Shock A.I.N.: “Le iniezioni mRNA sono armi biologiche”
Il dibattito sui vaccini COVID-19 entra in una nuova e controversa fase dopo la dichiarazione emessa l’8 ottobre 2025 dall’Alliance of Indigenous Nations (A.I.N.), tribunale internazionale che rappresenta le Nazioni Indigene del Canada.
Nel documento ufficiale, (link del documento completo nelle fonti), le iniezioni a base di mRNA vengono qualificate come “armi biologiche e tecnologiche di distruzione di massa” e si chiede l’applicazione immediata della pronuncia a livello mondiale, la dichiarazione, pubblicata integralmente dal tribunale, cita specifici riferimenti legali, scientifici ed etici per giustificare la propria posizione.
Il tribunale sostiene di essere formalmente riconosciuto dal governo canadese attraverso una lettera datata 13 dicembre 2024, attestante la relazione “nation-to-nation” e la sua qualifica come entità sovrana ai sensi del diritto indigeno e internazionale.
Nell’ordinanza si afferma che le iniezioni mRNA soddisfano le definizioni di armi biologiche secondo normative statunitensi, canadesi e internazionali, come il Biological Weapons Anti-Terrorism Act del 1989 e la Convenzione sulle armi biologiche. Il documento richiama anche studi scientifici recenti e codici etici internazionali, tra cui il Codice di Norimberga e la Dichiarazione di Helsinki, sostenendo che la tecnologia mRNA possono violarne i principi.
“Florida e Slovacchia sfidano la narrativa sui vaccini”
La notizia arriva in un contesto globale già segnato da tensioni e controversie. Già nel 2024, la Florida aveva sconsigliato l’uso dei nuovi booster COVID-19, con il chirurgo generale dello stato, Joseph A. Ladapo, ritiene che non ci siano sufficienti dati di efficacia e sicurezza per i nuovi richiami aggiornati alle varianti di Omicron e segnala rischi potenziali (ad esempio riferimento a malattie autoimmuni, problemi cardiaci, persistenza della proteina spike)
In Slovacchia, il governo aveva avviato un’inchiesta su presunti effetti collaterali gravi, considerando le iniezioni mRNA come terapie genetiche sperimentali, rapporti ufficiali slovacchi hanno sollevato dubbi sulla sicurezza e l’efficacia dei vaccini, alimentando polemiche sul loro impatto a lungo termine e sul possibile uso improprio della tecnologia come “bioterrorismo”.
Una sfida simbolica che mette in discussione scienza e potere
La dichiarazione dell’A.I.N., sebbene provocatoria e senza precedenti, non ha al momento alcun riconoscimento formale da parte di governi nazionali o organi giudiziari internazionali. Le principali autorità sanitarie mondiali, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità, continuano a considerare i vaccini mRNA strumenti sicuri e autorizzati per prevenire il COVID-19, sottoposti a rigorosi controlli pre e post-commercializzazione. L’effetto pratico dell’ordinanza resta quindi simbolico non sono stati vietati, sequestrati o ritirati vaccini in alcuno Stato sulla base della pronuncia.
Tuttavia, l’impatto mediatico e politico della dichiarazione è rilevante. Il dibattito solleva questioni cruciali su diritto, etica e scienza: chi può decidere se un farmaco costituisca un’arma biologica? Fino a che punto gli Stati riconoscono la sovranità dei tribunali indigeni?
In un contesto in cui cinque anni di vaccinazioni mRNA (secondo i produttori) hanno salvato milioni di vite, la sfida resta garantire trasparenza, sicurezza e fiducia nella scienza, monitorando attentamente gli effetti rari e a lungo termine dei vaccini.
“Norme diverse, stesso vaccino”
Le affermazioni dell’A.I.N, mettono in evidenza la crescente frammentazione regolatoria a livello globale, mentre in alcuni Stati si segnalano divieti o raccomandazioni precauzionali, altrove la tecnologia mRNA rimane pienamente approvata e utilizzata. Per cittadini e operatori europei, la normativa vigente rimane quella dell’Unione Europea e dei singoli Paesi, senza alcuna applicazione dell’ordinanza A.I.N.
In definitiva, la pronuncia del tribunale indigeno rappresenta un documento giuridico e politico di forte impatto simbolico, capace di riaprire questioni etiche e regolatori complesse e di alimentare un dibattito globale che intreccia scienza, diritto internazionale e politica sanitaria.
Piero Angelo De Ruvo
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Sottufficiale dell’Esercito Italiano in Congedo.
Membro del direttivo dell’associazione Constitutio Italia
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