Gino Camboni
unionesarda.it
A Chiusola si ricorda il partigiano d'origine sarda,
L'eroico Piero Borrotzu che diede la vita per un intero paese.
Anche quest'anno a Chiusola, in terra ligure, nella Lunigiana sarda d'una volta, si commemora Piero Borrotzu, il tenente partigiano che ha dato la vita per salvare un intero paese. Per ricordarlo, nel 68° anniversario del sacrificio, il sindaco Giovanni Lucchetti Morlani del Comune di Sesta Godano, di cui Chiusola è frazione, ha voluto dedicargli una breve, ma intensa cerimonia, fissata per la mattina del 24.
Martire e medaglia d'oro della Resistenza, il "tenente Piero", sebbene fosse di padre sardo, è poco conosciuto nell'isola. Il suo nome è molto più sentito e vivo nella terra della madre, in Liguria, soprattutto sui monti dell'alta Val di Vara, dove morì da eroe. Aveva soltanto 22 anni quando il 5 aprile del 1944 si consegnò ai carnefici per evitare che venissero trucidate una settantina di persone del borgo, rastrellate dai nazifascisti. Lui, che si nascondeva a Chiusola, poteva scappare, salvarsi, ma si consegnò e fu fucilato.
La sua storia, perché pure in Sardegna se ne viva il ricordo, è stata proposta di recente, per iniziativa di un'insegnante, Martina Careddu, d'intesa con la dirigente scolastica, Carla Marchetti, a una quinta classe del Liceo delle Scienze Sociali Sebastiano Satta. Una delegazione di alunni e docenti di quella scuola porterà il nome dell'isola alla cerimonia commemorativa dall'altra parte del mare.
«Proporre ai giovani di oggi un modello di eroe buono, positivo, che sia disposto a perdere la propria vita per salvare quella di altre persone, sembra un'impresa titanica», afferma Martina Careddu. «Ho scoperto invece con piacere, quasi con commozione, che la vicenda di Piero Borrotzu, eroe d'altri tempi, ha suscitato nei nostri giovani studenti stupore, incredulità, ammirazione e rispetto». «Li ha colpiti, in questa particolare lezione di storia, che pochi sapessero di Piero, sebbene nostro conterraneo, mentre in un "lontanissimo" paesino della Val di Vara, Chiusola di Sesta Godano, la popolazione ne ricorda ogni anno il martirio con una celebrazione solenne».
Un grande merito, questo, del Comune di Sesta Godano, scrigno e custode, come rimarca Martina Careddu, non solo della memoria di Piero e del suo gesto, ma anche degli ideali di libertà e di giustizia che hanno animato tanti giovani oltre mezzo secolo fa. Tra questi, a ricordarlo sino all'ultimo, era pure Pietro Greppi, il compagno d'armi di Piero, scomparso di recente. Lui e gli altri uomini della sua famiglia, il padre Giovanni, 63 anni, i figli Pietro 23 anni, Giovanni, 16 anni e Michele, di appena 14 anni, erano tra i settanta abitanti del borgo che erano stati radunati per l'esecuzione sommaria nel sagrato della chiesetta di San Michele.
«Quando sembrava che tutto fosse ormai perduto», raccontava Greppi, «vedemmo il tenente Piero presentarsi spontaneamente ai suoi carnefici per offrire la sua vita in cambio della nostra».
Di Borrotzu parla con commozione pure il novantenne Nello Quartieri, comandante del battaglione partigiano Picelli.
«Era un giovane di saldi principi, generoso», ricorda. «Nel sagrato della chiesetta, dove l'hanno ucciso, lui, cattolico osservante, ha mostrato di saper amare il prossimo suo più di se stesso».L'hanno ben compreso pure gli alunni che a Chiusola porteranno l'omaggio della terra del padre.
unionesarda.it
Piero Borrotzu
A Chiusola si ricorda il partigiano d'origine sarda,
L'eroico Piero Borrotzu che diede la vita per un intero paese.
Anche quest'anno a Chiusola, in terra ligure, nella Lunigiana sarda d'una volta, si commemora Piero Borrotzu, il tenente partigiano che ha dato la vita per salvare un intero paese. Per ricordarlo, nel 68° anniversario del sacrificio, il sindaco Giovanni Lucchetti Morlani del Comune di Sesta Godano, di cui Chiusola è frazione, ha voluto dedicargli una breve, ma intensa cerimonia, fissata per la mattina del 24.
Martire e medaglia d'oro della Resistenza, il "tenente Piero", sebbene fosse di padre sardo, è poco conosciuto nell'isola. Il suo nome è molto più sentito e vivo nella terra della madre, in Liguria, soprattutto sui monti dell'alta Val di Vara, dove morì da eroe. Aveva soltanto 22 anni quando il 5 aprile del 1944 si consegnò ai carnefici per evitare che venissero trucidate una settantina di persone del borgo, rastrellate dai nazifascisti. Lui, che si nascondeva a Chiusola, poteva scappare, salvarsi, ma si consegnò e fu fucilato.
La sua storia, perché pure in Sardegna se ne viva il ricordo, è stata proposta di recente, per iniziativa di un'insegnante, Martina Careddu, d'intesa con la dirigente scolastica, Carla Marchetti, a una quinta classe del Liceo delle Scienze Sociali Sebastiano Satta. Una delegazione di alunni e docenti di quella scuola porterà il nome dell'isola alla cerimonia commemorativa dall'altra parte del mare.
«Proporre ai giovani di oggi un modello di eroe buono, positivo, che sia disposto a perdere la propria vita per salvare quella di altre persone, sembra un'impresa titanica», afferma Martina Careddu. «Ho scoperto invece con piacere, quasi con commozione, che la vicenda di Piero Borrotzu, eroe d'altri tempi, ha suscitato nei nostri giovani studenti stupore, incredulità, ammirazione e rispetto». «Li ha colpiti, in questa particolare lezione di storia, che pochi sapessero di Piero, sebbene nostro conterraneo, mentre in un "lontanissimo" paesino della Val di Vara, Chiusola di Sesta Godano, la popolazione ne ricorda ogni anno il martirio con una celebrazione solenne».
Un grande merito, questo, del Comune di Sesta Godano, scrigno e custode, come rimarca Martina Careddu, non solo della memoria di Piero e del suo gesto, ma anche degli ideali di libertà e di giustizia che hanno animato tanti giovani oltre mezzo secolo fa. Tra questi, a ricordarlo sino all'ultimo, era pure Pietro Greppi, il compagno d'armi di Piero, scomparso di recente. Lui e gli altri uomini della sua famiglia, il padre Giovanni, 63 anni, i figli Pietro 23 anni, Giovanni, 16 anni e Michele, di appena 14 anni, erano tra i settanta abitanti del borgo che erano stati radunati per l'esecuzione sommaria nel sagrato della chiesetta di San Michele.
«Quando sembrava che tutto fosse ormai perduto», raccontava Greppi, «vedemmo il tenente Piero presentarsi spontaneamente ai suoi carnefici per offrire la sua vita in cambio della nostra».
Di Borrotzu parla con commozione pure il novantenne Nello Quartieri, comandante del battaglione partigiano Picelli.
«Era un giovane di saldi principi, generoso», ricorda. «Nel sagrato della chiesetta, dove l'hanno ucciso, lui, cattolico osservante, ha mostrato di saper amare il prossimo suo più di se stesso».L'hanno ben compreso pure gli alunni che a Chiusola porteranno l'omaggio della terra del padre.
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