Ci siamo recati all'assemblea per l'organizzazione territoriale di rifiuto alle pale eoliche e quanto proposto dall'agenda green governativa , cui la regione sarda ha supinamente accettato senza batter ciglio , o mostrare di avere altre idee sul territorio che come tutti sappiamo essere già ampiamente sfruttato in malo modo per altre servitù , come quella militare.
Il moto che ci spinge è il superamento delle divisioni partitiche , destra sinistra, che è un ambito di divisione imposto dalle élite globali, e dai loro lacchè, infatti per questo la consapevolezza acquisita con l'esperienza di questo settantennio post fascista , ci ha aperto gli occhi sulla falsa rappresentatività delegata ai partiti che ci hanno fatto comprendere di non avere alcun potere decisionale reale, chiunque vada al governo continua a perseguire l'agenda dettata da altri lidi, scevri della istanze popolari. Ecco perchè consapevoli di quanto anzidetto ribadiamo il moto che ci muove:" nessun partito potrà salvarci, solo la forza del popolo unito" e da questo punto di vista ci muoviamo ed elaboriamo il nostro rifiuto del sistema globalista e dei servi del sistema.
Poniamo le basi per contestare , rifiutare e opporci all'agenda speculativa e di annientamento dell'umano , impostata dall'agenda globalista cui i governi condividono alla faccia della cosiddetta democrazia rappresentativa, che trasforma la sovranità del popolo espressa dagli elettori in dei sudditi di eletti che nulla devono render agli elettori conto delle loro azioni e decisioni prese in loro vece in parlamento.
Dobbiamo aver chiari questi seppur minimali punti pragmatici , prima di imboccare una strada che potrebbe rivelarsi la stessa vecchia strada gestita dai soliti noti che vediamo nelle azioni politiche in ogni dove di statiti e unioni fittizie come la UE, che rappresentano in ultima analisi sempre gli interessi altri che popolari , ma delle multinazionali di ogni sorta, che siano le industrie militari, farmaceutiche o altro.
Siamo attenti affinchè alla nascita di un movimento che sia su idee ambientaliste e per la difesa del territorio , non si insinuino concetti che sono alla base dell'agenda del capitale imperiale basato sull'uso e consumo del territorio e delle genti ivi allocate.
Dobbiamo aver chiaro che quanto accade , oggi è esposto che l'attacco a tutto campo che vediamo in tutte le sfaccettature politiche , culturali , sanitarie , e sociali sono impostate e dirette da queste élite globali contro l'umanità.
Il Great Reset del WEF del nazista Klaus Shwab, ha come mira l'eliminazione di più gente possibile, l'uso di armi di ogni sorta ne sono l'evidenza del genocidio impostato contro tutti noi uomini e donne di questa terra. Dai un'occhiata alle otto previsioni del World Economic Forum per il 2030, tra cui "Non possiedi nulla e sarai felice".
L'agenda 2030, coordinata da ONU, WEF, Club Bildeberg, Bill e Melinda Foundation, prevede il cambio climatico come leva teoria trainante per l'imposizione delle quote sul CO2 (essenziale alla vita su base carbonio, la fotosintesi clorofilliana lo trasforma in ossigeno) 2. C'è un prezzo globale sul carbonio. La Cina ha preso il comando nel 2017 con un mercato per lo scambio del diritto di emettere una tonnellata di CO2, impostando il mondo sulla strada verso un prezzo unico del carbonio e un potente incentivo ad abbandonare i combustibili fossili. L'Europa, nel frattempo, si è trovata al centro del commercio di pannelli solari economici ed efficienti, poiché i prezzi delle energie rinnovabili sono diminuiti drasticamente. Non è vero senza il combustibile fossile torniamo alla pietra e la clava, l'idea del cosiddetto green serve a confondere le menti e imporre la falsa soluzione con una falsa analisi funzionale al progetto delle élite che sono distanti dall'intento e la proposta di democrazia diretta e popolare, in sintesi avendo chiare le linee guida che assumono il bene comune comprendiamo che per dare vita ad un comitato che sia veramente esposto alla volontà dei potenti anzichè del potere popolare induce all'errore nell'amnalisi pragamatica della realtà energetica e sociale così è indispenzabile per non cadere nelle loro trappole avere in mete la definizione chiara che un "assunto fallace porta inevitabilmente a conclusioni fallaci", e questo è quanto abbiamo compreso esser ela prerogativa esposta nell'assemblea etero diretta di Bauladu.
Parlare di energia green , di quote di CO2 , di smart city dei 15 minuti, per evitare la CO2 che causa a loro dire il cambiamento climatico, e per questo impongono già da oggi calcoli sui consumi di CO2 imposti nei resoconti bancari ad esempio di Banca Intesa SanPaolo, e progettano l'applicazione di una sorta di carta social credit per darti dei punteggi ai tuoi comportamenti conformi ai consumi di CO2 imposti dalle tabelle astruse delle élite globali per i soli uomini e donne loro esclusi (viaggiano in jet privati con dei consumi di carburanti che nessun uomo normale consumerà mai in tutta la sua vita), e questo è per un comitato per il bene comune di uomini e donne liberi fuorviante demagogico e irrazionale, senza avere ben chiare le analisi fallaci che portano a questa esposizione di progetti contro l'umanità delle élite globali, si perde la via maestra e non solo non ci porta da nessuna parte , ma ci fa perdere di vista il vero obiettivo e tempo prezioso. Cosa che dobbiamo evitare con cura.
IL DOCUMENTO PROPOSTA PER UNA DIVERSA VISIONE SUL TERRITORIO CHE ABBIAMO CONDIVISO CON TUTTI GLI AMICI CHE SI SONO DISSOCIATI DAI SOLITI TROMBONI DEI FINTI COMITATI TERRITORIALI GESTITI DAL PD
Sulla questione della speculazione energetica: l'eolico.In Sardegna (secondo quanto rilevato da Terna relativamente alla produzione di energia elettrica per il 2021), c'è una richiesta di circa 9.000 GWh e una produzione che va ben oltre del 25% circa di energia che viene portata in Continente. Attualmente, di questa produzione il 30% circa viene da rinnovabili. Percentuale che al momento copre il 40% dell'efficienza isolana, ma che se riportata agli usi residenziali, e/o togliamo l'industria, arriva anche al 40/60%.
Allora, da dove nasce tutta questa pressione all'invasione eolica?
Perchè siamo di nuovo di fronte all'ennesimo saccheggio, a una nuova colonizzazione, materiale e culturale, la quarta in effetti. Da quella industriale, anni 60/70, a quella che ha visto la forzata eradicazione della nostra lingua; alla devastante imposizione delle servitù militari e adesso questa, una invasione selvaggia, giustificata da finti parametri ecologici e finalizzati ad una iper produzione energetica da fonti rinnovabili, eolico nello specifico, in realtà paravento a vere e proprie speculazioni finanziarie a danno di risorse e territori altrui. Se questi progetti, alcuni offshore altri in mare, dovessero tutti superare la valutazione di impatto ambientale, arriveremo ad una produzione di 44.000 GWh, che rapportate alle 9.000 rendono evidente l'aspetto speculativo che li origina. Tanto più, contrariamente alla narrazione, che tutta questa energia, allo stato attuale, non sarebbe neppure esportabile, nè con i collegamenti esistenti, nè con gli altri in progettazione, e che la natura stessa di questa produzione, intermittente, non permette affatto di superare il problema del fossile. Anzi, più se ne produce, più si deve compensare sulla rete.
Appare chiaro che quanto accade mette in luce un progetto ben più ampio: l'attacco a tutto campo politico, sanitario, culturale, sociale, economico, perpetrato a carico del mondo tutto, dell'Occidente e dell'Italia in particolare, da un potere sovranazionale che ha inficiato ed esautorato gli Stati e qualsiasi espressione democratica. Ignorare le implicazioni, continuare a considerare le evidenze fattuali come casuali e non convergenti, compromette pericolosamente la visione della portata del problema. Tracciamento e controllo sanitario (vaccinazioni indiscriminate, abolizione dei generi, contrasto alla riproduzione, razionamento del cibo, divieto d'accesso alle cure alternative, limitazione degli spostamenti); controllo delle attività produttive e della proprietà privata (brevetto delle sementi e ostacoli alla produzione di cibo non industriale, razionamento dell’energia e delle risorse produttive, abolizione del contante, reddito di base universale) parlano un unico linguaggio: quello dell'Agenda 2030, coordinata da ONU, WEF, Club Bilderberg, Bill e Melinda Gates Foundation, per citarne alcuni, che fa del cambio climatico la teoria a supporto della imposizione delle quote di CO2; altra truffa che si infrange (al di là dello stesso buon senso, in quanto la CO2, essenziale alla vita su base carbonio, si trasforma, grazie alla sintesi clorofilliana, in ossigeno), con le evidenze storiche e le affermazioni scientifiche di ricercatori e studiosi liberi da conflitti di interesse.
Da questa "narrazione", abbracciata incondizionatamente dalle forze politiche tutte, hanno origine leggi capestro legate alle direttive europee (legge 387 del 2003, direttive europee del 2001); direttive che configurano una produzione fatta attraverso grandi impianti quindi, sostanzialmente, affidata alle multinazionali e alla loro genetica propensione alla speculazione. Una produzione consegnata interamente a soggetti esterni privati, totalmente protetti da una normativa che configura questi progetti nella categoria della "pubblica utilità". Legati giuridicamente al solo criterio del "là dove c'é la fonte" (alla Sardegna, alla Sicilia, alla Puglia sarà richiesto, perché privilegiate dal sole e dal vento, la produzione del 90% dell'eolico previsto per tutta l'Italia), sfuggono ad ogni tipo di regolamentazione territoriale e di pianificazione locale. Spuntate le armi amministrative: regionali, provinciali, comunali; imbavagliate quelle politiche, con la spinta della Transizione ecologica sulla falsa narrazione del cambiamento climatico, come già
ribadito, in modo truffaldino imputato all'attività umana e alla produzione della C02, questi impianti, in pratica, possono essere realizzati dappertutto, comprese le aree agricole (art. 12) e le acque territoriali con il solo veto della fantomatica "Valutazione di impatto ambientale". Sostanzialmente, perizie che pesano ancora una volta sul bilancio dei vari comuni, che richiedo una notevole conoscenza dei territori e che, legati al decisore politico, il Ministero dell'ambiente, vista la spinta green e la quantità di fondi messi a disposizione, ha ben poche possibilità di essere accolto. Inoltre, le società interessate, ben coscienti del loro terreno di caccia, cercano di aggirare gli ostacoli territoriali, promettendo ai Sindaci compensazioni economiche. Peccato che tali compensazioni (decreto 2010), non possono avere natura monetaria, ma devono configurarsi come compensazioni ambientali, non posso superare il 3% dei proventi dall'impianto, proventi che ovviamente nessuno conosce, e vadano concordati prima del rilascio della stessa autorizzazione; insomma un chiaro specchietto per le allodole che finisce col lasciare i Sindaci, caduti nella trappola, con i territori devastati e un pugno di mosche in mano.
Espropri, assenza della reale valutazione di impatto degli impianti, nessun ritorno economico: tutta la tecnologia, l'impiantistica e i proventi sono e restano in mano alle società appaltatrici. Un quadro drammatico, accettato supinamente dalla Regione Sarda che non si è fatta neppure promotrice di proposte più eque e consone al territorio e alle comunità. L'assenza di una vera politica rende evidente la necessità di superare le fazioni partitiche, tutte indistintamente, come abbiamo avuto modo di vedere in questi ultimi anni, incapaci ed asservite, di fatto marionette al servizio di un sistema che ha ormai apertamente mostrato il suo volto. La delega ai partiti, di qualunque colore si voglia, ha tradito il suo mandato popolare e vergognosamente fa sponda a dettami imposti da organismi esterni agli Stati e che si avvalgono, per imporre le loro politiche che non hanno affatto a cuore né la terra, nè chi la abita, di organizzazioni, di fatto private, come la UE, braccio esecutivo delle lobby finanziarie che la governano.
Non possiamo cadere nella trappola di movimenti o associazioni che cavalcano false teorie ambientaliste, false emergenze sanitarie, falsi valori sociali e misconosce l'assalto al diritto, alla Costituzione e all'uomo in quanto tale, subito in questi anni per mano degli stessi che oggi invocano la transizione green e la palese frode del "non avrai nulla è assai felice".
Guardare al particolare, evitando ottusamente di vedere il suo funzionale inserirsi in un puzzle ben più ampio e pericoloso, porterà ogni azione di contrasto, poiché figlia di premesse fallaci, a risultati allo stesso modo fallaci e certamente, controproducenti, per le legittime istanze di un popolo che le promuovono.
Consapevoli di tutte le istanze fin qui esposte, forti della considerazione, così come ribadito nel nostro moto, che solo "la forza del popolo unito potrà salvarci", auspichiamo la nascita di un movimento vero, che nella "verità" e in onore, lavori per il bene della nostra grande Isola e dei sui legittimi abitanti.
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