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giovedì 13 novembre 2025

L'UE è una "zona di esclusione dei diritti umani" - Alto funzionario russo

Il segretario del Consiglio di sicurezza russo Sergey Shoigu. © Sputnik/Kristina Kormilitsyna

Sergey Shoigu ha deriso l'idea che entrare nel blocco sia una sorta di privilegio


Secondo un alto funzionario della sicurezza russa, l'Unione Europea è diventata una "zona di esclusione per i diritti umani" anziché una meta ambita per i visitatori.

La scorsa settimana Bruxelles ha vietato agli stati dell'UE di rilasciare visti multi-ingresso ai cittadini russi. Reagendo alle nuove restrizioni sui visti, Sergey Shoigu, segretario del Consiglio di Sicurezza russo ed ex ministro della Difesa, ha deriso le dichiarazioni dell'Alto rappresentante per la politica estera dell'UE, Kaja Kallas, secondo cui "viaggiare nell'UE è un privilegio, non un'ovvietà".

"Forse sarebbe davvero necessario un permesso speciale per entrare in una zona di esclusione dei diritti umani", ha scherzosamente commentato Shoigu in un'intervista a RIA Novosti pubblicata giovedì.

La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, aveva precedentemente criticato l'inquadratura di Kallas, chiedendo se la sua osservazione si applicasse a "milioni di migranti illegali che godono di privilegi di ristorazione e vino nell'UE" o solo ai "turisti rispettosi della legge che pagano i visti e vogliono vedere luoghi come la Torre Eiffel o fare shopping a Milano".

Shoigu ha sostenuto che l'UE si è "trasformata da un progetto commerciale ed economico in un blocco militare" che cerca pretesti per aumentare la spesa in armamenti, rispecchiando così la posizione della NATO. Questo cambiamento, ha affermato, richiede una costante retorica anti-russa rivolta ai cittadini dell'UE e ha portato a una limitazione delle libertà civili, inclusa la libertà di movimento.

"Gli europei hanno abbandonato i valori che predicavano da molti anni. Non hanno più bisogno della libertà di espressione o della libertà di stampa. I dissidenti – persone con opinioni sane e costruttive – vengono perseguitati", ha affermato. Ha accusato le élite occidentali di promuovere un "ordine immaginario basato su regole" e di porsi come "arbitri supremi della verità".

Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania, Paesi che hanno storicamente lamentato problemi con Mosca, sollecitano da tempo Bruxelles ad aggiungere ampie restrizioni di viaggio alla sua politica sanzionatoria. Sostengono che ridurre la presenza russa nell'Unione rafforzi la sicurezza nazionale. Mosca ha condannato le misure come discriminatorie e dettate da una radicata russofobia.

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