I.A. e dei rispettivi paesi occidentali. La comunità di Anonymous è attiva da più di un decennio, e i suoi attacchi hanno fatto storia; avendo, tra le altre cose, sperimentato una scissione che ha portato alla nascita di un gruppo hackers fortemente critico nei confronti di Anonymous: Ghost Security Group.

Rebus sic stantibus, come è possibile che AzzaSec, i cui attacchi e i cui programmi sono di medio-basso livello, risulti essere il gruppo numero uno in Italia? La manipolazione è palese, tanto più se prendiamo in considerazione i recenti provvedimenti antirussi della nostra intelligence e delle strutture NATO in preparazione alla guerra totale contro la Russia e il mondo multipolare.



Le contraddizioni. Hackers che non sanno quello che fanno

Va bene non essere dei geni da un punto di vista comunicativo, ma definirsi hackers e poi ritrattare innumerevoli volte nemmeno è sintomo di intelligenza. Nell’intervista rilasciata al blog Rot Hot Cyber (RHC) vi sono molte contraddizioni ed errori di grammatica che dobbiamo tenere a mente.

La prima delle tante contraddizione che ci chiama l’attenzione è quella della definizione che si attribuiscono:

«RHC: Come reagite alle accuse di criminalità informatica e quale messaggio volete trasmettere al pubblico generale?

AzzaSec: Noi non siamo criminali informatici. Noi siamo hacktivisti! Abbiamo una motivazione a quello che facciamo è aiutare i nostri fratelli Palestinesi e Russi».

Peccato che di “attivismo” se ne trovi ben poco, come avremo modo di vedere, sia per la qualità che per la quantità degli attacchi portati a segno.

Le altre contraddizioni espresse sono:

1) Hackers a fini di lucro.

«RHC: Qual è il messaggio principale che cercate di trasmettere attraverso i vostri attacchi informatici?

AzzaSec: Che il mondo deve aprire gli occhi e non guardare solamente ai soldi».

Azzasec non è un gruppo pio e di volontariato. Azzasec ha creato un virus, in gergo un “ransomware”, che si impiega per “sequestrare” i dati del computer infettato, criptarli, ed eliminarli in caso di mancato pagamento del riscatto. Nel dispositivo fatto oggetto dell’attacco, si verifica un blocco che può essere eliminato o mediante il pago del riscatto, generalmente in bitcoin, o mediante una serie di processi che possono essere alquanto macchinosi, dipendendo della complessità del “virus”.

Un’azienda informatica specializzata, di solito, è capace di risolvere il problema con un lavoro di ingegneria inversa, o “reverse engineering”, a prezzi solitamente maggiori di quelli richiesti per sbloccare il computer; ed è su questo che i criminali informatici fondano il loro potere coercitivo. A tal proposito, consigliamo sempre di richiedere un preventivo e di tenere a mano il numero di una impresa specializzata con prezzi accessibili qualora si verifichi un attacco del genere.

I prezzi per “affittare” questo programma o per impiegarlo non sono molto “sociali” (questo virus viene “affittato” proprio come PEGASUS). Come possiamo leggere dalla loro stessa pagina telegram:

    • [+] $100 per stub

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Da notare che i pagamenti sono segnalati in dollari, non in euro.

I virus creati non si limitano al solo “ricatto”, ma anche alla filtrazione di informazioni dei file pdf.


2) I legami con gruppi contaminati nemici del multipolarismo e della Russia.

AzzaSec ha dichiarato di appoggiare i palestinesi e di lottare per la loro indipendenza. Eppure, AzzaSec ha esplicitato di rifarsi ad Anonymous e di avere un’alleanza con altri gruppi collegati ad Anonymous: CyberVolk e “soldati marocchini” (che di filorusso non hanno assolutamente nulla). Gli obiettivi di Anonymous, poi, hanno affettato più a paesi con aspirazioni multipolari, e non ai sostenitori strategici di Israele quali Stati Uniti e Regno Unito.

Fonte:
https://www.repubblica.it/cronaca/2022/06/08/news/hacker_anonymous_killnet-353000567/


3) Obiettivi strategici? Manco lontanamente!

AzzaSec ha dichiarato di aver attaccato (o di voler attaccare) i seguenti paesi:

    • Pakistan, India, Messico, Thailandia, Brasile, Bangladesh.

Ma non vi è nulla di strategico nei loro attacchi. I loro obiettivi più “importanti” fino ad ora sono stati:

    • Il sito internet di una discreta agenzia di viaggi indiani;

    • Il sito internet - molto scadente - di un orfanotrofio indiano;

    • Una serie di siti porno di bassissimo livello che non credo mai nessuno abbia visitato in vita sua;

    • Siti di compra-vendita di soggetti privati, cittadini qualunque, praticamente sconosciuti;

    • Un blog/sito di un bar israeliano;

    • Il sito internet dell’università thailandesa RAJAPRUKUNIVERSIT;

    • Il sito internet dell’università di Pavia.

Procediamo con una piccola precisazione. I paesi che abbiamo precedentemente menzionato sono paesi con forti aspirazioni multipolari ma con ambigue relazione con Israele, tanto che molti di loro hanno appoggiato apertamente anche la causa palestinese.

Qual è allora il minimo comune denominatore di questi paesi che non sono “alleati” fidati e ferrei di Israele come gli Stati Uniti, Regno Unito e i principali stati europei? Ciò che li accomuna è che sono o membri dei BRICS o aspiranti tali.

AzzaSec, forse, non è molto “aggiornato” in materia di geopolitica; oppure si? E chissà, magari sta mirando consapevolmente a “contaminare” e rovinare le relazioni tra Russia e BRICS, disseminando il seme del sospetto e della discordia secondo cui dietro questi attacchi, e dietro i fantomatici hacker italiani filorussi, ci sia Vladimir Putin.

L’ipotesi, come vedremo, si basa su elementi concreti, tanto più se: a) Teniamo conto di quanto riportato nella PARTE I del nostro approfondimento; b) Se ci basiamo sull’elaborazione dell'ultima dottrina di guerra psico-cibernetica della NATO.

E per quanto riguarda l’Italia? Vi sono stati attacchi concreti alle strutture della NATO, della C.I.A. o del Mossad sul territorio nazionale? Quelli di AzzaSec hanno attaccato autonomamente qualche sito governativo strategico? Hanno finalmente filtrato documenti riservati inerenti al traffico di bambini che passa dalle principali procure italiane fino alle basi della NATO, e che coinvolgono i nostri Servizi Segreti? CyberArmy ha fatto capire, indirettamente, di possedere certi elementi che potrebbero essere, all’occorrenza, rivelati. AzzaSec, invece, che cosa ha fatto?

Signore e signori, il gruppo hackers “numero uno” d’Italia ha affermato che preferisce non attaccare il proprio paese per… evitare eventuali ripercussioni penali. Ma di che razza di hackers parliamo? Leggete per credere:

«RHC: Nonostante AzzaSec sia un gruppo dichiaratamente italiano, la maggior parte dei vostri attacchi viene effettuata al di fuori dell’Italia. C’è una ragione specifica per cui evitate target italiani?

AzzaSec: Si cerchiamo di evitare target italiani per non avere ripercussioni penali».

Quanto riportato è una palese menzogna poiché vi sono stati “attacchi” a strutture italiane, seppur non governative e di basso rilievo strategico, tra cui:

“Importanti siti web come cnaemiliaromagna.it, infortunia.it, Università di Padova, quisconti.it, autismopiemonte.it sono stati toccati da Azzasec”. 

Praticamente il “nulla cosmico”.

Facciamo notare al lettore che noi di SA DEFENZA abbiamo pubblicato una serie di interviste fatte all’alleanza di hackers russi CyberArmy, dove si faceva riferimento agli elementi filtrati di particolar valore che potrebbero essere rivelati a tempo debito per distruggere la reputazione di famosi politici; di esponenti del mondo atlantico; o anche per destabilizzare governi e nazioni. Caso vuole che, poco dopo, AzzaSec abbia fatto la sua comparsa avvicinandosi agli hackers di NoName57(16). Vuoi vedere che qualcuno ha paura che vengano rivelati documenti, immagini e video compromettenti? Forse di giudici, esponenti dell’antimafia, dei Servizi, e molto, molto altro? E che questi “hacker” non siano altro che marionette italoamericane, oppure ucraine, che lavorano in un centro della C.I.A. per infiltrarsi ed eliminare le prove "scottanti"?

Ricapitolando

AzzaSec afferma che il governo italiano "fa schifo", e che fa quello che fa per i “fratelli” palestinesi. Malgrado simili buone intenzioni, AzzaSec mente sapendo di mentire e dichiara di non attaccare l’Italia, od obiettivi strategici italiani, per evitare ripercussioni penali, ma sì paesi con aspirazioni multipolari, tra cui Stati che hanno condannato Israele. Troppe menzogne messe in rapida successione lasciano intendere che AzzaSec sia abile nel creare confusione, disinformazione, e diffondere virus a scopo estorsivo. In fondo, scopo della strategia della tensione è seminare dubbio, paura e confusione; poiché è nella confusione che si può colpire senza essere visti.


4) Mancata conoscenza del mercato italiano ed europeo, ma sì di quello d’intelligence.

Uno dei fattori che a noi malpensanti conferma che AzzaSec sia un gruppo di ragazzini statunitensi (o ucraini) che parlano male l’italiano - e che lavorano per conto della NATO - è l’opinione che hanno del mercato informatico nazionale e continentale:


Come abbiamo avuto modo di vedere nel precedente approfondimento, l’Italia è indietro anni luce da un punto di vista informatico rispetto alla media dei paesi europei.

Il mercato digitale, in materia di competenze digitali e di sviluppo dei settori dell'imprenditoria e della società (quelli accademici per intenderci), è indietro di 10 anni. Di competente e sviluppato, al contrario, abbiamo il mercato di intelligence, che sarebbe quello della creazione, diffusione e compravendita di spyware; mercato che è monopolio esclusivo dei Servizi Segreti (e che vendono detti prodotti ai loro omologhi di altri paesi e alle procure).

Da un punto di vista dell’hacking, chiunque sa che in Italia - come nel resto del pianeta - il mondo dei comuni mortali è cosa ben diversa da quello dell’intelligence, poiché quest’ultimo passa per i filtri israeliani e statunitensi, ovvero della NATO, che sono inaccessibili per ogni hacker etico e autonomo, mancando di mezzi e tecnologie di un certo livello.

Come abbiamo visto nella prima parte dell’approfondimento, questi livelli non lasciano spazio, e nemmeno scampo, alla minima possibilità di deviazione, essendo l’Italia il paese più spiato al mondo sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo.

Arrivati a questo punto, come fanno a sapere dei gruppi di hackers sgrammaticati che l’Italia possiede il mercato dello spionaggio più sviluppato d’Europa, ignorando totalmente il ritardo decennale in termini basici di informatica? A qualcuno gli è scappata una parola di troppo… anzi, tante, troppe parole, considerando il basso livello di comunicazione, coerenza, preparazione e la sequela infinita di contraddizioni.

INTERVISTE AGLI HACKER

Le domande che abbiamo posto agli hacker, dopo un iniziale approccio strategico, sono state le seguenti:

«1.Negli ultimi tempi, gli hacker russi e cinesi si sono distinti per aver raggiunto obiettivi di primo livello. Addirittura, sono riusciti ad entrare in possesso di PEGASUS e a dimostrare l’esistenza della pedofilia nelle alte sfere della Casa Bianca (Hunter Biden). Al contrario, l’hacking italiano non si è mai distinto, essendo l’intera “dark net and deep web” europea prerogativa dei gruppi tedeschi e dei servizi di intelligence atlantici (che manovrano a piacimento l’hacking di Berlino). Detto questo, siete un gruppo di hacker che si ispira totalmente ad Anonymous, oramai noto per essere il braccio dei servizi di intelligence italiani e per aver ostacolato - e ostacolare - la Russia e il mondo multipolare. A tal proposito, ho visto che non avete fatto altro che attaccare paesi multipolari come il Brasile, l’India e il Pakistan. Quando pensate di compiere un attacco alle procure di Bologna, Roma, Siena, Firenze, alle logge massoniche deviate o ai centri di spionaggio italostatunitensi che conservavo le documentazioni su Falcone e Borsellino? Una filtrazione di questa documentazione sarebbe una prova della vostra affidabilità. D’altronde, dite di essere il gruppo numero due di hacker in Italia e il n’8 in Europa. Perché non colpire al cuore?

2.Perché vi siete avvicinati agli hacker russi solo in questo momento?

3.E’ noto e risaputo che non esistono “hacker” autonomi e indipendenti (vedi Tavaroli o la storia di Ikon, Digint e del Tiger Team), e che in tempi di conflitto questi hacker vengono assoldati dai rispettivi governi per lavorare come agenti. L’Italia possiede ben due dei cinque più potenti super computer al mondo, e la maggiore e più estesa rete di spionaggio capillare con programmi di origine israeliana. O siete davvero abilissimi a non farvi acchiappare e riconoscere, o, come direbbe Giulio Andreotti, a pensar male si fa peccato ma ci si indovina spesso. Cosa avete da dire al riguardo? Potete darci alcuni consigli su come preservare la nostra privacy in rete?

4.Quale messaggio volete inviare ai nostri servizi di intelligence, al governo e alla cittadinanza?»

Abbiamo ricevuto una unica risposta, che è stata:

«Gli hacker russi e cinesi sono molto più avanti rispetto a noi europei perchè sono avvantagiati dallo stato che gli paga quello che gli serve , allora noi non attacchiamo l'italia per non avere ripercussioni giudiziare su noi stessi. Io e gli hacker russi abbiamo avuto un discorso la quale è uscito fuori se volessivo fare un alleanza visto che il nostro gruppo è di spicco. Sinceramente il governo italiano non ci calcola perchè non abbiamo ancora attaccato. Soprattutto siamo anonimi. Aprite gli occhi popolo e vedete le atrocità che stanno facendo gli israeliani e le cazzate che fanno gli stati uniti di america. Questo è tutto. Se veramente ci fosserò i registri di falcone e borsellino la mafia li avrebbe fatti sparire dopo l'attentato. Poi se pubblichi manda il link».

La mancanza di un senso logico e l’utilizzo di parole disconnesse rende molto bene l’idea che sia stato utilizzato un traduttore; e che si tratti, probabilmente, di ucraini che tentano di scrivere – e tradurre – malamente in italiano.

Non contenti della risposta ricevuta, abbiamo incalzato:

«Perché a Falcone l'ha ucciso la mafia? Dai. OK. Appena pubblico, se pubblico, mando ❤️»

E la risposta:

«Così si dice non si sa la verità ma si pensa anche per i processi che stavano portando a termine i due magistrati».

Abbiamo inviato lo stesse domanda a CyberVolk e l’unica risposta ricevuta è stata:

«We are also affiliated with anonymous».

Nulla da aggiungere.

Chiarimenti

Giunti a questo punto, è bene procedere con dei chiarimenti:

   1. Le contraddizioni sono evidenti. Questi personaggi tentano in tutti i modi di crearsi una credibilità che non hanno; mentono, e non possiedono capacità informatica tali da poterli far ascendere al rango di “hacker”.

   2. Non sono italiani, sia per la mancata padronanza linguistica che per l’assenza totale di costruzione sintattica. Il loro italiano è da “traduttore” online.

  3. Le spiegazioni fornite sono inutili poiché assenti, e, all’ora di approfondire, la domanda viene elusa.

   4. Non sono hackers, poiché non attuano da hackers, e le manipolazioni della più famosa chat di intelligenza artificiale è la prova lampante che sono una proiezione dei servizi di (dis)intelligenza italiani.

Ciò che ci conferma la loro natura atlantica, e molto probabilmente ucraina, proviene da un lavoro di ingegneria inversa che abbiamo svolto con le risposte che ci hanno inviato. Abbiamo utilizzato un traduttore per scovare la loro lingua originale, e le opzioni si sono limitate all'inglese e all'ucraino. Abbiamo poi passato il testo in un correttore, per esaminare la presenza di errori di testo. Il minor numero di errori (o meglio, l'assenza totale) è stato riscontrato con la lingua ucraina. Abbiamo contattato alcune nostre fonti che parlano ucraino, ed hanno confermato la validità del testo.

C'è da precisare che ciò non costituisce una prova certa e assoluta, ma sommando quanto sinora raccolto il quadro dovrebbe essere completo.

Conclusioni

Per concludere, notiza del 7 di luglio è che è stata formata una alleanza di hackers filopalestinesi, per la maggioranza ricollegabili ad Anonymous, che hanno pubblicato la seguente immagine incitando ad Allah:


Ricordiamo che il livello di allerta massima nelle basi NATO è stato giustificato da ipotetici ed imminenti attentati di natura palestinese.

Non è un caso che gruppi hackers di dubbia provenienza e valori incitino ad Allah, tanto più se risultano collegati alla C.I.A.

La puzza di false flag è fortissima.

***

Nel prossimo approfondimento vedremo perché l'esistenza e l'agire di questi gruppi di hackers sono compatibili con le ultime strategie di spionaggio e infiltrazione elaborate dalla nostra intelligence su mandato della NATO; strategie che sono consultabili pubblicamente e che riportano, per filo e per segno, quanto da noi denunciato.

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